Marco_Bernasconi

Con ThredUp l'abbigliamento di seconda mano sbarca a Wall Street

NASDAQ:TDUP   ThredUp Inc.

La moda negli ultimi anni ha trovato nuovi escamotage per attirare una nuova cerchia di clienti: l’usato.

Sempre più persone sono attratte da capi di abbigliamento e accessori vintage. I motivi sono da trovarsi sia nella crisi economica che in una ragione etica per limitare gli sprechi.
Ormai uomini e donne acquistano abbigliamento di seconda mano per sé e i propri cari e vendendo, può diventare un modo per guadagnare soldi velocemente.
Questo fenomeno ha avuto un impatto enorme: sempre più piattaforme online e aziende si sono specializzate nella vendita di second hand. ThredUp è una di queste realtà online.

Cos'è ThredUp e come agisce

ThredUp è una piattaforma che vende capi di abbigliamento e accessori per donne e bambini di seconda mano.
L’azienda, viene fondata nel 2009 a Oakland, in California e da allora è diventata un’alternativa nel mondo del retail.
Questo consumo più etico, più consapevole, ha permesso a ThredUp di arrivare a fornire di capi unici e vintage i grandi magazzini.

ThredUp ha oltre 100 milioni di articoli di seconda mano, 35.000 marchi in 100 categorie. Può elaborare fino a 100.000 articoli al giorno e la struttura ne riesce a contenere fino a 5,5 milioni. Fino alla fine del 2020 1,2 milioni di acquirenti e 428.000 venditori risultavano all'attivo, condividendo una partnership con 21 rivenditori fra cui Walmart.

Ecco nello specifico come funziona vendere capi usati su ThredUp.

Si ordina dal sito un kit, che contiene una busta da riempire con i capi di abbigliamento che viene rimandata indietro. In seguito l’azienda provvede a fotografarli, etichettarli e a metterli in vendita.
Gli esperti dei capi usati, analizzano i capi più idonei, circa 1 - 3 settimane dopo, si avrà l'esito. Successivamente il pagamento può avvenire tramite PayPal, oppure si può donare il denaro in beneficenza o acquistare altri capi usati sul sito.

Pochi anni e il mercato dell’usato raggiungerà il primato

Entro il 2028 il mercato di seconda mano raggiungerà la spesa di 64 miliardi di dollari contro i 44 del fast fashion.
Il divario fra la fast fashion e l’abbigliamento di seconda mano è sempre minore, soprattutto in termini economici, molte aziende del pronto moda riscontrano un calo nelle vendite.
Nel 2018, le persone hanno speso 24 miliardi di dollari in mercati dell’usato, thrift shop e negli store online quali ThredUp, Depop o Poshmark.
Anthony Marino, presidente di ThredUp, durante il National Retail Federation Show afferma:
“Solo quest’anno, le donne negli USA acquisteranno oltre 60 milioni di merci di seconda mano. E un terzo degli appartenenti alla generazione Z comprerà articoli usati”.

ThredUp debutta in borsa

ThredUp arriva in borsa e le azioni salgono del 40% attirando l'attenzione dei venditori di abbigliamento usato femminile e per bambini. Il titolodell'azienda è salito in borsa a 101.50 dollari.
Giovedì scorso, l'offerta iniziale era di 12 milioni di azioni fra i $ 12 e i $ 14; infine hanno chiuso a $ 20, valutando la società a 1.85 miliardi di dollari. Sono stati raccolti 168 milioni di dollari prima di sottoscrivere le tasse.

"Sono entusiasta di come il titolo è stato accolto, ma è solo un giorno e abbiamo grandi anni di opportunità davanti a noi".
Queste sono le affermazioni di James Reinhart, co-fondatore e CEO di ThredUp, durante un'intervista all'Associated Press Friday. Inoltre, a breve investiranno in Europa.

Le opportunità del mercato sono enormi.

"Questo è uno strumento incredibile per ogni marchio in questo momento", ha specificato Ruben, molte aziende, osservano il lavoro di Poshmark e ThredUp.

La concorrenza è sempre in costante crescita, capita che sono gli stessi marchi che avviano i propri siti di vendita. Secondo Andy Ruben, CEO di Trove, che alimenta il business della rivendita per nomi iconici come Levi's, Patagonia ed Eileen Fisher, ritiene che ogni marchio entro il 2026 avrà una propria attività di rivendita e che il 60% dei clienti che acquistano usato sono nuovi clienti e una maggior parte finisce per acquistare anche nuovi articoli entro i 12 mesi.

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