Marco_Bernasconi

APPLE: IL PRIMO DI UNA LUNGA LISTA

Short
NASDAQ:AAPL   Apple Inc
Continuo a ritenere che l’atteggiamento del mercato nei confronti dell’evento Coronavirus sia eccessivamente rilassato, “complacent” come dicono in UK.
Troppo ottimismo, troppa fiducia sulla capacita’ delle banche centrali di “salvare il mondo”. Le banche centrali possono immettere sul mercato quantita’ importanti di liquidita’, adottare misure accomodanti, ma nulla possono fare per evitare le “disruption” di domanda e di offerta di prodotti e servizi legati alla diffusione del Coronavirus.

E cosi, Apple, ieri sera ha aperto gli occhi a molti. In molti oggi si affretteranno oggi a vendere il titolo e molti altri titoli legati ad Apple. In Europa da seguire ad esempio ASM, STM, Dialog Semiconductor e Siltronic. Sono questi i titoli che saranno maggiormente impattati dalla revisione al ribasso delle stime di fatturato da parte di Apple. La societa’ ha comunicato di non poter raggiungere gli obiettivi di fatturato di 63-67 miliardi di USD previsti per il primo trimestre del 2020. A pesare sia un forte calo della domanda sia restrizioni nei processi produttivi.
Non e’ quindi solo un problema di riduzione della produzione legata alla lenta riapertura delle fabbriche dopo il Lunar Holiday ed i provvedimenti del governo diretti a ridurre la diffusione del Coronavirus, c’e’ anche un problema di domanda. La limitazione della circolazione delle persone sta riducendo sensibilmente la propensione agli acquisti in un contesto caratterizzato dalla riapertura a singhiozzo e con orari ridotti degli stores Apple.

Ma il caso di Apple, ovviamente, non e’ un caso isolato. Situazioni analoghe possono essere vissute e riscontrate per altri colossi del mondo Tech legati per mercato o per processi produttivi alla Cina. Ma non solo. Se Apple registra un calo della domanda nel terzo mercato di riferimento, stesso calo potra’ essere presto registrato da altri colossi quali Adidas, Nike, Starbucks, McDonalds, dalle aziende del lusso, e da societa’ come Este Lauder. La lista e’ lunga e la scoprireremo piano piano, mano a mano che le singole societa’ saranno chiamate ad aggiornare gli investitori abbassando progressivamente le stime di fatturato e di utile.

E cosi, come spesso accade, siamo chiamati a fare una scelta. Il dubbio amletico e’ tra “deferral” o “destruction” della domanda di prodotti.
Gli ottimisti ritengono che assisteremo solo ad uno spostamento temporale della domanda di beni e servizi. Chi non compra oggi perche’ non puo’, comprera’ domani appena le cose torneranno alla normalita’.
I pessimisti (o realisti?) si focalizzano sugli effetti distruttivi sulla domanda di beni e servizi che la diffusione del coronavirus sta comportando. Secondo loro il lack di domanda di questo periodo non verra’ compensato da un aumento di domanda futura. E questo evitera’ che si verichi l’atteso rimbalzo a V dell’economia Cinese.

Lo scenario avra' secondo me piu’ la forma di una “U” non proprio simmetrica. La parte a destra sara’ meno ripida e verticale e tendera’ a salire piu’ gradatamente dopo un periodo di stallo.

Se spostiamo la picture dai temi micro (come quelli di Apple) ai temi macro, la situazione non cambia.
Guardiamo al Giappone, ad esempio. Ha pubblicato dei dati sul PIL del quarto trimestre gia’ debolissimi e rischia di andare in recessione questo trimestre a causa degli effetti negativi sui consumi e sulle esportazioni derivanti dalla diffusione del Coronavirus.
I consumi giapponesi saranno impattati da un lato dalla marcata contrazione del turismo. Molti Cinesi non si riverseranno piu’ nelle strade di Tokio. Ad essere impattate anche le aziende partner della Cina. Le aziende esposte al mercato Cinese e, quindi alla domanda estera subiranno un forte contraccolpo dalla diffusione del Virus e dal rallentamento nei processi produttivi.

Ma il Giappone non e’ il solo a subire un rallentamento marcato della crescita. A rischio anche un altro partner della Cina: l’Australia. La pubblicazione delle minutes dell’ultima riunione della RBA evidenzia un atteggiamento piuttosto accomodante da parte della Banca Centrale Australiana, che, pur confidando in una futura ripresa del ciclo macro legata al taglio dei tassi e alle agevolazioni fiscali, ritiene probabile un rallentamento dei consumi nei prossimi trimestri a causa dei minori aumenti salariali.

Altri partner importanti della Cina sono i paesi dell’America Latina. Brasile, Cile e Colombia sono molto esposti nei confronti della Cina. Circa il 30% delle esportazioni e’ diretto al mercato Cinese e le esportazioni pesano per circa il 33% sul PIL di ognuno dei paesi menzionati.

Ripensando al passato troppo spesso e’ accaduto che momenti di eccessivo ottimismo terminassero improvvisamente e dalla sera alla mattina chi schiacciava il tasto “buy” decidesse di schiacciare solo il tasto “sell”.
Riteniamo sia prudente proteggere i portafogli con strategie in opzioni prima che la vola torni a salire prezzando maggiori rischi sistemici.
• Se apprezzate le mie idee e volete che continui a proporle un LIKE da parte vostra sarebbe il migliore ringraziamento per me.
Grazie
• Diventa mio follower per essere sempre aggiornato sulle news.

Declinazione di responsabilità

Le informazioni ed i contenuti pubblicati non costituiscono in alcun modo una sollecitazione ad investire o ad operare nei mercati finanziari. Non sono inoltre fornite o supportate da TradingView. Maggiori dettagli nelle Condizioni d'uso.