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Minimi shock per Anima holding

Short
MIL:ANIM   ANIMA HOLDING
Non accenna a placarsi il ribasso di Anima holding rompendo non solo il forte livello di sbarramento a 3 euro, ma anche quota 2.85, entrambi minimi storici dall'Ipo avvenuta nel lontano 2014 ad una forcheta compresa tra 4/5 euro.

Probabilmente alla base del crollo e di tanta sfiducia da parte degli investitori vi sono le scelte effettuate dai maggiori azionisti e dal management circa l'acquisizione di banca Aletti, avvenuta facendo ricorso all'indebitamento con l'attivazione di linee di credito pari a 300 milioni di euro.

Il mercato stima l'impatto negativo sugli utili come crescente, date le necessità di accantonamento al fine di ridurre velocemente lo stock di debito accumulato, attualmente a quota 280 milioni.

Ciò riduce l'appeal sul titolo che vedrebbe le proprie prospettive di redditività in rallentamento e quindi un minore interesse nel medio termine per le quotazioni attuali, già ampiamente sacrificate dall'andamento ribassista del Ftse Mib.

Dal punto di vista grafico l'accelerazione al ribasso avvenuta a partire da cedimento di quota 3.35 prima e 3.20 in seguito, ha depresso ulteriormente i corsi stacco dividendo a parte che impatta sul calo per non più del 6%, mentre il "crash" da fine aprile scorso ammonta ad oltre il 20%.

Le prospettive nel breve termine sono tutte legate al consolidamento ora del tutto assente di quota 2.70/2.80 euro, da cui potrebbero ripartire veloci ricoperture tali da alimentare rimbalzi oltre 3.15 euro.

A quel punto sarà possibile stimare le probabilità di verificare la sostenibilità delle quotazioni raggiunte e quindi capire se verranno ripristinati i valori oltre 3.50 euro, più consoni ai fondamentali del titolo.

Ovviamente qualunque cedimento dell'ultimo baluardo posto a 2.67 euro avrebbe ulteriori effetti negativi sulle quotazioni, allontanando i prezzi dalla prospettiva di recuperare almeno 3.40 euro in tempi brevi.

Strategie operative su Anima Holding

Per le posizioni long:
attendere la fine del trend ribassista in essere che potrebbe avvenire consolidando l'ampia fascia di supporto compresa tra gli estremi di 2.70 e 2.85 euro,

Con un profilo di rischio maggiore accumulare il titolo in portafoglio ai prezzi correnti distribuendo quote crescenti di capitale

Per le posizioni short: vendite dirette sul titolo ora sono da considerarsi tardive, rischiando di ottenere una porzione del ribasso ridotta rispetto a quella totale.

Meglio attendere una reazione verso la resistenza di quota 3.10 euro, acquistando opzioni Put, scadenza settembre 2019, strike 3 euro, sfruttando la volatilità tipica di queste fase sbilanciate.

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