Giovedì le azioni statunitensi hanno chiuso in rialzo: l’S&P 500 è salito dello 0,43%, il Nasdaq dell’1,07% e il Dow Jones dello 0,7%. Il rialzo è stato favorito dalla notizia del primo accordo commerciale tra Stati Uniti e Regno Unito, considerato un passo fondamentale verso l’allentamento delle tensioni commerciali globali.
Il sentiment è stato ulteriormente rafforzato dalle indiscrezioni secondo cui l’amministrazione starebbe valutando la revoca di alcune restrizioni imposte durante l’era Biden ai produttori di chip.
I settori dei beni di consumo discrezionali, dell’energia e dei servizi di comunicazione hanno registrato le migliori performance. Le megacap hanno chiuso tutte in rialzo: Apple (+0,6%), Microsoft (+1,6%), Nvidia (+0,5%), Amazon (+1,2%), Meta (+2,2%), Alphabet (+1,2%) e Tesla (+3,2%).
Nel frattempo, Trump ha dichiarato che non ridurrà i dazi sulla Cina come condizione per l’avvio dei negoziati commerciali, previsti in Svizzera nel fine settimana.
Nonostante il rialzo dei listini, l’appetito per il rischio non sembra essere tornato con forza: l’indice VIX resta sopra quota 22 e i rendimenti dei Treasury decennali si attestano intorno al 4,36%, segnalando persistenti incertezze sulle prospettive economiche e una possibile crisi istituzionale tra Trump e Powell, sempre più ai ferri corti.
VALUTE
Il dollaro si rafforza dopo le dichiarazioni ottimistiche di Trump sugli accordi commerciali attuali e futuri. L’EUR/USD è tornato a ridosso di 1,1200, vicino ai supporti chiave di medio termine, testati anche ieri sera con un breve calo sotto tale soglia.
Cresce la sensazione che si possa entrare in una fase di “risk-on”, con l’equity vicino ai massimi e un dollaro in recupero dopo mesi di debolezza.
In caso di rottura del supporto a 1,1200, l’euro potrebbe scendere verso l’area 1,0960–1,0970, come correzione del movimento precedente. Tutti i principali cambi contro dollaro appaiono in difficoltà nel breve termine.
L’USD/JPY si avvicina alla resistenza chiave di 146,60, con possibili target a 148,00 e 149,50. Il Cable (GBP/USD) sembra orientato verso un test di 1,3100.
Il trend di fondo resta improntato a una possibile debolezza del dollaro, ma non in questa fase. Molto dipenderà dall’esito delle trattative sui dazi, le cui scadenze sono previste per luglio.

JOBLESS POSITIVI
Le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti sono diminuite di 13.000 unità, attestandosi a 228.000 nella settimana conclusasi il 3 maggio, leggermente al di sotto delle attese di mercato (230.000).
Le richieste continuative sono scese di 29.000 unità, a 1.879.000, in calo rispetto al massimo di oltre tre anni registrato a metà aprile.
SALE L’EXPORT TEDESCO
Le esportazioni tedesche sono aumentate dell’1,1% su base mensile a marzo 2025, raggiungendo 133,2 miliardi di euro, il livello più alto degli ultimi undici mesi. Il dato segue un +1,8% del mese precedente, trainato dalle maggiori spedizioni verso Cina e Stati Uniti.
Le esportazioni verso l’UE sono cresciute del 3,1%, con un +3,8% verso l’area euro e un +1,6% verso i paesi extra-euro. In particolare, le esportazioni verso gli Stati Uniti sono aumentate del 2,4% in vista dell’introduzione di nuove misure tariffarie, mentre quelle verso la Cina sono salite del 10,2%.
Al contrario, le esportazioni verso i paesi extra-UE (esclusi i principali mercati) sono diminuite dell’1,1%, soprattutto a causa di un calo del 2,8% delle vendite verso il Regno Unito.
Nel primo trimestre del 2025, le esportazioni totali della Germania hanno raggiunto i 349,3 miliardi di euro, in aumento dello 0,9% rispetto allo stesso periodo del 2024.
BOE RIDUCE IL COSTO DEL DENARO
La Banca d’Inghilterra ha tagliato i tassi di interesse al 4,25%, come previsto, ma con una decisione non unanime. Quattro membri del Consiglio direttivo hanno votato in modo diverso: due per un taglio di 50 punti base e due per mantenere i tassi invariati. Cinque membri hanno invece sostenuto il taglio di 25 punti base.
La decisione riflette i progressi nella riduzione dell’inflazione, grazie all’attenuarsi degli shock esterni e alla politica monetaria restrittiva che ha contribuito a stabilizzare le aspettative.
Il PIL del Regno Unito ha rallentato dalla metà del 2024 e il mercato del lavoro mostra segnali di allentamento.
L’inflazione CPI è scesa al 2,6% a marzo, ma si prevede un temporaneo aumento al 3,5% nel terzo trimestre, a causa dei precedenti picchi dei prezzi dell’energia. Successivamente, è attesa una nuova discesa. La crescita salariale resta elevata, ma dovrebbe rallentare nei prossimi mesi.
L’incertezza globale è aumentata a causa dei nuovi dazi statunitensi, che hanno indebolito la crescita globale e ridotto le aspettative sui tassi di interesse di mercato.
Il Comitato di Politica Monetaria (MPC) resta impegnato a riportare l’inflazione al 2% in modo sostenibile. Le future decisioni dipenderanno dall’evoluzione dei rischi e delle dinamiche inflazionistiche.
Un approccio cauto e basato sui dati rimane appropriato per la graduale rimozione della restrizione monetaria.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
Il sentiment è stato ulteriormente rafforzato dalle indiscrezioni secondo cui l’amministrazione starebbe valutando la revoca di alcune restrizioni imposte durante l’era Biden ai produttori di chip.
I settori dei beni di consumo discrezionali, dell’energia e dei servizi di comunicazione hanno registrato le migliori performance. Le megacap hanno chiuso tutte in rialzo: Apple (+0,6%), Microsoft (+1,6%), Nvidia (+0,5%), Amazon (+1,2%), Meta (+2,2%), Alphabet (+1,2%) e Tesla (+3,2%).
Nel frattempo, Trump ha dichiarato che non ridurrà i dazi sulla Cina come condizione per l’avvio dei negoziati commerciali, previsti in Svizzera nel fine settimana.
Nonostante il rialzo dei listini, l’appetito per il rischio non sembra essere tornato con forza: l’indice VIX resta sopra quota 22 e i rendimenti dei Treasury decennali si attestano intorno al 4,36%, segnalando persistenti incertezze sulle prospettive economiche e una possibile crisi istituzionale tra Trump e Powell, sempre più ai ferri corti.
VALUTE
Il dollaro si rafforza dopo le dichiarazioni ottimistiche di Trump sugli accordi commerciali attuali e futuri. L’EUR/USD è tornato a ridosso di 1,1200, vicino ai supporti chiave di medio termine, testati anche ieri sera con un breve calo sotto tale soglia.
Cresce la sensazione che si possa entrare in una fase di “risk-on”, con l’equity vicino ai massimi e un dollaro in recupero dopo mesi di debolezza.
In caso di rottura del supporto a 1,1200, l’euro potrebbe scendere verso l’area 1,0960–1,0970, come correzione del movimento precedente. Tutti i principali cambi contro dollaro appaiono in difficoltà nel breve termine.
L’USD/JPY si avvicina alla resistenza chiave di 146,60, con possibili target a 148,00 e 149,50. Il Cable (GBP/USD) sembra orientato verso un test di 1,3100.
Il trend di fondo resta improntato a una possibile debolezza del dollaro, ma non in questa fase. Molto dipenderà dall’esito delle trattative sui dazi, le cui scadenze sono previste per luglio.
JOBLESS POSITIVI
Le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti sono diminuite di 13.000 unità, attestandosi a 228.000 nella settimana conclusasi il 3 maggio, leggermente al di sotto delle attese di mercato (230.000).
Le richieste continuative sono scese di 29.000 unità, a 1.879.000, in calo rispetto al massimo di oltre tre anni registrato a metà aprile.
SALE L’EXPORT TEDESCO
Le esportazioni tedesche sono aumentate dell’1,1% su base mensile a marzo 2025, raggiungendo 133,2 miliardi di euro, il livello più alto degli ultimi undici mesi. Il dato segue un +1,8% del mese precedente, trainato dalle maggiori spedizioni verso Cina e Stati Uniti.
Le esportazioni verso l’UE sono cresciute del 3,1%, con un +3,8% verso l’area euro e un +1,6% verso i paesi extra-euro. In particolare, le esportazioni verso gli Stati Uniti sono aumentate del 2,4% in vista dell’introduzione di nuove misure tariffarie, mentre quelle verso la Cina sono salite del 10,2%.
Al contrario, le esportazioni verso i paesi extra-UE (esclusi i principali mercati) sono diminuite dell’1,1%, soprattutto a causa di un calo del 2,8% delle vendite verso il Regno Unito.
Nel primo trimestre del 2025, le esportazioni totali della Germania hanno raggiunto i 349,3 miliardi di euro, in aumento dello 0,9% rispetto allo stesso periodo del 2024.
BOE RIDUCE IL COSTO DEL DENARO
La Banca d’Inghilterra ha tagliato i tassi di interesse al 4,25%, come previsto, ma con una decisione non unanime. Quattro membri del Consiglio direttivo hanno votato in modo diverso: due per un taglio di 50 punti base e due per mantenere i tassi invariati. Cinque membri hanno invece sostenuto il taglio di 25 punti base.
La decisione riflette i progressi nella riduzione dell’inflazione, grazie all’attenuarsi degli shock esterni e alla politica monetaria restrittiva che ha contribuito a stabilizzare le aspettative.
Il PIL del Regno Unito ha rallentato dalla metà del 2024 e il mercato del lavoro mostra segnali di allentamento.
L’inflazione CPI è scesa al 2,6% a marzo, ma si prevede un temporaneo aumento al 3,5% nel terzo trimestre, a causa dei precedenti picchi dei prezzi dell’energia. Successivamente, è attesa una nuova discesa. La crescita salariale resta elevata, ma dovrebbe rallentare nei prossimi mesi.
L’incertezza globale è aumentata a causa dei nuovi dazi statunitensi, che hanno indebolito la crescita globale e ridotto le aspettative sui tassi di interesse di mercato.
Il Comitato di Politica Monetaria (MPC) resta impegnato a riportare l’inflazione al 2% in modo sostenibile. Le future decisioni dipenderanno dall’evoluzione dei rischi e delle dinamiche inflazionistiche.
Un approccio cauto e basato sui dati rimane appropriato per la graduale rimozione della restrizione monetaria.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
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Declinazione di responsabilità
Le informazioni ed i contenuti pubblicati non costituiscono in alcun modo una sollecitazione ad investire o ad operare nei mercati finanziari. Non sono inoltre fornite o supportate da TradingView. Maggiori dettagli nelle Condizioni d'uso.
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