Marco_Bernasconi

IL MERCATO E’ “TECNICAMENTE INDIFESO”.

Long
TVC:FTMIB   Milano Italia Borsa Index
Il mercato e’ “tecnicamente indifeso”. Quando tutti sono lunghi e nessuno e’ short, tecnicamente il mercato e’ molto vulnerabile.
Quando la paura di… porta all’azione o alla non azione
Chi ha avuto modo di frequentare uno dei tanti corsi di strategie commerciali, basato sulle tecniche di PNL (Programmazione Neuro Linguistica) ha appreso una nozione base: le persone agiscono perche’ spinte da due driver: scappare dal dolore o raggiungere il piacere.
Tale principio si applica anche negli studi di finanza comportamentale e sono stati scritti fiumi di inchiostro su tutti i bias (comportamenti distorti) assunti dalle persone per non provare dolore o provare immediatamente piacere.
Questa mattina mi sono imbattuto su un articolo che evidenziava come sia importante l’aspetto psicologico delle persone in questa delicata fase. Per quanto i governi e le banche centrali possano adottare politiche di stimolo in aiuto delle aziende maggiormente colpite dalla diffusione del virus o per agevolare l’erogazione del credito, alla fine sono i comportamenti umani che fanno la differenza. Se una popolazione e’ terrorizzata e ha un forte timore di essere contagiata, non bastano i tagli dei tassi per fare uscire le persone dalle case e portarle a condurre nuovamente una vita normale.
Le esperienze passate hanno dimostrato come in casi come questo, le persone tendano a sovra-stimare in modo molto elevato il pericolo a cui sono sottoposte. Il loro “istinto di conservazione” le porta alla immobilita’ con effetti importanti sulla propensione al consumo e quindi sull’economia.
Ad esempio, nel 2003, nel culmine della diffusione del virus SARS, il 23% delle persone intervistate riteneva elevata la probabilita’ di essere contagiati, ma le statistiche ex post hanno di mostrato che solo lo 0.026% della popolazione contrasse il virus. A Tapei, ben il 74% delle persone intervistate ritenevano probabile morire una volta contagiati dal virus. Tale dato e’ ben lontano dal tasso di mortalita’ che si e’ attestato all’11%.
Tali dati dimostrano come gli individui, sottoposti ad elevati livelli di stress e disponendo di scarse informazioni sono portati a sovrastimare i rischi di determinati eventi finendo per porre in essere comportamenti irrazionali (dettati appunto dall’istinto di conservazione che viene generato nell’area emozionale del nostro cervello) con elevatissimi costi in termini economici.
Riteniamo importante soffermarci su questo aspetto perche’ sara’ il modo con cui i governi e le autorita’ informeranno le persone e diffonderanno l’informazione che potrebbe fare la differenza sulla velocita’ con cui le popolazioni delle aree maggiormene colpite tornino alla normalita’.
In tale contesto e’ di esempio il governo di Singapore che ha adottato un approccio diretto a spingere i cittadini a “svolgere una vita normale” adottando extra precauzioni di tipo sanitario. In sostanza il governo ha chiesto fiducia ai propri cittadini in cambio della diffusione di informazioni corrette e precise su come convivere con il virus.
Ben diversa ed opposta la situazione ad Hong Kong in cui l’approccio del governo e’ stato quello di disseminare il panico. Le scuole sono chiuse, i supermercati saccheggiati e i mezzi di trasporto vuoti. In tale contesto e’ facile intuire i costi economici delle politiche del governo.
E cosi, mentre le persone “normali” che non vivono davanti a questi schermi neri come noi, sono affetti da “Immobilita’” per paura di contagio, il mondo “degli ottimisti” degli operatori dei mercati finanziari continua a confidare sulla temporaneita’ degli effetti macro del coronavirus.
Sul mercato azionario USA i livelli di ottimismo stanno salendo alle stelle e gli indicatori che vengono spesso usati per monitorarli stanno raggiungendo livelli mai visti.
E’ il caso, ad esempio dell’indicatore che misura la differenza tra il numero di opzioni call acquistate per aprire una posizione rispetto alle opzioni call vendute per chiudere una posizione.
Ebbene, tale differenza e’ salita a 14 milioni di contratti. Storicamente quando tale indicatore ha raggiunto livelli di 10 milioni si e’ assistito ad uno storno del mercato. Ora siamo il 40% sopra i livelli critici e nemmeno il coronavirus riesce a far spingere il tasto SELL.
Questo indicatore evidenzia che sul mercato delle opzioni sui titoli azionari sono tutti molto bullish e hanno paura (ritorna il tema iniziale della paura come motivazione ad agire) di perdere il treno rialzista.
Se si rovescia il bicchiere e si guarda il mercato dal lato degli operatori che speculano al ribasso, la picture e’ simile. Il livello degli short sul mercato e’ ai minimi storici. In pochi vogliono stare short e chi era short si e’ chiuso e si sta ancora leccando le ferite.
Emerge quindi chiaramente una picture di operatori particolarmente “confident” sul futuro rally di mercato. Chi compra call mira a raggiungere il piacere di realizzare profitti futuri confidando in un ulteriore rally, chi ha chiuso i corti non voleva piu’ provare dolore associato alla perdita in portafoglio e per un po’ probabilmente si guardera’ dall’aprire nuovi short. Servira’ un catalyst importante per far cambiare idea ai primi e per spingere i secondi a tornare bearish.
Una cosa e’ certa. Il mercato e’ “tecnicamente indifeso”. Quando tutti sono lunghi e nessuno e’ short, tecnicamente il mercato e’ molto vulnerabile. Teniamone conto.


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