WisdomTree - Tactical Daily Update - 03.06.2025

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Inizio Settimana debole in Europa, e in recupero finale a Wall Street.
Nuovi strali di Trump sullla Cina, ma le trattative sui dazi proseguono.
Borse emergenti in netto vantaggio su Wall Street nei primi 5 mesi 2025.
Petrolio e oro in recupero, e confermato il buon momento dei metalli industriali.


Tensioni commerciali e tagli dei tassi scuotono i mercati europei e ieri, 2 giugno, le principali Borse europee hanno chiuso in territorio negativo, sebbene abbiano contenuto le perdite verso il finale. Milano ha registrato -0,26%, Parigi -0,19%, Francoforte -0,28% e Madrid -0,46%, mentre Londra ha oscillato attorno alla parità.
A pesare sui mercati sono state le rinnovate tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, riaccese dopo lo scambio di accuse sulla violazione degli accordi appena siglati in Svizzera. Un ulteriore elemento di pressione è arrivato dall’annuncio del presidente americano Donald Trump di raddoppiare al 50% i dazi su acciaio e alluminio, suscitando la reazione negativa dell’Europa.
Il Segretario al Tesoro statunitense, Scott Bessent, ha provato a rassicurare gli investitori, affermando che un incontro tra Trump e il presidente cinese Xi Jinping potrebbe portare a un miglioramento nei rapporti commerciali. Secondo Bessent, il colloquio potrebbe avvenire "molto presto".
Nel frattempo, l’attenzione degli operatori si sposta sulla Banca Centrale Europea, che giovedì è attesa a tagliare nuovamente il tasso di riferimento di 25 punti base. Gli analisti ritengono che questo potrebbe essere l’ultimo intervento prima di una pausa nella politica espansiva.
A Wall Street la giornata si è chiusa con segni positivi: Dow Jones +0,08%, Nasdaq +0,67% e S&P500 +0,41%. Nonostante questo clima favorevole, l’azione Tesla ha registrato un calo di -2,5%, penalizzata dai dati sulle vendite europee.
A maggio, ha subito un brusco calo in Svezia (-53,7%), Spagna (-29%) e performance deboli anche in Francia, Danimarca e Paesi Bassi. Solo in Norvegia si è visto un +8,3%. A incidere negativamente sul titolo anche le buone performance dei concorrenti cinesi nel mercato delle auto elettriche.
Il dollaro statunitense ha chiuso in calo, risentendo delle tensioni sui dazi e del peggioramento del sentiment globale. La moneta unica è salita +0,72% sul dollaro, arrivando a 1,143, mantenendo la parità sullo yen (163,2). Il cambio dollaro/yen ha perso -0,9%, a 142,7.
Sul fronte delle materie prime, petrolio in forte rialzo: WTI (greggio di riferimento Usa) + 3,4% a 62,8 dollari/barile. A sostenere i prezzi sono stati sia i colloqui sul nucleare iraniano sia gli sviluppi del conflitto tra Russia e Ucraina. L’OPEC+ ha annunciato un incremento della produzione per luglio di 411.000 barili/giorno, ridimensionando i timori su un possibile aumento maggiore.


Anche l’oro ha beneficiato delle incertezze globali, salendo +1,8% a 3.348 dollari/oncia. L’argento ha guadagnato +0,8%. Le tensioni geopolitiche e le paure per un rallentamento del commercio internazionale stanno riportando gli investitori verso beni rifugio più tradizionali.
Oggi, 3 giugno, Borse dell’Asia-Pacifico deboli, dopo le nuove dichiarazioni aggressive di Trump in tema commerciale.
Hong Kong (Hang Seng) ha perso -1,8%, Taipei (Taiex) -1,7% e Nikkei giapponese -1,3%. A Tokyo, il capo della delegazione giapponese ai negoziati sui dazi Akazawa, ha segnalato piccoli progressi, ma resta il malcontento per le sovrattasse statunitensi del 10% sulle auto e del 25% sull’acciaio.
Il presidente Trump ha detto di essere fiducioso in un incontro con l’omologo cinese Xi Jinping, che potrebbe sbloccare le trattative sui dazi. Tuttavia, Xi non ha ancora accettato un nuovo colloquio; i due leader si sono parlati solo una volta dall’inizio dell’anno.
In India, il Sensex ha perso 0,5%, ma le prospettive economiche restano positive. L’Ufficio Nazionale di Statistica ha rivisto al rialzo le stime di crescita per il 2024-25 al +6,5%, col quarto trimestre previsto a +7,4% annuale. Prima della pandemia, l’economia indiana registrava una media decennale del +6,6%.
In generale, nei primi cinque mesi dell’anno, i mercati emergenti hanno superato Wall Street: l’indice MSCI Emerging Markets è cresciuto +7,6%, contro +0,5% dell’S&P500 e il -4,2% dei cosiddetti “Magnifici Sette”.
Un dollaro più debole ha aiutato questa performance, storicamente associata a una sovraperformance media dell’11% delle azioni emergenti rispetto a quelle statunitensi quando la valuta americana scende oltre il 5%.
Secondo gli analisti di Ubs, Taiwan e India sono tra i Paesi con maggior potenziale di crescita nel lungo termine. In Cina, UBS punta sul settore tecnologico, ed in America Latina, il Brasile ha guidato i rialzi grazie a un contesto globale favorevole e a un supporto valutario stabile, anche se le prospettive fiscali e politiche interne restano da monitorare.
Sul “valutario”, il dollaro ha perso un ulteriore -0,3% stamattina, confermando la perdita del ruolo di bene rifugio. Il governatore della Federal Reserve, Christopher Waller, ha aperto alla possibilità di ulteriori tagli dei tassi d’interesse entro l’anno, visti i recenti dati macroeconomici.
Nel mercato obbligazionario, il Treasury decennale, dopo una settimana positiva, guadagna +0,6% con un rendimento al 4,42%. Il buon momento potrebbe continuare grazie alla possibile revisione delle regole sul capitale bancario annunciata da Scott Bessent. L’obiettivo è rendere più semplice per le banche acquistare titoli del Tesoro, stimolare i prestiti e ridurre la pressione sui rendimenti a lungo termine.

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