Powell frena Wall Street: calano NVIDIA, Oracle e Intel dopo tre giorni di record
Il crollo del settore tecnologico interrompe la serie di tre giorni di massimi storici
Dopo tre sedute consecutive di rialzi record in quello che è solitamente il mese peggiore per i mercati azionari, ieri i principali indici hanno finalmente fatto un passo indietro.
Il Nasdaq ha perso lo 0,95% (circa 215 punti) chiudendo a 22.573,47, l’S&P 500 è arretrato dello 0,55% a 6.656,92, mentre il Dow Jones ha registrato un calo dello 0,19% (circa 88 punti) attestandosi a 46.292,78.
Sebbene le azioni abbiano ceduto terreno, è ancora prematuro sostenere che gli orsi abbiano ripreso il controllo. A conferma della solidità del mercato, basti pensare che ieri è stata la prima volta dalla prima metà di agosto che il Nasdaq 100 ha registrato un ribasso superiore al mezzo punto percentuale.
Tutti i titoli dei “Magnifici 7” hanno chiuso in calo, guidati da NVIDIA (NVDA), che ha perso il 2,8% dopo il balzo di quasi il 4% del giorno precedente. Quest’ultimo era stato alimentato dalla notizia che il leader dell’intelligenza artificiale investirà 100 miliardi di dollari in OpenAI per costruire data center basati sui propri chip.
Questa notizia si aggiunge a una serie di sviluppi che testimoniano la crescente domanda di intelligenza artificiale: l’investimento di 5 miliardi di dollari in Intel (INTC) annunciato la scorsa settimana e le prospettive incoraggianti di Oracle (ORCL) rese note a inizio mese.
Non è la prima volta che assistiamo a dinamiche simili: il mercato si entusiasma per la domanda crescente di IA dopo notizie positive, in genere riguardanti NVIDIA, per poi interrogarsi, poco dopo, sulla sostenibilità di investimenti tanto ingenti. Di solito, questa fase di riflessione si rivela effimera e rappresenta un’ulteriore occasione per entrare nel settore.
Gli investitori hanno mostrato cautela anche a seguito delle dichiarazioni del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, all’evento della Greater Providence Chamber of Commerce nel Rhode Island. Powell ha ribadito che il taglio di un quarto di punto della scorsa settimana potrebbe non rappresentare l’inizio di un ciclo espansivo e che “non esiste un percorso di politica monetaria privo di rischi”.
I suoi commenti, volutamente prudenti, hanno fornito al mercato un pretesto per una pausa dopo tre giornate consecutive di record storici.
Mentre i rialzisti restano al comando, emergono nel breve periodo alcune possibili crepe sotto la superficie. Pur senza prospettare scenari ribassisti, sembra prudente attendere un arretramento più consistente per rientrare con decisione sul mercato.
________________________________________
I tori perdono slancio
Per gran parte della giornata i listini si sono mantenuti deboli: il livello dei 6700 punti non è stato superato e le vendite hanno preso il sopravvento. L’S&P 500 ha toccato un massimo intraday di 6699,52 all’apertura, per poi imboccare una traiettoria discendente.
Alla chiusura, l’S&P 500 ha ceduto lo 0,55% e il Nasdaq lo 0,73%.
Si tratta di una fisiologica pausa piuttosto che di una vera e propria svendita, anche perché molti titoli legati all’intelligenza artificiale e al settore quantistico hanno continuato a mettere a segno progressi.
________________________________________
Una giornata rossa
I mercati hanno accusato il colpo soprattutto dopo che Powell ha invitato alla cautela su ulteriori tagli dei tassi, avvertendo che le valutazioni azionarie risultano, secondo numerosi parametri, “piuttosto elevate”.
Nella sessione di domande e risposte, il presidente della Fed ha inoltre sottolineato l’indebolimento del mercato del lavoro durante l’estate, con un calo delle assunzioni. Ha chiarito che la Fed monitora con attenzione i dati su crescita e inflazione in vista della prossima riunione, minimizzando al contempo l’idea che l’intelligenza artificiale sia la principale causa della frenata occupazionale: secondo gli studi disponibili, vi incidono altri fattori e diverse imprese hanno sospeso temporaneamente le assunzioni in attesa di maggiore chiarezza.
Gli operatori hanno letto le sue parole come un segnale di pazienza, reagendo con prese di profitto che hanno interrotto la breve serie di record consecutivi sostenuti dall’ottimismo per l’IA e per un possibile allentamento della politica monetaria.
In mancanza di nuovi catalizzatori, i prossimi giorni potrebbero segnare un leggero arretramento. L’attenzione si sposta ora sul dato PCE sull’inflazione, atteso per venerdì, per valutare se la rigidità dei prezzi stia effettivamente diminuendo.
Infine, i commenti della Casa Bianca sulle regole di ingaggio della NATO e sui rapporti con la Russia hanno aggiunto un ulteriore elemento di incertezza geopolitica, accentuando l’avversione al rischio e alimentando le speculazioni sul futuro dell’inflazione, dell’occupazione e sul ruolo dell’oro, protagonista di movimenti estremamente volatili negli ultimi due mesi.
Marco Bernasconi Trading
Il crollo del settore tecnologico interrompe la serie di tre giorni di massimi storici
Dopo tre sedute consecutive di rialzi record in quello che è solitamente il mese peggiore per i mercati azionari, ieri i principali indici hanno finalmente fatto un passo indietro.
Il Nasdaq ha perso lo 0,95% (circa 215 punti) chiudendo a 22.573,47, l’S&P 500 è arretrato dello 0,55% a 6.656,92, mentre il Dow Jones ha registrato un calo dello 0,19% (circa 88 punti) attestandosi a 46.292,78.
Sebbene le azioni abbiano ceduto terreno, è ancora prematuro sostenere che gli orsi abbiano ripreso il controllo. A conferma della solidità del mercato, basti pensare che ieri è stata la prima volta dalla prima metà di agosto che il Nasdaq 100 ha registrato un ribasso superiore al mezzo punto percentuale.
Tutti i titoli dei “Magnifici 7” hanno chiuso in calo, guidati da NVIDIA (NVDA), che ha perso il 2,8% dopo il balzo di quasi il 4% del giorno precedente. Quest’ultimo era stato alimentato dalla notizia che il leader dell’intelligenza artificiale investirà 100 miliardi di dollari in OpenAI per costruire data center basati sui propri chip.
Questa notizia si aggiunge a una serie di sviluppi che testimoniano la crescente domanda di intelligenza artificiale: l’investimento di 5 miliardi di dollari in Intel (INTC) annunciato la scorsa settimana e le prospettive incoraggianti di Oracle (ORCL) rese note a inizio mese.
Non è la prima volta che assistiamo a dinamiche simili: il mercato si entusiasma per la domanda crescente di IA dopo notizie positive, in genere riguardanti NVIDIA, per poi interrogarsi, poco dopo, sulla sostenibilità di investimenti tanto ingenti. Di solito, questa fase di riflessione si rivela effimera e rappresenta un’ulteriore occasione per entrare nel settore.
Gli investitori hanno mostrato cautela anche a seguito delle dichiarazioni del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, all’evento della Greater Providence Chamber of Commerce nel Rhode Island. Powell ha ribadito che il taglio di un quarto di punto della scorsa settimana potrebbe non rappresentare l’inizio di un ciclo espansivo e che “non esiste un percorso di politica monetaria privo di rischi”.
I suoi commenti, volutamente prudenti, hanno fornito al mercato un pretesto per una pausa dopo tre giornate consecutive di record storici.
Mentre i rialzisti restano al comando, emergono nel breve periodo alcune possibili crepe sotto la superficie. Pur senza prospettare scenari ribassisti, sembra prudente attendere un arretramento più consistente per rientrare con decisione sul mercato.
________________________________________
I tori perdono slancio
Per gran parte della giornata i listini si sono mantenuti deboli: il livello dei 6700 punti non è stato superato e le vendite hanno preso il sopravvento. L’S&P 500 ha toccato un massimo intraday di 6699,52 all’apertura, per poi imboccare una traiettoria discendente.
Alla chiusura, l’S&P 500 ha ceduto lo 0,55% e il Nasdaq lo 0,73%.
Si tratta di una fisiologica pausa piuttosto che di una vera e propria svendita, anche perché molti titoli legati all’intelligenza artificiale e al settore quantistico hanno continuato a mettere a segno progressi.
________________________________________
Una giornata rossa
I mercati hanno accusato il colpo soprattutto dopo che Powell ha invitato alla cautela su ulteriori tagli dei tassi, avvertendo che le valutazioni azionarie risultano, secondo numerosi parametri, “piuttosto elevate”.
Nella sessione di domande e risposte, il presidente della Fed ha inoltre sottolineato l’indebolimento del mercato del lavoro durante l’estate, con un calo delle assunzioni. Ha chiarito che la Fed monitora con attenzione i dati su crescita e inflazione in vista della prossima riunione, minimizzando al contempo l’idea che l’intelligenza artificiale sia la principale causa della frenata occupazionale: secondo gli studi disponibili, vi incidono altri fattori e diverse imprese hanno sospeso temporaneamente le assunzioni in attesa di maggiore chiarezza.
Gli operatori hanno letto le sue parole come un segnale di pazienza, reagendo con prese di profitto che hanno interrotto la breve serie di record consecutivi sostenuti dall’ottimismo per l’IA e per un possibile allentamento della politica monetaria.
In mancanza di nuovi catalizzatori, i prossimi giorni potrebbero segnare un leggero arretramento. L’attenzione si sposta ora sul dato PCE sull’inflazione, atteso per venerdì, per valutare se la rigidità dei prezzi stia effettivamente diminuendo.
Infine, i commenti della Casa Bianca sulle regole di ingaggio della NATO e sui rapporti con la Russia hanno aggiunto un ulteriore elemento di incertezza geopolitica, accentuando l’avversione al rischio e alimentando le speculazioni sul futuro dell’inflazione, dell’occupazione e sul ruolo dell’oro, protagonista di movimenti estremamente volatili negli ultimi due mesi.
Marco Bernasconi Trading
Declinazione di responsabilità
The information and publications are not meant to be, and do not constitute, financial, investment, trading, or other types of advice or recommendations supplied or endorsed by TradingView. Read more in the Terms of Use.
Declinazione di responsabilità
The information and publications are not meant to be, and do not constitute, financial, investment, trading, or other types of advice or recommendations supplied or endorsed by TradingView. Read more in the Terms of Use.
