Banche centrali caute, tassi tra stop e tagli

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GIAPPONE, INFLAZIONE MISTA

Il tasso di inflazione annuale in Giappone è sceso al 3,5% a maggio 2025, dal 3,6% dei due mesi precedenti, segnando il livello più basso da novembre.

Nel frattempo, l'inflazione core è salita al 3,7% dal 3,5% di aprile, toccando il livello più alto da oltre due anni, in vista delle elezioni estive.

Su base mensile, l'indice dei prezzi al consumo è aumentato dello 0,3%, dopo lo 0,1% registrato ad aprile.

Per ora, la BoJ resta ferma e non sembrano esserci pressioni per un rialzo del costo del denaro.

BOE FERMA SUI TASSI

La Banca d'Inghilterra ha votato 6 a 3 per mantenere il tasso di riferimento stabile al 4,25% nella riunione di giugno, in un contesto di elevata incertezza globale e pressioni inflazionistiche persistenti.

Tre membri si sono espressi a favore di un taglio di 25 punti base al 4%, sebbene il mercato si aspettasse un voto di 7 a 2.

La BoE ha previsto che l’inflazione resterà vicina ai livelli attuali per il resto dell’anno, con un graduale ritorno verso l'obiettivo nel 2026.

Ha messo in guardia da “rischi bilaterali per l’inflazione”, citando l’aumento dei prezzi dell’energia dovuto all’escalation in Medio Oriente e possibili turbative commerciali causate dai dazi statunitensi.

La crescita del PIL britannico appare debole e il mercato del lavoro continua a mostrare segnali di allentamento.

VALUTE

Il Dollar Index è sceso leggermente durante la notte, tornando in area 98,00, ma mostra segnali di consolidamento rialzista su base settimanale.

Il conflitto tra Israele e Iran, con il possibile coinvolgimento degli Stati Uniti, ha sostenuto la domanda di beni rifugio.

Secondo le ultime notizie, il presidente Trump ha concesso all'Iran un’ultima possibilità per negoziare la fine del programma nucleare, posticipando eventuali attacchi militari e promettendo una decisione entro due settimane.

Sul fronte monetario, la Fed ha mantenuto i tassi invariati all'inizio della settimana, confermando un approccio prudente.

Jerome Powell ha avvertito di possibili rialzi dell’inflazione nei prossimi mesi, anche a causa dei dazi proposti.

La Fed ha rivisto al ribasso le prospettive di crescita e ha confermato l’intenzione di attuare due tagli dei tassi nel 2025.

Il dollaro appare in lieve ripresa contro euro, sterlina e yen rispetto all’inizio settimana. Tuttavia, in assenza di market mover, sarà la politica a guidare la price action, come sempre accade con Trump.

istantanea

TURCHIA, TASSI FERMI

La Banca Centrale Turca ha mantenuto il tasso di riferimento al 46% nella riunione di giugno, dopo un precedente aumento a sorpresa di 350 punti base, in linea con le attese di mercato.

Le pressioni inflazionistiche si sono attenuate da aprile, ma i rischi per la crescita si sono intensificati, complice l’incertezza globale, le politiche protezionistiche e le tensioni geopolitiche.

La Banca ha affermato che il livello attuale dei tassi è sufficiente a proteggere i conti capitale e prevenire nuovi crolli della lira.

La stabilità del cambio resta una priorità, dopo il crollo valutario innescato dal conflitto politico tra Erdogan e il sindaco di Istanbul.

SNB: TASSI A ZERO

La Banca Nazionale Svizzera ha tagliato il tasso di riferimento di 25 punti base, portandolo allo 0% a giugno 2025, per la prima volta dalla fine dei tassi negativi del 2022.

La decisione riflette un contesto di inflazione in calo e prospettive economiche globali in peggioramento.

A maggio i prezzi al consumo sono diminuiti dello 0,1%, il primo calo in quattro anni, guidato dal turismo e dai prodotti petroliferi.

Nel primo trimestre del 2025 il PIL svizzero è cresciuto significativamente, grazie anche all’aumento delle esportazioni verso gli USA in vista dei nuovi dazi.

Si prevede ora un rallentamento della crescita, con un’espansione tra l’1% e l’1,5% per il 2025 e il 2026.

Il franco resta molto forte, vicino ai massimi contro euro e dollaro, rendendo difficile per la SNB indebolirlo.

NORVEGIA: PRIMO TAGLIO

La Norges Bank ha tagliato i tassi di 25 punti base, portandoli al 4,25% nella riunione di giugno, dopo averli mantenuti sui massimi quindicennali.

La banca prevede ulteriori tagli entro il 2025, alla luce del rallentamento dell’inflazione e dell’esigenza di sostenere la crescita economica.

Tuttavia, ha specificato che i tassi dovranno restare su livelli restrittivi per contenere eventuali nuovi rialzi dei prezzi.

Le proiezioni indicano un tasso al 4% a fine anno e al 3% entro il 2028.

Saverio Berlinzani




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