Fine imminente del “Quantitative Tightening” della FED?Il mercoledì 29 ottobre 2025 potrebbe segnare un punto di svolta decisivo per la politica monetaria statunitense e, di riflesso, per i mercati globali.
Tutti gli occhi sono puntati sulla Federal Reserve (Fed), che dovrebbe annunciare un taglio del tasso di interesse principale.
Tuttavia, l’attenzione degli investitori si concentra soprattutto su un altro aspetto: la possibile fine del “Quantitative Tightening” (QT), ossia la riduzione del bilancio della Fed.
1) Cos’è il QT e perché la Fed potrebbe rallentarlo di nuovo
Dal 2022, la Fed porta avanti una politica di QT per ritirare gradualmente la liquidità immessa durante il periodo post-Covid.
In pratica, lascia scadere una parte dei titoli di Stato e delle obbligazioni ipotecarie senza sostituirli.
Il risultato: diminuzione della massa monetaria, condizioni di credito più rigide e contrazione della liquidità globale.
Diversi segnali indicano oggi un possibile cambio di tono.
L’economia americana sta rallentando, alcune banche regionali mostrano nuovi segni di fragilità, e le pressioni inflazionistiche si stanno attenuando.
In questo contesto, la Fed potrebbe ritenere opportuno allentare le condizioni monetarie per evitare un rallentamento eccessivo dell’attività economica.
Mettere fine al QT — o anche solo rallentarne ulteriormente il ritmo — significherebbe reimmettere liquidità nel sistema finanziario.
Ciò comporterebbe un aumento delle riserve bancarie, facilitando i flussi di credito e incoraggiando la propensione al rischio.
2) Un impatto positivo sugli asset rischiosi
Storicamente, ogni volta che la Fed ha sospeso la riduzione del proprio bilancio, i mercati azionari hanno registrato un rimbalzo.
La spiegazione è semplice: più liquidità nel sistema tende a tradursi in un aumento dei prezzi degli asset.
Un QT più lento andrebbe probabilmente di pari passo con un calo dei rendimenti obbligazionari e un indebolimento del dollaro, due fattori che favoriscono la crescita dei mercati azionari e degli investimenti rischiosi.
Questo sostegno sembra tanto più necessario oggi, con l’S&P 500 vicino ai suoi massimi storici di valutazione.
Il grafico seguente illustra il programma di QT dal 2022, con un ritmo mensile in diminuzione dal 2024.
3) Il messaggio chiave di Jerome Powell
Infine, il discorso di Jerome Powell sarà cruciale.
I mercati reagiranno non solo alle decisioni concrete, ma anche al tono adottato:
• Quale sarà il ritmo di riduzione del bilancio?
• Quanta flessibilità nei confronti dell’inflazione?
• Quale visione per il 2026?
Se Powell lascerà intendere che la Fed si prepara a porre fine al QT, il messaggio sarà chiaro:
la liquidità sta tornando, e con essa un rinnovato appetito per il rischio sui mercati finanziari.
DISCLAIMER GENERALE:
Questo contenuto è destinato a persone che hanno familiarità con i mercati finanziari e gli strumenti di investimento, ed è fornito a scopo puramente informativo. L’idea presentata (inclusi commenti di mercato, dati e osservazioni) non rappresenta un prodotto del dipartimento di ricerca di Swissquote o delle sue affiliate. Questo materiale ha lo scopo di evidenziare le dinamiche di mercato e non costituisce consulenza in materia di investimenti, legale o fiscale. Se sei un investitore al dettaglio o non hai esperienza nel trading di prodotti finanziari complessi, è consigliabile consultare un consulente autorizzato prima di prendere decisioni finanziarie.
Questo contenuto non è destinato a manipolare il mercato né a promuovere comportamenti finanziari specifici.
Swissquote non fornisce alcuna garanzia circa la qualità, completezza, accuratezza o non violazione di tale contenuto. Le opinioni espresse sono quelle del consulente e sono fornite esclusivamente a scopo educativo. Qualsiasi informazione relativa a prodotti o mercati non deve essere interpretata come raccomandazione di una strategia o operazione di investimento. Le performance passate non garantiscono risultati futuri.
Swissquote e i suoi dipendenti e rappresentanti non potranno in alcun caso essere ritenuti responsabili per danni o perdite derivanti direttamente o indirettamente da decisioni prese sulla base di questo contenuto.
L’uso di marchi di terze parti è a scopo informativo e non implica approvazione da parte di Swissquote né che il titolare del marchio abbia autorizzato Swissquote a promuovere i propri prodotti o servizi.
Swissquote è il marchio commerciale che rappresenta le attività di: Swissquote Bank Ltd (Svizzera) regolata da FINMA, Swissquote Capital Markets Limited regolata da CySEC (Cipro), Swissquote Bank Europe SA (Lussemburgo) regolata dalla CSSF, Swissquote Ltd (Regno Unito) regolata dalla FCA, Swissquote Financial Services (Malta) Ltd regolata dalla MFSA, Swissquote MEA Ltd (UAE) regolata dalla DFSA, Swissquote Pte Ltd (Singapore) regolata dalla MAS, Swissquote Asia Limited (Hong Kong) autorizzata dalla SFC e Swissquote South Africa (Pty) Ltd supervisionata dalla FSCA.
I prodotti e i servizi Swissquote sono destinati esclusivamente a chi può riceverli secondo la legge locale.
Tutti gli investimenti comportano un certo grado di rischio. Il rischio di perdita nel trading o nel possesso di strumenti finanziari può essere significativo. Il valore degli strumenti finanziari, comprese azioni, obbligazioni, criptovalute e altri asset, può aumentare o diminuire. C’è un rischio importante di perdita finanziaria quando si acquistano, vendono, detengono, si fa staking o si investe in tali strumenti. SQBE non fornisce raccomandazioni specifiche su investimenti, transazioni o strategie.
I CFD sono strumenti complessi e comportano un rischio elevato di perdere denaro rapidamente a causa della leva finanziaria. La maggior parte dei conti al dettaglio perde capitale quando fa trading con i CFD. Dovresti valutare se comprendi il funzionamento dei CFD e se puoi permetterti di correre tale rischio.
Gli asset digitali non sono regolamentati nella maggior parte dei paesi e potrebbero non essere soggetti a norme di protezione dei consumatori. In quanto investimenti altamente volatili e speculativi, non sono adatti a investitori con bassa tolleranza al rischio. Assicurati di comprendere ogni asset digitale prima di operare.
Le criptovalute non sono considerate valuta legale in alcune giurisdizioni e sono soggette a incertezze normative.
L’uso di sistemi basati su Internet può comportare rischi elevati, tra cui frodi, attacchi informatici, interruzioni di rete e comunicazione, furti di identità e phishing legati agli asset digitali.
Economia
Chart Map Massa Monetaria M2 - Liquidita' Globale Chart Map della Massa Monetaria M2 globale rappresentativa della liquidita' dei principali Mercati Mondiali , espressa in USD (Dollaro Americano)
BRICS (Brasile Russia India Cina Sud Africa) = 56T
USA = 22T
EUROPA = 18T
ASIA (Giappone Australia New Zeland) = 13T
Shutdown: il rapporto NFP di venerdì 3 ottobre è a rischio?Lo shutdown iniziato il 1° ottobre negli Stati Uniti potrebbe sconvolgere la pubblicazione di dati economici chiave. Il tanto atteso rapporto sull’occupazione (NFP), previsto per il 3 ottobre, rischia infatti di essere sospeso o rinviato se il governo federale rimane chiuso. Un’incertezza che potrebbe pesare sui mercati finanziari già alla ricerca di visibilità.
Il quarto trimestre di Borsa è iniziato questa settimana e gli investitori guardano già all’andamento di ottobre, dopo che l’S&P 500 ha registrato una solida performance rialzista nel terzo trimestre. Sono i fondamentali di primo livello a generare i principali movimenti di mercato, in particolare quelli che incidono sulle prospettive di politica monetaria della Federal Reserve.
Come ogni primo venerdì del mese, anche questa settimana – venerdì 3 ottobre – sarà pubblicato il rapporto sul mercato del lavoro statunitense (NFP). Questo dato macroeconomico sarà il principale driver fondamentale della settimana. Ricordiamo che la Fed ha tagliato il tasso dei federal funds a settembre perché l’economia statunitense non ha praticamente creato posti di lavoro negli ultimi cinque mesi.
1. Il mercato del lavoro statunitense è in netto rallentamento dall’inizio dell’anno e la soglia di allerta della Fed è fissata a un tasso di disoccupazione del 4,5%
Il grafico principale (in alto) mostra il tasso di disoccupazione negli Stati Uniti, la cui tendenza è in crescita. Nella sua ultima revisione delle proiezioni macroeconomiche, la Fed ha indicato che la sua soglia di allerta per la disoccupazione è al 4,5% della popolazione attiva.
Il rapporto NFP di venerdì 3 ottobre aggiornerà questo tasso, attualmente al 4,3%. Qualsiasi aumento farebbe salire in modo significativo la probabilità di un taglio “jumbo” della Fed nella decisione del 29 ottobre.
I grafici sottostanti (fonte: Bloomberg) illustrano il progressivo deterioramento del mercato del lavoro statunitense:
2. Allo stato attuale, e prima del NFP, la probabilità di un taglio “jumbo” della Fed mercoledì 29 ottobre è minima
Un taglio “jumbo” significa ridurre il tasso dei federal funds di 50 punti base (0,50%). Solo un ulteriore deterioramento del mercato del lavoro nel rapporto NFP del 3 ottobre potrebbe aumentare la probabilità di tale scenario.
La tabella sottostante, tratta dal CME Fed Watch Tool, mostra la probabilità implicita di un’azione della Fed nelle prossime decisioni di politica monetaria:
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È la settimana più importante di fine anno in borsa!Ci siamo finalmente.
La Fed dovrebbe riprendere il taglio del tasso sui federal funds mercoledì 17 settembre. Ecco cosa conterà davvero questo mercoledì:
• L’entità del taglio dei tassi (0,25% o 0,50%)
• L’aggiornamento delle proiezioni macroeconomiche della Fed (previsioni su inflazione, occupazione ed evoluzione dei tassi)
• La traiettoria prevista (fino a fine 2025) del tasso dei federal funds
• La conferenza stampa di Jerome Powell e in particolare la sua valutazione sui tempi di normalizzazione dell’inflazione in relazione ai dazi
Dopo una fase di speculazioni durata tutta l’estate, la Federal Reserve (Fed) annuncerà mercoledì 17 settembre una decisione di politica monetaria che potrebbe ridefinire la traiettoria dei mercati finanziari fino a fine anno. Non si tratta di un semplice aggiustamento tecnico: racchiude tutte le tensioni accumulate da quando Powell e i membri del FOMC hanno interrotto il ciclo di tagli lo scorso dicembre. Potrebbe essere il momento del famoso “pivot” che gli investitori attendono dall’inizio del 2025.
La domanda di fondo è semplice: la Fed si limiterà a una riduzione di 25 punti base, oppure sorprenderà con un taglio più aggressivo, in stile “jumbo cut”? La decisione non riguarderà solo il livello immediato dei tassi, ma anche il messaggio inviato ai mercati: il percorso della politica monetaria per la fine del 2025, la coerenza con le previsioni su inflazione e occupazione e soprattutto i rapporti di forza tra i 12 membri votanti del FOMC. Ricordiamo che servono 7 voti su 12 per approvare un taglio dei tassi e che Jerome Powell rappresenta solo un voto.
In breve: non si tratta di un numero, ma di una traiettoria di politica monetaria. Sarà proprio questa traiettoria a determinare il trend di fine anno degli asset rischiosi in borsa.
Se Powell riuscirà ad aprire la porta a un allentamento più deciso rimanendo fedele alle sue ultime previsioni macroeconomiche, il mercato potrebbe finalmente ottenere la visibilità tanto attesa. In caso contrario, rischiamo di restare in una zona di incertezza in cui ogni dato su occupazione e inflazione riaccende i dubbi. E in questo gioco, l’arbitro resta lo stesso: il rendimento USA a 2 anni, che anticipa meglio di tutti il futuro percorso del tasso dei federal funds.
L’S&P 500, barometro delle large cap, e il Russell 2000, più sensibile alla congiuntura domestica, penderanno dalle parole di Powell.
La Fed aggiornerà molti dati macroeconomici mercoledì, ma alla fine ne emergerà uno solo: il “Fed Cut Path”, cioè il numero di tagli dei tassi entro fine anno. Questo sarà direttamente legato al tempo che la Fed riterrà necessario per normalizzare l’inflazione.
Insomma, la decisione della Fed di mercoledì 17 settembre plasmerà il trend borsistico di fine anno.
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FED, Taglio dei Tassi Sicuro il 17 SettembreAbbiamo recentemente pubblicato un’analisi sugli scenari possibili di azione della Federal Reserve (FED) a partire da mercoledì 17 settembre e fino alla fine dell’anno.
Tre dati fondamentali erano ancora attesi prima della riunione della FED del 17 settembre: il rapporto NFP, un PPI e un CPI. Il rapporto NFP è stato pubblicato e il suo messaggio è inequivocabile: rende quasi certa una riduzione dei tassi dello 0,25 % (25 bps) da parte della FED mercoledì 17 settembre.
Inoltre, la probabilità di un «jumbo FED cut» è salita al 10 %, ossia un taglio dei tassi di 50 bps (0,50 %).
Come si è arrivati a questo punto?
1) Quattro rapporti NFP consecutivi molto deludenti e un tasso di disoccupazione vicino alla soglia di allerta della FED
Il rapporto sull’occupazione USA (NFP), pubblicato venerdì 5 settembre, è complessivamente negativo:
Il tasso di disoccupazione sale al 4,3 % della forza lavoro USA, mentre la soglia di allerta macroeconomica della FED è al 4,4 %
In termini assoluti, il numero di disoccupati è ai massimi dall’inizio del 2021
Quattro mesi consecutivi con meno di 100.000 nuovi posti di lavoro netti — evento mai visto dalla crisi sanitaria del 2020
Anche la crescita salariale prosegue la sua tendenza al ribasso, il che dovrebbe infine permettere una ripresa della discesa dell’inflazione (una volta contabilizzati i dazi doganali)
2) Per la FED si profila lo spettro della stagflazione — la peggiore situazione macroeconomica per una banca centrale
La FED di Jerome Powell e l’intero FOMC potranno abbassare il tasso sui federal funds a partire da mercoledì 17 settembre? La risposta è sì.
Il ritmo di deterioramento del mercato del lavoro USA aumenta notevolmente la probabilità di una recessione. Il prossimo taglio dei tassi della FED potrebbe persino essere considerato tardivo, poiché quando la disoccupazione inizia a salire, di solito significa che l’economia è già in forte rallentamento da molti mesi.
L’inflazione di base USA rimane intorno al 3 % a causa dei dazi doganali, ma la situazione occupazionale rende necessario un tasso sui federal funds più neutrale. Pertanto, la probabilità che la FED agisca il 17 settembre è vicina al 100 %.
3) Questa settimana, inflazione PPI e CPI sono i fattori chiave
In conclusione, la probabilità di un intervento della FED può ancora cambiare questa settimana con l’aggiornamento dei dati sull’inflazione USA tramite PPI e CPI.
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Rapporto NFP di venerdì 5 settembre - DECISIVO!Mentre il mese di settembre sui mercati azionari ha registrato le statistiche meno favorevoli e il mercato attende con impazienza la decisione di politica monetaria della Federal Reserve (FED) di mercoledì 17 settembre, venerdì 5 settembre verrà pubblicato un dato macroeconomico decisivo.
Il rapporto NFP degli Stati Uniti sarà aggiornato durante la sessione di trading di venerdì 5 settembre, e si tratta dell'ultimo rapporto mensile sull'occupazione statunitense prima della riunione della FED del 17 settembre.
1) No pivot, pivot tecnico, healthy real pivot, unhealthy real pivot: la scelta che la FED dovrà fare il 17 settembre è un vero e proprio grattacapo
I dazi sono in vigore dal 7 agosto e hanno iniziato a incidere sui prezzi alla produzione e al consumo degli Stati Uniti. L'inflazione statunitense rimarrà più vicina alla soglia del 3% che a quella del 2% per diversi mesi e ci vorrà del tempo prima che la situazione si normalizzi, probabilmente a partire dall'inizio del 2026.
La FED si trova quindi in una posizione scomoda, poiché ha anche il compito di garantire la piena occupazione e la situazione del mercato del lavoro statunitense si è deteriorata negli ultimi mesi. Se il rapporto sul mercato del lavoro statunitense (NFP) di venerdì 5 settembre confermerà questo deterioramento, la FED non avrà altra scelta se non quella di fare almeno “tecnicamente” rotta. Un taglio del tasso sui federal funds per adeguarsi alla debolezza del mercato del lavoro e neutralizzare per tempo un eventuale aumento fuori controllo del tasso di disoccupazione.
2) Negli ultimi 3 mesi il mercato del lavoro statunitense ha seguito una traiettoria preoccupante e le soglie di allarme della FED non sono lontane
Ciò significa che per tre mesi consecutivi il numero di nuovi posti di lavoro netti creati negli Stati Uniti non è stato sufficiente ad assorbire i nuovi ingressi nella forza lavoro. Questa soglia minima è fissata a 100.000 nuovi posti di lavoro netti al mese, e il dato di consenso di venerdì 5 settembre è ancora al di sotto di questa soglia.
Il numero di disoccupati negli Stati Uniti potrebbe toccare un nuovo massimo di 4 anni con il rapporto NFP di venerdì 5 settembre.
3) Gli elementi del rapporto NFP di venerdì 5 settembre dovrebbero quindi permettere di determinare definitivamente la probabilità che la FED intraprenda un'azione monetaria il 17 settembre
Questo venerdì, il mercato guarderà quindi a tre dati del rapporto NFP:
- Il tasso di disoccupazione
- Il numero di nuovi posti di lavoro netti creati
- La crescita dei salari, che rappresenta il legame tra inflazione e mercato del lavoro.
Qualsiasi aumento del tasso di disoccupazione al 4,3% della forza lavoro, o qualsiasi cifra inferiore a 100.000 per la creazione netta di posti di lavoro, renderà praticamente certo il taglio del tasso dei federal funds statunitensi mercoledì 17 settembre.
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Banche centrali, il grande paradosso del 2025Quest’anno 2025 rivela un paradosso nel mercato dei cambi fluttuanti (Forex), un paradosso che posso definire raro. La base dell’evoluzione delle valute sul mercato dei cambi è la divergenza delle politiche monetarie. In altre parole, è la differenza di traiettoria tra i tassi d’interesse delle principali banche centrali del mondo a determinare la tendenza di fondo delle coppie principali in USD sul Forex.
Ma quest’anno 2025 presenta una configurazione rara: la divergenza delle politiche monetarie ha avuto quasi nessun effetto sul FX.
Perché? Perché il dollaro USA è (di gran lunga) la valuta più debole del FX nel 2025, nonostante la Fed non abbia toccato il suo tasso d’interesse, che resta il più alto tra le principali banche centrali, come mostra il grafico principale di questa analisi.
1) Nel 2025, la divergenza delle politiche monetarie non ha inciso sul FX
La tabella seguente confronta l’evoluzione dei tassi d’interesse delle principali banche centrali e la loro situazione in termini di inflazione. Ad eccezione della Banca del Giappone, tutte le principali banche centrali hanno ridotto i tassi più volte quest’anno, poiché l’obiettivo di inflazione è stato raggiunto o quasi raggiunto.
Solo la Fed non ha toccato il tasso dei federal funds, che ora è il più alto di tutte le banche centrali.
La tabella sottostante è stata realizzata dall’analista Vincent Ganne per Swissquote e propone un confronto delle politiche monetarie delle principali banche centrali nel 2025.
L’infografica sottostante, tratta da Bloomberg, propone un confronto dell’evoluzione dei tassi d’interesse delle banche centrali del mondo nel 2025.
2) Ecco il paradosso: il dollaro USA è la valuta più debole del FX quest’anno (in calo del 10%) nonostante la posizione favorevole dei tassi USA
Non solo il dollaro USA è l’unica valuta principale del FX che è scesa nel 2025, ma questo calo è molto marcato, una flessione del 10 %.
Questo crollo del dollaro USA è in totale contraddizione con la divergenza delle politiche monetarie, che avrebbe dovuto far salire il dollaro rispetto a un paniere di valute principali. La domanda ora è quale tendenza prenderà il dollaro se la Fed dovesse decidere di tagliare il suo tasso d’interesse a fine anno.
3) Alla fine, il ruolo della divergenza delle politiche monetarie è temporaneamente sospeso poiché l’economia USA affronta incertezze strutturali
• Dazi doganali e loro impatto sulle prospettive di crescita economica degli Stati Uniti
• Aumento del debito pubblico USA e politica fiscale/budgetaria dell’Amministrazione Trump (“Big Beautiful Bill”)
Queste due sfide strutturali hanno neutralizzato per quest’anno la divergenza delle politiche monetarie, ma quest’ultima dovrebbe tornare a prevalere nel 2026 e forse consentire un rimbalzo del dollaro USA sul FX.
DISCLAIMER GENERALE:
Questo contenuto è destinato a persone che hanno familiarità con i mercati finanziari e gli strumenti di investimento, ed è fornito a scopo puramente informativo. L’idea presentata (inclusi commenti di mercato, dati e osservazioni) non rappresenta un prodotto del dipartimento di ricerca di Swissquote o delle sue affiliate. Questo materiale ha lo scopo di evidenziare le dinamiche di mercato e non costituisce consulenza in materia di investimenti, legale o fiscale. Se sei un investitore al dettaglio o non hai esperienza nel trading di prodotti finanziari complessi, è consigliabile consultare un consulente autorizzato prima di prendere decisioni finanziarie.
Questo contenuto non è destinato a manipolare il mercato né a promuovere comportamenti finanziari specifici.
Swissquote non fornisce alcuna garanzia circa la qualità, completezza, accuratezza o non violazione di tale contenuto. Le opinioni espresse sono quelle del consulente e sono fornite esclusivamente a scopo educativo. Qualsiasi informazione relativa a prodotti o mercati non deve essere interpretata come raccomandazione di una strategia o operazione di investimento. Le performance passate non garantiscono risultati futuri.
Swissquote e i suoi dipendenti e rappresentanti non potranno in alcun caso essere ritenuti responsabili per danni o perdite derivanti direttamente o indirettamente da decisioni prese sulla base di questo contenuto.
L’uso di marchi di terze parti è a scopo informativo e non implica approvazione da parte di Swissquote né che il titolare del marchio abbia autorizzato Swissquote a promuovere i propri prodotti o servizi.
Swissquote è il marchio commerciale che rappresenta le attività di: Swissquote Bank Ltd (Svizzera) regolata da FINMA, Swissquote Capital Markets Limited regolata da CySEC (Cipro), Swissquote Bank Europe SA (Lussemburgo) regolata dalla CSSF, Swissquote Ltd (Regno Unito) regolata dalla FCA, Swissquote Financial Services (Malta) Ltd regolata dalla MFSA, Swissquote MEA Ltd (UAE) regolata dalla DFSA, Swissquote Pte Ltd (Singapore) regolata dalla MAS, Swissquote Asia Limited (Hong Kong) autorizzata dalla SFC e Swissquote South Africa (Pty) Ltd supervisionata dalla FSCA.
I prodotti e i servizi Swissquote sono destinati esclusivamente a chi può riceverli secondo la legge locale.
Tutti gli investimenti comportano un certo grado di rischio. Il rischio di perdita nel trading o nel possesso di strumenti finanziari può essere significativo. Il valore degli strumenti finanziari, comprese azioni, obbligazioni, criptovalute e altri asset, può aumentare o diminuire. C’è un rischio importante di perdita finanziaria quando si acquistano, vendono, detengono, si fa staking o si investe in tali strumenti. SQBE non fornisce raccomandazioni specifiche su investimenti, transazioni o strategie.
I CFD sono strumenti complessi e comportano un rischio elevato di perdere denaro rapidamente a causa della leva finanziaria. La maggior parte dei conti al dettaglio perde capitale quando fa trading con i CFD. Dovresti valutare se comprendi il funzionamento dei CFD e se puoi permetterti di correre tale rischio.
Gli asset digitali non sono regolamentati nella maggior parte dei paesi e potrebbero non essere soggetti a norme di protezione dei consumatori. In quanto investimenti altamente volatili e speculativi, non sono adatti a investitori con bassa tolleranza al rischio. Assicurati di comprendere ogni asset digitale prima di operare.
Le criptovalute non sono considerate valuta legale in alcune giurisdizioni e sono soggette a incertezze normative.
L’uso di sistemi basati su Internet può comportare rischi elevati, tra cui frodi, attacchi informatici, interruzioni di rete e comunicazione, furti di identità e phishing legati agli asset digitali.
85% di probabilità di un taglio dei tassi il 17 settembre (FED)La conferenza stampa di Jerome Powell di venerdì 22 agosto era molto attesa, poiché ci si aspettava che esponesse i piani della FED per il percorso di politica monetaria da qui alla fine dell'anno. Va ricordato che il tasso sui federal funds non scende dal dicembre 2024 e che il mercato del lavoro statunitense comincia a mostrare segni di debolezza. Ma il tasso di inflazione PCE è più vicino alla soglia del 3% che al 2% e Jerome Powell è stato finora intransigente sull'obiettivo di inflazione.
Nessuna svolta da parte della Fed? Perno tecnico? La vera svolta della Fed?
Queste sono le domande che ho posto nell'articolo che ho pubblicato venerdì scorso prima della conferenza stampa di Powell a Jackson Hole.
Durante il suo discorso a Jackson Hole, Jerome Powell ha sottolineato le crescenti minacce all'occupazione statunitense. Ha lasciato intendere che l'allentamento monetario potrebbe essere presto in programma, sottolineando al contempo l'incertezza sull'inflazione dovuta ai dazi.
Possiamo quindi finalmente decidere tra:
1) Nessuna svolta della FED?
2) Il perno tecnico della FED (un taglio isolato dei tassi)
3) Un vero e proprio pivot della FED (una serie di tagli dei tassi fino a dicembre 2025)
Sì, penso che ora possiamo escludere lo scenario di nessun pivot entro la fine dell'anno. D'altro canto, resta aperta la questione se la Fed si limiterà a fare un pivot tecnico o si impegnerà in un vero e proprio pivot.
Powell è stato attento a rimanere cauto. Gli effetti dei dazi sui prezzi al consumo sono ora visibili e potrebbero alimentare un'inflazione più persistente. Questa incertezza spiega perché la Fed non si sia ancora impegnata in un percorso chiaro.
La decisione della Fed il 17 settembre, il 29 ottobre e il 10 dicembre dipenderà dai seguenti fattori:
- Inflazione PCE venerdì 29 agosto
- Il rapporto NFP di venerdì 5 settembre
- L'equilibrio di potere tra i 12 membri votanti del FOMC (ho scritto un articolo su questo argomento la scorsa settimana)
Le differenze all'interno della banca centrale complicano ulteriormente la situazione. Alcuni funzionari ritengono che sia urgente tagliare i tassi, vista la debolezza nella creazione di posti di lavoro confermata dal rapporto di luglio. Altri sono più cauti, temendo che una riduzione prematura dei tassi possa far aumentare l'inflazione. Un terzo punto di vista propone un approccio graduale: un aggiustamento limitato seguito da una pausa per valutare gli effetti sull'economia.
In ogni caso, Powell sembra aver ristabilito l'equilibrio tra occupazione e inflazione, quindi se il rapporto NFP del 5 settembre sarà deludente, un taglio dei tassi è quasi certo.
In questa fase, secondo il CME FED WATCH TOOL, la probabilità implicita di un taglio dei tassi il 17 settembre è del 85%.
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Chi sarà il prossimo presidente della Fed dopo Powell?Il mandato di Jerome Powell alla guida della Federal Reserve (FED) scade nel maggio 2026. La questione della sua successione è già in corso ed è attivamente perseguita dall'attuale amministrazione Trump, che sta cercando di modificare la governance della Fed al fine di abbassare nuovamente il tasso dei federal funds statunitensi.
1) Il FOMC (Federal Open Market Committee) stabilisce la politica monetaria della FED
La FED è la principale istituzione di politica monetaria della più grande economia del mondo. Il suo presidente è la figura di riferimento (ma si noti che il suo voto conta solo per 1, come per gli altri 11 membri votanti del FOMC) di un'istituzione che agisce in modo indipendente come garante della stabilità finanziaria, della lotta all'inflazione e della gestione dei cicli economici. In un contesto di debito pubblico massiccio, tensioni geopolitiche persistenti e guerra commerciale, sarà decisiva la scelta del successore di Powell, che sta resistendo alle pressioni “dovish” del Presidente Trump, che vuole che la Fed riprenda il taglio dei tassi, fermi dal dicembre 2024.
Il Federal Open Market Committee (FOMC) ha 12 membri votanti:
- 7 membri del Consiglio dei Governatori della FED:
o Sono nominati dal Presidente degli Stati Uniti e confermati dal Senato.
o Il loro mandato è lungo (14 anni al massimo) per garantire l'indipendenza della banca centrale.
o Tra questi, il Presidente della FED (attualmente Jerome Powell) e il Vicepresidente partecipano automaticamente al FOMC.
- 5 Presidenti regionali della Federal Reserve (dei 12 esistenti):
o Il Presidente della Fed di New York ha un seggio permanente.
o Gli altri 4 seggi ruotano ogni anno tra le altre 11 banche regionali.
o I Presidenti regionali sono nominati dal Consiglio di amministrazione di ciascuna Federal Reserve regionale, ma la loro nomina deve essere approvata dal Consiglio dei governatori.
Per prendere la decisione di riprendere a tagliare il tasso dei federal funds è necessaria la maggioranza, ossia 7 voti su 12. Il Presidente della FED ha un solo voto e non ha diritto di veto. D'altra parte, ha una forte influenza sugli altri membri del FOMC, ed è qui che il suo impatto è decisivo.
Cliccando sull'immagine sottostante, potete accedere al nostro articolo sull'attuale equilibrio di potere tra i 12 membri votanti del FOMC.
La procedura è quindi chiara: il Presidente degli Stati Uniti nomina il futuro Presidente della FED, che è poi soggetto a conferma da parte del Senato. Il mandato è di quattro anni, rinnovabile, e spesso si basa sulla continuità istituzionale piuttosto che sulla rottura con il passato. Poiché il mandato di Powell scade nel maggio 2026, l'amministrazione Trump ha avviato il processo di sostituzione, esercitando al contempo una forte pressione sulla Fed affinché tagli i tassi di interesse più volte da qui alla fine dell'anno.
2) Christopher Waller è attualmente il candidato favorito per sostituire Jerome Powell a partire dalla primavera del 2026
Il sito Polymarket ci permette di seguire in tempo reale le aspettative del mercato sul futuro presidente della Fed. C'è una probabilità non trascurabile che Trump annunci la sua scelta prima della fine del 2025, un altro modo per mettere pressione a Jerome Powell, che dovrebbe lasciare il suo incarico nel maggio 2026.
Sembra che Christopher Waller sia attualmente il candidato favorito a succedere a Jerome Powell, essendo attualmente uno dei membri più dovish del FOMC. Naturalmente, queste probabilità possono cambiare molto rapidamente e noi le seguiremo regolarmente su TradingView, quindi non esitate a seguire il nostro account per essere avvisati delle nostre prossime analisi.
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Il triplice rischio di martedìIl triplice rischio di martedì: dazi, taglio dei tassi da parte della RBA e inflazione negli Stati Uniti
Gli operatori finanziari dovranno affrontare un martedì intenso, con gli sviluppi dei negoziati commerciali tra Stati Uniti e Cina, la decisione politica della RBA e gli ultimi dati sull'inflazione negli Stati Uniti.
Scadenza dei dazi USA-Cina – martedì
L'attuale tregua tra Stati Uniti e Cina scadrà il 12 agosto, ma il segretario al Commercio statunitense Lutnick ha indicato che probabilmente sarà prorogata di 90 giorni. La Cina potrebbe anche dover affrontare un dazio aggiuntivo del 25% sulle importazioni di petrolio russo, come le misure già applicate all'India.
Annuncio della RBA – Martedì
La Reserve Bank of Australia dovrebbe tagliare i tassi, con un sondaggio Reuters che mostra che tutti i 40 economisti intervistati prevedono una riduzione di 25 punti base al 3,60%. Il mercato più ampio sta valutando una probabilità del 98% di tale risultato e una probabilità del 2% di un taglio più consistente di 50 punti base.
CPI USA – Martedì
L'indice CPI USA per luglio dovrebbe aumentare dello 0,2% su base mensile, portando il tasso annuo dal 2,7% al 2,8%. Wells Fargo osserva che i dati potrebbero mostrare ulteriori segni di un aumento dei dazi che si riflette sui prezzi al consumo.
La scelta di Trump per la Fed segnala un potenziale indebolim...La scelta di Trump per la Fed segnala un potenziale indebolimento del dollaro
Il presidente degli Stati Uniti Trump ha nominato il presidente del CEA Stephen Miran come sostituto temporaneo del membro del consiglio della Fed Adriana Kugler, con mandato almeno fino al 31 gennaio 2026.
Come previsto, Miran è strettamente allineato alle opinioni politiche di Trump, compreso il sostegno alle tariffe doganali e lo scetticismo sull'indipendenza della Federal Reserve.
In particolare, Miran è critico nei confronti dell'attuale forza del dollaro statunitense ed è autore del “Mar-A-Lago Accord”, una proposta volta a indebolire deliberatamente il dollaro per affrontare il deficit delle partite correnti degli Stati Uniti.
La Casa Bianca è anche alla ricerca di un nuovo presidente della Fed. Se i mercati ritengono che il prossimo presidente darà la priorità all'agenda di Trump rispetto a una politica monetaria indipendente (un'ipotesi plausibile in questa fase), gli investitori potrebbero richiedere rendimenti più elevati sul debito statunitense per coprirsi dal rischio di inflazione. Ciò potrebbe aggiungere volatilità alle coppie statunitensi.
FED: Un taglio dei tassi a settembre è improbabile, a meno che…La Federal Reserve degli Stati Uniti ha annunciato questa settimana una nuova decisione di politica monetaria, mantenendo lo status quo sui tassi d’interesse, quindi nessun taglio dal dicembre 2024. Ciò non ha impedito allo S&P 500 di toccare nuovi massimi storici, sostenuto dai risultati finanziari delle GAFAM e dal top 10 per capitalizzazione, che rappresenta il 40 % dell’indice. La FED di Powell non ha indicato tempistiche per riprendere i tagli, considerata elevata l’incertezza sull’impatto dei dazi sull’inflazione PCE core (il parametro preferito dalla FED).
1) La probabilità di un taglio mercoledì 17 settembre è scesa sotto il 50 %
Questa settimana è stata molto ricca di fondamentali: la FED si è espressa, le GAFAM hanno pubblicato risultati, l’inflazione PCE è stata aggiornata, sono stati firmati accordi commerciali e venerdì sarà pubblicato il rapporto NFP.
Dopo aver ribadito che non esiste urgenza nel riprendere i tagli, la probabilità implicita di un taglio il 17 settembre è scesa sotto il 50 %.
Lo scenario di un taglio a settembre era il più condiviso, ma ora è messo in discussione dalle nuove aspettative dei mercati e dei 12 membri votanti del FOMC.
2) L’inflazione core PCE non scende più. L’obiettivo della FED è vicino, ma la disinflazione si è arrestata poco sopra
Powell ha ragione a mantenere lo status quo? Sì: la disinflazione si è fermata a causa dei dazi. Il grafico mostra una curva dell’inflazione core appiattita. L’obiettivo è vicino, ma servirà un ulteriore calo per giustificare nuovi tagli. Solo un preoccupante rallentamento del mercato del lavoro potrebbe riportare la probabilità sopra il 50 %.
3) I dazi introdotti dopo accordi commerciali recenti potrebbero mantenere temporaneamente l'inflazione al di sopra del target FED
Con la firma di nuovi accordi (resta la Cina con scadenza a fine agosto), possiamo stimare l’impatto dei dazi sul PCE core. Con dazi tra il 15 % e il 20 %, l’impatto stimato è dello 0,3 %. Questo dovrebbe mantenere temporaneamente l’inflazione sopra il target all’inizio dell’autunno, senza una seconda ondata inflazionistica.
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FED: 5% di probabilità di un taglio dei tassi il 30 luglio1) Il mercato del lavoro statunitense rimane resiliente secondo l'ultimo rapporto NFP, una buona notizia per la situazione macroeconomica
La scorsa settimana il mercato del lavoro statunitense ha dimostrato la sua resilienza, rendendo improbabile un taglio dei tassi da parte della FED mercoledì 30 luglio: il tasso di disoccupazione è sceso al 4,1% della forza lavoro, dopo diversi mesi di stabilità intorno al 4,2%. Questo calo della disoccupazione suggerisce che, nonostante la stretta monetaria iniziata due anni fa e le attuali incertezze macroeconomiche, l'economia statunitense continua a mostrare una certa resistenza nella sua capacità di creare posti di lavoro. Si tratta quindi di una buona notizia per la crescita economica, ma ritarda il prossimo taglio dei tassi da parte della Fed.
Cliccando sul link sottostante, è possibile rileggere la nostra analisi dello S&P 500 dopo l'aggiornamento di giovedì dell'ultimo rapporto NFP.
2) La probabilità di un taglio dei tassi il 30 luglio è stata ridotta quasi a zero, a meno che non ci siano grosse sorprese da qui ad allora su inflazione, occupazione o diplomazia commerciale
Finora, la maggior parte degli investitori si aspettava una decisione anticipata, il 30 luglio, in occasione della prossima riunione del Comitato di politica monetaria. Ma la comunicazione cauta dei funzionari della Fed ha ridimensionato queste aspettative. Jerome Powell e diversi governatori hanno ribadito di voler attendere prove “durature” di un ritorno dell'inflazione all'obiettivo del 2% prima di impegnarsi. Il calo del tasso di disoccupazione al 4,1% introduce una sfumatura: conferma che l'economia non si sta contraendo bruscamente, consentendo alla Fed di attendere ancora qualche settimana senza correre il rischio di rallentare la crescita più del necessario. Allo stesso tempo, gli ultimi indicatori di fiducia dei consumatori e i dati sull'attività manifatturiera suggeriscono un leggero rallentamento, più vicino a un atterraggio controllato che a un arresto.
Va notato che questa settimana, la scadenza di mercoledì 9 luglio per gli accordi commerciali fornirà maggiori informazioni sul futuro impatto delle tariffe sull'inflazione, modificando ulteriormente le aspettative di politica monetaria della FED. Al momento della stesura del presente documento, la probabilità di un cambio di rotta da parte della FED il 30 luglio è inferiore al 5%.
3) Ecco le date chiave che saranno decisive da qui alla decisione di politica monetaria della FED di mercoledì 30 luglio
Mercoledì 9 luglio: l'attuale scadenza per la diplomazia commerciale tra gli Stati Uniti e i suoi principali partner commerciali. Il livello finale delle tariffe sarà decisivo per le aspettative di inflazione degli Stati Uniti.
Martedì 15 luglio: inflazione CPI statunitense, l'ultimo dato importante sull'inflazione USA da aggiornare prima della decisione di politica monetaria della FED del 30 luglio.
Le richieste iniziali e in corso di disoccupazione settimanali negli Stati Uniti vengono pubblicate il giovedì di ogni settimana e avranno un impatto sulla probabilità che la FED agisca il 30 luglio, ma solo marginalmente.
Salvo eventi eccezionali, è quindi improbabile che la Fed riprenda a tagliare il tasso dei federal funds il 30 luglio.
I prossimi dati PCE e NFP sono previsti dopo la FED (31 luglio e 1° agosto) e avranno quindi un impatto sulla decisione di politica monetaria della FED del 17 settembre.
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Rapporto NFP di giovedì 3 luglio, il dato cruciale della settimaAttenzione a questa settimana per i fondamentali del mercato azionario, perché è una settimana speciale. Venerdì 4 luglio è un giorno festivo negli Stati Uniti: il Giorno dell'Indipendenza. Il 4 luglio 1776 il Congresso continentale adottò la Dichiarazione d'indipendenza, un testo redatto principalmente da Thomas Jefferson, che proclamava la separazione ufficiale delle 13 colonie americane dal Regno Unito.
Per questa prima settimana di luglio sul mercato azionario, ciò ha un impatto diretto sull'aggiornamento dei fondamentali degli Stati Uniti. Come forse saprete, il primo venerdì di ogni mese viene aggiornato il rapporto NFP degli Stati Uniti, ovvero il rapporto mensile sul mercato del lavoro statunitense. Di conseguenza, questa settimana in particolare la pubblicazione del rapporto NFP è stata anticipata da venerdì 4 luglio a giovedì 3 luglio. Sarà quindi la seduta borsistica di giovedì 3 luglio a rappresentare il momento fondamentale della settimana, con il rapporto NFP che probabilmente influenzerà in modo determinante la decisione di politica monetaria della FED di mercoledì 30 luglio.
1) La probabilità che la FED riduca i tassi mercoledì 30 luglio è solo del 21%
In questa fase, e dopo l'aggiornamento dell'inflazione PCE statunitense di venerdì scorso, la probabilità che la FED riprenda il taglio del tasso dei fondi federali è di poco superiore al 20%. Nonostante le forti pressioni esercitate da Donald Trump sulla FED di Jerome Powell, il FOMC (il comitato di politica monetaria della FED) non ha fretta di tagliare i tassi di fronte al rischio di un rimbalzo dell'inflazione causato dai dazi.
La scorsa settimana vi abbiamo proposto un'analisi fondamentale della FED, che potete rileggere cliccando sull'immagine sottostante.
2) Il mercato del lavoro statunitense sembra iniziare a deteriorarsi, stando alle continue richieste settimanali di disoccupazione
In realtà, c'è un solo fattore fondamentale che potrebbe consentire alla FED di tagliare i tassi nella riunione monetaria di mercoledì 30 luglio: un deterioramento del mercato del lavoro con i dati NFP di giovedì 3 luglio. È vero che gli ultimi aggiornamenti sulle richieste settimanali di disoccupazione negli Stati Uniti mostrano una dinamica sempre più negativa, che potrebbe finire per alimentare un aumento del tasso di disoccupazione statunitense.
3) Attenzione, la minima variazione al rialzo del tasso di disoccupazione statunitense in occasione dell'aggiornamento del rapporto NFP di giovedì 3 luglio potrebbe accelerare il calendario della FED per il rialzo del tasso dei fondi federali statunitensi
Tenete presente che la FED persegue due obiettivi principali: un'inflazione sotto controllo intorno al 2% e un basso tasso di disoccupazione. La soglia di allarme della FED è attualmente il 4,4% della forza lavoro e il consensus per l'aggiornamento del rapporto NFP di giovedì 3 luglio è del 4,3% della forza lavoro.
Attenzione, quindi: se il tasso di disoccupazione statunitense fa 1 o 2 tick al rialzo questo giovedì, la probabilità di un taglio dei tassi della Fed mercoledì 30 luglio aumenterà notevolmente. Questo è il punto fondamentale della settimana.
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Questo contenuto è destinato a persone che hanno familiarità con i mercati finanziari e gli strumenti di investimento, ed è fornito a scopo puramente informativo. L’idea presentata (inclusi commenti di mercato, dati e osservazioni) non rappresenta un prodotto del dipartimento di ricerca di Swissquote o delle sue affiliate. Questo materiale ha lo scopo di evidenziare le dinamiche di mercato e non costituisce consulenza in materia di investimenti, legale o fiscale. Se sei un investitore al dettaglio o non hai esperienza nel trading di prodotti finanziari complessi, è consigliabile consultare un consulente autorizzato prima di prendere decisioni finanziarie.
Questo contenuto non è destinato a manipolare il mercato né a promuovere comportamenti finanziari specifici.
Swissquote non fornisce alcuna garanzia circa la qualità, completezza, accuratezza o non violazione di tale contenuto. Le opinioni espresse sono quelle del consulente e sono fornite esclusivamente a scopo educativo. Qualsiasi informazione relativa a prodotti o mercati non deve essere interpretata come raccomandazione di una strategia o operazione di investimento. Le performance passate non garantiscono risultati futuri.
Swissquote e i suoi dipendenti e rappresentanti non potranno in alcun caso essere ritenuti responsabili per danni o perdite derivanti direttamente o indirettamente da decisioni prese sulla base di questo contenuto.
L’uso di marchi di terze parti è a scopo informativo e non implica approvazione da parte di Swissquote né che il titolare del marchio abbia autorizzato Swissquote a promuovere i propri prodotti o servizi.
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Tutti gli investimenti comportano un certo grado di rischio. Il rischio di perdita nel trading o nel possesso di strumenti finanziari può essere significativo. Il valore degli strumenti finanziari, comprese azioni, obbligazioni, criptovalute e altri asset, può aumentare o diminuire. C’è un rischio importante di perdita finanziaria quando si acquistano, vendono, detengono, si fa staking o si investe in tali strumenti. SQBE non fornisce raccomandazioni specifiche su investimenti, transazioni o strategie.
I CFD sono strumenti complessi e comportano un rischio elevato di perdere denaro rapidamente a causa della leva finanziaria. La maggior parte dei conti al dettaglio perde capitale quando fa trading con i CFD. Dovresti valutare se comprendi il funzionamento dei CFD e se puoi permetterti di correre tale rischio.
Gli asset digitali non sono regolamentati nella maggior parte dei paesi e potrebbero non essere soggetti a norme di protezione dei consumatori. In quanto investimenti altamente volatili e speculativi, non sono adatti a investitori con bassa tolleranza al rischio. Assicurati di comprendere ogni asset digitale prima di operare.
Le criptovalute non sono considerate valuta legale in alcune giurisdizioni e sono soggette a incertezze normative.
L’uso di sistemi basati su Internet può comportare rischi elevati, tra cui frodi, attacchi informatici, interruzioni di rete e comunicazione, furti di identità e phishing legati agli asset digitali.
FED, possibile taglio dei tassi il 30 luglio? In vista della riunione della Federal Reserve (FED) del 30 luglio, i mercati stanno esaminando ogni minimo segnale che possa indicare un cambiamento nella politica monetaria. Anche se un taglio dei tassi sembra improbabile nel breve termine, non può essere escluso del tutto. Nonostante la posizione ferma del presidente Jerome Powell, alcuni membri influenti del Comitato di politica monetaria (FOMC) stanno spingendo attivamente per un allentamento monetario quest'estate.
1) Jerome Powell non è l'unico decisore del FOMC e ci sono pressioni per un taglio dei tassi a luglio
Jerome Powell sta adottando una posizione molto cauta, subordinando qualsiasi allentamento monetario a una chiara convergenza verso l'obiettivo del 2% di inflazione. La sua principale preoccupazione è l'impatto potenzialmente inflazionistico dei dazi attualmente in fase di negoziazione. Tuttavia, Powell non ha potere assoluto. Il FOMC ha 12 elettori, tra cui 7 governatori permanenti, il presidente della Fed di New York e 4 presidenti di banche regionali a rotazione. Sebbene ogni voto abbia lo stesso valore, il Presidente plasma in larga misura l'agenda e guida le discussioni.
Alcuni membri, come Michelle Bowman e Christopher Waller, nominati sotto la presidenza Trump, spingono per un taglio già a luglio. Il sostegno implicito di Donald Trump a questa opzione aggiunge pressione politica, anche se la sua influenza diretta è limitata.
Di seguito una tabella che mostra l'attuale equilibrio di potere tra i membri votanti del FOMC.
2) Ci sarà un taglio dei tassi il 30 luglio se e solo se il tasso di disoccupazione diventerà preoccupante
Sul fronte dei fondamentali, l'inflazione misurata dall'indice PCE, il parametro di riferimento della Fed, rimane leggermente al di sopra dell'obiettivo, ma diverse componenti chiave stanno mostrando segni di normalizzazione. Il petrolio, che rappresenta circa l'11% del paniere, non mostra segnali tecnici allarmanti grazie al rasserenamento della situazione geopolitica in Medio Oriente. Il settore immobiliare e la spesa sanitaria, anch'essi fortemente ponderati, mostrano segnali positivi di continua disinflazione. Inoltre, le tariffe incidono solo marginalmente sui servizi, che rappresentano il 67% del PCE. Ciononostante, Powell rimane preoccupato per il rischio di una ripresa dell'inflazione esogena, soprattutto se la tariffa universale del 10% dovesse essere applicata a tutti i partner commerciali degli Stati Uniti, con un impatto previsto sul PCE core compreso tra +0,2% e +0,3%.
I mercati prevedono un primo calo a settembre, ma non si può escludere una svolta a luglio se i dati sull'occupazione, in particolare il rapporto NFP del 3 luglio, mostreranno un netto indebolimento del mercato del lavoro.
3) L'indice S&P 500 avrà bisogno del perno della FED per risalire, visto che è tornato ai massimi storici
Sui mercati finanziari, un perno della FED sarebbe un catalizzatore rialzista decisivo, in particolare per le azioni statunitensi, il Bitcoin e altri asset ad alto beta. L'analisi tecnica dello S&P 500 mostra una configurazione tecnica favorevole dall'inizio di aprile, con un recupero a forma di V. Tuttavia, il mercato si trova ora a contatto con i suoi massimi storici e saranno necessari dei fondamentali molto positivi per prendere in considerazione un rialzo.
In sintesi, la decisione del 30 luglio dipenderà da un sottile compromesso tra pressioni politiche, dinamica dell'inflazione e salute del mercato del lavoro. Lo status quo rimane lo scenario centrale, ma è ipotizzabile un'inversione di tendenza nel caso di un netto peggioramento dei dati macroeconomici, di buoni dati sull'inflazione o di sorprese positive nella diplomazia commerciale.
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Inflazione PCE al 27 giugno: la stagflazione è evitabile.La pubblicazione dell'indice dei prezzi della spesa per consumi personali (PCE) negli Stati Uniti, prevista per venerdì 27 giugno, è il principale evento macroeconomico della settimana. Indicatore d'inflazione preferito dalla Federal Reserve (Fed), l'indice PCE potrebbe avere un ruolo decisivo nel determinare la direzione della politica monetaria statunitense nella seconda metà del 2025.
1) L'inflazione PCE è l'indicatore di inflazione preferito dalla Fed
Il contesto economico è particolarmente difficile. Nell'ultima riunione, la Fed ha mantenuto il suo tasso di riferimento tra il 4,25% e il 4,5%, pur rivedendo le sue proiezioni macroeconomiche. Ora si aspetta una crescita più debole, un aumento dell'inflazione e un leggero aumento della disoccupazione entro la fine del 2025. Questa posizione cauta riflette le numerose incertezze, in particolare quelle geopolitiche e commerciali, e le tensioni sulle materie prime, in particolare sul petrolio. Questi fattori potrebbero far rivivere i timori di uno scenario di stagflazione, ovvero una combinazione di crescita debole e inflazione persistente.
In questo contesto, il dato PCE di maggio riveste un'importanza strategica. La Fed segue con attenzione l'andamento di questo indicatore: la conferma di un rallentamento dell'aumento dei prezzi rafforzerebbe l'ipotesi di un primo taglio dei tassi a settembre. Al contrario, un rimbalzo inatteso, guidato in particolare dai prezzi dell'energia o dalle nuove tariffe introdotte dall'amministrazione Trump, potrebbe far slittare questa data e intensificare le tensioni sui mercati finanziari.
2) Lo scenario di stagflazione può ancora essere evitato
Tuttavia, le prospettive immediate per il PCE sembrano relativamente contenute. Secondo gli indicatori anticipatori dell'inflazione sottostante, le componenti più sensibili alle fluttuazioni dei prezzi mondiali, come i servizi e gli immobili, non mostrano segni di surriscaldamento. D'altra parte, il recente aumento del prezzo del petrolio, stimolato dalle tensioni in Medio Oriente, potrebbe portare a un temporaneo aumento dell'inflazione nominale. Il suo impatto complessivo è stimato intorno al 10%, che rimane comunque moderato in questa fase.
Al di là di questa pubblicazione, i mercati stanno valutando le possibilità che la Fed intervenga prima della sua riunione chiave di mercoledì 17 settembre. Se l'incertezza geopolitica dovesse diminuire e i dati sull'inflazione continuassero a normalizzarsi, le condizioni per un allentamento monetario sarebbero soddisfatte. Attualmente, dieci membri del FOMC propendono per due tagli dei tassi da qui alla fine dell'anno, mentre sette preferiscono mantenere lo status quo. Il presidente della Fed Jerome Powell si è mostrato cauto, insistendo sulla necessità di farsi guidare dai dati economici.
Nel complesso, il PCE del 27 giugno fungerà da campanello d'allarme. Farà luce sullo stato attuale delle dinamiche inflazionistiche negli Stati Uniti e influenzerà fortemente le aspettative degli investitori. Se confermerà l'idea che l'inflazione sta convergendo verso l'obiettivo del 2% su base sostenibile, i mercati potrebbero riacquistare fiducia in una politica monetaria più accomodante.
In ogni caso, la Fed dovrà destreggiarsi abilmente tra segnali economici ambigui, rischi esogeni persistenti e crescenti pressioni politiche. Il dato PCE di venerdì è molto più di un semplice indicatore mensile: è una bussola per la strategia monetaria statunitense.
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La FED del 18 giugno sarà decisiva per il mercato azionario!Questa settimana i mercati azionari saranno influenzati da diversi fattori fondamentali, tra cui la diplomazia commerciale, le tensioni geopolitiche e la decisione di politica monetaria della FED di mercoledì 18 giugno.
1) La FED il 18 giugno, l'evento fondamentale della settimana
La settimana borsistica sarà dominata da un evento fondamentale: la decisione di politica monetaria della Federal Reserve statunitense (FED) di mercoledì 18 giugno. Questa riunione si preannuncia cruciale per la direzione estiva dei mercati finanziari, in un contesto di incertezza legato alla guerra commerciale e a un ciclo economico che si avvicina alla fine della sua maturità. Sebbene il consenso sia per un tasso di federal funds statunitense invariato, con una probabilità del 99% secondo il CME FedWatch Tool, l'attenzione degli investitori si concentrerà sulle proiezioni macroeconomiche aggiornate della Fed.
L'andamento previsto dell'inflazione, dell'occupazione e del tasso dei Fed Funds sarà al centro del dibattito, così come il tono utilizzato da Jerôme Powell nella sua conferenza stampa. Il mercato, ormai caro sia dal punto di vista tecnico che da quello fondamentale, chiede segnali più accomodanti per prolungare il suo rialzo.
2) Il mercato vuole la conferma di due tagli dei tassi entro la fine del 2025
Ciò che gli investitori si aspettano ora dalla Fed non è tanto un'azione immediata sui tassi quanto una tabella di marcia più chiara per la fine dell'anno. La conferma esplicita di due tagli dei tassi da qui a dicembre 2025 sarebbe il minimo richiesto per sostenere gli attuali livelli del mercato azionario, in particolare l'S&P 500, che sta scambiando vicino ai massimi storici.
Tuttavia, la banca centrale rimane sotto pressione, combattuta tra le richieste di allentamento monetario e la cautela di fronte a un possibile rimbalzo dell'inflazione, in particolare a causa delle tensioni doganali. Se Jerome Powell riafferma la posizione attendista della Banca, i mercati potrebbero consolidarsi. Al contrario, una revisione al ribasso delle previsioni sull'inflazione e una curva dei Fed Funds che punta verso un ulteriore calo potrebbero essere interpretati come un chiaro segnale di svolta.
Dovremo inoltre tenere d'occhio gli sviluppi annunciati in merito alla riduzione del programma di Quantitative Tightening.
Infine, al di là dei fondamentali, il timing tecnico rafforza l'importanza di questa riunione. Il mercato obbligazionario sta già fornendo indizi, con una configurazione tecnica che potrebbe preannunciare un allentamento dei rendimenti se la Fed adotterà un tono più conciliante. Nell'azionario, l'analisi tecnica settimanale dell'S&P 500 mostra aree di ipercomprato, rafforzando la necessità di un sostegno monetario per evitare un'inversione di tendenza. In questo contesto, la riunione di mercoledì è più di una semplice decisione di politica monetaria: è un indicatore strategico per il resto del 2025.
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INFLAZIONE USA, un dato decisivo questa settimana! Questa settimana, che va da lunedì 9 giugno a venerdì 13 giugno, vede due fattori fondamentali che avranno un forte impatto sul mercato azionario: il proseguimento della fase di diplomazia commerciale che attualmente funge da fondamentale filo conduttore (in particolare tra Cina e Stati Uniti) e, soprattutto, l'aggiornamento dell'inflazione statunitense secondo l'indice dei prezzi PCI di mercoledì 11 giugno.
Il punto chiave è stabilire se i dazi della cosiddetta guerra commerciale delle tariffe reciproche abbiano iniziato a innescare un rimbalzo dell'inflazione. È a questo che guarda la Federal Reserve (FED) statunitense per capire se riprenderà o meno il taglio del tasso sui fondi federali, fermo dallo scorso dicembre.
1) I tagli ai tassi sui fondi federali sono sospesi dalla fine del 2024
A differenza della Banca Centrale Europea e delle altre principali banche centrali occidentali, la Fed ha sospeso il taglio del suo tasso di interesse di riferimento dall'inizio dell'anno. Il tasso di riferimento della BCE, invece, è stato tagliato più volte e ora si attesta al 2,15%, ovvero un tasso di riferimento considerato neutrale per l'economia (ovvero una politica monetaria né accomodante né restrittiva).
Questa divergenza di politica monetaria tra la FED e la BCE è vista come un rischio dal mercato, mentre la guerra commerciale potrebbe finire per avere un impatto negativo sulla crescita economica degli Stati Uniti.
2) Il mercato non si aspetta che la FED riprenda a tagliare i tassi di interesse prima del prossimo settembre
Ma la Federal Reserve (FED) di Jerome Powell sta adottando una linea dura, ritenendo che la guerra commerciale dell'amministrazione Trump possa minare i suoi sforzi per combattere l'inflazione. Sebbene l'obiettivo della Fed di un'inflazione del 2% non sia lontano, secondo gli ultimi aggiornamenti del PCE e dell'IPC, la Fed vuole avere la conferma che le aziende non abbiano trasferito forti aumenti dei prezzi per compensare i dazi. Ecco perché i dati sull'inflazione pubblicati a maggio hanno una dimensione decisiva dal punto di vista fondamentale. La Fed potrà riprendere a tagliare il tasso dei federal funds se, e solo se, la disinflazione non sarà minacciata dalla guerra commerciale.
3) Per questo motivo l'aggiornamento sull'inflazione statunitense dell'ICP di mercoledì 11 giugno è il momento fondamentale della settimana.
Mercoledì 11 giugno, la pubblicazione dell'inflazione statunitense secondo l'ICP dovrebbe quindi essere seguita con molta attenzione. La lettura mensile sarà tenuta sotto stretta osservazione, così come i tassi di inflazione nominale e sottostante su base annua.
Il consenso è relativamente pessimistico, con un'inflazione che dovrebbe rimbalzare sia a livello mensile che annuale. L'inflazione in tempo reale, misurata dalla TRUFLATION, è ancora sotto controllo, quindi il consenso pessimistico potrebbe essere ribaltato.
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Manifattura in frenata: la spia rossa della recessione🚨 Today’s Trading – 03.06.2025
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🌪️ Manifattura in frenata: la spia rossa della recessione
👉🏼 MARKET BACKGROUND
Rallenta il comparto manifatturiero nei polmoni economici mondiali. Sia in America che in Cina il settore manifatturiero registra una brusca frenata che trascina gli indici nelle aree di contrazione economica.
Negli Stati Uniti, l’ISM Manufacturing PMI si attesta a 48.5, in calo rispetto al precedente 48.7. A pesare nella composizione dell’indice sono soprattutto le componenti relative ai nuovi ordini di esportazione, scesi a 40.1 da 43.1, e le importazioni, crollate a 39.9 da 47.1, con un calo del -7.2%.
Non va meglio in Cina, dove il Caixin Manufacturing PMI passa a 48.3 dal precedente 50.4, mettendo in luce, anche qui, il brusco calo del commercio internazionale. Il rallentamento porta le aziende a ridurre gli ordini, la produzione e – ovviamente – le assunzioni. Per un’economia come quella cinese, fortemente esposta al commercio globale, emerge la necessità urgente di rinforzare il mercato interno, stimolare i consumi e farlo rapidamente per compensare lo shock esterno.
In attesa, questa mattina, dei dati sull’inflazione europea, che rappresenteranno il preludio alle decisioni della BCE sui tassi d’interesse previste per giovedì. Un’Headline Inflation YoY al 2% aprirebbe le porte a un ulteriore taglio dei tassi da parte della BCE, e potenzialmente a uno scenario di rilancio dell’economia del vecchio continente, oggi preferito dagli operatori rispetto agli asset USA.
Non meno rilevanti i dati sui JOLTS, che potrebbero mostrare una contrazione, passando da 7.192M a 7.05M, segnalando una minore offerta di lavoro dovuta ai timori delle aziende per possibili fasi recessive. Dato propedeutico alla pubblicazione dei NFP di venerdì prossimo.
👉🏼 FOREX
Il comparto FX trova un argine alla caduta del Dollar Index, che – dopo aver testato i minimi a 98.68 – prende una pausa dal suo trend primario ribassista.
Difficile oggi credere in un’inversione di tendenza per il dollaro USA, che resta improntato a un anno di debolezza. Tuttavia, le posizioni corte estreme da parte di fondi hedge e dealer sembrano poter dare vita a ricoperture e prese di profitto degne di nota. Per questo alziamo il livello di allerta dopo la pesante caduta del biglietto verde, pur senza modificare il nostro outlook di medio termine.
In tutta risposta, EUR/USD testa i primi supporti a 1.1410, restando ancorato al suo trend rialzista primario, con il successivo supporto in area 1.1380.
👉🏼 EQUITY
Azionario europeo in trading range, con il DAX compreso tra 23.890 pt e 24.140 pt, in un trend laterale-ribassista che lascia le quotazioni orbitare intorno al POC Monthly precedente, posto a 24.050 pt.
Riteniamo plausibile un ritorno al trend rialzista solo in caso di rottura delle resistenze a 24.190 pt, mentre una violazione a ribasso dei supporti a 23.860 pt aprirebbe la strada ad affondi verso 23.724 pt prima e 23.600 pt poi.
👉🏼 COMMODITIES
Slancio rialzista per il gold, che dopo aver testato le resistenze a 2.421$/oz, ripiega sui primi supporti a 2.388$, parte alta della HVA mensile.
Da notare le prime divergenze sugli oscillatori, che potrebbero supportare l’ipotesi di una nuova fase di momentum rialzista, sostenendo un nuovo attacco ai massimi.
Solo la violazione a ribasso di 2.380$ aprirebbe la strada a un rientro nella HVA mensile, con possibili approdi ai primi HVN a 2.320$.
Buon trading!
🔹 Salvatore Bilotta
🌍 www.salvatorebilotta.com
Trade war e NFP nel mirino dei fondamentali di questa settimanaDiversi fattori fondamentali sono destinati ad avere un forte impatto sui mercati finanziari nella prima settimana di giugno, mentre l'incertezza sulla guerra commerciale rimane alta. Ciononostante, venerdì scorso si sono avute buone notizie, con l'inflazione PCE statunitense che ha continuato a tendere verso l'obiettivo della Fed nonostante i dazi.
Questa settimana si guarderà con attenzione a due fattori fondamentali: i dati del mercato del lavoro statunitense (rapporto NFP) e, naturalmente, come ogni settimana, l'attuale fase della diplomazia commerciale.
1) L'inflazione PCE degli Stati Uniti si aggira ancora intorno al 2% e non si riprende nonostante la guerra commerciale.
L'inflazione e l'occupazione statunitense sono le due variabili chiave per considerare una ripresa del taglio del tasso dei federal funds, anche se Trump ha ricevuto Powell alla Casa Bianca alla fine della scorsa settimana. Ma la Fed ha ribadito la sua indipendenza e la direzione futura della sua politica monetaria continuerà ad essere guidata da obiettivi macroeconomici ben precisi: portare l'inflazione al 2% e neutralizzare qualsiasi aumento del tasso di disoccupazione.
Buone notizie! L'aggiornamento di venerdì scorso sull'inflazione statunitense secondo l'indice dei prezzi PCE ha mostrato che i dazi non hanno fatto salire l'inflazione ad aprile. Al contrario, l'inflazione nominale è ora al 2,1% e quella di fondo al 2,5%. La disinflazione sembra quindi destinata a continuare negli Stati Uniti nonostante le tariffe, ma questo dato deve ancora essere confermato.
2) Il mercato non si aspetta un taglio dei tassi prima di settembre
Nonostante i buoni dati sull'inflazione PCE di aprile (il PCE è la versione dell'inflazione preferita dalla FED) e un'amministrazione Trump che sta esercitando pressioni sulla FED, il mercato non prevede una ripresa del taglio del tasso sui federal funds prima della decisione di politica monetaria di settembre.
Il dibattito rimane aperto in vista della riunione di politica monetaria del 30 luglio, quando i prossimi aggiornamenti sull'occupazione (rapporto NFP) e l'inflazione statunitense avranno un impatto decisivo.
3) Il rapporto NFP di venerdì 6 giugno sarà cruciale questa settimana!
In questa prima settimana di giugno, il mercato del lavoro statunitense sarà l'elemento fondamentale della settimana. Tutte le statistiche sull'occupazione negli Stati Uniti vengono aggiornate, e il rapporto NFP di venerdì 6 giugno è il più importante. Se da un lato sembra che la guerra commerciale non abbia ancora fatto crescere l'inflazione, dall'altro cosa sta succedendo al mercato del lavoro? Ricordiamo che il tasso di disoccupazione statunitense è pari al 4,2% della popolazione attiva e che la soglia di allarme della FED è pari al 4,4% della popolazione attiva. Se si scopre che le aziende statunitensi hanno dovuto licenziare personale a causa dell'incertezza economica legata alla guerra commerciale, questo potrebbe accelerare il calendario dei futuri tagli dei tassi da parte della FED.
Infine, va ricordato che il mercato spera in una telefonata tra Trump e il presidente cinese per raggiungere finalmente un accordo commerciale tra Cina e Stati Uniti, un filo conduttore fondamentale da seguire ogni giorno in borsa.
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Tutti gli investimenti comportano un certo grado di rischio. Il rischio di perdita nel trading o nel possesso di strumenti finanziari può essere significativo. Il valore degli strumenti finanziari, comprese azioni, obbligazioni, criptovalute e altri asset, può aumentare o diminuire. C’è un rischio importante di perdita finanziaria quando si acquistano, vendono, detengono, si fa staking o si investe in tali strumenti. SQBE non fornisce raccomandazioni specifiche su investimenti, transazioni o strategie.
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Le criptovalute non sono considerate valuta legale in alcune giurisdizioni e sono soggette a incertezze normative.
L’uso di sistemi basati su Internet può comportare rischi elevati, tra cui frodi, attacchi informatici, interruzioni di rete e comunicazione, furti di identità e phishing legati agli asset digitali.
I punti salienti della settimanaI mercati finanziari sono attualmente sotto l'influenza di una combinazione di preoccupazioni fondamentali:
- la guerra commerciale e l'attuale fase della diplomazia commerciale
- l'attuale fase di disinflazione in Occidente, che potrebbe essere minacciata dalle tariffe doganali
- l'intransigenza della Federal Reserve (FED) che, a differenza della Banca Centrale Europea, non ha abbassato il tasso sui fondi federali neanche quest'anno
- L'aumento della probabilità di una recessione economica statunitense legata alla guerra commerciale e agli alti tassi di interesse, e il rischio ultimo per il mercato azionario, ovvero la stagflazione.
- Il deficit di bilancio e il debito pubblico degli Stati Uniti, in quanto l'amministrazione Trump sta cercando di approvare una legge per tagliare massicciamente le tasse e aumentare il tetto del debito pubblico.
- Il rischio che ciò comporta per i rendimenti delle obbligazioni societarie statunitensi e quindi per le prospettive degli utili societari (la pietra angolare dell'andamento del mercato azionario).
- Gli attuali conflitti geopolitici
In breve, il livello generale di incertezza è elevato, ma questo non ha impedito al mercato azionario di recuperare fortemente dall'inizio di aprile.
1) In questa ultima settimana di maggio sul mercato azionario, l'evento fondamentale della settimana è l'aggiornamento sull'inflazione PCE statunitense.
Le “FED Minutes” di mercoledì 28 maggio, la seconda stima del PIL statunitense per il primo trimestre di giovedì 29 maggio e l'inflazione PCE statunitense di venerdì 30 maggio sono i tre momenti fondamentali della settimana.
Ma sarà l'inflazione PCE statunitense ad essere decisiva, in quanto è l'indice di inflazione preferito dalla FED. La disinflazione è ripresa quest'anno e la traiettoria discendente tende ancora verso l'obiettivo del 2% della Fed. Tuttavia, alcuni indicatori anticipatori dell'inflazione (come le aspettative di inflazione al consumo) suggeriscono che dovremmo essere cauti riguardo a un possibile rimbalzo dell'inflazione a seguito della guerra commerciale.
Di seguito, si può notare che l'inflazione core PCE è ben avviata verso l'obiettivo del 2%, ma che vi sono preoccupazioni per un rimbalzo dell'inflazione. Un'ulteriore disinflazione negli Stati Uniti è indispensabile se la FED intende tagliare nuovamente i tassi di interesse a partire da quest'estate.
2) Per l'indice S&P 500, il supporto principale di 5700/5900 punti è la garanzia tecnica della ripresa rialzista in corso dall'inizio di aprile.
In questa ultima settimana, l'indice di riferimento di Wall Street continuerà ad essere soggetto ad un'intensa attività fondamentale. Per quanto riguarda l'analisi tecnica dei mercati finanziari, il contratto future sull'S&P 500 deve continuare a essere tenuto sotto stretta osservazione, essendo l'indice di riferimento della finanza statunitense.
Il mercato ha preso un logico respiro tecnico nel breve termine, ma il trend rialzista di fondo rimane intatto finché la zona di supporto 5700/5900 rimane intatta.
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