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Ristorazione, Ali sfida crisi con marchi fast food Welbilt - Ceo

Punti chiave:
  • Welbilt è stata nel mirino per 30 anni
  • Nuovo gruppo avrà mol 750 mln dlr senza sinergie
  • Nessuna Ipo all'orizzonte
  • Si riparte con shopping mirato fra due anni

Ali Group, produttore italiano di attrezzature per la ristorazione, da oggi è più forte negli Stati Uniti nel popolare mercato dei fast food: dalla fusione con la concorrente Usa Welbilt (WBT.N) nasce un gruppo da 3,9 miliardi di dollari di fatturato e 100 milioni di dollari di sinergie pronto per far fronte ad una congiuntura economica difficile.

Lo ha detto a Reuters il Ceo Filippo Berti nel giorno del closing dell'operazione da 3,4 miliardi di dollari, siglata un anno fa.

"Welbilt bilancia i nostri ricavi e la nostra offerta in un momento di rallentamento economico, abbassando il rischio di investimento e di cambio e dandoci maggiore potere di acquisto dell'acciaio inossidabile", ha detto Berti, parlando dal suo ufficio di Chicago, dove ha sede il business del Nord America di Ali.

Con le friggitrici Frymaster, le griglie Garland e i forni Merrychef di Welbilt, Ali potrà cavalcare negli Stati Uniti il trend dei pasti consumati fuori casa o consegnati a domicilio nel segmento più resiliente - anche perchè più a buon mercato - del fast food.

Il Ceo si aspetta inoltre 100 milioni di sinergie nei prossimi anni da una maggiore penetrazione geografica e da opportunità di cross-selling, dall'ottimizzazione della produzione e della catena di fornitura, oltre che da costi aziendali inferiori visto che la nuova entità non sarà quotata in borsa.

Sempre oltreoceano - il Nord America da solo rappresenta il 50% del mercato del settore globale - Ali avrà adesso quasi tanti stabilimenti quanti ce ne sono in Italia, dove produce le celebri macchine per il gelato "soft" Carpigiani usate, tra gli altri, da McDonald's MCD.

Proprio l'acquisizione di Carpigiani nel 1989 aveva dato al gruppo, che ha sede a Cernusco sul Naviglio, Milano, lo slancio per proseguire in una crescita per linee esterne, ricorda Berti, figlio di Luciano che ha fondato il gruppo nel 1963.

UNA CUCINA COMPLETA IN QUALSIASI PARTE DEL MONDO

E' nei primi anni '90 che padre e figlio iniziano a guardare a Welbilt, quando era ancora parte di un gruppo quotato alla borsa di Londra.

"L'abbiamo sempre vista come società complementare... il Dna dei produttori europei è quello dello 'slow food', mentre negli Usa il 'quick service restaurant' è una catena di montaggio con attrezzature più prestanti che offrono la massima resa in piccoli spazi", ha spiegato Berti.

Oggi la globalizzazione ha sfumato le differenze geografiche. E' di questo mese l'inaugurazione del primo Hard Rock Cafè meneghino, realizzato dalla controllata di design ed engineering del gruppo Grandeimpianti, in collaborazione con diversi marchi Ali Group.

Una maggiore esposizione al mercato statunitense - dove Ali raddoppia la propria quota di fatturato al 48% del totale - rappresenta inoltre una "protezione" rispetto alle ricadute del conflitto in Ucraina sul business europeo, dove la Russia pesa meno dell'1%.

E adesso, con 14.000 dipendenti, una presenza in 34 paesi e 95 marchi "siamo in grado di offrire una cucina completa in qualsiasi parte del mondo", ha aggiunto Berti.

Nonostante il corteggiamento delle banche d'affari, Berti non vede la necessità di quotare Ali in borsa. Ma all'orizzonte del neonato gruppo - che al 30 giugno ha un margine operativo lordo proforma di 750 milioni di dollari prima delle sinergie - ci saranno ancora acquisizioni mirate per rafforzarsi in segmenti meno presidiati.

"Adesso abbiamo una leva di 3,8 volte, tra un paio di anni avremo ridotto il debito e potremo ripartire con le acquisizioni", ha detto Berti.

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