Finalmente è arrivata la conferma della forza del trend!Buongiorno a tutti. L’analisi di oggi si concentra sulle prestazioni dei mercati finanziari statunitensi nel mese di novembre, con un’attenzione particolare alle ragioni che mi portano ad avere un’ottimistica previsione per il mese di dicembre. Scoprirete che il mio ottimismo è alimentato da una tanto attesa “convergenza” tra due indici di sentiment. Ora, senza ulteriori indugi, iniziamo!
Il mese di novembre ha visto un notevole rialzo per i mercati finanziari statunitensi. Come illustrato nel grafico, tutti gli indici principali hanno registrato rendimenti positivi:
• L’S&P500 ha guadagnato un +8.62%
• Il Nasdaq è cresciuto del +8.68%
• Il Russel 2000 ha visto un incremento del +11.56%
• L’iShares Microcap ha avuto un aumento del +12.60%
Le prestazioni dei principali indici statunitensi a diversa capitalizzazione. Grafico giornaliero
Il grafico seguente mette in evidenza le performance degli 11 settori dell’S&P500. I settori ciclici hanno registrato un’ottima performance, con il settore immobiliare in testa che ha guadagnato un +13.70%. Al contrario, i settori difensivi, come quello dei beni difensivi e sanitario, hanno mostrato una crescita meno significativa. Il settore energetico, influenzato dal trend ribassista del petrolio, ha registrato la performance più debole con un incremento di soli +0.18% punti percentuali.
Le prestazioni dei settori dell’S&P500. Fonte: Finviz
Le obbligazioni di diverso grado di rischio hanno anch’esse mostrato performance positive:
• TLT, che riflette il movimento dei titoli di stato a lunga duration, ha registrato un incremento del +9.27%
• LQD, che segue il movimento delle obbligazioni societarie investment grade, ha guadagnato 6.9 punti percentuali
• HYG, che riflette il movimento delle obbligazioni societarie ad alto rendimento, ha realizzato un +4.3%
Le diverse prestazioni dei bond statunitensi. Grafico giornaliero
Considerando le performance mensili, gli investitori che detengono un portafoglio classico 60/40 (60% S&P500, 40% TLT) avranno sicuramente motivo di essere entusiasti. Come illustrato nel grafico successivo, questo tipo di portafoglio ha realizzato una performance di 9.40 punti percentuali nel mese di novembre.
Rendimenti mensili (2023) di un portafoglio 60/40 classico, orientato negli Stati Uniti.
La figura successiva fornisce una spiegazione per questi acquisti. Gli investitori hanno mostrato una forte propensione al rischio durante tutto il mese di novembre, iniziando a scontare uno scenario di crescita economica. Questo ottimismo è stato alimentato da aspettative di inflazione al ribasso e da previsioni di un allentamento della politica monetaria.
Queste aspettative sono derivate dalle tendenze dei tre indici di forza SPHB/SPLV, TIP/IEF e LQDH/LQD.
(Se stai leggendo una mia analisi per la prima volta e non conosci questi tre indici, ti consiglio di guardare il video in fondo alla pagina o di approfondire l’argomento cliccando sul link seguente):
Le tendenze dei tre indici di sentiment. Grafico giornaliero
È naturale che qualcuno possa chiedersi: “Qual è la conferma della forza del trend”? La risposta è… una divergenza che si è trasformata in una convergenza!
Il grafico successivo illustra la correlazione positiva tra due indici di sentiment sulle aspettative economiche: SPHB/SPLV e IWC/SPY. Questa correlazione può essere facilmente spiegata:
• Quando le aspettative economiche sono di crescita, le società cicliche ad alta volatilità (SPHB) tendono a sovraperformare quelle difensive a bassa volatilità (SPLV). Lo stesso vale per le microcap rispetto all’S&P500: in un contesto di aspettative di crescita economica, le microcap cicliche dovrebbero offrire performance migliori rispetto alle società dell’S&P500 data la maggiore volatilità, legata alla loro sensibilità alla domanda dei consumatori statunitensi (le microcap operano a livello nazionale, non internazionale)
La correlazione positiva tra SPHB/SPLV e IWC/SPY. Grafico settimanale
Ho approfondito IWC/SPY in maniera fortemente dettagliata al seguente link:
Secondo la logica precedentemente citata, gli indici SPHB/SPLV e IWC/SPY dovrebbero rimanere sempre in convergenza. Tuttavia, come illustrato nel grafico successivo, questi indici sono stati in divergenza per un periodo di tempo significativo.
La divergenza tra i due indici di sentiment. Grafico giornaliero
Questo ha rappresentato per me un segnale di attenzione, per una ragione molto semplice:
• Le divergenze possono talvolta anticipare un’inversione di tendenza
Tuttavia, dal 10 novembre, anche IWC/SPY, dal minimo raggiunto, sembra aver invertito la sua tendenza di brevissimo periodo, come mostra la figura successiva.
IWC/SPY ha invertito la sua tendenza di brevissimo termine. Grafico giornaliero
Questo mi rende più ottimista per l’ultimo mese dell’anno. Ma significa che sarà necessariamente positivo? Prestate attenzione a quanto segue:
• Tasso di disoccupazione e NFP: 8 dicembre (da monitorare per le aspettative di crescita economica)
• Comunicazione sul tasso di inflazione: 12 dicembre (se fosse in aumento, potrebbe influenzare l’indice TIP/IEF, che potrebbe tornare rialzista)
• Riunione della Federal Reserve: 13 dicembre (da tenere d’occhio per le aspettative sull’allentamento della politica monetaria)
Rimaniamo sintonizzati! Un saluto a tutti.
Idee operative IWC
WALL STREET: quello che realmente dovrebbe far riflettereBuongiorno a tutti. Vi siete chiesti negli ultimi giorni cosa dovrebbe veramente farci riflettere? Potrebbe essere il prezzo del Nasdaq che scende sotto la soglia dei 16200$? O i rendimenti obbligazionari che raggiungono il 5%? Questa analisi mira a rispondere a queste domande, esaminando vari argomenti:
• Le performance del Nasdaq
• Il crollo delle microcap
• Le differenze tra le microcap e le small cap
• L’S&P500 equal weigh
Buona lettura a tutti!
1. LE PRESTAZIONI DEL NASDAQ
La figura seguente illustra un’analisi tecnica dell’indice Nasdaq. Dopo aver raggiunto un picco di 16.000 dollari il 19 luglio, l’indice azionario ha mostrato segni di debolezza. Da allora, il prezzo ha registrato massimi progressivamente decrescenti e minimi che, ogni volta che raggiungevano il supporto critico di 14.600 dollari, venivano respinti verso l’alto. Questa tendenza ha portato alla formazione di un triangolo discendente, figura tecnica ribassista. La base del triangolo, coincidente con i 14.600 dollari, è stata infranta al ribasso il 25 ottobre. Dal 19 luglio, il Nasdaq ha perso oltre il 10% del suo valore.
Analisi tecnica Nasdaq. Grafico giornaliero
È motivo di preoccupazione il breakout della struttura critica di 14600 dollari, al di sotto della quale il prezzo potrebbe scendere ulteriormente? La risposta è semplice: il prezzo è attualmente in fase di ritracciamento. Per essere più precisi, se tracciamo il ritracciamento di Fibonacci dal minimo del bear market del 2022 (13 ottobre) ai massimi del 19 luglio 2023, notiamo che il prezzo non ha nemmeno toccato il livello del 38.2%. Considerando che un prezzo, per essere definito in fase di ritracciamento, deve tipicamente rimanere al di sopra del livello del 61.8%, si può concludere che le recenti prestazioni deludenti del Nasdaq non dovrebbero destare preoccupazione. È importante ricordare che i mercati non salgono sempre, ma fortunatamente ritracciano. Tutto ciò è osservabile nel grafico seguente.
Il Nasdaq si trova in una fase di ritracciamento. Grafico giornaliero
2. LE PESSIME PRESTAZIONI DELLE SOCIETA’ A MICRO CAPITALIZZAZIONE
Ciò che dovrebbe destare preoccupazione sono le prestazioni delle società a micro-capitalizzazione. Queste possono essere analizzate attraverso l’indice rappresentato dall’ETF iShares Micro-Cap, come mostrato nel grafico seguente. Dal 1° agosto, le prestazioni sono state estremamente negative, con una perdita di oltre il 20%. Il 2 ottobre, c’è stato un breakout del supporto a 99 dollari. Come previsto dai libri di analisi tecnica, c’è stato un re-test della resistenza seguito da un impulso ribassista.
Analisi tecnica ETF “IWC”. Grafico giornaliero
La situazione sembra ancora più grave se si considera un periodo di tempo più lungo. Infatti, su un timeframe settimanale, si può quantificare che la perdita totale dal picco raggiunto l’8 novembre 2021 è stata di oltre il 40%. Se il prezzo dovesse continuare a scendere, la prossima struttura significativa che potrebbe incontrare sarebbe il minimo registrato durante il crollo del mercato dovuto al COVID-19 nel 2020.
Analisi tecnica ETF “IWC”. Grafico settimanale
3. MICRO-CAP E MACROECONOMIA
Perché dovremmo preoccuparci del crollo delle società a micro-capitalizzazione? La risposta si trova nelle tre grafiche seguenti. Queste società di piccolissime dimensioni sono fortemente influenzate dall’andamento economico. Di conseguenza, mostrano una correlazione positiva con indicatori macroeconomici fondamentali come la fiducia dei consumatori e i due indici dei direttori degli acquisti (PMI), quello manifatturiero e quello dei servizi.
La correlazione positiva tra micro-cap e fiducia dei consumatori. Grafico mensile
La correlazione positiva tra micro-cap e PMI manifatturiero. Grafico mensile
La correlazione positiva tra micro-cap e PMI sui servizi. Grafico mensile
Le correlazioni positive osservate si spiegano facilmente:
• Le società a micro-capitalizzazione, essendo le più ‘piccole’ della classe, presentano dimensioni ridotte. La loro attività commerciale è solitamente concentrata a livello nazionale o regionale, rendendole fortemente dipendenti dalla domanda dei consumatori e quindi molto sensibili alle condizioni economiche statunitensi (queste sono le cosiddette società cicliche)
Molti potrebbero chiedersi perché non ho menzionato il Russell 2000, noto come l’indice azionario statunitense più strettamente legato all’economia americana. Come illustrato nella figura seguente, le società a micro-capitalizzazione tendono ad avere una correlazione positiva più forte con i due PMI rispetto alle società del Russell, le cosiddette small cap.
Le diverse correlazioni delle micro e small cap con i due PMI statunitensi.
È importante notare che un settore (o indice) ciclico tende ad avere una volatilità maggiore rispetto a uno meno ciclico; più un settore è ciclico, maggiori saranno le fluttuazioni dei suoi utili nel tempo. Di conseguenza, le società cicliche sono più volatili poiché sono più rischiose. Tuttavia, non dobbiamo dimenticare che, nel lungo termine, la forza di un settore è direttamente proporzionale alla sua capacità di generare utili.
La maggiore ciclicità delle microcap rispetto al Russell 2000 è evidenziata, ad esempio, nei due grafici seguenti: con l’aumento dell’intensità economica (e quindi dei due PMI), le microcap, essendo più rischiose, volatili e cicliche delle small cap, tendono a registrare performance migliori. Al contrario, quando l’intensità economica diminuisce, la performance delle microcap peggiora.
La correlazione positiva tra PMI manifatturiero e indice di forza IWC/RUT. Grafico mensile
La correlazione positiva tra PMI sui servizi e indice di forza IWC/RUT. Grafico mensile
4. ATTENZIONE!
Forse dovremmo chiederci non tanto perché il Nasdaq o l’S&P500 stiano scendendo, ma perché le microcap stiano subendo vendite dalla fine del 2021. Potrebbe essere (e sottolineo, potrebbe) che gli investitori stiano anticipando un inizio del 2024 piuttosto cupo. Dopotutto, con tassi d’interesse al 5.25% e rendimenti obbligazionari a lungo termine superiori al 5%, non c’è molto da essere ottimisti. E attenzione a non commettere l’errore di monitorare solo l’S&P500, per un motivo molto semplice: se si considera l’indice equi pesato, esso registra performance negative dall’inizio dell’anno.
L’S&P500 Equal Weight, da inizio anno, registra una performance negativa del -4.6%. Grafico giornaliero
E voi, cosa ne pensate di tutto questo?
A presto!
IWC/SPY: L'INDICE DI SENTIMENT SUL CICLO ECONOMICOL’obiettivo dell’analisi è quello di creare un indice capace di esplicitare le aspettative del mercato sul tema “ciclo economico” utilizzando due particolari ETF sul mercato azionario.
1. MICRO CAP E LARGE CAP
Iniziamo l’analisi andando a ricordare la differenza tra le società a micro e larga capitalizzazione.
• Le società a micro-capitalizzazione sono considerate le più “piccole” della classe, presentando dimensioni ridotte. La loro attività commerciale è tipicamente concentrata a livello regionale: per questo motivo esse sono fortemente dipendenti dalla domanda dei consumatori e, dunque, fortemente sensibili alle condizioni economiche. Un ETF che replica il movimento delle stesse è l’iShares Micro-Cap, con ticker “IWC”
• Le società a larga-capitalizzazione sono, al contrario, “le prime della classe”: essendo multinazionali, godono di un commercio globale e, per lo stesso motivo, non sono fortemente dipendenti dalla domanda dei consumatori statunitensi quanto le precedenti, riuscendo ad esportare i loro prodotti al di fuori dei confini nazionali. Gran parte delle società dello SPY, l’ETF dell’S&P500, presentano queste caratteristiche
La trattazione dei due punti precedenti è stata importante per un motivo semplice:
• L’ETF delle micro-cap, “IWC”, è molto più ciclico se rapportato a quello sulle large-cap, “SPY”
È importante ricordare il concetto secondo il quale:
• Una società (o paniere di azioni) è definita “ciclica” quando la sua capacità di generare utili è fortemente dipendente dalle condizioni economiche, catalizzate, tra le altre cose, dai consumi
Se è vero che IWC presenta una ciclicità superiore a SPY, dovrebbe essere altrettanto vero che il primo (IWC) mostrerà una correlazione maggiormente positiva rispetto al secondo (SPY) se correlato ad alcuni dati macroeconomici chiave a livello statunitense.
Per questo motivo sarà ora calcolata la correlazione dei due ETF con il PMI manifatturiero e con la sezione “business activity” dell’ISM sui servizi:
• Per SPY:
• PER IWC:
Come da ipotesi, è possibile osservare come le micro-cap siano più legate all’intensità economica rispetto alle large-cap.
La superiorità ciclica è ancora più apprezzabile osservando la correlazione positiva tra i due dati macroeconomici sopra raffigurati con il prodotto interno lordo statunitense misurato anno/anno:
2. I DIVERSI RISCHI CHE PRESENTANO LE DUE CLASSI
Le due classi di società presentano dei rischi diversi.
Partiamo dal presupposto che un indice azionario, nel medio-lungo periodo, tende a crescere o decrescere all’aumentare o al contrarsi degli utili societari delle aziende all’interno del paniere. Questo è mostrato nella grafica successiva, che correla l’andamento di prezzo dell’S&P500 con i relativi EPS (earning per share, utili per azione):
È proprio da quest’ultimo concetto che deriva una grande differenza tra le due classi:
• Gli utili societari delle micro-cap tendono ad essere più vulnerabili rispetto a quelli delle large
Avendo le più piccole “un capitale limitato”, saranno quelle che più beneficeranno di un contesto economico favorevole (fasi del ciclo economico di ripresa ed espansione) ma che più performeranno in negativo in condizioni sfavorevoli (fase del ciclo economico di rallentamento e recessione). Perché?
• Le micro tenderanno più a beneficiare di fasi economiche favorevoli rispetto alle large poiché avranno uno spazio di crescita maggiore rispetto alle altre, con bilanci già consolidati. Si può dunque affermare come il rendimento offerto dagli utili delle micro, nelle stesse fasi, sarà più alto
• In fasi economiche sfavorevoli accadrà il contrario: saranno gli utili delle micro a soffrire maggiormente, mentre quelli delle large si manterranno più resilienti
Il maggior potenziale di crescita o, nel caso contrario, di decrescita delle micro-cap conferisce loro maggior volatilità e, per lo stesso motivo, maggiori potenziali di guadagno o perdita.
Da qui deriva il diverso rischio associato a “IWC” e “SPY”.
Prendiamo ora in considerazione i due ETF in due momenti storici (2008-2011 e 2020-2022) in maniera tale da osservare le loro diverse prestazioni in fasi economiche diverse.
Prestazioni dei due ETF nella recessione immobiliare (luglio 2007-marzo 2009):
• -64.9% per le micro
• -56.6% per le large
Prestazioni nella successiva ripresa (marzo 2009-maggio 2011):
• +150.75% per le micro
• +103.5% per le large
Consideriamo ora l’ultimo triennio:
Prestazioni dei due ETF nel crollo covid (febbraio 2020-marzo 2020):
• -45.5% per le micro
• -35.6% per le large
Prestazioni nella successiva ripresa-espansione (marzo 2020-marzo 2021/dicembre 2021):
• +193% per le micro
• +120% per le large
Prestazioni nel bear market del 2022:
• -36% per le micro
• -27.7% per le large
Ipotesi confermate:
• Le micro tendono a sovraperformare in condizioni economiche favorevoli, mentre le large in quelle sfavorevoli
Ricordate: la volatilità è considerata sinonimo di rischio!
3. IWC/SPY: L’INDICE DI SENTIMENT SUL CICLO ECONOMICO
Costruiamo l’indice di forza tra IWC e SPY:
Cosa potrà mai esprimere questo indice di forza viste e considerate le migliori performance di IWC nelle fasi di ripresa/espansione economica e quelle migliori di SPY in rallentamento/recessione?
• Rappresenterà il sentiment (o le aspettative) degli investitori sulla particolare fase del ciclo economico!
È ormai noto che le loro mosse siano sempre catalizzate dalle loro aspettative. In base al movimento dell’indice di forza, sarà possibile capire il loro sentiment.
La conferma della funzione di questo indice di sentiment arriva dalla correlazione positiva che esso stesso mostra con il prodotto interno lordo, misurato a/a:
O, ad esempio, con il PMI manifatturiero e con il sentiment dei consumatori:
La differenza (e la potenzialità) di questo indice di sentiment rispetto ai dati macroeconomici è il seguente:
• Esso è il risultato delle aspettative degli investitori, mentre i dati macroeconomici derivano da formule matematiche
Inoltre:
• I dati macroeconomici sono comunicati a livello mensile, a differenza dell’indice di forza il cui suo sviluppo avviene a cadenza giornaliera
Così possiamo schematizzare:
Concludiamo l’analisi affermando che ad un rialzo dell’indice corrisponderà generalmente risk on, al contrario risk-off: questo è certificato dalla correlazione nagativa dello stesso con il VIX:
L’analisi termina qui ma…la serie di analisi incentrata sullo stesso indice, iniziata lunedì 19, no!
La prossima avrà come obiettivo quello di utilizzare lo stesso in ottica investimento, principalmente per il settore azionario e obbligazionario.
Alla prossima!
LARGE, MID E MICROCAP: ANALISI DEI TREND E CORRELAZIONI MACROL’obiettivo dell’analisi è quello di analizzare i trend delle società a grande (S&P500), media (Russel 2000) e micro-capitalizzazione (ETF di iShares “IWC”), con focus su alcuni indici di forza e correlazioni macroeconomiche.
1. LE “LARGE-CAP”
Come si è conclusa la settimana “dell’inflazione al 5.3% e dei tassi di interesse rimasti invariati”? Osserviamolo nella grafica successiva reperita da Finviz.com:
Tutti i settori in positivo. Il podio è riservato al settore tecnologico (+4.11%), al settore ciclico (+3.66%) e al settore dei materiali di base (+2.9%). Essendo i primi due settori quelli maggiormente acquistati in una condizione di propensione al rischio, è possibile affermare come la settimana passata sia stata di “risk-on”.
Volendo essere ancora più precisi, di seguito i migliori cinque sottosettori:
La grande propensione al rischio è ben testimoniata dai livelli del VIX che hanno raggiunto valori di 13 punti e mezzo circa (valori che non si osservavano dal febbraio del 2020):
Ricordate:
• Il VIX è definito come l’indice di paura dell’S&P500 dal momento in cui esso tende a registrare degli incrementi al manifestarsi di ribassi (più o meno violenti) del benchmark. Importante la soglia dei 20 punti, considerata lo spartiacque tra la “tranquillità” (risk on, < 20) e “l’incertezza” (risk off, > 20)
Analizziamo l’S&P500 dal punto di vista tecnico:
Il benchmark ha definitivamente superato la resistenza dei 4300$ (superando, di fatto, il massimo del “mini bull market” di agosto 2022 e confermando la rottura al rialzo del triangolo ascendente) e ora si dirige verso la successiva struttura dei 4600$; da non escludere un ritracciamento del prezzo a causa di potenziali prese di profitto e di territorio di ipercomprato (RSI a valori di 73 punti).
La distanza dai massimi storici si attesta a poco più di 9 punti percentuali.
E il Russel 2000?
2. LE MID-CAP: IL RUSSEL 2000
La forza espressa dal Russel 2000 (ticker “RUT”) è notevolmente inferiore rispetto a quella dell’S&P500:
• Il suo prezzo si ritrova all’interno di un canale di lateralizzazione da più di un anno, tra la struttura a 1690$ e quella a 1900$; è possibile affermare come esso sia ancora testimone di un mercato ribassista
Nell’immagine successiva è possibile osservare le più importanti strutture di prezzo:
La maggior forza del benchmark principale rispetto a quest’ultimo è esplicitato dall’indice di forza SPX/RUT:
Perché questa maggior forza?
Il Russel 2000 è più sensibile all’intensità economica di quanto lo sia l’S&P500.
• Il Russel 2000 è l’indice azionario rappresentativo delle società a media capitalizzazione di mercato. Le loro attività sono principalmente concentrate all’interno dell’area degli Stati Uniti, a differenza delle società dell’S&P500, formato da tante società multinazionali che, come dice il nome stesso, godono di commerci più “geograficamente” diversificati.
Il Russel 2000 è quindi dipendente dalla domanda interna dei consumatori statunitensi: se quest’ultima aumenta, le società all’interno dell’indice registreranno maggiori vendite, maggiori utili e quindi dei rialzi in borsa. Dal momento che i consumi sono il principale catalizzatore dell’economia americana, ne conviene la correlazione Russel-PIL.
Dimostriamo tutto ciò, osservando le correlazioni positive esistenti tra l’indice azionario stesso, il PMI manifatturiero e l’indice dell’attività economica sui servizi:
Esse sono positive! Correlando i due dati macroeconomici al prodotto interno lordo statunitense anno/anno, abbiamo la conferma di ciò che è stato espresso precedentemente.
Per chi non sapesse a cosa si riferiscono i due dati macroeconomici:
• PMI MANIFATTURIERO: Il PMI manifatturiero è un indicatore capace di esplicitare la forza o la debolezza dell’omonimo settore attraverso il sentiment dei direttori agli acquisti del settore stesso.
Quando il dato si trova al di sopra dei 50 punti, il settore è da considerarsi “in espansione”; in caso contrario, in “contrazione”
Ho parlato in maniera specifica del dato nell’analisi al link:
• INDICE BUSINESS ACTIVITY DELL’ISM SUI SERVIZI: è un rapporto che fornisce una panoramica sull’attività commerciale nel settore dei servizi; come per il PMI manifatturiero, esso oscilla tra valori superiori o inferiori a 50 punti, dove questi ultimi rappresentano lo spartiacque tra l’espansione ( >50) e contrazione (<50) del settore stesso
I settori manifatturiero e dei servizi sono fondamentali per l’economia statunitense (non per altro sono state osservate le correlazioni positive nella figura precedente).
3. LE MICROCAP
Osserviamo l’andamento di prezzo dell’ETF di iShares “IWC”, che replica un indice composto da società statunitensi a micro-capitalizzazione:
Grafico molto simile al Russel 2000:
• Dopo l’enorme rialzo dal minimo del marzo 2020 ai massimi dell’anno dopo, il prezzo ha visto una lateralizzazione terminata con un breakout ribassista a gennaio 2022. Il prezzo, negli ultimi mesi, si ritrova ad oscillare tra la resistenza dei 130$ - 137$ e l’importante supporto (più volte testato) dei 100$. Interessante la formazione di un triangolo discendente, figura di analisi tecnica ribassista
Calcoliamo ora l’indice di forza relativa tra Russel 2000 e IWC (RUT/IWC):
Lampante la forza maggiore espressa dal Russel 2000 rispetto alle micro-cap. Perché?
• Se è vero che le large-cap operano su scala globale e le mid-cap su scala nazionale, è altrettanto vero che le micro-cap presentano “un raggio di azione” ancora più ristretto, talvolta regionale.
Questo significa che esse saranno ancora più impattate dalla ciclicità dell’economia rispetto alle due precedenti
Quest’ultimo punto è ben osservabile se si osservano le correlazioni tra i due dati macroeconomici citati nel paragrafo precedente e “IWC”:
Paragonando le correlazioni dei dati macroeconomici con “RUT” (RUSSEL) e con “IWC” vi renderete conto di come quelle osservabili per quest’ultimo siano più intense nel tempo, proprio a denotare una ciclicità superiore.
In un processo di rallentamento economico (quello attuale, nella fattispecie) saranno gli utili delle micro-cap ad essere impattati più negativamente rispetto alle mid-cap: da questo ne deriva un indice di forza “RUT/IWC” rialzista.
Abbiamo dunque le società a larga capitalizzazione che sovraperformano quelle a media; queste ultime, a loro volta, sono più forti delle micro.
Cosa vorrà mai dire questo?
Ciò sarà l’argomento della prossima analisi, in cui andremo ad analizzare variabili correlate e un potenziale scenario di investimento.
Qualora qualche concetto non fosse stato chiaro, commentate pure. Buona settimana!