Borse e dollaro ripieganoI tre principali indici americani, ieri, vigilia del giorno del Ringraziamento, hanno chiuso in rosso, guidati dal ritorno dell’avversione al rischio legata in parte all’andamento del rublo, crollato ai minimi degli ultimi due anni, ma anche in ragione delle tensioni geopolitiche in aumento nella guerra russo-ucraina. Il mercato rimane incerto, in attesa che si schiariscano le nubi su tale fronte, ma anche quelle generate dalle promesse di Trump di ripristino dei dazi doganali, che secondo Goldman Sachs potrebbero generare nel medio termine un aumento dell’inflazione negli Stati Uniti di circa l’1%.
Anche il dollaro ha mollato qualcosa, ma più in ragione del posizionamento del mercato e della necessità di una correzione tecnica che di altro. Sul fronte dati, sia i prezzi PCE che quelli core PCE sono usciti in linea con le aspettative, mentre il reddito e la spesa personali si sono rivelati più forti del previsto. Inoltre, le vendite di case esistenti sono aumentate inaspettatamente, mentre la crescita del PIL per il terzo trimestre si è confermata al livello della rilevazione precedente al 2,8%. Dati tutto sommato in linea con le aspettative, anche se peggiori rispetto a qualche settimana fa. Anche le richieste di sussidi sono uscite positive, ai minimi degli ultimi 7 mesi.
Tra i vari settori, le migliori performance sono state registrate in quello immobiliare, mentre quello tecnologico si è rivelato il peggiore. Altre megacap sono apparse contrastanti, con Apple (-0,4%), Microsoft (-0,6%), Amazon (-0,8%) e Meta (-0,9%) scambiate in ribasso. Anche Tesla (-1,8%) ha invertito i guadagni iniziali, così come Alphabet, che è rimasta pressoché invariata.
VALUTE
Cede il dollaro dopo giorni e giorni di pressione rialzista, con le altre valute che hanno finalmente reagito consolidando i guadagni e chiudendo a ridosso di resistenze chiave di medio termine. Per ora il trend up del biglietto verde non cambia, questo è chiaro, ma il ribasso delle ultime due sedute, considerando il momentum e l’accelerazione osservate ieri, sembra promettere qualcosa di più di una mera e semplice correzione al ribasso.
EurUsd non è lontano dalla resistenza chiave di 1.0610, mentre il cable potrebbe trovare ostacoli tra 1.2700 e 1.2720. Se tali livelli per entrambe le valute dovessero essere superati, i target successivi potrebbero distare almeno l’1% al di sopra delle resistenze attuali, quindi a 1.0740 e 1.2830. Scendono repentinamente anche UsdJpy e in parte UsdCad con movimenti interessanti. Il primo è sceso sotto quota 151.00 in poche sedute testando anche 150.60 ieri sera, e ora può avere obiettivi a 149.40. Il secondo, anche se più lentamente, potrebbe attaccare 1.4000 e tornare a 1.3950 supporto chiave.
EurChf stabile con UsdChf reciproco di EurUsd. A livello di elementi esogeni che possono intaccare il mini trend attuale, le solite news su una possibile escalation dei conflitti militari in essere ed eventuali dichiarazioni di Trump, che ogni giorno potrebbero modificare le price action, facendo ritornare il dollaro asset rifugio. Sulle oceaniche c’è poco da dire, il mercato in questo momento è comandato dall’EurUsd.
CONSUMI PERSONALI ANCORA IN CRESCITA
L'indice dei prezzi per la spesa per consumi personali negli Stati Uniti è aumentato dello 0,2% su base mensile a ottobre 2024, come a settembre e in linea con le aspettative. I prezzi dei servizi sono aumentati dello 0,4%, mentre i prezzi dei beni sono diminuiti dello 0,1%. L'indice PCE core, escludendo cibo ed energia, è aumentato dello 0,3%, come previsto. I prezzi dei prodotti alimentari sono rimasti invariati e quelli dell'energia sono diminuiti dello 0,1%.
Su base annua, il tasso di inflazione PCE è salito al 2,3% dai minimi del 2021 del 2,1%. Il tasso core è salito al 2,8% dal 2,7%. La Federal Reserve ha intanto rivisto le sue proiezioni economiche a settembre, abbassando le stime di inflazione PCE annuale e PCE core rispettivamente al 2,3% e al 2,6%, dal 2,6% e dal 2,8% di giugno.
SCENDE LA FIDUCIA DEI CONSUMATORI IN GERMANIA
L'indicatore del clima dei consumatori GfK per la Germania è sceso a -23,3 punti a novembre, il livello più basso da maggio, al di sotto delle previsioni di -18,6. Le aspettative di reddito sono calate drasticamente, in calo di 17,2 punti, alimentate da timori di recessione, aumento della disoccupazione e previsioni di crescita ridotte. Le preoccupazioni sulla sicurezza del lavoro, i licenziamenti industriali e l'aumento delle insolvenze aumentano l'incertezza.
Anche l'inclinazione all'acquisto è diminuita, perdendo 1,3 punti a -6, riflettendo una debole prontezza dei consumatori, anche al di sotto dei livelli iniziali della pandemia. Le crescenti intenzioni di risparmio (in aumento di 4,7 punti) hanno ulteriormente smorzato le prospettive. Le prospettive economiche rimangono pessimistiche, mentre le previsioni di crescita per il 2024 e il 2025 rimangono modeste, ovvero intorno allo 0,4%. Nel complesso, l'incertezza economica e la diminuzione della fiducia nel reddito mantengono il sentiment dei consumatori ai minimi.
Saverio Berlinzani
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