Materie Prime: Focus analiticoPer caratteri consentiti nell'intestazione dell'articolo non ho potuto inserire l'intero titolo del mio articolo, quindi riporto a seguire quello che è in origine la vera premessa per questa lettura:
Materie Prime: incertezza sulle prospettive economiche e sui rischi geopolitici.
Il bello dell'oro è che adora le brutte notizie...
John Updike.
Prima di iniziare questo articolo, vorrei chiarire che gli articoli che pubblico con cadenza regolare sono il risultato dei miei studi settimanali. Scrivere un articolo non è un'impresa facile. Richiede molti giorni di lavoro, a condizione che sia ben organizzato, corretto e soprattutto basato su ricerche adeguate per sostenere la propria idea con concetti e notizie pertinenti. Inoltre, si deve rivedere, correggere a livello grammaticale, leggere e rileggere a distanza di tempo, simulando di essere il futuro lettore che si approccia alla pubblicazione. Ogni concetto espresso si deve sintetizzare il più possibile, per non annoiare il lettore, e tanto altro, ma soprattutto si deve integrare con immagini grafiche che spesso sono essenziali per facilitare la comprensione dell'argomento. Questo per spiegarvi che ogni volta che ho postato un articolo qui ho dovuto adattarlo e modificare per poterlo condividere in questo spazio con voi che mi seguite, rendendolo comprensibile anche senza l'ausilio delle immagini. Ora, non per fare pubblicità, ma essendo anche io un trader, e avendo anche altre attività, non riesco a gestire l'ulteriore tempo che richiede questo lavoro, quindi vi riporterò fedelmente quanto scrivo sul mio sito, se sarete interessati anche alle illustrazioni grafiche o comunque coinvolti dalla lettura, vi invito a leggerlo integralmente nelle mie pagine web. Non credo di violare le regole di Tradingview dal momento che il mio sito appare alla fine di ogni articolo, non voglio neanche promuovere il mio spazio, essendo con un po' di presunzione convinto che la qualità del materiale che pubblico saprà nel tempo guadagnarsi il giusto spazio web; solo eliminare una ulteriore mole di lavoro che non credo sia compatibile con i miei tempi. Detto questo il presente articolo non necessita di ulteriori consultazioni se non una attenta lettura di quanto espongo anche solo su Tradingview.
Buona lettura.
Se siete appassionati di trading on line e volete investire sui mercati finanziari, dovete avere una solida formazione. Non basta avere una conoscenza superficiale della finanza e dell'economia globale, ma bisogna approfondire tutti gli aspetti che influenzano le dinamiche dei mercati. Altrimenti, è come costruire una casa senza fondamenta. Quanto tempo pensate che duri la vostra struttura? Magari potreste avere fortuna per un po', ma prima o poi perdereste tutto il vostro capitale in un'attività che richiede competenza, NON SOLO TECNICA. Ogni articolo che scrivo sul blog è un mattoncino per creare le fondamenta, con l'obiettivo di aiutarvi a gestire il vostro capitale, che, come ripeto spesso, non vi renderà ricchi di colpo, ma se ci riuscirete, (cosa molto difficile), sarà una fonte d'investimento alternativa e gratificante, che vi permetterà di essere i vostri stessi consulenti. Mi scuso se insisto sempre sullo stesso concetto in ogni mio articolo, ma voglio sottolineare che il trading sui mercati non è un gioco, per esempio, per fare trading sulle commodities bisogna capire la struttura del mercato e i fattori che lo influenzano, e sapere che l'andamento delle materie prime non è casuale, ma causale. Quindi, come dicevo all'inizio dell'articolo, un trader professionista non può operare a caso. E, per favore, non ditemi la solita frase: "Il mercato mi va contro", soprattutto con le commodities siamo noi ad andare contro il mercato, Gann sosteneva che era il mercato ideale da tradare, perché ciclico e con leggi consolidate e applicabili di volta in volta che lo caratterizzano. Dopo questa introduzione passiamo a illustrare l'argomento di oggi.
Questo articolo tratta un focus sulle materie prime ed il loro andamento rapportato alla macroeconomia soprattutto osservando il "dragone" che sempre più influisce sul loro andamento, ma anche in rapporto ai timori relativi alla recessione, associati ovviamente alle politiche delle banche centrali, senza dimenticatore i fattori classici legati alla domanda ed offerta del sottostante ed alcuni dati e report che alcune volte influiscono in modo deciso sull'andamento delle quotazioni.
Le materie prime sono tra gli asset più sensibili alle dinamiche economiche globali, in quanto riflettono le aspettative di crescita, inflazione e consumo dei principali paesi e regioni del mondo. Tra questi, la Cina è sicuramente il più rilevante, in quanto è il maggior consumatore di molte materie prime, come il petrolio, il rame, il ferro, il carbone e la soia. La sua domanda ha un impatto significativo sui prezzi di questi beni, ma anche sulle economie dei paesi esportatori, come l'Australia, il Brasile, il Canada e i paesi del Golfo.
Tuttavia, la Cina non è l'unico fattore da tenere in considerazione quando si analizza il mercato delle materie prime. Altri elementi importanti sono le politiche monetarie delle principali banche centrali, che influenzano il valore delle valute e il costo del denaro, e quindi la convenienza ad investire in asset reali come le materie prime. Inoltre, le tensioni geopolitiche, le condizioni climatiche, le innovazioni tecnologiche e le regolamentazioni ambientali possono avere effetti significativi sull'offerta e la domanda di alcuni beni.
Cercheremo di esaminare i principali trend che hanno caratterizzato il mercato delle materie prime negli ultimi mesi, e quali sono le prospettive per il futuro. In particolare, ci concentreremo su quattro categorie di beni: i metalli industriali, i metalli preziosi, l'energia e i prodotti agricoli.
Sicuramente se approfondiamo la storia delle commodities, come è successo a me ed a molti altri traders, veniamo rapiti, a patto imprescindibile che ci piaccia la finanza, l'economia, la meravigliosa storia che avvolge questi strumenti, condita da aneddoti, leggende e quant'altro. Potrei veramente citarne all'infinito di storie che poi si intersecano alla vita reale vissuta da regioni e stati ed alle loro metamorfosi produttive, demografiche, politiche e altro ancora.
Vorrei condividere con voi alcune delle storie più interessanti sul mondo delle commodities, in particolare su quelle che hanno avuto un ruolo chiave nello sviluppo economico e sociale di alcuni paesi. Vedremo come le commodities abbiano influenzato la storia, la cultura, la politica e persino la religione di alcune aree del mondo, e come queste abbiano reagito alle variazioni dei prezzi e della domanda di questi beni.
Cominciamo dal petrolio, forse la commodity più importante e controversa del nostro tempo. Il petrolio è stato scoperto per la prima volta nel 1859 in Pennsylvania, negli Stati Uniti, da Edwin Drake, un ex impiegato ferroviario che aveva ottenuto una concessione per perforare il terreno alla ricerca di "oro nero". Drake usò una torre di legno e una pompa a vapore per estrarre il petrolio da un pozzo profondo 21 metri. La sua scoperta diede inizio alla prima corsa al petrolio della storia, che attirò migliaia di cercatori e imprenditori in cerca di fortuna.
Il petrolio divenne presto una fonte di energia indispensabile per l'industria e i trasporti, ma anche un fattore di conflitto e di potere. Nel 1901, fu scoperto il primo grande giacimento di petrolio in Texas, a Spindletop, che produsse più di 100 mila barili al giorno. Questa scoperta segnò l'inizio dell'era del "Texas oil", che portò alla nascita di grandi compagnie petrolifere come la Texaco, la Gulf Oil e la Chevron. Il Texas divenne il principale produttore di petrolio degli Stati Uniti e uno dei più ricchi e influenti stati della federazione.
Ma il petrolio non era solo una risorsa americana. Nel 1908, fu scoperto il primo giacimento di petrolio in Medio Oriente, in Persia (oggi Iran), da una compagnia britannica chiamata Anglo-Persian Oil Company (oggi BP). Questa scoperta aprì la strada alla penetrazione occidentale in una regione strategica e ricca di risorse naturali, ma anche instabile e turbolenta. Negli anni successivi, furono scoperti altri giacimenti di petrolio in Iraq, Arabia Saudita, Kuwait e altri paesi del Golfo Persico. Questi paesi divennero i principali fornitori di petrolio al mondo, ma anche oggetto di rivalità e interferenze da parte delle potenze coloniali e poi delle superpotenze durante la guerra fredda.
Il petrolio ha avuto un impatto enorme sulla storia e sulla società di questi paesi. Da un lato, ha permesso loro di accumulare enormi ricchezze e di finanziare progetti di sviluppo e modernizzazione. Dall'altro, ha generato disuguaglianze sociali, corruzione, autoritarismo e conflitti interni ed esterni. Il petrolio ha anche influenzato la cultura e la religione di questi paesi, creando tensioni tra tradizione e innovazione, tra conservatorismo e progressismo, tra sunnismo e sciismo.
L'olio di balena è stato per secoli una fonte preziosa di energia, di lubrificanti e di materie prime per l'industria chimica e cosmetica. Tuttavia, la caccia indiscriminata e la riduzione delle popolazioni di balene hanno reso sempre più difficile e costoso reperire questo prodotto. Inoltre, la crescente consapevolezza ambientale e il rispetto per gli animali hanno sollevato questioni etiche e morali sull'uso dell'olio di balena.
Per questi motivi, nel corso del XX secolo si è assistito a un progressivo abbandono dell'olio di balena a favore del petrolio. Il petrolio ha offerto numerosi vantaggi rispetto all'olio di balena, tra cui:
- Una maggiore disponibilità e accessibilità, grazie alla scoperta di vasti giacimenti in diverse parti del mondo.
- Un minor costo di produzione e di trasporto, grazie allo sviluppo di tecnologie avanzate di perforazione, raffinazione e distribuzione.
- Una maggiore versatilità e diversificazione, grazie alla possibilità di ottenere dal petrolio una varietà di prodotti derivati, come la benzina, il diesel, il kerosene, il gas naturale, la plastica, i fertilizzanti e i farmaci.
Il passaggio dall'olio di balena al petrolio ha avuto importanti conseguenze economiche, sociali e ambientali. Da un lato, ha favorito lo sviluppo industriale, il commercio internazionale e la mobilità delle persone. Dall'altro, ha causato problemi di inquinamento, di dipendenza energetica e di conflitti geopolitici. Inoltre, il petrolio è una risorsa non rinnovabile e limitata, che richiede una gestione sostenibile e responsabile.
In conclusione, la sostituzione dell'olio di balena con il petrolio è stata una trasformazione epocale che ha segnato la storia del XX secolo. Tuttavia, oggi si pone la sfida di trovare nuove fonti di energia alternative, pulite e rinnovabili, che possano garantire il benessere delle generazioni presenti e future.
Il petrolio è solo una delle tante commodities che hanno segnato la storia del mondo. Parleremo di altre commodities altrettanto affascinanti e importanti, come l'oro, rame, argento e natural gas. Spero che questa introduzione vi abbia incuriosito a scoprire di più sul mondo delle commodities.
La Cina è un attore chiave nel mercato delle materie prime, sia come produttore che come consumatore. Il suo ruolo di "dragone" è evidente in molti settori, dalla produzione di energia alla tecnologia, dalla mobilità sostenibile all'agricoltura. La Cina influisce sulle dinamiche dei prezzi e sulle opportunità di investimento nelle materie prime.
Un caso emblematico è quello della peste suina che ha colpito il paese nel 2019, causando la distruzione di gran parte del suo allevamento di maiali. Questo ha avuto un impatto diretto sulla domanda di mais e soia, usati come mangimi per gli animali, che sono aumentati vertiginosamente. La Cina ha dovuto importare grandi quantità di questi prodotti, spingendo al rialzo i prezzi a livello globale.
Arrivando ai giorni nostri, un altro esempio è quello delle terre rare, elementi chimici indispensabili per la produzione di dispositivi elettronici, batterie, pannelli solari, turbine eoliche e altri beni ad alta tecnologia. La Cina detiene il monopolio della produzione e del commercio di queste risorse, e ha minacciato più volte di limitarne l'esportazione per motivi politici o strategici. Questo ha creato tensioni con gli altri paesi, soprattutto gli Stati Uniti, che dipendono dalle importazioni cinesi per il loro sviluppo tecnologico.
Infine, un altro esempio recente è quello degli accordi energetici tra la Cina e la Russia, che mirano a creare un polo alternativo al dominio statunitense. La Russia ha aumentato le sue esportazioni di petrolio, carbone e metalli verso la Cina, ricevendo in cambio un maggiore uso dello yuan come valuta di pagamento. Questo processo potrebbe indebolire il ruolo del dollaro come moneta di riserva internazionale e cambiare gli equilibri geopolitici.
Questi sono solo alcuni dei tanti scenari in cui la Cina gioca un ruolo cruciale nel mercato delle materie prime. Per chi vuole investire in questo settore, è fondamentale tenere conto delle sue mosse e delle sue sfide. Non voglio fare politica o esprimere giudizi, ma solo offrire una visione oggettiva ed analitica di quanto accade per trarne vantaggio quando andremo ad operare sulle commodities.
L'Europa si è liberata della dipendenza energetica dalla Russia, grazie alla diversificazione delle fonti e dei fornitori di gas naturale. Tuttavia, questa emancipazione ha un paradosso: una sempre maggiore dipendenza dalla Cina, che controlla gran parte delle materie prime necessarie per la transizione energetica.
L'Europa si è posta l'ambizioso obiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, attraverso una serie di misure volte a ridurre le emissioni di gas serra e ad aumentare la quota di energie rinnovabili nel mix energetico. Questo processo richiede una grande quantità di materie prime strategiche, come il litio, il cobalto, il nichel, il rame e le terre rare, che sono essenziali per la produzione di batterie, pannelli solari, turbine eoliche e altri dispositivi.
La Cina è il principale produttore e consumatore di queste materie prime, e ha una forte influenza sul loro prezzo e sulla loro disponibilità. Inoltre, la Cina ha investito massicciamente in Africa, America Latina e Asia per assicurarsi l'accesso a queste risorse. Questo le conferisce un potere geopolitico notevole, che può usare per esercitare pressioni o ricatti sugli altri paesi.
L'Europa deve quindi trovare il modo di ridurre la sua vulnerabilità nei confronti della Cina, diversificando le sue fonti di approvvigionamento, promuovendo il riciclo e l'efficienza delle materie prime, e cooperando con i suoi alleati per creare una governance globale di queste risorse. Solo così potrà garantire la sua sicurezza energetica e il suo ruolo nel mondo.
Se adesso noi andiamo a guardare il grafico sul petrolio, notiamo che i prezzi sono fondamentalmente in ribasso per la debolezza dell'economia cinese, ricordando che la Cina è il principale importatore di petrolio al mondo. Tant'è che dopo la riapertura del lock down dovuta al coronavirus, tutti ci attendevamo una ripresa veloce e poderosa dell'economia cinese ma a tutt'oggi non si è espressa secondo le attese. Soprattutto vi sono timori che la domanda rimanga debole nella seconda parte del 2023.
Questo scenario ha delle importanti implicazioni per il mercato del petrolio e per i paesi produttori, che devono fare i conti con un calo dei ricavi e una maggiore concorrenza. Ma mettiamo a fuoco i brevi concetti di cui sopra.
La Cina è il paese che consuma più petrolio al mondo, con una quota di circa il 14% del consumo globale. La sua domanda di petrolio è strettamente legata alla sua crescita economica, che negli ultimi decenni è stata spettacolare, ma che ora sta rallentando a causa di diversi fattori, tra cui:
- La transizione da un modello di crescita basato sull'investimento e sull'esportazione a uno più orientato al consumo interno e ai servizi.
- Il processo di riforma strutturale del settore finanziario e delle imprese statali, che ha comportato una riduzione del credito e degli stimoli fiscali.
- L'invecchiamento della popolazione e la diminuzione della forza lavoro, che limitano il potenziale di crescita a lungo termine.
- Le tensioni commerciali e geopolitiche con gli Stati Uniti e altri paesi, che hanno creato incertezza e ostacoli alle esportazioni e agli investimenti esteri.
Tutti questi fattori hanno avuto un impatto negativo sulla domanda di petrolio della Cina, che è cresciuta solo dell'1,9% nel 2022, il tasso più basso dal 2001. Inoltre, la pandemia di coronavirus ha provocato una forte contrazione dell'attività economica nel primo trimestre del 2023, con una caduta del PIL del 6,8%, la prima da quando sono disponibili i dati ufficiali. Questo ha portato a una riduzione della domanda di petrolio di circa 3 milioni di barili al giorno, pari al 25% della domanda cinese e al 3% della domanda mondiale.
La ripresa economica della Cina nel secondo trimestre del 2023 è stata sorprendentemente rapida, grazie al contenimento efficace dell'epidemia e alla ripresa della produzione industriale e delle esportazioni. Tuttavia, la domanda interna è rimasta debole, soprattutto per quanto riguarda i settori legati al consumo discrezionale, come il turismo, i trasporti e i servizi. Inoltre, la Cina ha dovuto affrontare nuovi focolai di coronavirus in alcune regioni, che hanno richiesto nuove misure di restrizione e isolamento. Questo ha rallentato ulteriormente la ripresa della domanda di petrolio.
La debolezza della domanda cinese di petrolio ha avuto un effetto depressivo sul prezzo del petrolio, che è sceso da una media di 64 dollari al barile nel 2022 a una media di 45 dollari al barile nel primo semestre del 2023. Il calo dei prezzi è stato accentuato dalla guerra dei prezzi tra l'Arabia Saudita e la Russia, che sono i due maggiori esportatori di petrolio al mondo e i principali fornitori della Cina. I due paesi non sono riusciti a raggiungere un accordo per ridurre la produzione di petrolio nel marzo del 2023, in risposta al crollo della domanda causato dalla pandemia. Questo ha scatenato una guerra di sconti e una corsa a incrementare le quote di mercato, che ha portato a una sovrabbondanza di offerta e a una saturazione delle capacità di stoccaggio.
La situazione si è parzialmente risolta nel maggio del 2023, quando l'Arabia Saudita e la Russia hanno raggiunto un nuovo accordo per tagliare la produzione di petrolio di 9,7 milioni di barili al giorno, il taglio più grande della storia. L'accordo è stato sostenuto anche da altri paesi produttori, tra cui gli Stati Uniti, che hanno visto una forte riduzione della loro produzione di petrolio a causa dei bassi prezzi. Questo ha contribuito a riequilibrare il mercato e a far risalire i prezzi del petrolio.
Tuttavia, il prezzo del petrolio rimane inferiore ai livelli prepandemia e ai livelli necessari per garantire la redditività e la sostenibilità dei paesi produttori. In particolare, i paesi dell'OPEC e i loro alleati, noti come OPEC+, hanno bisogno di un prezzo del petrolio superiore ai 60 dollari al barile per bilanciare i loro bilanci pubblici e finanziare i loro programmi di sviluppo economico e sociale. Questi paesi sono stati colpiti duramente dalla crisi del petrolio, che ha ridotto i loro ricavi, aumentato i loro deficit e indebolito le loro valute. Alcuni di essi, come l'Iran, il Venezuela e la Libia, sono anche soggetti a sanzioni economiche e a conflitti interni, che hanno aggravato la loro situazione.
Le prospettive per il futuro del mercato del petrolio dipendono in gran parte dall'evoluzione della domanda cinese e dalla capacità dei paesi produttori di coordinare le loro politiche. Secondo le previsioni dell'Agenzia Internazionale dell'Energia (AIE), la domanda cinese di petrolio dovrebbe crescere del 2,5% nel 2023, raggiungendo i 13,8 milioni di barili al giorno. Questa crescita sarebbe sostenuta dalla ripresa dell'attività economica, stimata in un aumento del PIL del 7,9% nel 2023, e dalla ripresa dei settori legati al consumo discrezionale. Tuttavia, queste previsioni sono soggette a una notevole incertezza, legata alla possibile ricomparsa della pandemia, alla possibile escalation delle tensioni commerciali e geopolitiche e alla possibile accelerazione della transizione energetica verso fonti più pulite e rinnovabili.
Per quanto riguarda l'offerta di petrolio, i paesi dell'OPEC+ hanno deciso di estendere il loro accordo di riduzione della produzione fino alla fine del 2023, con una revisione trimestrale in base alle condizioni del mercato. Questa decisione mira a sostenere il prezzo del petrolio e a evitare una nuova guerra dei prezzi.
Un aspetto cruciale per comprendere le dinamiche dei mercati delle materie prime è l'analisi dell'economia cinese, che rappresenta il principale consumatore di molte commodities. In particolare, il settore manifatturiero cinese è un indicatore rilevante della domanda interna ed estera di prodotti industriali, che a loro volta richiedono l'impiego di risorse naturali. Tuttavia, negli ultimi mesi, il manifatturiero cinese ha mostrato segni di debolezza, con una contrazione dell'attività produttiva per due mesi consecutivi. A maggio, l'indice PMI (Purchasing Managers' Index) è sceso a 48,8, inferiore alle attese degli analisti e al dato di aprile (49,2). Un valore inferiore a 50 indica una fase di recessione del settore. Questo dato suggerisce che la Cina sta affrontando delle sfide nella ripresa economica post-pandemica, e che potrebbe aver bisogno di ulteriori stimoli fiscali e monetari per sostenere la crescita. Allo stesso tempo, la contrazione del manifatturiero cinese ha delle implicazioni negative per le quotazioni delle materie prime, che dipendono in larga misura dalla domanda cinese. Per questo motivo, è fondamentale monitorare costantemente i dati macroeconomici del "dragone", che possono influenzare le prospettive dei mercati delle commodities. Ho voluto evidenziare l'importanza e l'impatto della Cina sulle materie prime, senza annoiarvi con troppi dettagli statistici.
Il mercato del petrolio è uno dei settori più sensibili alle dinamiche geopolitiche, in quanto il prezzo e la domanda dipendono da molti fattori, tra cui le tensioni politiche, le sanzioni economiche, le guerre e i conflitti. La Russia e l'Arabia Saudita sono due dei maggiori produttori e esportatori di petrolio al mondo, e hanno spesso agito in modo coordinato per stabilizzare il mercato e influenzare i prezzi. Tuttavia, questa alleanza non è sempre stata solida, anzi ha subito diverse crisi, come quella del 2016, quando i due paesi non riuscirono a raggiungere un accordo per ridurre la produzione di petrolio e contrastare il calo dei prezzi causato dalla pandemia di Covid-19. Questa crisi portò a una guerra dei prezzi che danneggiò entrambi i paesi e mise a rischio la loro cooperazione, lo abbiamo visto in parte nei paragrafi precedenti.
Ora, però, sembra che la Russia e l'Arabia Saudita abbiano superato le divergenze e trovato un nuovo equilibrio, basato su una maggiore fiducia reciproca e una visione comune degli interessi strategici. Infatti, i due paesi hanno recentemente firmato diversi accordi di cooperazione in vari settori, tra cui l'energia, il commercio, la difesa e l'investimento. Inoltre, hanno rafforzato il loro ruolo all'interno dell'OPEC+, l'organizzazione che riunisce i paesi produttori di petrolio e i loro alleati, e hanno concordato di mantenere una produzione moderata di petrolio per sostenere i prezzi e la domanda. Questa nuova alleanza potrebbe quindi avere un impatto positivo sul mercato del petrolio, garantendo una maggiore stabilità e prevedibilità.
La stabilità del Medio Oriente è un altro aspetto cruciale che potrebbe essere influenzato dalla nuova alleanza tra Russia e Arabia Saudita. Il Medio Oriente è una regione molto complessa e turbolenta, dove si intrecciano conflitti interni ed esterni, rivalità religiose ed etniche, interessi economici e geopolitici. La Russia e l'Arabia Saudita hanno spesso avuto posizioni contrastanti su alcune delle principali questioni che riguardano la regione, come la guerra in Siria, la crisi in Yemen, il programma nucleare dell'Iran e il conflitto israelo-palestinese. Tuttavia, negli ultimi anni i due paesi hanno cercato di avvicinare le loro posizioni e di dialogare su questi temi, cercando di trovare soluzioni pacifiche e negoziate. In particolare, la Russia ha svolto un ruolo di mediatore tra l'Arabia Saudita e l'Iran, due paesi che si contendono l'influenza nella regione e che sono coinvolti in diversi conflitti. La Russia ha anche cercato di coinvolgere l'Arabia Saudita nel processo di pace in Siria, dove i due paesi sostengono fazioni opposte. Inoltre, l'Arabia Saudita ha mostrato una maggiore apertura verso la Cina, il principale alleato economico della Russia, e verso il Qatar, il piccolo emirato che era stato isolato dai suoi vicini per le sue presunte simpatie verso l'Iran. Questa nuova alleanza potrebbe quindi avere un impatto positivo sulla stabilità del Medio Oriente, favorendo una maggiore cooperazione e una minore conflittualità.
Le relazioni internazionali sono il terzo ambito che potrebbe essere influenzato dalla nuova alleanza tra Russia e Arabia Saudita. La Russia e l'Arabia Saudita sono due attori importanti nello scenario globale, in quanto hanno una grande influenza politica, economica e militare. Tuttavia, i due paesi hanno spesso avuto rapporti difficili con gli Stati Uniti, il principale attore globale, per motivi diversi. La Russia è stata oggetto di sanzioni economiche e diplomatiche da parte degli Stati Uniti per le sue azioni in Ucraina e in Crimea, per il suo presunto coinvolgimento nelle elezioni americane e per il suo sostegno al regime siriano. L'Arabia Saudita è stata criticata dagli Stati Uniti per la sua violazione dei diritti umani, per il suo ruolo nella guerra in Yemen e per il suo coinvolgimento nell'omicidio del giornalista Jamal Khashoggi. Inoltre, l'Arabia Saudita ha visto diminuire il suo legame storico con gli Stati Uniti a causa della riduzione della dipendenza americana dal petrolio saudita e della maggiore attenzione degli Stati Uniti verso l'Asia. Questa situazione ha spinto la Russia e l'Arabia Saudita a cercare nuovi partner e nuove opportunità, sia a livello regionale che globale. Infatti, i due paesi hanno rafforzato i loro rapporti con la Cina, l'India, la Turchia e altri paesi emergenti, creando nuove alleanze e nuovi equilibri. Questa nuova alleanza potrebbe quindi avere un impatto negativo sulle relazioni internazionali, creando una maggiore competizione e una minore cooperazione tra i principali attori globali.
In conclusione, la nuova alleanza tra Russia e Arabia Saudita è un fenomeno che merita di essere seguito con attenzione, in quanto potrebbe portare a cambiamenti epocali nel mercato del petrolio, nella stabilità del Medio Oriente e nelle relazioni internazionali. Si tratta di un'evoluzione che riflette le trasformazioni in atto nel mondo contemporaneo, dove le vecchie alleanze si indeboliscono e le nuove si formano, dove gli interessi economici prevalgono sui valori politici, dove la cooperazione lascia spazio alla competizione.
Un argomento che ha suscitato molta attenzione negli ultimi anni è l'impatto dell'invasione russa in Ucraina sul mercato del petrolio. Cercheremo di analizzare le cause e le conseguenze di questo evento, che ha avuto effetti significativi sia sul piano geopolitico che economico. In particolare, ci soffermeremo su come l'invasione abbia modificato i flussi di esportazione del petrolio russo verso i paesi che non hanno aderito alle sanzioni imposte dall'Unione Europea e dagli Stati Uniti, e quali siano le possibili implicazioni per il futuro.
Il petrolio è una delle principali fonti di reddito e di potere della Russia, che è il terzo produttore mondiale dopo gli Stati Uniti e l'Arabia Saudita. Le sanzioni hanno limitato l'accesso della Russia ai mercati finanziari internazionali, impedendole di ottenere prestiti e investimenti per lo sviluppo dei suoi giacimenti petroliferi. Inoltre, le sanzioni hanno ridotto la domanda di petrolio russo da parte dei paesi europei, che sono i principali acquirenti del greggio russo. Questo ha costretto la Russia a cercare nuovi sbocchi per le sue esportazioni, rivolgendosi soprattutto ai paesi asiatici e del Medio Oriente, che non hanno adottato le misure restrittive.
Uno studio condotto dalla società di consulenza energetica Wood Mackenzie ha rivelato che le esportazioni di petrolio russo verso i paesi che non applicano le sanzioni sono aumentate del 140%, passando da 1,2 milioni di barili al giorno a 2,9 milioni. I principali destinatari sono stati la Cina, l'India, la Turchia, gli Emirati Arabi Uniti e Singapore. Questi paesi hanno approfittato della maggiore disponibilità e dei prezzi più bassi del petrolio russo, che ha permesso loro di diversificare le loro fonti di approvvigionamento e di ridurre la dipendenza dal Medio Oriente.
L'aumento delle esportazioni verso i paesi asiatici e del Medio Oriente ha avuto diverse conseguenze per il mercato del petrolio. Da un lato, ha contribuito a creare un surplus di offerta che ha fatto calare i prezzi del greggio a livello globale. Dall'altro lato, ha rafforzato i legami economici e politici tra la Russia e i suoi nuovi partner commerciali, che hanno mostrato una maggiore comprensione e tolleranza nei confronti delle azioni russe in Ucraina. Inoltre, ha aumentato la concorrenza tra i produttori di petrolio, che hanno dovuto adeguarsi alle nuove dinamiche del mercato.
In conclusione, possiamo dire che l'invasione russa in Ucraina ha avuto un impatto significativo sul mercato del petrolio, modificando i flussi di esportazione del greggio russo verso i paesi che non hanno aderito alle sanzioni. Questo ha comportato effetti sia positivi che negativi per i consumatori e i produttori di petrolio, ma anche per la stabilità geopolitica della regione. Il futuro dipenderà da come si evolverà la situazione in Ucraina, e da come reagiranno le potenze mondiali alle mosse della Russia.
Il rame è un metallo che ha una grande influenza sull'economia reale, in quanto riflette le dinamiche della domanda e dell'offerta di beni e servizi. Il rame è infatti utilizzato in molti settori industriali, come l'edilizia, l'elettronica, l'automotive e le energie rinnovabili. Per questo motivo, il prezzo del rame è spesso un indicatore anticipatore delle fasi espansive o recessive dell'economia mondiale.
Uno dei principali fattori che determinano il prezzo del rame è la Cina, che da sola rappresenta circa il 50% della domanda globale di questo metallo. La Cina è infatti il motore della crescita economica mondiale, e le sue politiche di sviluppo e di stimolo influenzano direttamente il consumo di rame. Negli ultimi mesi, però, la Cina ha mostrato dei segnali di rallentamento, per i vari motivi elencati precedentemente. Questo ha comportato una riduzione della domanda di rame da parte della Cina, e di conseguenza una pressione al ribasso sul prezzo del metallo.
Un altro fattore che incide sul prezzo del rame è l'offerta, che dipende principalmente dai paesi produttori. I maggiori esportatori di rame sono il Cile e il Perù, che insieme coprono circa il 40% della produzione mondiale. Questi paesi sono però esposti a diversi rischi, come le condizioni climatiche, le instabilità politiche e sociali, le normative ambientali e le dispute sindacali. Qualsiasi evento che possa compromettere la produzione o il trasporto di rame da questi paesi può causare una carenza di offerta e quindi una spinta al rialzo sul prezzo del metallo.
In conclusione, il rame è una commodity che merita di essere seguita con attenzione da parte dei trader, in quanto offre delle interessanti opportunità di investimento. Per poter operare sul rame, però, è necessario tenere in considerazione tutti i fattori che influenzano la sua domanda e la sua offerta, e monitorare costantemente i dati economici e geopolitici che provengono dalle aree più rilevanti. Inoltre, è importante avere una visione a lungo termine, in quanto il rame potrebbe beneficiare di una domanda sempre maggiore legata allo sviluppo delle tecnologie verdi e sostenibili, come le auto elettriche e le reti intelligenti.
L'argento è un metallo prezioso che ha molte applicazioni in diversi settori. Ha una forte domanda sia come bene industriale che come bene di consumo. Come bene industriale, l'argento è usato in molti processi produttivi, come il fotovoltaico, la saldatura, le batterie, l'odontoiatria, i rivestimenti in vetro, i reattori nucleari, il campo fotografico e i semiconduttori. Questi settori sono in crescita e richiedono sempre più argento per le loro attività. L'argento è anche un metallo con ottime proprietà elettriche, termiche e riflettenti, che lo rendono adatto per molte applicazioni tecnologiche, come gli smartphone.
Come bene di consumo, l'argento è apprezzato per la sua bellezza e la sua durata. L'argento è usato da secoli per creare gioielli, opere d'arte e articoli per la tavola. L'argento ha anche un valore storico e culturale, essendo stato usato come moneta e come simbolo di ricchezza e potere. L'argento è ancora oggi una forma di risparmio e di protezione contro l'inflazione e le crisi finanziarie.
L'offerta di argento, invece, è limitata e in calo. L'argento è un metallo raro che si trova principalmente in pochi paesi, come il Messico, il Perù e la Cina. La produzione di argento dipende dalle attività minerarie, che sono soggette a costi elevati, rischi ambientali e politici. Inoltre, una parte dell'argento estratto viene consumata e non può essere riciclata facilmente.
Questo squilibrio tra domanda e offerta potrebbe portare a una scarsità di argento e a un aumento del suo prezzo nel lungo periodo. Infatti, negli ultimi anni, il prezzo dell'argento ha mostrato una tendenza al rialzo, raggiungendo livelli record nel 2020. Alcuni analisti prevedono che l'argento possa superare i 50 dollari l'oncia entro il 2025.
Per approfondire il tema dell'argento e delle sue prospettive future, vi consiglio di visitare il sito del Silver Institute, dove potete trovare report aggiornati, storie affascinanti e dati statistici.
Analizziamo come la Russia si sia adattata alle sanzioni imposte dall'Occidente a seguito della crisi ucraina. Vedremo come la Russia abbia sfruttato le sue risorse energetiche, in particolare il gas naturale, per mantenere la sua influenza geopolitica e la sua stabilità economica.
Il gas naturale è una risorsa strategica per la Russia, che è il primo esportatore mondiale e che fornisce circa un terzo del gas consumato in Europa. Il gas naturale è anche uno strumento di pressione politica per la Russia, che può usare le sue forniture come leva nei confronti dei paesi vicini o dei paesi membri dell'Unione Europea. Le sanzioni occidentali hanno avuto un impatto minore sul settore del gas rispetto a quello del petrolio, ma hanno comunque spinto la Russia a diversificare i suoi mercati e a cercare nuove rotte di trasporto. Un esempio è il progetto Nord Stream 2, un gasdotto sottomarino che collega la Russia alla Germania, bypassando l'Ucraina e altri paesi dell'Europa orientale. Il progetto è stato fortemente contestato dagli Stati Uniti e da alcuni paesi europei, che lo ritengono una minaccia alla sicurezza energetica e alla solidarietà europea.
In conclusione, possiamo dire che la Russia ha dimostrato una notevole capacità di adattamento alle sanzioni occidentali, alcune volte riuscendo anche ad aggirarle, (vedi petrolio venduto all'India che lo raffina e lo vende in Europa), sfruttando le sue risorse energetiche come fonte di reddito e di influenza. Tuttavia, la Russia deve anche affrontare delle sfide importanti, come la dipendenza dal petrolio e dal gas, la concorrenza di altri produttori energetici, la transizione verso le energie rinnovabili e la necessità di modernizzare la sua economia e la sua società.
Il Natural Gas è una delle commodity più importanti e volatili del mercato energetico mondiale. Spesso si tende a confonderlo con il gas che viene scambiato in Europa, quello che ha come riferimento il prezzo di Amsterdam, ma in realtà si tratta di due prodotti diversi. Il Natural Gas che noi possiamo tradare online è quello che viene estratto e consumato negli Stati Uniti, e che ha come riferimento il prezzo del Henry Hub, il principale hub di distribuzione del gas nel paese.
Per operare con successo sul Natural Gas, bisogna tenere conto di molti fattori che influenzano la sua domanda e offerta, oltre alle classiche dinamiche di mercato. Non basta affidarsi alla fortuna o all'intuito, ma bisogna studiare attentamente il sottostante e le sue caratteristiche. Alcuni dei fattori più rilevanti sono:
- La stagionalità: il Natural Gas è molto usato per il riscaldamento invernale e per il condizionamento estivo, quindi la sua domanda varia a seconda delle temperature stagionali. In generale, si può dire che il prezzo tende a salire in inverno e a scendere in estate, ma ci sono anche delle eccezioni e delle anomalie climatiche da considerare.
- La produzione: gli Stati Uniti sono tra i maggiori produttori di gas naturale al mondo. La produzione di gas influisce sul suo prezzo, in quanto un aumento dell'offerta tende a farlo scendere e viceversa. Tuttavia, bisogna anche tenere conto dei costi di estrazione e trasporto, che possono rendere non conveniente produrre gas a determinati livelli di prezzo.
- Le scorte: il Natural Gas viene immagazzinato in appositi depositi sotterranei o in superficie, per far fronte alle variazioni stagionali della domanda e per garantire la sicurezza energetica del paese. Le scorte di gas vengono monitorate settimanalmente dall'EIA (U.S. Energy Information Administration), che pubblica ogni giovedì un report sullo stato delle riserve. Questo report è molto atteso dai trader, in quanto può generare forti movimenti di prezzo a seconda delle aspettative e dei dati effettivi.
- L'esportazione: il Natural Gas prodotto negli Stati Uniti può essere esportato verso altri paesi, tramite gasdotti o tramite navi metaniere (LNG). L'esportazione di gas influisce sul suo prezzo, in quanto una maggiore domanda estera tende a farlo salire e viceversa. Tuttavia, bisogna anche considerare i costi e le infrastrutture necessarie per esportare il gas, che possono limitare la sua competitività sul mercato globale.
Questi sono solo alcuni dei fattori che vanno ad influire sul prezzo del Natural Gas, ma ce ne sono molti altri da tenere in considerazione. Per approfondire il tema, vi consiglio di consultare il sito dell'EIA, dove troverete molte informazioni utili e aggiornate sul mercato del gas naturale negli Stati Uniti.
L'oro è una delle materie prime più seguite e scambiate dai trader, sia per la sua importanza storica che per le sue implicazioni economiche e politiche. Ma quali sono i fattori che influenzano le oscillazioni del prezzo dell'oro?
Uno dei fattori che caratterizza le quotazioni di questa commodity sono gli acquisti da parte delle banche centrali, che anche quest'anno continueranno ad acquistare oro, spinte dalla situazione geopolitica, dalle decisioni aggressive delle banche centrali che continueranno ad aumentare i tassi d'interesse. Le banche centrali infatti vedono nell'oro una forma di riserva di valore e di diversificazione del rischio, soprattutto in un contesto di incertezza e tensioni internazionali. Inoltre, l'oro è una delle poche attività che non ha un debito sottostante e che non è soggetta al rischio di default.
Un altro fattore da tenere in considerazione è il rapporto tra l'oro e il dollaro americano. Sappiamo che l'oro è quotato in dollari, quindi quando il dollaro si apprezza, l'oro diventa più costoso per gli acquirenti in altre valute e viceversa. Il dollaro a sua volta dipende dalle politiche monetarie della Federal Reserve, la banca centrale degli Stati Uniti, che ha il compito di regolare i tassi d'interesse e la quantità di moneta in circolazione. Appunto come da manuale bisogna sempre monitorare le decisioni della FED, delle sue politiche monetarie dopo che analizza i dati USA sul mercato del lavoro. Se la FED alza i tassi d'interesse, il dollaro tende a rafforzarsi e l'oro a indebolirsi, perché gli investitori preferiscono spostare i loro capitali verso attività che offrono un rendimento maggiore. Se invece la FED abbassa i tassi d'interesse o adotta misure espansive, il dollaro tende a indebolirsi e l'oro a rafforzarsi, perché gli investitori cercano rifugio in un bene che mantiene il suo potere d'acquisto.
Infine, un altro elemento da non trascurare è il sentiment dei mercati finanziari. Sappiamo che l'oro è un bene rifugio quando i mercati propendono verso il risk off, ovvero quando c'è una maggiore avversione al rischio e una minore propensione al guadagno. In questi casi, gli investitori tendono a vendere le attività più rischiose, come le azioni o le obbligazioni, e ad acquistare quelle più sicure, come l'oro o i titoli di stato. Al contrario, quando i mercati sono in mood risk on, ovvero quando c'è una maggiore fiducia e una maggiore appetibilità al rendimento, gli investitori tendono a fare il contrario: vendono l'oro e comprano le attività più redditizie. Anche se negli ultimi tempi ha perso questa correlazione classica e storica.
In conclusione, possiamo dire che il prezzo dell'oro dipende da una serie di fattori interconnessi tra loro, che vanno dalla domanda e dall'offerta fisica del metallo, alle decisioni delle banche centrali, al valore del dollaro, al clima dei mercati finanziari. Per fare trading sull'oro bisogna quindi tenere sotto controllo tutti questi elementi e cercare di anticipare le possibili variazioni del prezzo.
Infine non possiamo non citare alcune agricole che stanno tenendo banco dallo scoppio del conflitto Russo-Ucraino. Parliamo di grano, mais e soia. Vi sono aspettative sulle quali si pensa ad un abbondante offerta mondiale che dovrebbe portare ad un abbassamento del prezzo. Vi sono, altresì, dati molto interessanti pubblicati dal dipartimento dell'agricoltura statunitense che ha svelato le previsioni di sulla produzione americana di cereali per la campagna 2023/24 con la tendenza che i raccolti saranno abbondanti e queste aspettative potrebbero pesare ulteriormente.
Questo scenario potrebbe avere delle ripercussioni sul mercato globale delle materie prime agricole, in particolare su quelle provenienti dall'Europa orientale e dalla Russia, che sono tra i maggiori esportatori di grano al mondo. Il conflitto Russo-Ucraino ha infatti creato delle tensioni geopolitiche e dei rischi di interruzione delle forniture, che hanno spinto al rialzo i prezzi dei cereali negli ultimi mesi. Tuttavia, se la situazione dovesse stabilizzarsi e la produzione mondiale dovesse confermare le previsioni positive, potremmo assistere ad una correzione al ribasso dei prezzi delle agricole nei prossimi mesi.
In questo contesto, è importante seguire con attenzione l'andamento dei mercati delle materie prime agricole, sia per cogliere le opportunità di investimento che per monitorare gli effetti sulle economie dei paesi coinvolti.
Concludendo... La mia esperienza di trader, iniziata nel 2009, quando le risorse disponibili on line erano molto scarse e superficiali. All'epoca, si trovavano solo alcuni opuscoli che spiegavano in modo sommario la struttura delle candele, alcuni pattern grafici e poco altro. Per quanto riguarda i libri, c'erano poche tecniche, più o meno valide, e ancora meno indicazioni su come entrare nel mercato. Oggi, invece, abbiamo la fortuna di poter contare su persone competenti e qualificate, che operano nel settore finanziario e che ci insegnano in modo dettagliato come fare trading, quali strumenti utilizzare e quale importanza dare alla conoscenza del sottostante. Non lasciatevi sfuggire questa opportunità di crescita. Proprio perché io non ho avuto questa possibilità, ho sentito il bisogno di dedicarmi gratuitamente a chi si avvicina a questa disciplina. Vi assicuro che l'articolo che state leggendo, così come tutti gli altri che ho scritto e che scriverò, non sono il risultato di qualche ora di lavoro. Sono il frutto di ore e ore di studio, di webinar seguiti, di ricerche approfondite per essere il più chiaro ed esaustivo possibile, di scrittura, di revisione e di correzione di errori vari, grammaticali o altro. Io investo molto tempo in questo lavoro perché ci credo e perché spero che non perdiate i vostri patrimoni illudendovi di poter operare con qualche nozione rudimentale di tecnica. Ma nemmeno con la sola tecnica e analisi grafica, per quanto ben assimilata, si ottengono risultati. La conoscenza è tutto!
L'analisi tecnica del grafico è una competenza che si acquisisce con la pratica e lo studio. Non basta guardare il grafico e capire cosa sta succedendo, bisogna anche conoscere la materia che si sta analizzando, le sue caratteristiche, le sue tendenze. Per questo motivo, bisogna essere sempre aggiornati e curiosi, cercare di capire le ragioni dei cambiamenti e le possibili conseguenze.
Chiudo augurando buon tutto e ringraziandovi per l'attenzione prestata a questa lettura.