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Prezzi in rialzo, ma rimangono timori domanda cinese

I prezzi del petrolio guadagnano terreno in un mercato sottile, chiudendo una settimana segnata dai timori legati alla domanda cinese e dalle contrattazioni tra i paesi occidentali su un tetto al prezzo del petrolio russo.

** I futures sul Brent BRN1! guadagnano l'1,42% a 86,54 dollari a barile. Il greggio Usa West Texas Intermediate (Wti) CL1! sale del 2,03% a 79,52 dollari al barile. Il lungo ponte della Festa del Ringraziamento tiene bassi i volumi.

** I due contratti sono comunque avviati verso il terzo calo settimanale consecutivo, dopo aver toccato i minimi di 10 mesi questa settimana.

** La Cina, primo importatore di petrolio al mondo, oggi ha toccato un nuovo record giornaliero di nuovi casi di coronavirus, mentre le città di tutto il Paese continuano ad applicare limitazioni alla mobilità ed altre restrizioni per contenere i focolai.

** Questa situazione sta iniziando ad avere un impatto sulla domanda di carburante, con un calo del traffico ed una domanda implicita di petrolio che è di circa 1 milione di barili inferiore alla media, secondo una nota dell'Anz.

** Nel frattempo diplomatici del G7 e dell'Unione europea hanno discusso un tetto al prezzo del petrolio russo tra 65 e 70 dollari al barile, ma non sono ancora riusciti a raggiungere un accordo.

** L'obiettivo è quello di limitare i ricavi utilizzati per finanziare l'offensiva militare di Mosca in Ucraina senza sconvolgere i mercati petroliferi globali, ma il livello proposto è sostanzialmente in linea con quanto già pagano gli acquirenti asiatici.

** Le contrattazioni resteranno probabilmente improntate alla cautela in attesa di un accordo sul tetto dei prezzi, che entrerà in vigore il 5 dicembre quando scatterà il bando Ue sul greggio russo, e in vista della prossima riunione dell'Opec+, prevista per il 4 dicembre.

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