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Anima, Fsi entra nel capitale con 7,2%, cresce quota soci italiani

Fsi holding è entrato nel capitale di Anima Holding ANIM con una quota del 7,2%, rafforzando il posizionamento dei soci italiani nella società del risparmio gestito e accendendo speculazioni sulla possibile ripartenza dell'M&A bancario in Italia.

La società di gestione del risparmio guidata da Maurizio Tamagnini - nata dallo spin-off da Fondo strategico italiano, ora Cdp Equity - ha acquistato con l'intermediazione di Mediobanca MB attraverso una procedura di reverse accelerated bookbuilding, circa 25 milioni di azioni Anima al prezzo di 4,35 euro ciascuna, con un premio del 7,5% rispetto alle quotazioni di chiusura di ieri.

L'esborso complessivo di Fsi è circa 108,7 milioni.

La notizia ha scosso al rialzo il titolo in Borsa fino al +7%. Intorno alle 12,50 Anima, che dai minimi di oltre 29 mesi a fine settembre ha messo a segno un guadagno di oltre il 40% è in rialzo del 4,3% a 4,226 euro.

INTERESSE SU SOCIETA'

L'operazione cosiddetta di 'Rabb', senza rilevare il nome dell'investitore finanziario, era stata già comunicata ieri sera con un obiettivo di acquisto di un minimo del 7% e fino a un massimo del 9% delle azioni di Anima,

Fsi non intende lanciare alcuna Opa nei prossimi 12 mesi, ribadisce la nota di stamattina.

Con 177 miliardi di euro di asset in gestione a fine 2022, Anima è un attore importante in un paese come l'Italia in cui la ricchezza finanziaria delle famiglie supera i 5.000 miliardi di euro.

Anima è anche un significativo investitore nei titoli di Stato italiani con un portafoglio di circa 100 miliardi.

Da tempo Anima, il cui primo azionista è Banco Bpm BAMI con una quota del 20,6%, seguito da Poste Italiane PST con l'11% (dopo avere rilevato la quota da Mps BMPS nel 2015), ha riscosso l'interesse di diversi investitori.

A maggio dello scorso anno l'asset manager francese Amundi AMUN è diventato il terzo maggiore azionista con il 5,2%, acquisita circa un mese dopo che la sua controllante Credit Agricole ACA divenisse il primo azionista di Banco Bpm.

Nell'azionariato di Anima figura anche Francesco Gaetano Caltagirone, attraverso Gamma Srl, con il 3,2% circa.

Il timore della società di perdere il suo status di principale società indipendente del risparmio gestito in Italia era stato già condiviso lo scorso autunno con il governo allora guidato da Mario Draghi, come avevano riferito fonti vicine al dossier. L'aspirazione aveva incontrato il sostegno del Tesoro.

Anima ritiene di poter giocare un ruolo importante nel possibile consolidamento bancario, in forza anche delle diverse partnership strategiche di distribuzione dei propri prodotti di risparmio gestito come quella con Mps, Banco Bpm e Credit Agricole, subentrata in Creval dopo l'acquisizione.

Secondo Akros, l'ingresso nel capitale di Fsi "potrebbe rappresentare una scommessa sul possibile riassetto del sistema bancario italiano con la creazione di un gruppo bancario più grande che potrebbe controllare Anima".

Equita sottolinea invece che Fsi e Poste raccolgono insieme una partecipazione vicina a quella di Banco Bpm, "rafforzando il posizionamento dei soci italiani con forte peso 'istituzionale' e riducendo teoricamente le probabilità di un aumento nell`azionariato/progetti ostili da parte di Amundi/Credit Agricole".

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