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Cercando di prevedere le future mosse di BoJ

Uno sguardo alla giornata per i mercati europei e globali da Rae Wee

La decisione di Bank of Japan (BOJ) di mantenere i tassi di interesse intorno allo zero non è stata una sorpresa e l'attenzione si sposta ora sulla conferenza stampa del governatore Kazuo Ueda, prevista a breve, per avere ulteriori indizi sulle prossime mosse.

I mercati avevano gli occhi puntati sull'ammontare degli acquisti obbligazionari della banca centrale: un eventuale ridimensionamento sarebbe stato considerato come una stretta quantitativa che avrebbe potuto offrire un po' di tregua al malconcio yen.

Tuttavia, l'istituto ha dichiarato che continuerà ad acquistare titoli di Stato sulla base delle linee guida decise a marzo, anche se ha eliminato un riferimento alla quantità di bond che si è approssimativamente impegnata a comprare ogni mese.

Lo yen è sceso in una reazione impulsiva a quota 156 per dollaro, segnando un nuovo minimo di 34 anni e lasciando gli operatori in allerta per qualsiasi segnale di intervento da parte di Tokyo. È una situazione che ricorda in qualche modo la riunione politica del settembre 2022, anche se allora lo scivolone della valuta nipponica fu molto più rapido e pronunciato. Nello stesso giorno in cui il consiglio annunciò la propria decisione, le autorità condussero il loro primo intervento di acquisto di yen dal 1998.

Secondo alcuni analisti, la storia potrebbe ripetersi, soprattutto alla luce dei forti avvertimenti lanciati dalle autorità giapponesi negli ultimi giorni contro movimenti eccessivi della divisa.

BOJ operations, yields and yen
Thomson ReutersBOJ operations, yields and yen

Con un calendario economico scarno nel Regno Unito e nell'area dell'euro, i dati sull'indice dei prezzi core delle spese per consumi personali (Pce) negli Stati Uniti per il mese di marzo - la misura dell'inflazione preferita dalla Federal Reserve - sono al centro della scena oggi.

Eventuali sorprese al rialzo potrebbero far deragliare la tempistica dei tagli dei tassi della Fed, il cui primo allentamento è attualmente previsto per settembre. (FEDWATCH)

Il fatto che l'economia statunitense stia reggendo così bene di fronte a tassi di interesse ai massimi da decenni è in qualche modo stupefacente.

Se il Pil del primo trimestre del Paese ha disatteso le aspettative, ciò è dovuto a un'impennata delle importazioni e a un piccolo accumulo di scorte. La domanda interna, tuttavia, è rimasta forte, gli investimenti delle imprese sono aumentati e la ripresa immobiliare ha preso piede.

Gli economisti di Wells Fargo hanno definito la lettura come un "lupo travestito da pecora".

A pochi giorni dalla prossima riunione politica della Fed, resta da vedere cosa dirà questa volta il presidente Jerome Powell.

Alla luce della recente serie di solidi dati economici statunitensi, l'attenzione si è spostata non solo sulla data del primo taglio dei tassi, ma anche sull'eventualità che non si verifichi alcuna riduzione quest'anno.

Possibili driver:

- Pce core Usa marzo

- Fiducia consumatori Francia aprile

- Aste a breve Gb

- Risultati NatWest

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