Il 2022 è stato un l'annus horribilis dei bond, a causa dell'impatto dell'incremento dei tassi d'interesse e dell'effetto di compensazione del prezzo degli stessi in conto capitale.
Per capire la portata dello storno, basta andare a calcolare l'escursione massimo/minimo del 2022 e vedremo una perdita di valore superiore al 17%, osservata considerando un ETF di tipo "aggregate", che quindi cerca di diversificare sia in termini di scadenza di portafoglio, che di provenienza degli emittenti.

Dopo il minimo toccato ad ottobre 2022, proprio come nell'azionario, sembrerebbe essere avvenuta una cosa importante: l'inversione dei massimi e minimi.
Notiamo, infatti, i tentativi di fissare minimi crescenti in una fase di lateralità lievemente ascendente.
Potrebbe essere una fase di accumulazione, che sembrerebbe anche aver creato una sorta di trendline rialzista.

Nel momento in cui scrivo le borse statunitensi sono chiuse per il memorial day, ma come sappiamo gli USA hanno trovato l'accordo per lo sforamento del tetto del debito. Chissà che questa notizia nella giornata di domani non sia accolta favorevolmente anche dal mondo dei bond che potrebbero così marcare una serie di candele importanti.

Nel frattempo, visti gli attuali tassi e considerata la price action dell'ETF, ho preso in maniera più decisa posizione per una quota di portafoglio di lungo termine.
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