Le quotazioni dei principali indici di Borsa a livello globale hanno registrato una seduta caratterizzata dai rialzi venerdì. A ottobre è emerso un rallentamento nella creazione di posti di lavoro negli Stati Uniti: le buste paga non agricole sono aumentate di 150.000 unità, rispetto alle attese a 180.000 unità. Il tasso di disoccupazione è salito al 3,9%, contro le stime al 3,8%, mentre il salario orario medio si è attestato al 4,1% a/a (attese al 4%, precedente al 4,3%). I dati hanno favorito le recenti argomentazioni dei membri dovish della Fed, che spingevano per uno stop del ciclo di rialzi dei tassi. Dopo la pubblicazione dei dati sono calate le probabilità che la Banca centrale possa effettuare un rialzo dei tassi nel meeting di dicembre, con il CME FedWatch Tool che ora stima al 90% una nuova pausa. Oggi al vaglio degli operatori ci saranno gli indici PMI dei servizi e composito per le principali economie del Vecchio Continente. Gli analisti si aspettano dati in calo e ancora al di sotto della soglia di 50, livello che determina la contrazione o l’espansione dell’attività. Archiviate le riunioni delle Banche centrali, la scorsa settimana sono arrivate nuove indicazioni lato BCE: il membro del Comitato esecutivo Isabel Schnabel ha affermato che potrebbe essere necessario un altro aumento dei tassi. “Dopo un lungo periodo di inflazione elevata, le aspettative di inflazione sono fragili e rinnovati shock dal lato dell’offerta possono destabilizzarle, minacciando la stabilità dei prezzi a medio termine”, ha spiegato.
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