C’E’ SEMPRE UN TRENO PRONTO Inutile girarci intorno, l’attività del trader, consapevolmente o meno, è condizionata dalle opinioni più disparate. Magari non solo le nostre, ma anche quelle di altri che riteniamo autorevoli, rientrano nel nostro processo decisionale. Sebbene tutte le idee abbiano il loro numero di posto, il mercato è particolarmente spietato. Il mercato non si cura di ciò che pensate debba avvenire per trarne vantaggio, ma si sviluppa indipendentemente dai desideri, anche fossero i più ragionati e dalle esigenze del singolo trader. La stragrande maggioranza degli operatori guarda più o meno la stessa tipologia di grafico e, a meno che non si utilizzino grafici di tutt’altro tipo, si può dire che quasi tutti osservano lo stesso mercato con gli occhi fissi sugli stessi grafici. Prendiamo ad esempio il Dollar Index, che ha testato il livello di 103,50 dal 2017. A giugno di quest'anno, abbiamo avuto un breakout e un follow through di questo livello, con accelerazione rialzista ed approdo successivo in area 109, validata lo scorso 14 luglio. La domanda è: quante persone che potevano partecipare a questa operazione LONG lo hanno effettivamente fatto? Con l'inflazione in ripresa, il petrolio che fa consolida creando una nuova base e il Dollar Index in rally, il trader medio partecipante al mercato può osservare in real time l'impatto negativo di queste variabili su azioni e materie prime. Tuttavia, piuttosto che spostare l’operatività sul dollaro, il pregiudizio prende il sopravvento. Da qualche parte, nel profondo, c'è la speranza che il Dollar Index faccia una pausa, che le obbligazioni tornino ad essere vendute e che le azioni tornino a salire. Questo è il bias intrinseco che si forma, a causa di un condizionamento inconscio e cioè: Il rialzo del dollaro è un bene, il ribasso del dollaro è un male, quando, in realtà, si dovrebbe seguire la tendenza e prendere posizione di conseguenza. Un altro caso analogo di questo inspiegabile corto circuito che coinvolge anche trader esperti, lo ha offerto il mercato cinese. Lo Shanghai Composite è in up-trend dai minimi dello scorso aprile, anche se gli altri indici globali continuano nella loro traiettoria ribassista. Anche i titoli cinesi del settore Internet e le azioni a grande capitalizzazione hanno fatto bene. Ma quanti partecipanti al mercato sono andati LUNGHI? Secondo me non molti. E se non vogliamo farci mancare nulla, va detto che ci sono anche gli ETF, Long e Short, da cui trarre vantaggio. Il punto è che le opportunità non mancano e, come ho sentito dire a Martin Pring, “c’è sempre un treno pronto”, che viene perso a causa dei nostri pregiudizi intrinseci. E si tratta di opportunità perse che hanno un costo considerevole, dimenticando che l'obiettivo finale di un tecnico dei mercati, consapevole e preparato, è proprio questo: eliminare i pregiudizi. Anche se personalmente riconosco che non è facile. Faccio parte del mondo dei grafici e dell’analisi tecnica più in generale da ormai 34 anni e ci sono momenti in cui anch'io mi ritrovo con questi pregiudizi intrinseci, distorcendo di base un processo cognitivo che dovrebbe rimanere il più logico e lineare possibile.
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