Indicazioni contrastanti quelle arrivate dai meeting delle due principali Banche centrali del pianeta. Dalla Federal Reserve, ed in particolare da Jerome Powell, è arrivato un libera-tutti (che forse ha spiazzato, viste le dichiarazioni arrivate negli ultimi giorni, anche alcuni membri del board) che ha fatto scattare l’entusiasmo sui mercati. A riportare un po’ la calma è stata Christine Lagarde, che al contrario dell’omologo statunitense ha evitato (forse giustamente) di parlare di riduzioni dei tassi nel 2024.
Al momento sembrerebbe improbabile che una discesa dell’inflazione “core” ed un peggioramento del quadro macroeconomico possano portare a riduzioni dei tassi nei prossimi mesi e, di conseguenza, l’euforia degli operatori sembrerebbe prematura.
Probabilmente sulle valutazioni di Powell, che è cosciente che potrebbe passare alla storia come un moderno Arthur Burns (il presidente della Fed che negli anni ‘70 non riuscì a controllare l’inflazione), a pesare sono anche motivazioni politiche in vista delle presidenziali del prossimo anno.
La prudenza è d’obbligo in scia di quanto sta accadendo e di quanto potrebbe accadere sul mercato energetico, a causa delle tensioni innescate dagli attacchi degli Houthi yemeniti contro le navi straniere. Circa il 12% del commercio globale passa attraverso lo stretto di Bab el-Mandeb all’estremità meridionale del Mar Rosso: è importante quanto il Canale di Suez all’estremità settentrionale. Secondo Marco Forgione dell’Institute of Export and International Trade di Londra, circa il 10% del petrolio mondiale, l’8% del gas naturale liquefatto e il 30% delle spedizioni di container utilizzano lo stretto passaggio d’acqua.
Diverse grandi compagnie, tra cui la compagnia petrolifera BP, stanno dirottando i carichi intorno all’Africa per evitare l’area, aggiungendo due settimane ai viaggi. Lunedì gli Stati Uniti hanno annunciato una coalizione di 10 nazioni per contrastare gli attacchi dei ribelli Houthi, un movimento isamista nello Yemen.
Si tratta di movimenti che ci ricordano che non possiamo dare niente per scontato e che le nostre valutazioni possono cambiare da un momento all’altro. Di tutto questo, e di tanto altro, si parlerà nella puntata di oggi di House of Trading.
House of Trading: cosa è successo nell’ultima puntata Nell’ultima puntata, la squadra dei Trader, composta da Nicola Para e da Nicola Duranti, ha utilizzato i Turbo Certificate di BNP Paribas per investire al rialzo sul Bund e sul Natural Gas, ed entrambe le operazioni sono a mercato, sull’Euro/Dollaro, questa operazione ha raggiunto il target (+5,31%), e sull’oro (stop loss, -5,16%).
Nel caso invece dei deal inseriti dagli analisti, la squadra era composta da Riccardo Designori e da Luca Fiore, i “long” sulle azioni Bayer ed Enel non sono divenuti operativi, quello sul titolo Mediobanca è a mercato (-2,18%) mentre l’operazione sul petrolio Brent ha raggiunto l’obiettivo (+12,6%).
Guardando alla classifica, i Trader risultano in vantaggio con 62 punti contro i 45 degli Analisti (2 carte a mercato per i primi, 5 per i secondi).
Cosa attendersi dalla puntata di oggi Nella puntata di oggi, 19 dicembre 2023, la squadra dei Trader sarà formata da Nicola Para e da Nicola Duranti mentre i due analisti saranno Enrico Lanati ed il conduttore Riccardo Designori. I primi investiranno sul cambio euro/dollaro, sull’oro, sul Petrolio WTI e sul Bund. Gli analisti punteranno invece sulle azioni Pfizer e Campari, sull’indice S&P500 e sull’oro.
Per quanto riguarda il sondaggio, riflettori puntati sugli indici di Borsa: Rally di Natale, da oggi all'8 gennaio quale indice di Borsa farà meglio? È possibile scegliere tra Dax, FTSE Mib, Nasdaq 100 e S&P500.
L’appuntamento, come di consueto, è alle 17:30. È possibile seguire la diretta di House of Trading a questo link: it.tradingview.com/streams/relk6X4sFT .
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