FTSE MIB - MTY in Chiusura (aggiornamento)Mi sono accorto che il grafico precedente era davvero poco chiaro...ad ogni modo
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Siamo in chiusura di MTY, ma credo che stiamo anche per far partire il prossimo TCY, quindi direi non il momento giusto per aprire posizioni short, semmai alleggerire la posizione presa il 20 Novembre sul setup di Max segnalato
Questo vale ovviamente per me.
Il target del TCY in corso sta credo sull'angolo evidenziato, quindi intorno a 28990 / 28995 idealmente da raggiungere entro domani mattina prima ora (meglio oggi in chiusura).
Ho indicato i possibili scenari cui possiamo assistere. Se superiamo la fascia 29400/29450 mi attenderei un possibile Max tra il 27 e 28 Novembre, che potrebbero quindi essere la conclusione del TCY Max. In questo scenario la conclusione del TCY Index (la cui partenza non è ancora confermata) sarebbe attesa tra il 7 e 8 Dicembre.
Andiamo con ordine, guardando il TYL ed il TCY. Il MTY certamente ha le ore contate e così pure il ITM (atteso completarsi entro la prima metà di Gennaio '24 (idealmente a Dicembre '23)
Contiene un'immagine
UN DATO ANTICIPATORE CHE OGNI INVESTITORE DOVREBBE MONITORAREBuongiorno a tutti!
L’analisi di oggi si concentra su un particolare indicatore macroeconomico che ha la capacità di prevedere le tendenze future, un elemento chiave che ogni investitore dovrebbe tenere d’occhio.
1. LE ASPETTATIVE DI INFLAZIONE DEI CONSUMATORI
Venerdì 8 dicembre è stata una giornata significativa poiché sono stati rilasciati due dati macroeconomici cruciali: le buste paga del settore non agricolo (NFP) e il tasso di disoccupazione. Ecco i dettagli:
• Le buste paga del settore non agricolo (NFP) hanno registrato un valore di 199K, superando le aspettative di 188K e mostrando un incremento rispetto alla precedente lettura di 150K
• Il tasso di disoccupazione si è attestato al 3.7%, inferiore sia alle aspettative del 3.9% che alla precedente lettura, anch’essa del 3.9%
Tuttavia, questi non sono stati gli unici dati rilevanti della giornata. Un altro dato di rilievo è stato l’indice di fiducia dei consumatori, rilasciato dall’Università del Michigan, che ha mostrato un aumento a 69.4 punti, in netto miglioramento rispetto ai 61.3 punti della precedente rilevazione.
Infine, un sottoindice del dato sulla fiducia dei consumatori, sempre rilasciato dall’Università del Michigan, ha suscitato particolare interesse: si tratta delle aspettative di inflazione dei consumatori per l’anno a venire. Questo dato, illustrato nella figura successiva, sarà il protagonista dell’analisi di oggi.
Le aspettative di inflazione dei consumatori. Grafico mensile
Si può notare un cambiamento significativo nelle aspettative dei consumatori riguardo all’inflazione. In dettaglio:
• La rilevazione di novembre indicava un tasso di inflazione previsto del +4.5%
• L’ultima rilevazione ha segnato un tasso del +3.1%, un livello che non si registrava da marzo 2021
Le aspettative di inflazione sono state sicuramente influenzate dalla recente diminuzione dei prezzi della benzina. Come si può vedere nel grafico successivo, dal picco raggiunto l’11 agosto 2023, il prezzo di questa risorsa energetica ha registrato un calo di oltre 30 punti percentuali, scendendo a 2.04$.
Il recente crollo dei prezzi della benzina; importanti la resistenza a 2.32$ e il supporto 2.02$. Grafico giornaliero
La correlazione tra i prezzi della benzina e le aspettative di inflazione dei consumatori è evidenziata nel grafico seguente. Questo dimostra come le variazioni nel costo della benzina possano avere un impatto diretto sulle previsioni inflazionistiche.
La correlazione positiva tra prezzi della benzina e aspettative di inflazione a un anno. Grafico mensile
2. LE ASPETTATIVE DI INFLAZIONE DEI CONSUMATORI SONO UN LEADING INDICATOR
Potreste chiedervi perché ho condiviso questo specifico dato macroeconomico, derivante da un sondaggio. La ragione è semplice: esso funge da indicatore anticipatore. In particolare, come dimostrano le prossime tre figure, le aspettative di inflazione a un anno tendono a prevedere il tasso di inflazione, calcolato su base mensile rispetto all’anno precedente.
Le aspettative di inflazione dei consumatori hanno anticipato l’indice dei prezzi al consumo a/a negli anni ’80. Grafico mensile
Le aspettative di inflazione dei consumatori hanno anticipato l’indice dei prezzi al consumo a/a negli anni 2000. Grafico mensile
Le aspettative di inflazione dei consumatori hanno anticipato l’ultimo picco dell’indice dei prezzi al consumo a/a nel 2022. Grafico mensile
Analizzando un periodo storico più esteso, si può notare una forte correlazione positiva tra le aspettative di inflazione dei consumatori e il tasso di inflazione effettivo rilevato. Questo suggerisce che le previsioni dei consumatori tendono ad essere un indicatore affidabile dell’inflazione futura.
La correlazione positiva tra aspettative di inflazione dei consumatori e tasso di inflazione anno/anno. Grafico mensile
3. ASPETTATIVE DI INFLAZIONE DEI CONSUMATORI, FEDERAL RESERVE E…OBBLIGAZIONI
Data la capacità predittiva delle aspettative di inflazione dei consumatori, è naturale chiedersi se queste possano influenzare le decisioni di politica monetaria della Federal Reserve; la risposta è affermativa. Infatti, uno degli obiettivi della Federal Reserve è proprio la stabilità dei prezzi.
Le aspettative di inflazione sono attentamente monitorate perché possono influenzare le spese correnti dei consumatori. Ecco perché:
• Se ci attende un’inflazione del +10% per l’anno prossimo, è plausibile che i consumatori aumenteranno la loro domanda e quindi le spese per acquistare prodotti che probabilmente costeranno di più l’anno successivo
• Al contrario, se si prevede un’inflazione del +0.5%, è probabile che i consumatori posticiperanno alcune spese che costeranno meno l’anno seguente
Nel primo scenario, un aumento delle aspettative di inflazione porterà ad un aumento del tasso di inflazione effettivo a causa dell’aumento della domanda di beni e servizi. Nel secondo scenario, ci sarà una diminuzione, che potrebbe essere uno dei fattori scatenanti di una deflazione.
Ecco perché un calo così significativo delle aspettative di inflazione, al 3.1%, deve essere attentamente monitorato. C’è, tuttavia, un altro motivo importante: le aspettative dei consumatori possono influenzare direttamente le decisioni di investimento degli investitori.
Facciamo un esempio: come illustrato nel grafico seguente, esiste una correlazione positiva tra le aspettative di inflazione e l’indice TIP/IEF.
La correlazione positiva tra TIP/IEF e aspettative di inflazione dei consumatori. Grafico mensile
• Quando le aspettative di inflazione crescono, le obbligazioni indicizzate all’indice dei prezzi al consumo (ETF TIP) tendono a sovraperformare quelle non indicizzate con una duration simile (ETF IEF)
• Al contrario, quando le aspettative di inflazione calano, è l’ETF IEF a sovraperformare l’ETF TIP
Questo fenomeno non è casuale, ma un riflesso delle dinamiche del mercato.
Spero che queste informazioni vi offrano nuovi spunti di riflessione. Ricordate, tuttavia, che questo “indicatore anticipatore” che ho presentato oggi non è infallibile. Non dovreste aspettarvi che ogni sua lettura anticipi ogni variazione successiva dell’indice dei prezzi al consumo. Un’altra insidia che presenta è la sua volatilità, che è notevolmente superiore rispetto al tasso di inflazione tradizionale.
Alla prossima!
MIB: continua il rallyIl nostro indice, dopo aver raggiunto i 30.000 punti, sembra essere ancora in forma per celebrare il 2023. DAX ed Eurostoxx hanno segnato nuovi massimi storici, mentre gli indici USA, leggermente in ritardo rispetto ai massimi di gennaio 2021, continuano a guadagnare punti. La prossima settimana sarà decisiva, con il duplice appuntamento della FED e delle scadenze tecniche delle "tre streghe". Se, al termine di questa settimana, i livelli di prezzo manterranno questa spinta, potremo assistere a ulteriori rinnovi dei massimi per l'intero mese di gennaio; in caso contrario, sarà bene iniziare a considerare la chiusura del ciclo biennale inverso iniziato a gennaio 2021, che comporterebbe una significativa correzione.
La presente è la mia visione e non rappresenta un sollecito ad operare, investire o disinvestire.
Russel 2000: Il Cavallo da Corsa del 2024?L'Indice Russell 2000, rappresentativo di 2.000 aziende a bassa capitalizzazione, costituisce il segmento più esclusivo del Russell 3000, abbracciando quasi il 98% delle azioni quotate negli Stati Uniti. Ogni giugno, assistiamo a un riequilibrio dell'indice con nuovi ingressi e uscite.
Attualmente, l'attenzione del mercato americano è rivolta ai dati sull'occupazione e alla lotta contro l'inflazione, dando priorità alla domanda. Nonostante ciò, la struttura a medio termine si trova in un'ampia tendenza laterale, con chiari livelli di resistenza e supporto che delineano il quadro.
L'indice Russell 2000 reagisce fortemente alla crescita del PIL, gestita attentamente dalla Federal Reserve per controllare l'inflazione. La sua traiettoria è strettamente legata alla crescita economica degli Stati Uniti, con le small caps che, a causa di bilanci più fragili, elevato debito variabile, margini di profitto più bassi e scadenze più lunghe, mostrano una maggiore vulnerabilità.
Quest'indice, tra i quattro principali indici azionari americani, ha registrato la peggiore performance con un modesto +3,5% dall'inizio dell'anno. Il Russell 2000, riflesso delle small cap statunitensi, si distingue come un indicatore altamente reattivo in periodi di miglioramento delle condizioni di mercato. La sua storia di successo si manifesta soprattutto durante la transizione della Federal Reserve da politiche di rialzo a politiche di riduzione, specialmente in fasi di stagnazione economica.
A partire dal 6 novembre, ha addirittura superato il Nasdaq 100, solitamente un avversario ostico durante le turbolenze di mercato, confermando la sua forza in scenari di incertezza con un guadagno del 7.1%.
Le small cap statunitensi, trascurate negli ultimi anni, presentano valutazioni più vantaggiose rispetto al Russell 3000, con un P/E di 12,6 e un rapporto price to book di 1,75 per l'anno in corso. Queste opportunità si delineano come potenziali stelle pronte a brillare con un cambio di politica monetaria.
In un contesto di mutevolezza, monitorare attentamente gli sviluppi dell'indice Russell 2000 potrebbe rivelarsi una mossa strategica nell'arena finanziaria.
Nell'ultimo venerdì, nonostante l'ISM Manufacturing PMI non abbia soddisfatto le aspettative, il Russell 2000 ha registrato un'impressionante impennata. Il mercato sembra focalizzato sulle aspettative di tagli ai tassi, evidenziate dalla dichiarazione neutrale del presidente della Fed Powell, senza contrastare le valutazioni del mercato.
Due motivazioni spiegano questa sorprendente performance:
1) Crollo dei rendimenti obbligazionari: A differenza delle "Magnificent Seven," capaci di prosperare nonostante tassi più elevati grazie a bassi livelli di debito, il mercato più ampio sta affrontando sfide legate ai costi di finanziamento. Il repentino calo dei rendimenti ha aperto la strada a un ritorno a un mercato pre-2020, favorevole alle small caps.
2) Ampia ripresa del mercato azionario: Si osserva un ampliamento della ripresa negli Stati Uniti e globalmente. Mentre l'S&P 500 si avvicina ai massimi dell'anno, il Russell 2000 ha ancora spazio per crescere, con performance solide anche in Europa e nei mercati emergenti.
Con il miglioramento del sentiment a novembre, gli investitori cercano valore in azioni ancora inespresse. Le small caps indebitate, tra le peggiori performer dell'anno, stanno ora ritornando con forza, considerando un possibile picco nei fondi Fed e nei rendimenti.
Potrebbe esserci una pausa intorno al 15 o 20 del mese, influenzata dalla vendita delle perdite fiscali. Tuttavia, nella seconda metà del mese, questa pressione dovrebbe esaurirsi, aprendo la strada a un autentico rally natalizio che potrebbe estendersi fino a metà gennaio, con un obiettivo di 1925, entusiasmando gli investitori prima della consueta correzione tipica di quel periodo.
Nel prossimo appuntamento dedicato all'analisi approfondita di un asset, ci concentreremo ancora di più sull'Indice Russell 2000, esplorando le opportunità di investimento attraverso un'analisi tecnica dettagliata.
Le prospettive future delineano un'avvicinamento al taglio dei tassi da parte della Fed nel corso del prossimo anno. Gli occhi degli investitori saranno puntati su settori sensibili ai tassi, come l'immobiliare, le banche e le small cap. La nostra previsione? Un promettente guadagno a due cifre per il Russell 2000 nel 2024.
Bitcoin (BTC) Analisi Tecnica e Fondamentale📈 Technical analysis BTC/USDT
The price of Bitcoin has broken the upper boundary of the parallel price channel it has been in for over a month with an impulsive movement. Currently, we are witnessing a test of the resistance level at 42,000, upon which the further direction of the price movement depends. If BTC consolidates above it, we expect the formation of a new price range of 42,000 - 44,000. From there, new impulsive price movements towards the next target of a significant resistance block at 48,000 are possible, which could serve as a trend reversal level. In this zone, we will be looking for reversal patterns to initiate short positions.
However, it's worth noting that nearly two months of upward movement have occurred with minimal retracement. RSI indicators are in the overbought zone, increasing the likelihood of a local correction before the continuation of the uptrend. If, under selling pressure, the price consolidates below the level of 38,500, we would expect a correction in the range of 0.38-0.5 Fibonacci levels. A retest of the global ascending trendline may occur in this range. Additionally, this area includes the 1W Imbalance zone, where it's necessary to close gaps at horizontal levels of trading volumes.
📉 Bitcoin market global analysis
The price of Bitcoin has precisely reached the 0.5 Fibonacci correction level from the entire decline since reaching its all-time high (ATH) in 2021. The next growth target is the 0.61 Fibonacci level, where a strong resistance level is also located.
On the daily logarithmic chart, momentum indicator readings suggest that Bitcoin is already in the overbought zone, and 42,000, 45,000, 48,000 levels may pose strong resistance. The RSI indicator has formed a bearish divergence, indicating the need for a local corrective movement. The acceleration of the latest upward impulse, like the previous ones, occurred during short sellers' position liquidations. However, this is the smallest of the liquidations since BTC broke above 30,000. Thus, the impact of this growth factor is also weakening.
If sellers push below the support level of 38,500, we would expect a correction of the entire uptrend since the beginning of this year to the 0.5 Fibonacci level and a retest of the 200-week moving average. In the same area, the weekly Imbalance zone is located at 34,000-31,000.
However, on a global scale, the BTC price is forming patterns that preceded bull markets in previous cycles.
💠 Analisi di zone e livelli per prendere decisioni di trading
L’indice di paura e avidità è nella zona di avidità a 74.
La capitalizzazione di mercato totale del mercato delle criptovalute è aumentata a 1.501 miliardi di dollari e l'indice di dominanza di Bitcoin è salito a 54,2.
Secondo l'analisi dell'accumulo di grandi blocchi di ordini nei registri degli ordini di borsa, la liquidità estrema è al livello di 38.500 e le zone di domanda e offerta si trovano ai seguenti livelli:
🟢 Zona di domanda: 30.000 - 35.000
🔴 Zona di rifornimento: 41.000 - 48.000
Livelli per posizioni lunghe:
38.500 - blocco di supporto significativo
34.000-35.000 - possibile zona di nuovo test della linea di tendenza
30.000 - livello di supporto psicologico
28.000 – nuovo test della media mobile a 200 settimane
Livelli per le posizioni corte:
45.000 - blocco di resistenza significativo
48.000 - 0,61 Livello di correzione di Fibonacci
📊 Analisi fondamentale
Secondo CoinShares, nelle ultime 10 settimane, l'afflusso di fondi nel mercato delle criptovalute ha raggiunto 1,7 miliardi di dollari. Tuttavia, le misure restrittive normative sulle società di criptovaluta potrebbero ritardare l’inizio di un mercato rialzista se gli investitori iniziassero a disinvestire dalle attività di criptovaluta. Alla luce delle notizie negative, la scorsa settimana gli utenti di Binance hanno ritirato attivamente fondi dalla piattaforma, determinando un deflusso netto di 1,2 miliardi di dollari in sole 24 ore. Tuttavia, la notizia dell’approvazione di un ETF spot sul Bitcoin potrebbe fornire un altro potente catalizzatore di crescita.
Negli ultimi sei mesi, i ricavi dei miner Bitcoin (BTC) sono diminuiti di oltre il 30%, con guadagni di novembre di circa 270 milioni di dollari in meno rispetto a quelli di ottobre. Il calo è attribuito alla volatilità della principale criptovaluta, alla forte concorrenza e all’aumento dei prezzi dell’elettricità. Considerando che la ricompensa mineraria di Bitcoin si dimezzerà nuovamente dopo il prossimo dimezzamento, è semplice calcolare il prezzo BTC richiesto affinché il mining rimanga redditizio.
Il mercato azionario ha risposto positivamente alle recenti dichiarazioni di Jerome Powell. Inoltre, l’inclusione di Uber nell’indice S&P500 ha rafforzato la fiducia degli investitori, contribuendo a un’ulteriore crescita dell’indice S&P500. Attualmente sta subendo un nuovo test del livello 4600.
🌐 Prossimi eventi nell'economia globale
Si prevede che le seguenti date porteranno una maggiore volatilità sia nei mercati azionari che in quelli delle criptovalute:
➤ 13 dicembre 2023, 21:00 - Nuova decisione sul tasso di interesse della Fed.
➤ 31 gennaio 2024, 21:00 - Nuova decisione sul tasso di interesse della Fed.
📈 È possibile prevedere l'improvvisa azione del prezzo di Bitcoin (BTC)?
Quando il mercato è fortemente influenzato dalle notizie, preferiamo affidarci ai segnali del nostro indicatore di trading. Il nostro indicatore di trading, come sempre tempestivo, ha segnalato l'attuale impulso al rialzo del mercato e ha fornito i punti di ingresso più vantaggiosi per posizioni lunghe con un rischio minimo. Grazie agli ultimi aggiornamenti, sono stati raggiunti i livelli massimi di take profit per tutti i segnali e il movimento dei prezzi è stato:
Bitcoin +10,24%
ETH +10,46%
NMT +13,41%
Inoltre, vorrei condividere la previsione dell'ultimo aumento di Bitcoin da parte della nostra intelligenza artificiale, che non solo indica la direzione, ma costruisce anche la traiettoria di ulteriori movimenti dei prezzi:
Finalmente è arrivata la conferma della forza del trend!Buongiorno a tutti. L’analisi di oggi si concentra sulle prestazioni dei mercati finanziari statunitensi nel mese di novembre, con un’attenzione particolare alle ragioni che mi portano ad avere un’ottimistica previsione per il mese di dicembre. Scoprirete che il mio ottimismo è alimentato da una tanto attesa “convergenza” tra due indici di sentiment. Ora, senza ulteriori indugi, iniziamo!
Il mese di novembre ha visto un notevole rialzo per i mercati finanziari statunitensi. Come illustrato nel grafico, tutti gli indici principali hanno registrato rendimenti positivi:
• L’S&P500 ha guadagnato un +8.62%
• Il Nasdaq è cresciuto del +8.68%
• Il Russel 2000 ha visto un incremento del +11.56%
• L’iShares Microcap ha avuto un aumento del +12.60%
Le prestazioni dei principali indici statunitensi a diversa capitalizzazione. Grafico giornaliero
Il grafico seguente mette in evidenza le performance degli 11 settori dell’S&P500. I settori ciclici hanno registrato un’ottima performance, con il settore immobiliare in testa che ha guadagnato un +13.70%. Al contrario, i settori difensivi, come quello dei beni difensivi e sanitario, hanno mostrato una crescita meno significativa. Il settore energetico, influenzato dal trend ribassista del petrolio, ha registrato la performance più debole con un incremento di soli +0.18% punti percentuali.
Le prestazioni dei settori dell’S&P500. Fonte: Finviz
Le obbligazioni di diverso grado di rischio hanno anch’esse mostrato performance positive:
• TLT, che riflette il movimento dei titoli di stato a lunga duration, ha registrato un incremento del +9.27%
• LQD, che segue il movimento delle obbligazioni societarie investment grade, ha guadagnato 6.9 punti percentuali
• HYG, che riflette il movimento delle obbligazioni societarie ad alto rendimento, ha realizzato un +4.3%
Le diverse prestazioni dei bond statunitensi. Grafico giornaliero
Considerando le performance mensili, gli investitori che detengono un portafoglio classico 60/40 (60% S&P500, 40% TLT) avranno sicuramente motivo di essere entusiasti. Come illustrato nel grafico successivo, questo tipo di portafoglio ha realizzato una performance di 9.40 punti percentuali nel mese di novembre.
Rendimenti mensili (2023) di un portafoglio 60/40 classico, orientato negli Stati Uniti.
La figura successiva fornisce una spiegazione per questi acquisti. Gli investitori hanno mostrato una forte propensione al rischio durante tutto il mese di novembre, iniziando a scontare uno scenario di crescita economica. Questo ottimismo è stato alimentato da aspettative di inflazione al ribasso e da previsioni di un allentamento della politica monetaria.
Queste aspettative sono derivate dalle tendenze dei tre indici di forza SPHB/SPLV, TIP/IEF e LQDH/LQD.
(Se stai leggendo una mia analisi per la prima volta e non conosci questi tre indici, ti consiglio di guardare il video in fondo alla pagina o di approfondire l’argomento cliccando sul link seguente):
Le tendenze dei tre indici di sentiment. Grafico giornaliero
È naturale che qualcuno possa chiedersi: “Qual è la conferma della forza del trend”? La risposta è… una divergenza che si è trasformata in una convergenza!
Il grafico successivo illustra la correlazione positiva tra due indici di sentiment sulle aspettative economiche: SPHB/SPLV e IWC/SPY. Questa correlazione può essere facilmente spiegata:
• Quando le aspettative economiche sono di crescita, le società cicliche ad alta volatilità (SPHB) tendono a sovraperformare quelle difensive a bassa volatilità (SPLV). Lo stesso vale per le microcap rispetto all’S&P500: in un contesto di aspettative di crescita economica, le microcap cicliche dovrebbero offrire performance migliori rispetto alle società dell’S&P500 data la maggiore volatilità, legata alla loro sensibilità alla domanda dei consumatori statunitensi (le microcap operano a livello nazionale, non internazionale)
La correlazione positiva tra SPHB/SPLV e IWC/SPY. Grafico settimanale
Ho approfondito IWC/SPY in maniera fortemente dettagliata al seguente link:
Secondo la logica precedentemente citata, gli indici SPHB/SPLV e IWC/SPY dovrebbero rimanere sempre in convergenza. Tuttavia, come illustrato nel grafico successivo, questi indici sono stati in divergenza per un periodo di tempo significativo.
La divergenza tra i due indici di sentiment. Grafico giornaliero
Questo ha rappresentato per me un segnale di attenzione, per una ragione molto semplice:
• Le divergenze possono talvolta anticipare un’inversione di tendenza
Tuttavia, dal 10 novembre, anche IWC/SPY, dal minimo raggiunto, sembra aver invertito la sua tendenza di brevissimo periodo, come mostra la figura successiva.
IWC/SPY ha invertito la sua tendenza di brevissimo termine. Grafico giornaliero
Questo mi rende più ottimista per l’ultimo mese dell’anno. Ma significa che sarà necessariamente positivo? Prestate attenzione a quanto segue:
• Tasso di disoccupazione e NFP: 8 dicembre (da monitorare per le aspettative di crescita economica)
• Comunicazione sul tasso di inflazione: 12 dicembre (se fosse in aumento, potrebbe influenzare l’indice TIP/IEF, che potrebbe tornare rialzista)
• Riunione della Federal Reserve: 13 dicembre (da tenere d’occhio per le aspettative sull’allentamento della politica monetaria)
Rimaniamo sintonizzati! Un saluto a tutti.
DOLLAR INDEX SOTTO PRESSIONE!La sotto performance dell'USD continua mentre i tassi e i rendimenti statunitensi rimangono sotto pressione ribassista.
Nell'immagine precedente possiamo notare la debolezza del dollaro nei confronti delle altre valute su base mensile.
Il calo dell’inflazione statunitense è diventato un punto di debolezza fondamentale per l’USD poiché alimenta le aspettative del mercato di una svolta accomodante della Fed nel 2024.
Detto questo, ritengo che i mercati siano andati ben oltre, scontando già tagli dei tassi da parte della Fed.
La FED potrebbe deludere le aspettative accomodanti del mercato, in parte perché la recente tendenza disinflazionistica potrebbe rallentare nei prossimi mesi.
Ciò potrebbe aiutare il dollaro USA a consolidarsi all’inizio del 2024.
Ieri sono stati rilasciati i dati relativi il PIL trimestrale, 5,2% contro 4,9% precedente.
Gli aggiustamenti verso l'alto del PIL sono stati attribuiti principalmente all'aumento delle scorte e della spesa pubblica.
Dal punto di vista del mercato, l'aspetto degno di nota di questo rapporto potrebbe essere la decelerazione della spesa dei consumatori.
Anche Dollar Tree ha rivisto al ribasso la sua guidance, sottolineando le sfide affrontate dai consumatori a basso reddito.
Entrambi i fattori suggeriscono un imminente rallentamento dell'attività dei consumatori, che potrebbe alleviare i timori per l'inflazione.
I primi segnali provenienti da Germania e Spagna sono stati incoraggianti: l’inflazione nell’eurozona sta diminuendo più rapidamente del previsto, anche sul fronte core.
I mercati stanno già scontando un allentamento di 75 punti base da parte della Banca Centrale Europea nel 2024, senza nessuna possibilità di ulteriori aumenti.
Soprattutto, l’attenzione sembra essere molto più focalizzata sul deterioramento delle prospettive di crescita che su un ben noto rallentamento dell’inflazione.
Detto ciò, un'inflazione più bassa non è quasi mai positiva per una valuta e potrebbe limitare lo spazio di rialzo dell'euro.
Buona trading a tutti
L’Indice Economico: Prospettive Incerte e Segnali di RecessioneIl Leading Economic Index (LEI) fornisce una prospettiva avvincente sui punti cruciali del ciclo economico e sul futuro a breve termine dell'economia. A ottobre 2023, il LEI degli Stati Uniti ha registrato una significativa contrazione dell'0,8%, lanciando l'allarme di un'imminente recessione. La Senior Manager della Conference Board attribuisce questo calo a aspettative negative dei consumatori, ordini industriali in ribasso, un crollo in borsa e condizioni creditizie più restrittive. Nonostante un breve rallentamento a settembre, il LEI ha ripreso a indicare una recessione imminente. La previsione? Una breve contrazione economica guidata da inflazione elevata, tassi d'interesse elevati e riduzione della spesa dei consumatori.
Il Coincident Economic Index (CEI) è rimasto saldo a ottobre, evidenziando un modesto incremento nell'ultimo semestre. Tra i componenti, l'occupazione e il reddito personale hanno svolto un ruolo chiave, suggerendo una resilienza nell'economia attuale.
Il Lagging Economic Index (LAG) ha mostrato un modesto miglioramento a ottobre 2023, segnando un possibile punto di svolta nella crescita annuale del LEI.
L'analisi si avvale del "3D’s rule" per anticipare recessioni, esaminando durata, profondità e diffusione della contrazione. La diffusione, misurata attraverso un indice, indica la recessione quando scende sotto il 50. La previsione si basa su aspetti come occupazione, ordini industriali, mercato azionario e condizioni di credito.
La Conference Board, utilizzando dieci componenti per costruire il Leading Economic Index, ha notato un cambio nelle aspettative sull'economia americana, evidenziando uno "sbilanciamento" con una crescita annuale del PIL dell'0,8%.
Passando alle banche centrali, la leva dei tassi è al centro del palcoscenico, decidendo fino a quando danneggiare la domanda. Negli USA, carte revolving al 22%, mutui al 7,5%, risparmi minimi e le piccole imprese finanziate al 10% secondo l'indice Russel 2000, che stagna rispetto agli altri indici(+ 0% da inizio anno). La FED crea le condizioni per un forte rallentamento economico e un possibile hard landing, nonostante i dati puntino a un soft landing.
La recessione, così ampiamente prevista, ha tardato ad arrivare grazie a un audace deficit fiscale dell'8% da parte dell'amministrazione americana, stimolando l'economia e rendendola sorprendentemente resiliente. Nel 2024, i catalizzatori chiave saranno la politica fiscale americana, influenzata dalle elezioni, e le mosse della Fed nella politica monetaria. Questi elementi delineeranno se ci dirigiamo verso un hard o soft landing, nonostante tutti i dati e i mercati suggeriscano quest'ultima ipotesi.
Infine, l'oro, come rifugio contro l'inflazione, sfida le aspettative. Valutato oltre i 2.000, il suo valore, nonostante l'assenza di dividendi, si eleva grazie alla sua unicità in scenari disinflazionistici macroeconomici.
PORTAFOGLI 50-50: METRICHE E PRESTAZIONI NEL CICLO ECONOMICOBuongiorno a tutti. Oggi, ci concentreremo nuovamente sui portafogli di investimento 50-50 (50% in azioni, 50% in obbligazioni); l’obiettivo è esaminare il loro rendimento nel lungo periodo, specificamente da gennaio 2008 ad ottobre 2023. Cercheremo di comprendere le loro caratteristiche e valutare le loro prestazioni durante le diverse fasi del ciclo economico.
Vorrei ricordare che i portafogli creati non tengono conto del rischio di cambio né delle commissioni, e sono basati su ETF quotati negli Stati Uniti. Se desiderate informazioni su ticker e ISIN degli stessi ETF quotati sulla borsa italiana, non esitate a contattarmi. Vorrei sottolineare che queste non sono raccomandazioni di investimento, ma l’analisi ha l’obiettivo di attivare le logiche di investimento. Molti concetti espressi nell’analisi precedente non saranno ripetuti nuovamente; pertanto, per una piena comprensione dei contenuti, vi consiglio di approfondire l’analisi precedente al seguente link.
Fatta questa introduzione, vi auguro una buona lettura!
1. UNA BREVE SINTESI DELL’ANALISI PRECEDENTE
L’obiettivo dell’analisi precedente era di creare due portafogli di investimento 50-50: uno ciclico e uno difensivo, e confrontarli con un portafoglio 50-50 equilibrato. Le relative ponderazioni di questi portafogli sono illustrate nelle due figure seguenti.
Il portafoglio 50-50 ciclico
Il portafoglio 50-50 difensivo
Il portafoglio 50-50 equilibrato
I due portafogli di investimento avevano obiettivi distinti:
• Il portafoglio ciclico mirava a massimizzare i guadagni durante i periodi di aspettative di crescita economica
• Il portafoglio difensivo, invece, mirava a massimizzare i guadagni (o a proteggere il capitale) durante i periodi di aspettative di rallentamento economico
L’indice di sentiment utilizzato per determinare le aspettative economiche degli investitori era SPHB/SPLV.
Si era osservato che:
• Nelle fasi di risk on, con SPHB/SPLV rialzista, il portafoglio ciclico tendeva a sovraperformare quello equilibrato. Solo nel 2014, il portafoglio equilibrato aveva avuto prestazioni migliori
• Nelle fasi di risk off, con SPHB/SPLV ribassista, il portafoglio difensivo tendeva a sovraperformare quello equilibrato. Solo nel 2019, il portafoglio equilibrato aveva avuto prestazioni migliori
2. LA CRESCITA DEI DUE PORTAFOGLI DAL 2008 AD OTTOBRE 2023
La seguente grafica illustra l’evoluzione dei due portafogli 50-50 ciclico e difensivo da gennaio 2008 fino ad ottobre 2023.
La crescita dei due portafogli di investimento
Entrambi i portafogli hanno mostrato una crescita costante nel corso del tempo. Escludendo i costi di negoziazione, le spese di transazione e le tasse effettive sui rendimenti degli investimenti, possiamo notare che:
• Il portafoglio ciclico ha generato un profitto di 377$ da un investimento iniziale di 100$ (o 257$ se si tiene conto dell’inflazione)
• Il portafoglio difensivo ha prodotto un profitto di 247$ da un investimento iniziale di 100$ (o 169$ se si tiene conto dell’inflazione)
Nella figura successiva, che rappresenta i rendimenti annuali dei due portafogli, si possono osservare ulteriori dettagli.
Rendimenti annuali dei due portafogli
• Nel corso di 16 anni, il portafoglio ciclico ha registrato tre anni di rendimento negativo, mentre il portafoglio difensivo ne ha avuti quattro (tenendo presente che il 2023 non è ancora concluso).
• In 16 anni, il portafoglio ciclico ha sovraperformato quello difensivo 11 volte.
Le due figure seguenti mostrano le performance mensili dei due portafogli dal 2008 al 2023.
Le prestazioni mensili del portafoglio ciclico da gennaio 2008 a ottobre 2023
Le prestazioni mensili del portafoglio difensivo da gennaio 2008 a ottobre 2023
3. LE METRICHE DEI DUE PORTAFOGLI
Analizzando le performance dei due portafogli, potremmo essere portati a pensare che, nel lungo termine, possano generare rendimenti interessanti. Tuttavia, quali sono i rischi associati? Quanto sono efficienti? Possiamo rispondere a queste domande esaminando le principali metriche illustrate nella figura successiva.
Le principali metriche dei due portafogli
Focalizziamoci sul CAGR, sulla deviazione standard, sul massimo drawdown e sui rapporti di Sharpe e Sortino, cercando di spiegare in modo semplice cosa rappresentano. Questi indicatori ci aiuteranno a comprendere meglio il rischio e l’efficienza dei portafogli.
• Il CAGR (Tasso di Crescita Annuo Composto) rappresenta il rendimento medio annuale dei due portafogli. Il portafoglio ciclico ha un CAGR dell’8.75% (6.15% se si tiene conto dell’inflazione), che è superiore a quello del portafoglio difensivo, che è del 5.88% (3.36% se si tiene conto dell’inflazione)
• La deviazione standard è un indicatore della volatilità del portafoglio e, quindi, del suo rischio. Il portafoglio ciclico ha una deviazione standard del 11.56%, mentre il portafoglio difensivo una del 9.85%. Questi valori si riferiscono alla volatilità annualizzata; la volatilità mensile è del 3.34% per il portafoglio ciclico e del 2.84% per il portafoglio difensivo. È importante sottolineare che la deviazione standard misura la volatilità di un portafoglio rispetto a sé stesso, non rispetto a un benchmark come l’S&P500. Per misurare la volatilità rispetto all’S&P500, è necessario conoscere i due beta, che in questo caso sono 0.64 per il portafoglio ciclico e 0.21 per il portafoglio difensivo
Basandosi solo su questi due punti si potrebbe dedurre che, in media, investire in un portafoglio 50-50 ciclico potrebbe essere più vantaggioso. Nonostante presenti un rischio maggiore, sembra in grado di generare rendimenti superiori. Ma significa che il portafoglio ciclico si è dimostrato più efficiente dal 2008 ad oggi? Per rispondere a questa domanda, possiamo fare riferimento a due indicatori: il rapporto di Sharpe e il rapporto di Sortino. Questi ci permetteranno di valutare l’efficienza dei portafogli.
• I due rapporti servono per indicare il rendimento ottenuto da un investimento rispetto al rischio assunto. Sebbene siano simili, differiscono nella loro costruzione, in particolare nel denominatore della formula matematica con la quale essi sono calcolati; infatti:
Formule matematiche di calcolo dei due rapporti
Il rapporto di Sharpe considera sia la volatilità positiva (che accompagna i portafogli al rialzo) che quella negativa (che accompagna i portafogli al ribasso), mentre il rapporto di Sortino considera solo la volatilità negativa.
Più alti sono questi valori, più efficiente è il portafoglio. In particolare:
• Il rapporto di Sharpe del portafoglio ciclico è 0.71, mentre quello del portafoglio difensivo è 0.54
• Il rapporto di Sortino del portafoglio ciclico è 1.10, mentre quello del portafoglio difensivo è 0.82
Da tutte le osservazioni, sembra che il portafoglio ciclico possa essere più vantaggioso. Nonostante presenti un rischio maggiore (in termini di volatilità), offre un CAGR più alto e si dimostra più efficiente.
Tuttavia, c’è un altro rischio da considerare: il massimo drawdown.
• Il massimo drawdown rappresenta la differenza tra il picco più alto e quello più basso raggiunto da un portafoglio di investimento
Nella figura successiva è possibile osservare tutti i drawdown registrati dai due portafogli.
Tutti i drawdown dei due portafogli da gennaio 2008 a ottobre 2023
La figura successiva offre un’analisi più dettagliata, mostrando le caratteristiche dei 10 peggiori drawdown per entrambi i portafogli. Questi includono:
• L’inizio del drawdown (Start)
• La fine del drawdown (End)
• La durata totale del drawdown, dal picco massimo al minimo (Length)
• Il mese in cui il portafoglio si è ripreso (Recovery By)
• Il tempo necessario per la ripresa (Recovery Time)
• Il periodo in cui il valore del portafoglio è rimasto al di sotto del suo picco massimo (Underwater period)
I peggiori 10 drawdown dei due portafogli e le relative caratteristiche
Attraverso la media dei 10 peggiori drawdown è possibile ottenere un parametro che può essere approssimativamente definito come “rischio medio di peggior drawdown”. Le medie risultanti sono le seguenti:
• Il portafoglio ciclico ha un rischio medio del -9.90%
• Il portafoglio difensivo presenta un rischio poco più contenuto, del -9.8%
Nonostante questi due rischi siano praticamente equivalenti, la figura precedente dimostra che, in media, un portafoglio ciclico tende a recuperare i drawdown in un lasso di tempo significativamente più breve rispetto al portafoglio difensivo.
Per fornire un quadro più preciso, è possibile calcolare le medie dei tempi di recupero, escludendo i drawdown del 2023:
• Il portafoglio ciclico impiega in media 2.55 mesi per recuperare
• Il portafoglio difensivo impiega in media 6.88 mesi per recuperare
Il portafoglio ciclico ha raggiunto il suo massimo drawdown durante la recessione del 2008, mentre il portafoglio difensivo ha registrato il suo durante l’aumento dei tassi di interesse e l’impennata dell’inflazione nel biennio 2022-2023. Questo suggerisce che, sebbene entrambi i portafogli siano generalmente efficienti, tendono a subire perdite significative in specifici contesti: la fase 1 del ciclo economico per il portafoglio ciclico e la fase 6 per il portafoglio difensivo.
4. LE PRESTAZIONI DEI DUE PORTAFOGLI NELLE SEI FASI DEL CICLO ECONOMICO
Concludiamo l’analisi esaminando le performance previste per entrambi i portafogli nelle diverse fasi del ciclo economico, come illustrato nella figura successiva.
Le prestazioni dei due portafogli di investimento nelle sei fasi del ciclo economico
FASE 1 DI RECESSIONE
Portafoglio ciclico: Questa è la fase in cui il portafoglio ciclico realizza le peggiori prestazioni. Gli ETF sui settori tecnologici (XLK) e sui beni di consumo discrezionali (XLY) sono fortemente ribassisti. Questo accade perché durante la fase 1, gli investitori tendono a disinvestire dai settori ad alta volatilità (e quindi ad alto rischio) a causa di un forte sentimento di avversione al rischio. La debolezza di questi due settori durante la recessione può essere attribuita anche alla loro ciclicità. Le obbligazioni high yield non performano bene, poiché vengono vendute dagli investitori in quanto considerate bond ad alto rischio. Le obbligazioni societarie investment grade si comportano un po’ meglio (neutrali-rialziste in caso di lieve recessione, ribassiste nel caso opposto). L’unico ETF del portafoglio che performa bene in questa fase è IEF (obbligazioni del tesoro americano), che beneficia della domanda di beni rifugio. (Ho trattato questi argomenti “obbligazionari” in maniera molto ampia
Portafoglio difensivo: In questa fase, il portafoglio difensivo può registrare una performance neutrale-rialzista o neutrale-ribassista, ma in ogni caso, non subisce forti cadute. Il motivo è semplice: in caso di lieve recessione, TLT si apprezzerebbe a causa dell’inflazione in rallentamento e del taglio dei tassi di interesse, mentre i tre ETF difensivi XLU (settore utilities), XLV (settore sanitario) e XLP (settore dei beni di prima necessità) registrerebbero performance neutrali, essendo settori a bassa volatilità e in grado di generare utili e fornire dividendi anche in condizioni economiche avverse. In caso di forte recessione, il portafoglio dovrebbe registrare performance neutrali-ribassiste: i tre ETF azionari sarebbero ribassisti (ma sovraperformerebbero al rialzo l’S&P500 visto il loro beta inferiore ad 1), colpiti dalla svendita di azioni a causa del clima di panico. La loro prestazione negativa sarebbe comunque bilanciata dalle prestazioni molto positive di TLT, ad alta duration, favorite da un massiccio taglio dei tassi di interesse.
FASE 2 DI MASSIMA CONTRAZIONE
Portafoglio ciclico: Durante la fase 2, il portafoglio ciclico raggiunge il suo massimo drawdown, sostenuto dalle politiche monetarie espansive tipiche di questa fase. Il Quantitative Easing (QE) della banca centrale contribuisce a rafforzare il prezzo delle obbligazioni corporate investment grade (LQD) e migliora il sentiment degli investitori che, con un atteggiamento cautamente positivo, iniziano gradualmente a reinvestire in asset ad alto rischio (XLY, XLK e HYG). L’ETF IEF è rialzista in questa fase, sostenuto da politiche monetarie espansive e bassi livelli di inflazione. In generale, il portafoglio si presenta neutrale durante questa fase, tendendo al ribasso nella prima metà (della fase 2) e al rialzo nella seconda metà.
Portafoglio difensivo: Il portafoglio difensivo mostra un andamento generalmente positivo durante la fase 2, grazie alle ottime performance di TLT (che rappresenta il 50% del portafoglio) e all’andamento neutrale dei settori difensivi.
FASE 3 DI RIPRESA ECONOMICA
Portafoglio ciclico: Durante questa fase, il portafoglio ciclico passa da un andamento neutrale a un trend rialzista. Grazie al sentiment positivo degli investitori, stimolato dalla ripresa economica e dall’aumento degli utili societari, gli ETF XLK e XLY, così come le obbligazioni high yield e quelle investment grade, registrano buone performance. Anche l’ETF IEF si comporta bene, sostenuto dalle politiche monetarie espansive e da bassi livelli di inflazione.
Portafoglio difensivo: Il portafoglio difensivo mantiene un trend rialzista anche durante la fase 3. L’ETF TLT continua a essere rialzista (più di IEF, data la sua maggiore duration) e i settori difensivi mostrano una rinnovata forza, sebbene siano meno rialzisti rispetto all’indice di riferimento S&P500.
FASE 4 DI ESPANSIONE ECONOMICA
• Portafoglio ciclico: Durante la fase 4, il portafoglio ciclico registra le sue migliori performance, con XLK, XLY e HYG in forte rialzo. Gli ETF che performano peggio in questo portafoglio sono IEF, ribassista a causa dell’aumento dell’inflazione e delle aspettative di rialzo dei tassi di interesse, e LQD, che è meno ribassista di IEF grazie al suo grado di rischio leggermente superiore
• Portafoglio difensivo: In questa fase, le performance del portafoglio difensivo passano da rialziste a neutrali-rialziste (o debolmente rialziste). Questo è dovuto al fatto che TLT subisce le stesse dinamiche di IEF, ma è più ribassista a causa della sua maggiore duration. I tre ETF difensivi sono rialzisti, ma in misura molto minore rispetto a XLY e XLK, poiché offrono rendimenti inferiori
FASE 5 DI MASSIMA ESPANSIONE
• Portafoglio ciclico: Durante la fase 5, il portafoglio ciclico presenta un andamento neutral-ribassista. Nella prima metà della fase, è neutral-rialzista grazie al rialzo di XLK e XLY, ma è frenato da LQD, IEF e HYG, che sono ribassisti a causa dell’inasprimento della politica monetaria. Nella seconda metà della fase diventa ribassista, principalmente a causa delle performance negative di tutti gli ETF, in particolare XLY e XLK, che iniziano a risentire dell’aumento del costo del denaro
• Portafoglio difensivo: Anche il portafoglio difensivo mostra un andamento neutral-ribassista in questa fase, ma si dimostra più resiliente rispetto al portafoglio ciclico. TLT registra prestazioni ribassiste, mentre XLV, XLP e XLU mantengono un andamento neutrale.
FASE 6 DI RALLENTAMENTO ECONOMICO
• Portafoglio ciclico: Durante questa fase, il portafoglio ciclico è ribassista, poiché tutti gli ETF che lo compongono sono in ribasso. Il sentiment degli investitori è di avversione al rischio e, di conseguenza, si verificano deflussi dai settori ad alto rischio come la tecnologia e i beni di consumo discrezionali, a causa dell’aumento dei tassi di interesse e del rallentamento degli utili societari. Tutti gli ETF obbligazionari performano male, colpiti dalla politica monetaria restrittiva. Tuttavia, il portafoglio ciclico è meno ribassista nella fase 6 rispetto alla fase 1, poiché il ribasso degli ETF ad alta volatilità (XLK e XLY) è moderato nella fase 6, mentre è più marcato nella fase 1.
• Portafoglio difensivo: La fase 6 è quella in cui si registra il massimo drawdown per il portafoglio difensivo. TLT è il principale responsabile del forte ribasso, mentre XLV, XLP e XLY sono moderatamente ribassisti, ma più forti rispetto a XLK e XLY.
Nella figura precedente, avrete notato che le prestazioni dei due portafogli sono state evidenziate con colori diversi: il rosso indica prestazioni negative, mentre il verde indica prestazioni positive. Entrambi i colori presentano diverse intensità per rappresentare l’intensità delle prestazioni rialziste o ribassiste dei due portafogli. Queste intensità sono espresse in percentuale. Questo metodo è stato utilizzato per fornirvi un ulteriore strumento capace di illustrare l’intensità delle prestazioni dei due portafogli:
• FASE 1
Ciclico: 75% rosso
Difensivo: 5% verde
• FASE 2
Ciclico: 5% verde
Difensivo: 35% verde
• FASE 3:
Ciclico: 50% verde
Difensivo: 75% verde
• FASE 4
Ciclico: 75% verde
Difensivo: 35% verde
• FASE 5
Ciclico e difensivo: 25% rosso
• FASE 6
Ciclico: 50% rosso
Difensivo: 75% rosso
A presto!
INVESTIMENTI 2024: I PORTAFOGLI ADATTI PER I POSSIBILI SCENARIBuongiorno.
L’analisi di oggi si propone di utilizzare l’approccio intermarket per creare due portafogli di investimento 50-50 (50% in azioni, 50% in obbligazioni). Questi portafogli sono pensati per due possibili scenari che potrebbero verificarsi nei primi mesi del 2024 negli Stati Uniti: un atterraggio morbido dell’economia o, al contrario, una recessione. I portafogli, che saranno illustrati di seguito, non considerano il rischio di cambio né le commissioni, e sono basati su ETF quotati negli Stati Uniti. Se desiderate informazioni su ticker e ISIN degli stessi ETF quotati sulla borsa italiana, non esitate a contattarmi. Vorrei sottolineare che queste non sono raccomandazioni di investimento, ma piuttosto un’applicazione pratica dei concetti che solitamente esprimo nelle mie analisi, stavolta applicati alla gestione di un portafoglio di investimento.
Buona lettura a tutti.
1. GLI INVESTITORI HANNO ASPETTATIVE DI ESPANSIONE ECONOMICA, RALLENTAMENTO DELL’INFLAZIONE E TAGLIO DEI TASSI DI INTERESSE
Il primo paragrafo dell’analisi sarà utile a comprendere le attuali aspettative degli investitori per i mesi a venire. Questo può essere fatto studiando tre diversi indici di sentiment: SPHB/SPLV, TIP/IEF e LQDH/LQD.
SPHB/SPLV è un indice che riflette le aspettative economiche. È composto dal numeratore “SPHB”, che replica il movimento dell’ETF Invesco S&P500 High Beta, e dal denominatore “SPLV”, che replica il movimento dell’ETF Invesco S&P500 Low Volatility.
L’interpretazione dell’indice di sentiment è la seguente:
• Quando le società ad alta volatilità sovraperformano quelle a bassa volatilità, l’indice sale, indicando che gli investitori hanno aspettative di crescita economica. Al contrario, quando le società a bassa volatilità sovraperformano quelle ad alta volatilità, gli investitori prevedono un rallentamento economico.
La figura successiva mostra l’andamento dell’indice dal 2020 ad oggi.
Le diverse tendenze dell’indice SPHB/SPLV. Grafico giornaliero
Ecco una descrizione della figura:
• Tra la fine del 2019 e marzo 2020, il mercato ha scontato una fase di recessione (fase 1), culminata con la massima contrazione di marzo 2020
• Tra marzo 2020 e l’anno successivo, il mercato ha scontato una fase di ripresa economica (fase 3), seguita da un’espansione (fase 4)
• Il periodo tra marzo 2021 e novembre 2021 è stato caratterizzato da incertezza, con l’indice in una fase di distribuzione, a causa delle aspettative di massima espansione economica (fase 5)
• Per tutto il 2022, le aspettative erano di un rallentamento economico, con SPLV che sovraperformava SPHB
• Dal 27 dicembre 2022, con alti e bassi, gli investitori scontano un’espansione economica o, se preferite, un soft landing
SPHB/SPLV è un ottimo indice di sentiment economico per i seguenti motivi:
• Quando gli investitori hanno aspettative di crescita economica, tendono a concentrare i loro capitali su asset ad alto rischio, tra cui le azioni delle società comprese all’interno di SPHB. Queste società sono considerate rischiose a causa della loro elevata volatilità, superiore a quella dell’S&P500. L’alto beta che presentano deriva da un rischio al quale esse sono soggette: la ciclicità dell’economia. Esse, infatti, tendono a registrare utili robusti in fase di espansione economica e utili in rallentamento in fasi economiche sfavorevoli
• Al contrario, quando gli investitori hanno aspettative di rallentamento economico, tendono a privilegiare asset a rischio più basso, tra cui le società a bassa volatilità, meno volatili rispetto all’S&P500. A differenza delle società cicliche, queste società non presentano il rischio ciclico dell’economia o, almeno, il loro rischio è più contenuto. Infatti, tendono a registrare utili costanti nel tempo, sia in fasi economiche favorevoli che sfavorevoli
Per questo motivo, quando la propensione al rischio degli investitori è guidata da aspettative di crescita economica, le società cicliche di SPHB sovraperformano quelle difensive di SPLV. Al contrario, quando il risk off è guidato da aspettative di rallentamento economico, le società difensive (che offrono anche alti dividendi) sovraperformano quelle cicliche.
Alcune figure rafforzano l’idea che SPHB/SPLV può essere utilizzato per misurare le aspettative economiche; infatti, come mostra la figura successiva, l’indice è positivamente correlato a un dato macroeconomico chiave: il PMI composito.
La correlazione positiva tra SPHB/SPLV e PMI composito statunitense. Grafico mensile
L’indice è anche positivamente correlato agli utili dell’S&P500.
La correlazione positiva tra SPHB/SPLV e utili dell’S&P500. Grafico mensile
La grafica precedente conferma che, quando gli utili sono in aumento, gli investitori tendono a favorire le società cicliche, che sono in grado di offrire rendimenti più alti rispetto alle società difensive. Gli utili del mercato azionario, a loro volta, sono direttamente correlati al ciclo economico, come mostrato nelle figure successive.
Il ciclo economico e quello degli utili societari
La correlazione positiva tra utili dell’S&P500 e PIL USA anno/anno. Grafico a 3 mesi
È importante notare che le società tendono a registrare profitti maggiori quando un altro indicatore macroeconomico chiave, la fiducia dei consumatori, mostra letture positive. Infatti, esiste una correlazione positiva tra questi due dati, come mostrato nella figura successiva.
La correlazione positiva tra utili dell’S&P500 e fiducia dei consumatori. Grafico mensile
Riassumendo tutti i concetti espressi fino a questo punto, possiamo affermare che:
• Più i consumatori sono fiduciosi, più è probabile che investano e spendano denaro in beni durevoli, non durevoli e servizi. Questo rafforza due variabili chiave del PIL: i consumi e gli investimenti. Queste spese e investimenti rafforzerebbero l’economia e gli utili delle società quotate, innescando una propensione al rischio da parte degli investitori che, di conseguenza, concentrerebbero i loro capitali su società cicliche. Al contrario, se la fiducia dei consumatori diminuisce, gli investitori tenderebbero a favorire le società difensive
TIP/IEF è l’indice sulle aspettative di inflazione, che misura la forza relativa tra due ETF obbligazionari:
• TIP, l’iShares TIPS Bond ETF, che replica il movimento di prezzo di obbligazioni del tesoro americano indicizzate al tasso di inflazione con scadenza media ponderata di 7.4 anni
• IEF, l’iShares 7-10 Year Treasury Bond ETF, che replica il prezzo di obbligazioni del tesoro americano con scadenze tra i 7 e i 10 anni
Il movimento dell’indice TIP/IEF riflette le aspettative degli investitori, che, attraverso l’acquisto e la vendita dei due ETF, esprimono il loro sentiment. In particolare:
• Se TIP sovraperforma IEF, il mercato ha aspettative di crescita dell’inflazione
• Al contrario, se IEF sovraperforma TIP, il mercato ha aspettative di disinflazione (rallentamento dell’inflazione)
Come illustrato nell’immagine successiva, l’indice di sentiment è positivamente correlato al consumer price index misurato anno su anno e tende spesso ad anticiparlo.
La correlazione positiva tra TIP/IEF e tasso di inflazione USA anno/anno. Grafico mensile
Osservando la figura successiva, vediamo che l’indice è in ribasso dal 19 ottobre 2023. Questo suggerisce che gli investitori prevedono che il tasso di inflazione continuerà a diminuire nei prossimi mesi, avvicinandosi alla soglia del 2%.
Gli investitori prevedono un rallentamento del tasso di inflazione. Grafico giornaliero
LQDH/LQD è un indice che riflette le aspettative sui tassi di interesse, misurando la forza relativa tra due ETF obbligazionari:
• LQDH, l’iShares Interest Rate Hedged Corporate Bond ETF, che replica il movimento di prezzo di obbligazioni societarie investment grade coperte dal rischio “tassi di interesse”
• LQD, l’iShares Investment Grade Corporate Bond ETF, che replica il prezzo delle stesse obbligazioni in LQDH, ma non coperte dal rischio tassi di interesse.
La lettura dell’indice è simile a quella di TIP/IEF:
• Se gli investitori prevedono una politica monetaria restrittiva, LQDH sovraperforma LQD e l’indice sale; al contrario, se gli stessi prevedono una politica monetaria espansiva, LQD sovraperforma LQDH e l’indice scende
Come mostrato nell’immagine successiva, l’indice di sentiment è positivamente correlato ai tassi di interesse della Federal Reserve.
La correlazione positiva tra LQDH/LQD e tassi di interesse della Federal Reserve. Grafico mensile
Dal 19 ottobre 2023, le aspettative degli investitori sono per un taglio dei tassi di interesse.
Gli investitori prevedono un taglio dei tassi di interesse. Grafico giornaliero
Scendendo più nel particolare, gli investitori prevedono tre tagli dei tassi di interesse di 25 punti base per il 2024 (per un totale di 75 punti base), rispettivamente a maggio, luglio e novembre.
Gli investitori prevedono il primo taglio di 25 bps il 1° maggio 2024. Fonte: FedWatchTool
Gli investitori prevedono il secondo taglio di 25 bps il 31 luglio 2024. Fonte: FedWatchTool
Gli investitori prevedono il terzo taglio di 25 bps il 7 novembre 2024. Fonte: FedWatchTool
Quindi, è stato evidenziato che gli investitori stanno anticipando un ritorno alla fase 4 del ciclo economico, caratterizzata da crescita economica, disinflazione e riduzioni dei tassi di interesse.
2. DUE PORTAFOGLI DI INVESTIMENTO 50-50: UNO CICLICO ED UNO DIFENSIVO
In questo paragrafo, cerchiamo di raggiungere l’obiettivo dell’analisi: creare due portafogli di investimento per i primi mesi del 2024 (primi 3-6 mesi) che dovrebbero offrire buone performance in due scenari economici diversi. Il primo scenario, un’espansione economica, è stato descritto nel paragrafo precedente. Il secondo scenario, una recessione, rappresenta l’esatto opposto del primo e, al momento, non è affatto previsto dal mercato.
Nel caso di un’espansione economica, il portafoglio mostrato nella figura successiva potrebbe essere una buona scelta: un portafoglio 50-50 ciclico.
Il portafoglio 50-50 ciclico
Ecco la ponderazione percentuale:
• 25% XLK (ETF sul settore tecnologico)
• 25% XLY (ETF sul settore dei beni ciclici)
• 16.6% IEF (ETF sui titoli di stato USA con scadenza tra i 7 e i 10 anni)
• 16.6% LQD (ETF sulle obbligazioni societarie investment grade)
• 16.6% HYG (ETF sulle obbligazioni societarie ad alto grado di rischio)
Ora esamineremo i motivi per cui sono stati selezionati gli ETF sopra menzionati:
• Come abbiamo visto, quando il mercato anticipa un’espansione economica, l’indice SPHB/SPLV tende ad essere rialzista. Come illustrato nella figura successiva, l’ETF SPHB è principalmente influenzato dal settore tecnologico e dal settore dei beni ciclici, che insieme rappresentano il 55.06% di questo ETF
La ponderazione settoriale dell’ETF SPHB. Fonte: Invesco
Pertanto, è ragionevole prevedere che questi due ETF possano registrare buone performance quando gli investitori anticipano una crescita economica, come dimostrato nelle due grafiche seguenti.
Le prestazioni del settore tecnologico quando SPHB sovraperforma SPLV. Grafico settimanale
Le prestazioni del settore dei beni ciclici quando SPHB sovraperforma SPLV. Grafico settimanale
Ora esaminiamo la parte rimanente del portafoglio, quella obbligazionaria. Potreste chiedervi perché non sono stati inclusi ETF obbligazionari governativi a lunga scadenza, come il noto “TLT”. Il motivo è illustrato nelle grafiche successive.
Partiamo dal presupposto che una crescita economica è tipicamente accompagnata da un aumento della fiducia dei consumatori. La loro domanda di beni e servizi è legata al tasso di inflazione: se aumenta, è ragionevole aspettarsi un aumento delle aspettative di inflazione.
Questo è dimostrato nella grafica successiva: le aspettative di crescita o decrescita economica sono sempre accompagnate da aspettative di aumento o rallentamento dell’indice dei prezzi al consumo.
La correlazione positiva tra SPHB/SPLV e TIP/IEF. Grafico settimanale
Ciò significa che, se gli investitori continuano a prevedere una crescita economica, a un certo punto (probabilmente) inizieranno a prevedere un aumento del tasso di inflazione. Se ciò dovesse accadere, TLT presenterebbe una performance negativa: il tasso di inflazione, infatti, rappresenta un rischio per le obbligazioni. Più esso aumenta, più gli interessi cedolari reali vengono erosi.
La correlazione negativa tra TIP/IEF e TLT. Grafico settimanale
Il motivo per cui sono stati inclusi due ETF su obbligazioni societarie è illustrato nelle due grafiche successive.
Quando gli investitori sono propensi al rischio, le obbligazioni societarie investment grade sovraperformano i titoli di stato. Grafico settimanale
Quando gli investitori sono propensi al rischio, le obbligazioni societarie high yield sovraperformano i titoli di stato. Grafico settimanale
Quando gli investitori sono propensi al rischio, tendono a investire i loro capitali in asset più rischiosi, tra cui le obbligazioni societarie, sia investment grade (leggermente più rischiose dei titoli di stato) che high yield (ancora più rischiose). Infatti, HYG e LQD sovraperformano i titoli di stato quando SPHB supera SPLV!
Un altro aspetto da considerare è che se ci si aspetta una crescita economica, ci si aspetta anche un aumento degli utili societari. Quando gli utili societari tendono ad aumentare, diminuisce la probabilità di default delle società e, per questo motivo, HYG e LQD tendono a performare bene. Questo è illustrato nella grafica successiva.
Quando gli utili societari tendono al rialzo, le probabilità di default delle società ad alto e basso grado di rischio (rappresentate dai due spread obbligazionari) tendono al ribasso. Grafico mensile
Non sono state scelte solo obbligazioni ad alto grado di rischio per una questione di diversificazione. Infatti, una diversificazione consapevole può contribuire a ridurre il rischio.
Ora, come mostrato nella figura seguente, presentiamo un portafoglio 50-50 difensivo, progettato per proteggere il capitale in contesti economico-finanziari caratterizzati da un atteggiamento di avversione al rischio, come una recessione.
Il portafoglio 50-50 difensivo
Ecco la ponderazione percentuale:
• 16.6% XLU (ETF sul settore delle utilities)
• 16.6% XLV (ETF sul settore sanitario)
• 16.6% XLP (ETF sul settore dei beni di prima necessità)
• 50% TLT (ETF su obbligazioni del tesoro americano a lunghe scadenze)
La scelta di XLU, XLV e XLP è semplice: come illustrato nella figura successiva, questi ETF sono i principali driver dell’ETF SPLV, contribuendo per il 60% al suo movimento.
La ponderazione settoriale dell’ETF SPLV. Fonte: Invesco
Il portafoglio dovrebbe comportarsi nel seguente modo:
• In caso di recessione, il mercato azionario avrebbe una performance negativa a causa della contrazione degli utili. Tuttavia, le società incluse negli ETF XLU, XLV e XLP, essendo difensive, dovrebbero avere una performance migliore del benchmark in quanto meno volatili (o, per l’appunto, a basso beta). D’altra parte, TLT dovrebbe avere un’ottima performance, essendo l’ETF tra quelli obbligazionari governativi con la più alta duration e, per lo stesso motivo, sarebbe quello a performare meglio in caso di taglio dei tassi
Le figure seguenti mostrano le prestazioni di tutti i componenti del portafoglio durante periodi di aspettative di rallentamento economico.
Le prestazioni del settore dei beni di prima necessità quando SPLV sovraperforma SPHB. Grafico settimanale
Le prestazioni del settore delle utilities quando SPLV sovraperforma SPHB. Grafico settimanale
Le prestazioni del settore sanitario quando SPLV sovraperforma SPHB. Grafico settimanale
Le prestazioni di TLT quando SPLV sovraperforma SPHB. Grafico settimanale
Nel prossimo paragrafo, esamineremo le prestazioni dei due portafogli dal 2012 ad oggi nelle fasi di risk on e risk off. Queste prestazioni saranno confrontate con quelle di un portafoglio 50-50 equilibrato, illustrato nella figura successiva, che è allocato con un 50% su SPY (ETF dell’S&P500) e un 50% su TLT.
Il portafoglio 50-50 equilibrato
Non ho presentato le metriche dei tre portafogli nel lungo periodo poiché l’obiettivo è capire come si comportano nelle fasi economiche favorevoli e non favorevoli, quindi in periodi di tempo più ristretti. Se desiderate vedere il loro comportamento dal 2008 ad oggi, potete commentare l’analisi nella sezione commenti in fondo alla pagina.
3. LE PRESTAZIONI DEL PORTAFOGLIO 50-50 CICLICO NELLE FASI DI RISK ON
Nelle figure successive, esamineremo le prestazioni del portafoglio ciclico rispetto a quelle del portafoglio equilibrato nelle fasi di risk on (quando SPHB/SPLV è rialzista) nei seguenti periodi:
• Giugno 2012 - Agosto 2014
• Febbraio 2016 - Giugno 2018
• Aprile 2020 - Novembre 2021
• Luglio 2022 - Ottobre 2023
Portafoglio ciclico vs portafoglio equilibrato nel periodo giugno 2012-agosto 2014
Portafoglio ciclico vs portafoglio equilibrato nel periodo giugno 2012-agosto 2014
Rendimenti annualizzati
Portafoglio ciclico vs portafoglio equilibrato nel periodo febbraio 2016-giugno 2018
Portafoglio ciclico vs portafoglio equilibrato nel periodo febbraio 2016-giugno 2018
Rendimenti annualizzati
Portafoglio ciclico vs portafoglio equilibrato nel periodo aprile 2020-novembre 2021
Portafoglio ciclico vs portafoglio equilibrato nel periodo aprile 2020-novembre 2021
Rendimenti annualizzati
Portafoglio ciclico vs portafoglio equilibrato nel periodo luglio 2022-ottobre 2023
Portafoglio ciclico vs portafoglio equilibrato nel periodo luglio 2022-ottobre 2023
Rendimenti annualizzati
È interessante notare come, nelle fasi di risk on, il portafoglio ciclico tenda a sovraperformare quello equilibrato. Se osserviamo i rendimenti annualizzati, c’è stato solo un anno (il 2014) in cui il portafoglio equilibrato ha registrato prestazioni migliori.
4. LE PRESTAZIONI DEL PORTAFOGLIO 50-50 DIFENSIVO NELLE FASI DI RISK OFF
Nelle figure successive, esamineremo le prestazioni del portafoglio difensivo rispetto a quelle del portafoglio equilibrato nelle fasi di risk off (quando SPHB/SPLV è ribassista) nei seguenti periodi:
• Settembre 2014 - Febbraio 2016
• Maggio 2018 – Marzo 2020
• Novembre 2021 – Giugno 2022
Portafoglio difensivo vs portafoglio equilibrato nel periodo settembre 2014-febbraio 2016
Portafoglio difensivo vs portafoglio equilibrato nel periodo settembre 2014-febbraio 2016
Rendimenti annualizzati
Portafoglio difensivo vs portafoglio equilibrato nel periodo maggio 2018-marzo 2020
Portafoglio difensivo vs portafoglio equilibrato nel periodo maggio 2018-marzo 2020
Rendimenti annualizzati
Portafoglio difensivo vs portafoglio equilibrato nel periodo novembre 2021-giugno 2022
Portafoglio difensivo vs portafoglio equilibrato nel periodo novembre 2021-giugno 2022
Rendimenti annualizzati
Nelle fasi di risk off, il portafoglio difensivo tenda a sovraperformare quello equilibrato. Se osserviamo i rendimenti annualizzati, c’è stato solo un anno (il 2019) in cui il portafoglio equilibrato ha registrato prestazioni migliori.
5. CONSIDERAZIONI FINALI
Per concludere l’analisi, vorrei fare alcune considerazioni finali:
• I due portafogli presentati sono poco diversificati e adatti solo a specifici contesti.
• Il portafoglio ciclico, in particolare, presenta un livello di rischio significativamente più alto rispetto al portafoglio difensivo. L’unico asset che fornisce una certa protezione è l’IEF, che però rappresenta solo il 16,6% del peso totale del portafoglio.
• Entrambi i portafogli potrebbero essere ottimizzati sostituendo alcuni ETF con altri.
A presto!
Canale della curva dell'anello Bitcoin FibonacciCanale della curva dell'anello Bitcoin Fibonacci, le diverse curve colorate sopra rappresentano diverse linee di supporto e resistenza, ogni linea è precisa fino alla punta di un ago, questo canale è principalmente la curva del prezzo target del canale ascendente del mercato rialzista.