Il ruolo dell'oro e del suo "GVX" nel conflitto Israele-HamasBuongiorno. Questa analisi mira a comprendere per quanto tempo gli investitori continueranno a risentire dell’effetto del conflitto tra Israele e Hamas. Per farlo, si possono osservare diversi grafici, tra i quali quelli dell’oro e del suo indice di volatilità: il GVX.
L’analisi affronta i seguenti argomenti:
• Le ragioni per le quali i conflitti creano sfiducia tra consumatori, aziende e investitori
• Un’analisi dei mercati azionario, obbligazionario e valutario israeliani
• Il ruolo dell’oro in questo contesto
• Come sfruttare l’indice di volatilità dell’oro, il GVX
Buona lettura!
1. I CONFLITTI CREANO SFIDUCIA TRA I CONSUMATORI, IMPRESE E INVESTITORI
Come è ormai noto, il 7 ottobre scorso è stato segnato dal conflitto tra Hamas e Israele. Questo conflitto, come suggerisce il titolo, non produce solo vittime (1400 israeliani e oltre 4000 palestinesi secondo i dati attuali), ma genera anche panico, incertezza e sfiducia tra gli attori chiave dell’economia: consumatori, imprese e investitori. Le tensioni sono alimentate dalla possibilità di un’escalation che coinvolga altri Paesi, tra cui l’Iran.
Perché un conflitto genera queste emozioni negative? Ecco alcuni motivi:
• Un conflitto crea un’alta incertezza per il futuro tra i consumatori, specialmente in caso di escalation. Di conseguenza, potrebbero essere riluttanti a spendere denaro (chi comprerebbe una nuova auto o una nuova abitazione se il proprio Paese fosse costantemente sotto attacco?)
• Più ampio è un conflitto, più un Paese ne risente economicamente. Si immagini se le industrie e le infrastrutture fossero devastate: ci sarebbe una forte riduzione della produzione industriale e un aumento significativo della disoccupazione, con conseguente diminuzione della fiducia dei consumatori e delle imprese
• Se le spese, gli investimenti e i profitti delle imprese fossero bassi, gli investitori si sentirebbero sicuramente sfiduciati. È noto che sono sempre alla ricerca delle migliori opportunità di mercato, cosa che un Paese in conflitto non offre
È importante ricordare che, come mostrano le grafiche successive, la fiducia delle imprese e dei consumatori sono due indicatori macroeconomici che si influenzano a vicenda e che successivamente impattano sull’intensità economica (PIL).
La correlazione positiva tra fiducia dei consumatori e fiducia delle imprese. Grafico mensile
La correlazione positiva tra fiducia delle imprese e PIL israeliano a/a. Grafico mensile
Al momento, non siamo in grado di quantificare l’impatto del conflitto sul sentiment di imprese e consumatori (aspetteremo i dati del prossimo mese). Tuttavia, possiamo analizzare i mercati finanziari israeliani per comprendere il sentiment degli investitori.
2. IL SENTIMENT DEGLI INVESTITORI: MERCATO AZIONARIO, OBBLIGAZIONARIO E VALUTARIO
Un conflitto solitamente agisce come catalizzatore per una fuga di capitali dalle principali classi di asset del Paese (o dei Paesi) coinvolto. Questa dinamica si manifesta con un mercato azionario e obbligazionario fortemente venduti, che porta a un clima ribassista e a un aumento repentino dei rendimenti, e con un forte deprezzamento della valuta locale.
Prendiamo come esempio Israele. Se osserviamo l’ETF iShares MSCI Israel, che replica il movimento di un indice composto da azioni di società israeliane, notiamo che dal 7 ottobre ha registrato un crollo di oltre 14 punti percentuali.
Il crollo dell’ETF iShares MSCI Israel ETF. Grafico giornaliero
Questa prestazione negativa è stata accompagnata da un crollo del settore bancario, come evidenziato dalle prestazioni dei titoli Bank Leumi, Bank Hapoalim e Israel Discount Bank.
Il titolo Bank Leumi, dal 7 ottobre, ha registrato un crollo di 20 punti percentuali. Grafico giornaliero
Il titolo Bank Hapoalim, dal 7 ottobre, ha registrato un crollo di oltre 16 punti percentuali. Grafico giornaliero
Il titolo Israel Discount Bank, dal 7 ottobre, ha registrato un crollo di oltre 19 punti percentuali. Grafico giornaliero
Il crollo dei titoli bancari non sorprende, poiché generalmente sono uno dei settori più colpiti in caso di sell-off causato da un conflitto. Questo perché in un clima di panico si verificano le cosiddette “corse agli sportelli”, con i consumatori che temono la perdita dei loro risparmi nei depositi bancari. Se le banche non avessero sufficiente liquidità per soddisfare le richieste di prelievo, potrebbero dichiarare default. Inoltre, le banche investono denaro in titoli per generare rendimenti: se i mercati finanziari subiscono un sell-off, i titoli si deprezzano fortemente, causando potenziali perdite sui bilanci degli istituiti bancari stessi.
Osservando nella grafica successiva il rendimento del decennale israeliano e il tasso di cambio ILS/USD, notiamo che il rendimento del titolo di stato ha prima registrato una grande candela rialzista, per poi ritracciare nelle sedute successive; le ultime sedute hanno visto un rinnovato aumento del rendimento. Il tasso di cambio ha perso poco più del 5%.
Il rendimento del decennale israeliano (a sinistra) e il tasso di cambio ILS/USD a destra. Grafici giornalieri
Dall’osservazione delle tre principali classi di asset, possiamo concludere che sì, c’è stata una fuga di capitali, sebbene di entità limitata. Per parlare di una fuga di capitali su larga scala, mi sarei aspettato un crollo molto più significativo sia del mercato obbligazionario che della valuta locale. Un esempio emblematico è quello della Russia nell’anno precedente: in poche sessioni, l’indice MOEX 10 ha perso oltre il 52% del suo valore, il tasso di cambio USDRUB si è apprezzato di 85 punti percentuali e il rendimento del decennale è balzato dal 9.8% al 19.9%. Questo scenario rappresenta una vera e propria tempesta perfetta per l’economia di un Paese.
Il crollo del MOEX nei primi giorni del conflitto Russia-Ucraina. Grafico giornaliero
Il crollo del rublo contro il dollaro americano nei primi giorni del conflitto Russia-Ucraina. Grafico giornaliero
L’aumento repentino del rendimento del decennale russo nei primi giorni del conflitto Russia-Ucraina. Grafico giornaliero
3. IL RUOLO DELL’ORO E LA GRANDE IMPORTANZA DEL SUO INDICE DI VOLATILITA’: IL GVX
Il recente conflitto ha innescato un aumento improvviso del prezzo dell’oro, che ha registrato un incremento del 9% in poche sedute, passando da 1845$ a 2000$.
Le prestazioni dell’oro aggiornate a lunedì 23 ottobre. Grafico giornaliero
L’aumento del prezzo dell’oro non dovrebbe sorprendere, essendo un bene rifugio che tende ad apprezzarsi durante periodi di instabilità economica e geopolitica.
Da sempre, l’oro ha un rapporto inverso con i rendimenti reali dei titoli decennali americani. Tuttavia, questa correlazione negativa, come mostrato nella figura successiva, è svanita nelle ultime 20 sedute.
La correlazione negativa tra oro e tassi reali decennali. Grafico giornaliero
Questo solleva una questione: perché l’oro si è apprezzato così tanto, nonostante non ci sia stata una significativa fuga di capitali da Israele? Una possibile spiegazione potrebbe essere legata al prezzo del petrolio e alla sua potenziale crescita, dato che la regione interessata dal conflitto è tra le più importanti per la produzione di questa materia prima. Ricordiamo che l’aumento del prezzo del petrolio catalizza un aumento dell’inflazione e potenziali rialzi dei tassi di interesse, che a loro volta porterebbero a una probabilità di recessione più alta.
Tuttavia, quello che dovrebbe sorprendere non è tanto il prezzo dell’oro, quanto l’ansia con cui gli investitori lo hanno acquistato. Questo può essere osservato guardando l’indice di volatilità dell’oro, il Gold Volatility Index.
Il gold volatility index. Grafico giornaliero
Dallo scoppio del conflitto fino alla seduta del 23 ottobre, l’indice di volatilità ha registrato un salto di quasi 32 punti percentuali. Questo evidenzia la forte tensione dei mercati e sembra indicare una corsa all’oro.
Non sempre gli acquisti di oro sono accompagnati da un aumento della tensione degli investitori; infatti, nel 2020, i suoi massimi storici non erano stati accompagnati da un aumento della volatilità!
Non sempre un apprezzamento dell’oro è accompagnato da un aumento della volatilità. Grafico giornaliero
Quindi, per quanto tempo i mercati continueranno a scontare questo conflitto? Probabilmente fino a quando l’indice di volatilità GVX rimarrà elevato; potremmo notare un cambiamento di sentiment quando inizierà a scendere.
In una situazione di “risk off”, come un conflitto, la situazione può essere vista metaforicamente così: si verifica un evento avverso e gli investitori cercano rifugio acquistando oro. Ma quanto hanno realmente paura dell’evento? Guardate l’indice di volatilità: più è alto e più gli investitori considerano “grave” l’evento.
A presto!
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Bitcoin (BTC) analisi tecnica e fondamentale📈 Analisi tecnica BTC/USDT
Il prezzo del Bitcoin è entrato nella zona di squilibrio 1W, dove ha effettuato una forte rottura al rialzo attraverso la linea di tendenza. Il forte aumento del prezzo di Bitcoin è dovuto alle aspettative di BlackRock sull'approvazione di un ETF spot su Bitcoin. Come abbiamo accennato più volte, dopo la prova generale del 16 ottobre, queste aspettative si rifletteranno nel grafico.
Attualmente, il prezzo di BTC sta testando un significativo blocco di resistenza a 35.000, che determinerà la sua ulteriore direzione. Dopo un impulso così forte, ci aspettiamo una correzione per ripetere il test della linea di tendenza e negoziare nella zona di squilibrio 1W per colmare i gap ai livelli di volume orizzontali. L'indicatore RSI è nella zona ipervenduto, indicando la necessità di una correzione. Quindi, se il prezzo riesce a superare e consolidarsi al di sopra del livello di 35.000, prevediamo un movimento verso il prossimo importante blocco di resistenza a 38.000 - 40.000.
Questo scenario potrebbe essere invalidato se, durante la correzione locale, il prezzo scendesse al di sotto del livello di ritracciamento di Fibonacci di 0,78 e rimanesse al di sotto del livello simmetrico di 28.500.
📉 Analisi globale del mercato Bitcoin
Sul grafico logaritmico giornaliero, il prezzo di BTC ha testato la linea di tendenza globale al rialzo leggermente prima e più in basso del previsto. Pertanto, ora prevediamo un nuovo test di questa linea di tendenza nell'intervallo compreso tra 38.000 e 40.000 dopo una correzione locale. Se, durante questo nuovo test, il prezzo non riesce a consolidarsi al di sopra della linea di tendenza, cercheremo la formazione di un modello a cuneo ribassista e una correzione globale dell'intera crescita dall'inizio di quest'anno ai livelli di ritracciamento di Fibonacci 0,61-0,78. , compreso tra 20.000 e 25.000. L'indicatore RSI è entrato nella zona di ipercomprato estremo, il che indica anche la necessità di una correzione.
Tuttavia, la notizia dell’approvazione di un ETF spot sul Bitcoin potrebbe fornire un altro potente impulso alla crescita. Se ciò dovesse accadere nel prossimo futuro, la correzione potrebbe essere nuovamente rinviata.
💠 Analisi di zone e livelli per prendere decisioni di trading
L’indice di paura e avidità è nella zona di avidità a 66.
La capitalizzazione di mercato totale del mercato delle criptovalute è aumentata a 1.229 miliardi di dollari e l'indice di dominanza di Bitcoin è salito a 54,11.
Sulla base dell'analisi dei blocchi di ordini significativi nei registri degli ordini, le zone di domanda e offerta si trovano ai seguenti livelli:
🟢 Zona di domanda: 24.000 - 30.000
🔴 Zona di rifornimento: 35.000 - 40.000
Livelli per l'inserimento di posizioni lunghe:
32.500 - un potenziale nuovo test della linea di tendenza
30.000 - un livello di supporto psicologico
28.000 - un nuovo test della media mobile a 200 settimane e del livello di ritracciamento di Fibonacci di 0,78
Livelli per l'inserimento di posizioni corte:
36.000-38.000 - un possibile nuovo test della linea di tendenza sul grafico logaritmico
40.000 - un livello di resistenza psicologica
📊 Analisi fondamentale
L'importo totale delle liquidazioni di posizioni corte nel mercato delle criptovalute nelle ultime 24 ore ha raggiunto i 400 milioni di dollari. Questo aumento di Bitcoin è stato innescato dalla notizia che BlackRock iShares Bitcoin Trust è stato quotato sul Depository Trust & Clearing Corporation (DTCC) con il ticker IBTC. In genere, le quotazioni DTCC vengono effettuate per gli ETF pronti per l'approvazione da parte della Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti.
Un altro fattore fondamentale che potrebbe contribuire ad un’ulteriore crescita del prezzo del Bitcoin è il potenziale allentamento della politica monetaria da parte della Federal Reserve americana, con una riunione prevista per il 1° novembre. Si prevede una nuova decisione sulla modifica dei tassi di interesse della Fed.
🌐 Prossimi eventi nell'economia globale
Si prevede che le seguenti date porteranno una maggiore volatilità sia nei mercati azionari che in quelli delle criptovalute:
➤ 26 ottobre, 15:30 - Dati sul PIL statunitense per il 3° trimestre.
➤ 1 novembre, 21:00 - Nuova decisione sui tassi di interesse della Federal Reserve.
➤ 3 novembre, 15:30 - Dati sul tasso di disoccupazione di ottobre.
GOLD LEVEL, QUALCOSA NON VA! I recenti movimenti rialzisti del Gold hanno mostrato una spinta anomala che hanno portato i prezzi dell'oro dai 1810$ all'oncia di inizio ottobre ai 1972$ all'oncia attuali.
Oltre 1600 pips di movimento in poco più di due settimane.
L'inizio dell'impulso rialzista risale a lunedì 9 ottobre, data che purtroppo segna l'attacco di Hamas ad Israele.
Paura e protezione sono l'unica causa del movimento rialzista?
Facciamo un passo indietro ed incominciamo a guardare qualche grafico.
Gli indici azionari dall'inizio della guerra hanno perso terreno, chiudendo le due settimane precedenti a ribasso.
L'andamento dell'oro e degli indici azionari non è influenzato da correlazioni inverse.
Tuttavia, ci sono scenari in cui l'oro può apprezzarsi quando gli indici azionari scendono, per esempio quando l'oro viene visto come asset rifugio.
L'oro è spesso considerato un bene rifugio in tempi di incertezza economica o turbolenza nei mercati finanziari.
Quando gli investitori perdono fiducia e temono perdite sui mercati azionari, possono cercare investimenti più sicuri.
Questo aumento della domanda spinge al rialzo il prezzo dell'oro.
In realtà gli indici azionari in queste 2 settimane non sono scesi solo per questioni geopolitiche ma anche per le trimestrali deludenti di alcune aziende importanti.
Da inizio ottobre possiamo notare come l'indice DJP ha rimbalzato di oltre il 4%.
L'indice DJP è un indice che traccia le prestazioni di una vasta gamma di materie prime, tra cui energia, metalli e prodotti agricoli.
Di conseguenza possiamo dedurre che il rialzo dell'oro è stato influenzato anche da altri fattori.
Le guerre e i conflitti possono portare a instabilità geopolitica in determinate regioni del mondo.
Questa instabilità può influenzare la produzione e l'approvvigionamento di materie prime, causando interruzioni nella catena di fornitura e influenzando i prezzi delle materie prime.
Inoltre, durante i conflitti, la domanda di petrolio e gas naturale può aumentare significativamente, poiché sono utilizzati per scopi militari, per la produzione di energia e per il trasporto delle truppe.
Diamo uno sguardo alla volatilità implicità dell'oro, GVZ.
L'indice di volatilità GVZ (Gold Volatility Index) è un indice che misura la volatilità implicita del prezzo dell'oro basato sulle opzioni.
La volatilità implicita rappresenta l'aspettativa del mercato riguardo alle fluttuazioni future dei prezzi.
A livello teorico la correlazione tra i due grafici dovrebbe essere inversa, mostrando una diminuzione del prezzo dell'oro durante le fasi di aumento della volatilità.
Dal grafico però notiamo qualcosa di diverso, ovvero che durante i picchi di volatilità anche il gold segna massimi strutturali.
In questo caso la correlazione non ci aiuta nella contestualizzazione.
Un'altro spunto che possiamo trarre dal grafico GVZ è il movimento ciclico.
Avere un'idea del tempo medio di riassorbimento della volatilità può essere d'aiuto, ma questo lo vorrei tralasciare in quanto sono studi personali.
Il focus si sposta sui mercati obbligazioni e nello specifico sui tassi reali, i quali mostrano una situazione interessante.
I tassi reali (US10y-t10yie) sono inversamente correlati al movimento dell'oro.
Negli articoli precedenti trovate la spiegazione completa del motivo della correlazione inversa.
Guardando il grafico notiamo come i tassi reali attualmente si trovano sui massimi annuali ma l'oro si è allontanato dai minimi di fine settembre.
Questo mostra che l'oro si trova a prezzi non omogenei rispetto la correlazione e questo ci porta a pensare ad un possibile ritracciamento per rialinearsi.
Ho intenzione di dividere in 3 parti questo articolo, avendo moltissimo materiale da condividere.
Nel frattempo, in attesa del prossimo articolo, lascio i livelli d'attenzione personali.
Il prezzo ha dato segni di reazione nella zona 1980-1990.
Il prezzo con una buona probabilità tornerà a ritestare i livelli 1960-1950.
Da li sarà interessante vedere la reazione del mercato e ci mostrerà la sue vera direzionalità.
Vi ricordo che in zona 1840 è presente un GAP rimasto scoperto.
Buon trading a tutti
Saranno i bond a svolgere il lavoro della Federal Reserve?Buongiorno a tutti.
Nel biennio 2022-2023, la politica monetaria è stata il tema preponderante nei mercati finanziari. Nonostante la convinzione diffusa che l’inasprimento monetario abbia toccato il suo culmine, l’aumento dei rendimenti obbligazionari continueranno a “giocare sporco”, fornendo un sostegno a Jerome Powell. Ma cosa significa esattamente? Questa analisi mira a fare chiarezza su questo punto.
Detto questo, vi auguro una piacevole lettura!
1. COME LE BANCHE CENTRALI CATALIZZANO L’INTENSITA’ DELL’ECONOMIA
La banca centrale è senza dubbio il motore principale dell’intensità di un’economia, con l’obiettivo primario di mantenere stabili i prezzi, o in altre parole, di controllare il livello di inflazione. Ma come raggiunge questo obiettivo? Andiamo avanti passo dopo passo.
Consideriamo due scenari:
• Un’impresa agricola ha bisogno di denaro per acquistare un trattore per aumentare il suo raccolto
• Alcuni consumatori hanno bisogno di denaro per acquistare una casa, una automobile e per partire in viaggio
A chi si rivolgeranno per ottenere il capitale necessario? Come illustrato nella figura successiva, si rivolgeranno ad una banca commerciale. Questa fornirà liquidità sotto forma di prestiti e, come è noto, trarrà profitto da un tasso di interesse che applicherà sui prestiti concessi. A questo punto, l’impresa agricola acquisterà il trattore e aumenterà il raccolto, mentre i consumatori acquisteranno la casa, l’automobile e partiranno in viaggio.
Il ruolo di una banca commerciale e gli interessi sui prestiti
Esiste tuttavia una “banca” delle banche: si tratta della banca centrale, come la FED negli Stati Uniti o la BCE in Europa. Le banche “più piccole” solitamente prendono in prestito denaro dalle banche centrali per vari scopi, principalmente per avere risorse sufficienti per soddisfare le esigenze dei loro clienti e per garantire la stabilità del sistema bancario. Questi prestiti, che sono tipicamente a brevissimo termine, comportano un costo che corrisponde al tasso di interesse applicato dalla banca centrale, noto come “tasso di sconto”.
La banca centrale e il tasso di sconto
È proprio attraverso il tasso di sconto che la banca centrale controlla l’intensità economica. Per comprendere meglio questo concetto, analizziamo la figura precedente e quella successiva, descrivendole nel dettaglio.
Una situazione di inasprimento della politica monetaria
Nella prima figura, la banca commerciale ottiene un prestito di 10 e restituisce 15. Nella seconda figura, l’importo del prestito alla banca commerciale rimane invariato, 10, ma la restituzione aumenta a 20. Quindi, cosa cambia tra le due figure? Nella seconda figura, la banca centrale ha adottato una politica monetaria più rigida, aumentando i tassi di interesse per le banche commerciali.
In un contesto come quello proposto, come reagiranno le banche commerciali? La risposta è semplice e può essere dedotta osservando il grafico precedente: per preservare un margine di interesse adeguato, aumenteranno a loro volta i tassi di interesse su mutui, prestiti e finanziamenti.
Quello che ho appena descritto è il meccanismo attraverso il quale una banca centrale regola l’intensità economica, noto come trasmissione della politica monetaria .
2. PERCHE’ I RENDIMENTI DELLE OBBLIGAZIONI SALGONO ALL’AUMENTO DEI TASSI DI INTERESSE?
È un dato di fatto che un incremento dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve si riflette in un aumento dei rendimenti obbligazionari. Questa correlazione positiva tra tassi di interesse e rendimenti dei bond è chiaramente illustrata nelle due grafiche seguenti.
La correlazione positiva tra tassi di interesse e rendimento del decennale americano. Grafico mensile
La correlazione positiva tra tassi di interesse e rendimenti dei corporate bond di rating BBB. Grafico mensile
La questione che sorge spontanea è: come mai un aumento dei tassi di interesse comporta una diminuzione del prezzo delle obbligazioni e un conseguente incremento dei loro rendimenti? Per trovare una risposta a questo interrogativo, diamo uno sguardo alla grafica seguente:
Tassi di interesse all’1%
Consideriamo un momento X in cui il tasso di interesse impostato dalla banca centrale è dell’1%. In questo contesto, nel mercato secondario, avremmo una serie X di obbligazioni, denominate “A”, che propongono un rendimento dell’1% (ricordiamo: solitamente, il rendimento dei bond segue quello della banca centrale). Di conseguenza, gli investitori inizieranno ad acquistare queste obbligazioni. Immaginiamo ora, come mostrato nella figura seguente, che la banca centrale decida di elevare i tassi di interesse dall’1% al 2%.
Tassi di interesse al 2%
In questa nuova situazione, gli investitori sarebbero attratti dalle nuove obbligazioni, chiamate “B”, che offrono un rendimento doppio rispetto alle obbligazioni A. Quale sarà la loro mossa? Probabilmente venderanno le obbligazioni A precedentemente detenute per acquistare le obbligazioni B dal rendimento superiore. Di conseguenza, il prezzo delle vecchie obbligazioni A diminuirà e, data la relazione inversa, il loro rendimento aumenterà (questo spiega il deprezzamento di alcuni ETF obbligazionari come TLT). Alla fine, il mercato troverà un equilibrio, con le obbligazioni A e B che offriranno lo stesso rendimento.
Tuttavia, potrebbe sorgere un dubbio: perché Stati e società dovrebbero emettere debito a un tasso di interesse più elevato? In altre parole, è vero che i tassi di interesse aumentano, ma perché un aumento dei tassi di interesse dovrebbe comportare un aumento dei rendimenti dei bond? Gli emittenti non potrebbero semplicemente continuare a emettere “a basso rendimento” e avere un debito meno oneroso? La risposta è no, poiché in un contesto del genere emerge un concorrente per le obbligazioni: i conti deposito, cioè depositi presso le banche che generano interessi. Per attrarre capitali e continuare a generare guadagni, le banche commerciali potrebbero decidere di aumentare i rendimenti sui conti deposito. In questo modo, attirerebbero più clientela e potrebbero utilizzare i fondi depositati per concedere nuovi prestiti e per investire, generando ulteriori profitti. Pertanto, se gli interessi sui conti deposito aumentano, gli investitori saranno più attratti da questi (considerando anche che i conti deposito sono generalmente a bassissimo rischio e garantiti) e quindi le società non potrebbero permettersi di emettere debito a basso rendimento poiché nessuno lo acquisterebbe.
Non dimentichiamo: un’obbligazione rappresenta un debito per chi la emette, ma diventa un credito per chi la acquista!
3. SE LA FED NON ALZERA’ I TASSI, SARANNO I BOND A FARE IL “GIOCO SPORCO”. COSA VUOL DIRE?
Recentemente, si sente spesso dire: “Anche se la FED non aumenterà i tassi di interesse, saranno i bond, con l’aumento dei loro rendimenti, a fare il lavoro sporco”. Ma cosa significa esattamente?
Prima di tutto, diamo un’occhiata ai dati recenti:
I rendimenti del decennale e trentennale americano. Grafico giornaliero
I rendimenti dei titoli decennali e trentennali americani hanno raggiunto livelli molto alti. In particolare:
• Il decennale ha quasi raggiunto il 5%
• Il trentennale ha raggiunto il 5.118%
Inoltre, i rendimenti dei titoli di stato a due anni hanno recentemente superato il 5.26%.
Il rendimento del titolo di stato a scadenza due anni. Grafico giornaliero
Come potrebbero influenzare l’economia gli aumenti dei rendimenti lungo tutta la curva, anche se la FED non dovesse aumentare i tassi di interesse? Potrebbero avere diversi effetti. Tuttavia, per capire meglio, facciamo riferimento ad un’analisi che ho pubblicato qualche settimana fa, in cui mi sono concentrato sullo spread BTP-BUND e sulla possibilità di vendere allo scoperto le banche italiane, al link:
•
In quell’analisi, ho specificato che il bilancio di una banca ha due componenti principali: l’attivo e il passivo.
• L’attivo rappresenta le attività che la banca detiene e che possono generare reddito. Queste includono liquidità e riserve obbligatorie (essenziali per il funzionamento di una banca, anche se non generano direttamente reddito), crediti verso altre istituzioni, prestiti e finanziamenti alla clientela e investimenti.
• Il passivo rappresenta la fonte di finanziamento della banca. Queste includono i depositi dei clienti, i prestiti interbancari, l’emissione di obbligazioni, il capitale proprio (ad esempio, le risorse finanziarie ottenute dagli azionisti) e altre passività.
Dunque, una delle strategie che una banca utilizza per ottenere risorse è l’emissione di obbligazioni. Quindi, cosa succede se i rendimenti sul mercato secondario continuano a salire? La banca dovrà emettere obbligazioni con alti rendimenti per essere competitiva, pagando così interessi più elevati. Per compensare questa maggiore spesa per interessi, la banca aumenterà il costo del denaro prestato a famiglie e imprese per mantenere buoni margini di profitto.
Consideriamo anche un altro aspetto:
• Il rendimento del trentennale è un benchmark per i mutui a tasso fisso trentennali
Questo aspetto è evidenziato nella grafica successiva:
La correlazione positiva tra rendimenti e tassi sui mutui. Grafico settimanale
Il grafico mostra che, se il rendimento del trentennale continua a salire, il costo dei mutui aumenterà.
Quanto continueranno a salire i rendimenti? È difficile da dire, ma una cosa è certa: un aumento dei rendimenti non è benefico per la salute dell’economia. Pensiamo al fatto che, se i tassi sui mutui aumentano, ci sarà una diminuzione delle vendite di nuove case:
La vendita di nuove case è dipendente dal prezzo dei mutui. Grafico mensile
Se ci sarà una diminuzione delle vendite di case, l’economia rallenterà come mostra la correlazione nella grafica seguente:
La correlazione positiva tra vendita di nuove abitazione e intensità economica. Grafico a 3 mesi
La spiegazione è semplice:
PIL = CONSUMI + INVESTIMENTI + SPESA PUBBLICA + (EXPORT – IMPORT)
Minor richieste di mutui, minori investimenti, rallentamento del PIL!
Qualora qualche concetto non fosse chiaro, commentate pure.
A presto!
Bitcoin (BTC) analisi tecnica e fondamentale📈 Analisi tecnica BTC/USDT
Come accennato nella recensione precedente, il grafico di Bitcoin ora riflette le aspettative sull'approvazione spot dell'ETF Bitcoin di BlackRock. Un altro motivo dell’attuale rialzo è stata la notizia del ritiro della SEC dalla causa contro Ripple (XRP).
Seguendo il nostro scenario, dopo aver consolidato BTC al di sopra del livello di 28.000 dollari, ha prevedibilmente raggiunto un nuovo test del livello psicologico di 30.000 dollari e della linea di tendenza di resistenza al rialzo. Questo nuovo test determinerà l’ulteriore direzione del movimento dei prezzi. Tuttavia, BTC è passato rapidamente attraverso la zona di squilibrio di 1 W senza colmare i gap a livelli di volume di scambio orizzontale. Pertanto, attualmente ci aspettiamo una correzione locale e scambi in questa zona. Il fattore scatenante per l'inizio di questo declino potrebbe essere l'uscita dalla zona di ipercomprato dell'indicatore RSI.
Quindi, se il prezzo riesce a superare il livello di 30.000 dollari e a mantenersi al di sopra di esso, anticiperemo il movimento verso l’obiettivo primario dello scenario attuale: la zona di squilibrio di 1 W e testando la linea di tendenza globale al rialzo nell’intervallo tra 33.000 e 35.000 dollari.
Questo scenario potrebbe essere invalidato se il prezzo scendesse al di sotto del livello di ritracciamento di Fibonacci di 0,78 e si consolidasse al di sotto del livello simmetrico di 28.500 dollari.
📉 Analisi globale del mercato Bitcoin
Sul grafico logaritmico giornaliero, il prezzo di BTC continua a consolidarsi al di sopra della media mobile a 200 settimane e si è avvicinato alla zona di offerta. Se il prezzo si consolida al di sopra del significativo blocco di resistenza a 30.000 dollari, possiamo anticipare la realizzazione del nostro scenario primario: un nuovo test del limite inferiore del modello a cuneo ribassista nell’intervallo tra 33.000 e 35.000 dollari. Ciò avverrebbe prima di una correzione dell’intero movimento al rialzo dall’inizio di quest’anno, che prevediamo ricada all’interno dei livelli di ritracciamento di Fibonacci 0,61-0,78, vale a dire nell’intervallo compreso tra $ 20.000 e $ 25.000.
L'indicatore RSI è entrato nella zona ipercomprato; tuttavia, c'è ancora circa il 20% di margine. Entrare nella zona di ipercomprato estremo potrebbe fungere da fattore scatenante per l’inizio di un’inversione di tendenza.
💠 Analisi di zone e livelli per prendere decisioni di trading
L’indice della paura e dell’avidità è tornato in zona neutrale, attestandosi attualmente a 53.
La capitalizzazione di mercato totale delle criptovalute è salita a 1.099 miliardi di dollari, con l'indice di dominanza di Bitcoin che ha raggiunto 52,47.
Analizzando l'accumulo di grandi blocchi di ordini nei registri degli ordini, osserviamo le seguenti zone di domanda e offerta:
🟢 Zona di domanda: 24.000 - 27.500
🔴 Zona di rifornimento: 30.000 - 35.000
Livelli per posizioni lunghe:
26.500 - Un blocco di supporto e un nuovo test della linea di tendenza.
25.000 – Un altro blocco di supporto e un nuovo test della linea di tendenza.
23.000 - La zona del punto di controllo (POC).
22.000 - Il livello di ritracciamento di Fibonacci di 0,61.
20.000 - Il livello di ritracciamento di Fibonacci di 0,78.
17.000-19.000: zona di squilibrio di 1 ora.
Livelli per le posizioni corte:
30.000 - Il livello di ritracciamento di Fibonacci di 0,78.
35.000 - La zona di squilibrio di 1 settimana.
36.000-38.000: una zona per un potenziale nuovo test della linea di tendenza.
40.000 - Un livello di resistenza psicologica.
📊 Analisi fondamentale
Oggi, la Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti ha ritirato la causa contro il CEO di Ripple Brad Garlinghouse e il co-fondatore Chris Larsen. Il mercato delle risorse digitali sta reagendo positivamente alle vittorie di Ripple, poiché svolge un ruolo importante nel dare forma a una regolamentazione trasparente del mercato delle criptovalute da parte delle autorità di regolamentazione. Il futuro di altre criptovalute potrebbe dipendere dal successo di Ripple.
L'indice S&P500 delle maggiori società statunitensi non è riuscito a superare la linea di resistenza dinamica dell'EMA50 e ha continuato la sua discesa verso il livello di supporto a 4.200. L’indice del dollaro statunitense (DXY) è attualmente scambiato lateralmente.
🌐 Prossimi eventi nell'economia globale
Si prevede che le seguenti date porteranno una maggiore volatilità sia sui mercati azionari che su quelli delle criptovalute:
➤ 26 ottobre, 15:30 - Dati sul PIL statunitense per il 3° trimestre.
➤ 1 novembre, 21:00 - Nuova decisione sul tasso di interesse della Federal Reserve.
➤ 3 novembre, 15:30 - Dati sul tasso di disoccupazione per ottobre.
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LA LOGICA DIETRO AL CROLLO DEL SETTORE UTILITIESLe società che forniscono servizi di pubblica utilità (come elettricità, gas e acqua) appartengono a quello definito “settore delle utilities”. Come mostra la figura successiva, aggiornata al 16 ottobre, esso è il peggiore degli 11 settori dell’S&P500 da inizio anno.
Prestazioni da inizio anno degli 11 settori dell’S&P500 (al 16 ottobre). Fonte: Finviz.com
Qual è il motivo?
Buongiorno a tutti. L’obiettivo di questa analisi è di concentrarci sul settore delle utilities, allo scopo di esaminare le ragioni delle sue scarse performance. Gli argomenti principali che affronterò sono:
• Il settore delle utilities
• L’indice di forza XLU/SPY
• L’indice di forza TLT/IEI e il concetto di duration
• D/E, ovvero il rapporto debito/patrimonio netto
Buona lettura!
1. ANALISI TECNICA SETTORE DELLE UTILITIES
Analisi tecnica del settore delle utilities (aggiornata al 16 ottobre); l’ETF in questione è l’utilities select sector SPRD. Grafico giornaliero
La grafica in questione analizza l’andamento giornaliero del prezzo dell’ETF “XLU”. Il 12 settembre 2022, il prezzo ha toccato un massimo storico a 78.22$, per poi subire un calo del 22.61% che ha raggiunto il suo punto più basso il 13 ottobre 2022, a 60.35$. Nei due mesi successivi, il settore ha mostrato segni di ripresa, culminando con un massimo relativo registrato il 13 dicembre 2022. Da allora, l’andamento del prezzo tra una trendline dinamica ribassista e un supporto statico ha delineato una tendenza al ribasso, con entrambe le strutture di prezzo che sono state testate più volte (come evidenziato nella grafica precedente dai piccoli cerchi rossi e gialli). A partire dal 26 luglio, dopo un falso breakout il 15 agosto e un successivo breakout effettivo il 21 settembre, il prezzo ha subito un altro calo del 20.7%. Nelle ultime sessioni, sembra che il prezzo stia cercando di ritestare la resistenza tratteggiata in rosso, che coincide con il minimo del 13 ottobre 2022.
2. SETTORE UTILITIES VS S&P500
L’analisi tecnica evidenzia una notevole fragilità nel settore delle utilities. Un metodo alternativo per valutare la forza o debolezza di un settore azionario consiste nel confrontarlo con il suo benchmark di riferimento (S&P500) utilizzando un rapporto o indice di forza, come illustrato nel grafico seguente:
L’indice di forza tra settore utilities ed S&P500 (XLU/SPY). Grafico giornaliero
Nel rapporto, il settore è al numeratore e il benchmark al denominatore:
• Se il settore sovraperforma il benchmark, l’indice di forza sale; al contrario, scende
Dal 23 settembre 2022, il benchmark ha dimostrato una forza superiore rispetto al settore.
Nella grafica è interessante notare tre trendline dinamiche ribassiste di colori e pendenze diverse. Queste indicano che:
• Il benchmark ha iniziato a mostrare una forza superiore a partire dal 23 settembre; questa forza è aumentata il 28 dicembre 2022 e ha avuto un ulteriore incremento il 25 aprile 2023
Tuttavia, questo non dovrebbe sorprendere: dopo tutto, l’S&P500 ha iniziato un trend rialzista dall’inizio del quarto trimestre del 2022. Ciò che invece merita una riflessione è l’ultimo periodo, illustrato nel grafico successivo, a partire dal 27 luglio.
Dal 27 luglio 2023 l’S&P500 sovraperforma il settore delle utilities nonostante la condizione di risk-off sui mercati. Grafico giornaliero
Cercherò ora di essere più chiaro. Si osservi la grafica successiva:
La correlazione positiva tra XLU/SPY e VIX. Grafico settimanale
In genere, nei periodi di “risk off” dei mercati, quando il VIX (e quindi la paura degli investitori) aumenta, il settore delle utilities tende a sovraperformare l’S&P500. Questo perché è un settore difensivo, capace di generare profitti anche in condizioni economiche e finanziarie avverse. Al contrario, nelle fasi di “risk on”, quando gli investitori sono più propensi al rischio, l’S&P500 tende a superare il settore delle utilities, con il VIX in calo.
Per riassumere quanto detto in precedenza: nel periodo che va dal quarto trimestre del 2022 al 28 luglio 2023, come illustrato nel grafico seguente, era prevedibile che l’S&P500 mostrasse una forza superiore, considerando il contesto generale di ‘risk on’.
La forza superiore dell’S&P500 rispetto al settore delle utilities da Q4 2022 al 27 luglio 2023. Grafico giornaliero
Lo stesso però non è vero dal 27 luglio ad oggi, con il benchmark al ribasso ma non “sovraperformato” dal settore.
Perché dunque, nonostante la fase attuale di “risk off”, il settore utilities non sta agendo da “difensivo”?
3. SETTORE UTILITIES, OBBLIGAZIONI, DURATION E…TASSI DI INTERESSE!
La figura successiva mostra un’interessante correlazione positiva: quella tra il settore delle utilities e un indice di forza obbligazionario: TLT/IEI.
La correlazione positiva tra XLU e TLT/IEI. Grafico settimanale
Per coloro che non sono familiari con i componenti dell’indice di forza obbligazionario:
• TLT è l’ETF che riflette i risultati di un indice costituito da titoli di stato americani con scadenze superiori ai 20 anni (con una duration di 16.45 anni)
• IEI, invece, riflette i risultati di un indice di titoli di stato americani con scadenze tra i 3 e i 7 anni (con una duration di 4.34 anni)
La correlazione positiva, che raggiunge un valore elevato di +0.90, può spiegare le performance negative del settore dall’inizio dell’anno. Come si può vedere nel grafico precedente, IEI sta sovraperformando TLT a causa della sua duration inferiore.
• La duration misura la sensibilità del prezzo di un’obbligazione (o di un ETF obbligazionario) all’aumento dei tassi di interesse: più è alta, più il prezzo del bond sarà negativamente influenzato.
Ci troviamo in un contesto di aumento dei tassi di interesse da più di un anno e IEI ha sovraperformato (e continua a farlo) TLT grazie alla sua duration notevolmente inferiore. L’indice TLT/IEI continua a registrare minimi decrescenti, indicando un’aspettativa rialzista del mercato sui tassi di interesse.
Dato la correlazione positiva osservata nel grafico precedente, è plausibile affermare che anche il settore delle utilities stia risentendo della stessa dinamica. Infatti, il settore delle utilities è uno dei più indebitati tra gli 11 settori dell’S&P 500. Questo è dovuto al fatto che le società in questo settore forniscono servizi pubblici come elettricità, gas e acqua, che richiedono la costruzione di infrastrutture di grandi dimensioni come centrali elettriche, gasdotti e reti di distribuzione dell’acqua; esse sono tipicamente finanziate tramite debito.
In un periodo di rialzo dei tassi di interesse, il costo del debito aumenta. Di conseguenza, le società potrebbero dover destinare una quota maggiore dei loro profitti per coprire questi costi, il che potrebbe avere un impatto negativo sui loro bilanci trimestrali; inoltre, l’incremento del costo del debito rende più gravoso per le aziende accedere a nuovi finanziamenti, restringendo di conseguenza le loro possibilità di espansione. Questo è particolarmente significativo per le società del settore delle utilities, che necessitano di infrastrutture per le loro operazioni.
Per valutare il grado di indebitamento di un’azienda o di un settore, si può ricorrere a un indicatore finanziario noto come rapporto debito/patrimonio netto (D/E). Questo indicatore può assumere valori maggiori, minori o uguali a 1. Un valore superiore a 1 indica un livello di indebitamento più o meno alto, mentre un valore inferiore a 1 suggerisce un livello di indebitamento più basso.
La grafica che segue illustra il rapporto debito/patrimonio netto (D/E) del settore delle utilities, che nel primo trimestre del 2023 è risultato pari a 1.69. Questo valore è stato calcolato sulla base dei dati finanziari più recenti, raccolti nell’arco degli ultimi 12 mesi.
Fonte: csimarket.com
Per determinare se un rapporto D/E di 1.69 è alto o basso, possiamo fare riferimento alla sezione evidenziata in giallo nella figura, dove è indicato un ranking di 13. Tenendo conto che il sito analizza non 11, ma 13 settori, ciò indica che il settore delle utilities è il più indebitato. In termini più specifici, per ogni dollaro di patrimonio netto, il settore delle utilities ha un debito di 1.69 dollari.
Dopo aver ottenuto queste informazioni, diventa interessante esaminare le ultime due grafiche. Queste mostrano la correlazione settimanale tra TLT/IEI e tutti i settori azionari dell’S&P500.
Correlazione tra TLT/IEI e settori azionari su timeframe settimanale
Correlazione tra TLT/IEI e settori azionari su timeframe settimanale
Da questa analisi, possiamo trarre la conclusione che il settore delle utilities, che nel primo trimestre del 2023 era il più indebitato, è oggi probabilmente il settore più correlato alle aspettative di politica monetaria proprio a causa del suo elevato livello di indebitamento.
Concludiamo qui l’analisi. Nella prossima, utilizzeremo le informazioni raccolte in questa analisi per sviluppare degli indici di forza basati sul… sentiment economico. A presto!
DOLLARO, EURO e RETAIL SALES!Gli eventi in Medio Oriente continuano a tenere nervosi gli investitori, anche se i mercati azionari sono riusciti a recuperare leggermente il terreno nella chiusura delle contrattazioni di settimana scorsa.
La stagione degli utili del terzo trimestre negli Stati Uniti riprende ritmo questa settimana, dove sia Goldman che Bank of America pubblicheranno oggi i risultati delle trimestrali.
Domani toccherà a Tesla.
Altrove, i rendimenti statunitensi sono saliti silenziosamente, ciò suggerisce che sarà difficile cambiare questa narrazione del tasso di riferimento “più alto per un periodo più lungo”.
Questo ci porta al momento clou della sessione di oggi, ovvero la pubblicazione alle 14.30 dei dati relativi alle vendite al dettaglio negli Stati Uniti di settembre.
Escludendo automobili e benzina, il dato sottostante potrebbe essere debole.
Ciò si basa sul calo delle vendite di carte di credito negli ultimi mesi.
Un dato più basso delle previsioni o del precedente dovrebbe significare che l'indice del dollaro farà fatica a superare quota 106.80.
Oltre alle vendite al dettaglio, la giornata di oggi vede anche la produzione industriale americana, anch'essa prevista debole sulla scia degli scioperi del settore automobilistico.
Il cambio EUR/USD è leggermente salito sulla scia di un contesto azionario leggermente positivo.
Il percorso odierno di EUR/USD sarà in gran parte determinato dal comunicato sulle vendite al dettaglio negli Stati Uniti.
Se i dati dovessero essere confermati più deboli, EUR/USD potrebbe superare la resistenza intraday a 1,0575/85 e muoversi verso l'area 1,0610/20.
Il sondaggio ZEW ha mostrato dati migliori in Germania e nell’Eurozona.
Tuttavia, questi dati in genere non sono un grande motore del mercato.
Oggi il Canada pubblica i dati sull'inflazione di settembre e le aspettative non prevedono variazioni su base mensile dopo i dati di agosto dello 0,4%.
Si prevede che le misure core rallenteranno in modo molto marginale e rimarranno vicine al 4,0%.
Le aspettative del mercato per l’inasprimento della Banca del Canada sono rimaste elevate rispetto alla Fed, con 20 punti base scontati per gennaio.
La settimana scorsa, il governatore della BoC Tiff Macklem ha affermato che “non è tanto questione di dove si trova l’inflazione adesso, ma di dove sarà l’inflazione”, forse spostando un po’ l’attenzione dalla lettura del CPI di settembre e assumendo un tono apparentemente più cauto.
CAD che rimane in territorio di deprezzamento nel breve termine.
Buon trading a tutti
INVERSIONE CURVA DEI RENDIMENTI: COSA MANCA PER LA RECESSIONE?L’inversione della curva dei rendimenti è sempre attentamente monitorata da analisti, investitori ed economisti perché tende ad anticipare una recessione che, per il momento, non si è ancora verificata.
Questo potrebbe farci pensare che la famosa ‘inversione’ non sia più un segnale affidabile. Perché la tanto attesa contrazione economica non si è ancora verificata?
Buongiorno a tutti. L’obiettivo di questa analisi è quello di fornirvi un mio punto di vista su questo argomento tanto discusso negli ultimi tempi, fornendovi la variabile mancante affinché la recessione si verifichi realmente.
Buona lettura.
1. LA CURVA DEI RENDIMENTI 10-2 ANNI
La curva dei rendimenti 10-2 anni rappresenta la differenza tra il rendimento del titolo di stato americano a 10 anni e quello a 2 anni. Questa curva, che è illustrata nella figura successiva in azzurro, tende a seguire un andamento ciclico, con fasi di rialzo e ribasso. Quando la curva scende al di sotto della soglia dello 0%, si verifica la sua tanto famosa inversione.
Rendimento a 10 anni, a 2 anni e la relativa curva dei rendimenti a quelle scadenze. Grafico mensile
La figura successiva è particolarmente utile perché illustra i motivi per i quali una curva si espande (diventa ‘rialzista’) o si contrae, superando poi al ribasso la soglia dello 0%:
• Quando il rendimento a 2 anni è più basso rispetto a quello a 10 anni (come accaduto dal settembre 2000 al giugno 2003), la curva tende ad inclinarsi verso l’alto
• Successivamente, quando il rendimento a 2 anni inizia a riallinearsi con quello a 10 anni, la curva tende a inclinarsi verso il basso (come accaduto da novembre 2010 a settembre 2019)
• Quando il rendimento a 2 anni supera quello a 10 anni, si verifica l’inversione
Questi aspetti saranno chiariti nel paragrafo successivo.
L’espansione e la contrazione della curva dei rendimenti 10-2 anni. Grafico mensile
2. LA CURVA DEI RENDIMENTI 10-2 ANNI È INFLUENZATA DALLA POLITICA MONETARIA
L’evoluzione della curva è fortemente influenzata dalle aspettative di politica monetaria. Come illustrato nella figura successiva, esiste una correlazione negativa tra la curva e i tassi di interesse applicati dalla Federal Reserve.
La correlazione negativa tra curva dei rendimenti 10-2 anni e tassi di interesse della Federal Reserve. Grafico mensile
• Quando la FED riduce i tassi di interesse, la curva tende a espandersi
• Al contrario, quando la FED adotta una politica monetaria più rigida, la curva tende a contrarsi
Più aggressiva è la politica monetaria, più la curva tende a raggiungere valori inferiori allo 0%, in maniera progressivamente decrescente. Questo si verifica perché:
• Il rendimento a 2 anni risente maggiormente delle aspettative di politica monetaria
• Il rendimento a 10 anni, invece, è influenzato principalmente dalle aspettative di inflazione
I punti discussi in questo paragrafo mirano a chiarire un concetto fondamentale: il movimento della curva dei rendimenti è direttamente legato alle aspettative del mercato riguardo ai tassi di interesse.
3. CURVA DEI RENDIMENTI, PIL E…FIDUCIA DEI CONSUMATORI, LA VARIABILE MANCANTE!
Nell’introduzione dell’analisi abbiamo evidenziato come l’inversione della curva dei rendimenti 10-2 anni sia comunemente riconosciuta come un indicatore anticipatore delle recessioni economiche. Questo concetto è illustrato nella figura successiva:
La curva dei rendimenti 10-2 anni è un leading indicator di recessioni economiche. Grafico mensile
Perché, nonostante l’inversione della curva nell’estate del 2022, non si intravede ancora all’orizzonte una contrazione economica? Iniziamo ricordando le variabili che compongono il PIL (secondo il metodo della spesa:
PIL = C + I + G + (EXPORT – IMPORT)
Dove:
C: Consumi, ossia la quantità di beni e servizi acquistati dai consumatori
I: Investimenti, ossia le spese delle imprese e delle famiglie in immobili e beni strumentali
G: Spesa pubblica
(EXPORT – IMPORT): Bilancia commerciale
È fondamentale sottolineare che la variabile dei consumi è probabilmente la più significativa, dato che il PIL degli Stati Uniti ne dipende per il 70%. Questo suggerisce che l’economia della prima potenza mondiale è fortemente influenzata dai suoi consumatori. In particolare:
• Se i consumatori sono fiduciosi, tenderanno probabilmente ad aumentare le spese in beni e servizi, rafforzando così la variabile C del PIL e, di conseguenza, il PIL stesso.
• Al contrario, se la loro fiducia è bassa, la stessa variabile si indebolirà e il PIL risentirà di questa situazione.
Da queste due considerazioni deriva una delle correlazioni più importanti in ambito macroeconomico: quella positiva tra la fiducia dei consumatori e prodotto interno lordo!
La correlazione positiva tra fiducia dei consumatori e prodotto interno lordo. Grafico mensile
Abbiamo quindi individuato la variabile mancante per la recessione: la fiducia dei consumatori. Infatti, se osserviamo il grafico successivo, notiamo che, sebbene la curva dei rendimenti si sia invertita, segnalando un allarme di recessione, la fiducia dei consumatori non ha seguito lo stesso andamento. Al contrario, è in rialzo!
La curva dei rendimenti e la fiducia dei consumatori non stanno seguendo la stessa tendenza. Grafico mensile
È importante tenere presente un altro elemento: prima dell’insorgere di una possibile recessione, dopo l’inversione, la curva dei rendimenti dovrebbe risalire al di sopra dello 0%. Questo dettaglio è stato messo in evidenza tre grafici fa.
Tuttavia, questo ‘ritorno allo zero’ (come si può osservare nel grafico successivo) dovrebbe essere accompagnato da una diminuzione della fiducia dei consumatori.
Affinché ci possa essere una recessione, il ritorno allo zero della curva dovrebbe essere accompagnato da un calo della fiducia dei consumatori. Grafico mensile
Ecco, quindi, nel grafico successivo, quello che dovrebbe accadere:
Rimbalzo della curva accompagnato da un calo della fiducia dei consumatori. Grafico mensile
Per concludere l’analisi:
• L’economia statunitense dipende fortemente dai consumatori e dalle loro spese per beni e servizi. In un periodo di ‘espansione’ economica, la domanda di beni e servizi aumenta, rafforzando la variabile C del PIL e alimentando l’inflazione. A questo punto, la FED è costretta ad aumentare i tassi di interesse per mantenere la stabilità dei prezzi, causando di fatto l’inversione della curva dei rendimenti. Tassi di interesse elevati possono influenzare negativamente il sentiment dei consumatori. Pensate a coloro indebitati a tassi di interesse variabili per acquistare una casa, un’auto o qualsiasi altro bene discrezionale: avranno un reddito inferiore a causa delle rate più onerose. A redditi inferiori corrisponderanno spese minori, un indebolimento della variabile C del PIL e… una successiva (potenziale) contrazione dello stesso.
Quindi… sì, osserviamo la curva dei rendimenti, ricordando di tenere d’occhio anche altre variabili.
A presto
XAUUSD: Strategia di negoziazione per la prossima settimana
La forte ascesa dell’oro nel commercio del venerdì ha posto fine alla repressione critica e ha dato impulso alla decapitazione. Il perdurare di questa tendenza all’aumento dimostra che la prossima settimana dovremo continuare a lavorare con l’omeopatia, seguendo il confine del 1900 con attenzione e determinazione.
Per quanto riguarda le fonti, l’intensificarsi del conflitto israelo-palestinese ha determinato un aumento della domanda di rifugio dall’oro, che è stato uno dei principali fattori dell’aumento del prezzo dell’oro. Inoltre, i segnali lanciati dalla fed di un’eventuale rinuncia all’aumento dei tassi di interesse costituiscono un supporto per il prezzo dell’oro. Insieme, questi fattori hanno contribuito a far salire il prezzo dell’oro e a formare una forte tendenza al rialzo. Attualmente, la pressione al di sopra dell’oro deriva principalmente dalla posizione pre-primaria del periodo 1940-1945, che è sotto pressione. Quando i prezzi raggiungono la posizione, possono verificarsi degli aggiustamenti, e la settimana prossima continuiamo a guardare con preoccupazione all’aumento.
Dall’analisi giornaliera emerge che nella parte superiore si è posto l’accento sulla repressione di primo piano (1940-1945) e nella parte inferiore sugli appoggi (1920).
GOOGLE: BAT /CIGNO NERO/ Onda di WolfeGOOGLE: PIPISTRELLO/CIGNO NERO/ Onda di Wolfe.
Google/Alphabet rientra tra i “Magnifici Sette” e la performance degli ultimi mesi è indiscutibile. Tuttavia, anche se i fondamenti sono tutti verdi, potrebbe esserci un "Cigno Nero" annidato nella società di Mountainview, questo cigno nero potrebbe persino avere il volto del Dipartimento di Giustizia. Da giorni, infatti, i giudici stanno scavando nel passato per scoprire se Google non avrebbe abusato e utilizzato manipolazioni finanziarie per ottenere questa posizione dominante nei motori di ricerca.
Che si sottoscriva o meno questa teoria del complotto, non possiamo trascurare il fatto che il governo vorrà dare l'esempio e privare Google dei suoi attuali privilegi - come, ad esempio, quello di essere il motore di ricerca predefinito di Apple - questa ipotesi potrebbe addirittura giustificare la probabilità di una correzione severa, anche se, a lungo termine, neanche questa dovrebbe avere un impatto eccessivo. A ciò si aggiunge il fatto che i Magnifici Sette sono stanchi dopo il raduno del 2023 e si ha una “tempesta perfetta” che incombe su Mountain View.
SOX: Linea di tendenza da tenere occhioLinea di tendenza da tenere d'occhio!!!!
In effetti, l’indice dei semiconduttori “SOX”, noto come indicatore anticipatore, sembra mostrare segni di debolezza. Sebbene sia tornato sulla sua linea di tendenza rialzista, possiamo ancora diffidare delle onde di Wolfe che indicano un possibile breakout. Per non parlare del fatto che componenti importanti come “Intel” o “Nvidia” sono molto alti e sopravvalutati (Nvidia), o hanno sperimentato una serie abbastanza fenomenale di aumenti consecutivi (Intel). La rottura del trend rialzista potrebbe essere un segnale negativo per la tecnologia e soprattutto per il mercato nel suo insieme.