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MSCI World settoriali: aspetti tecnici, intermarket e rischi L’obiettivo dell’analisi è presentare l’indice MSCI World insieme a due ETF settoriali globali: uno focalizzato sui consumi discrezionali e l’altro sui beni di prima necessità. Sarà fornita una panoramica tecnica, evidenziando gli indici più rialzisti e quelli meno performanti, nonché una valutazione fondamentale del diverso grado di rischio associato ai due. Inoltre, verrà esaminato il contesto intermarket, in cui i due ETF globali non solo offrono opportunità di investimento, ma potrebbero essere utilizzati come indicatori di sentiment del mercato.
I protagonisti:
• MSCI World
• iShares Global Consumer Discretionary
• iShares Global Consumer Staples
• Petrolio
• Rame
• Rame/Oro
• Pmi mondiale
Buona lettura.
1. ANALISI MSCI WORLD ETF
L’MSCI World di iShares, dal ticker “URTH”, è un ETF che ha lo scopo di replicare il movimento di un indice composto da azioni di società appartenenti ai mercati sviluppati.
Per essere più precisi, esso replica il movimento dell’indice “MSCI World Index” ed è raffigurato a livello settimanale nella grafica seguente:
Questo particolare ETF è piuttosto popolare nel settore “investimenti” dal momento in cui offre agli investitori in azioni un’ampia diversificazione geografica. La “geografia” stessa è mostrata nella grafica seguente, reperita dalla pagina dell’ETF stesso:
Interessante notare un importante aspetto:
• Nonostante siano interessati diversi paesi, l’ETF è altamente sbilanciato lato “United States”, con una ponderazione del 70% circa
Non stupisce infatti che le prime 10 società per peso percentuale siano tutte statunitensi:
Sarebbe dunque più giusto affermare che:
• L’MSCI World di iShares è un ETF che ha lo scopo di replicare il movimento di un indice composto da azioni di società statunitensi e da una piccola parte di azioni di società appartenenti ad altri mercati sviluppati.
Ricordate: mai perdere di vista le ponderazioni percentuali. Avreste potuto acquistare questo indice convinti di avere un’esposizione sul mercato cinese che, come osservato due grafiche fa, non è presente!
Come si sta comportando dal punto di vista tecnico l’ETF? Osserviamo la grafica successiva:
Dall’8 novembre del 2021 al 13 ottobre del 2022 il prezzo, in pieno trend ribassista, arrivava a perdere 28.5 punti percentuali; tuttavia, prima del raggiungimento del minimo del “bear market” (13 ottobre 2022), lo stesso iniziava a formare un’importante figura di analisi tecnica: un testa e spalle rialzista, osservabile nella grafica successiva:
Il prezzo realizzava la rottura della neckline della figura tecnica il 27 gennaio 2023 e, come insegnano i libri di analisi tecnica, vedeva il re-test della stessa struttura nella seconda settimana di marzo per poi spingersi a prezzi più alti con la creazione di una nuova gamba rialzista.
Possiamo dunque affermare che il quadro tecnico è, ad oggi, rialzista.
2. ISHARES GLOBAL CONSUMER DISCRETIONARY E CONSUMER STAPLES
Il paragrafo precedente si è concentrato sulla ponderazione geografica ma non su quella…settoriale.
La domanda appare dunque lecita:
“Su che settori investe l’iShares MSCI World?”
Osserviamolo nella grafica successiva:
L’esposizione settoriale appare più bilancia rispetto a quella geografica:
• 22% settore tecnologico
• 14.6% settore finanziario
• 12.6% settore sanitario
• 11.1% settore dei consumi discrezionali
• 11% settore industriale
• 7.3% settore dei consumi di prima necessità
• 7% settore delle comunicazioni
• 4.6% settore energetico
• 4.1% settore dei materiali
• 2.8% settore utilities
• 2.4% settore immobiliare
L’MSCI World consente all’investitore di investire su un’ampia gamma settoriale.
Lo stesso “player” potrebbe avere la possibilità di investire su uno di quei particolari settori “globali”? Ad esempio, sul settore dei beni discrezionali o su quello dei beni di prima necessità?
La risposta è…sì! Ishares mette a disposizioni gli “XLY” e “XLP” (noti ETF statunitensi) a livello globale. Partiamo dal primo di essi, mostrato nella grafica successiva su timeframe settimanale: l’iShares Global Consumer Discretionary ETF (dal ticker “RXI”).
Osserviamo nella grafica successiva la ponderazione geografica:
È possibile affermare come l’ETF offra un’ampia esposizione geografica che, come nel caso precedente, pende principalmente lato United States, con un 57.6% in peso. In questo caso, al contrario dell’MSCI World, figura la Cina, con un 6% totale. Bassa invece l’esposizione sulle società italiane (1.65%).
Osserviamo nella figura successiva le prime 10 società in peso:
Le statunitensi Tesla e Amazon, da sole, hanno un peso del 21.84%; tra le prime 10 figurano tuttavia l’europea LVMH, le giapponesi Toyota e Sony e la cinese Alibaba.
Osserviamo ora il lato tecnico del prezzo nella figura che segue:
Brutte prestazioni nell’ultimo bear market: -37.7% (prestazioni più negative rispetto a quelle dell’MSCI world osservate nel paragrafo precedente). Dopo il minimo raggiunto il 13 ottobre 2022 a 116.6$ il prezzo, con i suoi movimenti lateral-rialzisti, ha realizzato un triangolo ascendente, con la resistenza situata sui 148$. La stessa figura tecnica rialzista ha visto un breakout qualche settimana fa. Si può concludere affermando come, ad oggi, la configurazione appaia rialzista (con un rialzo da inizio anno di oltre 20 punti percentuali), con una formazione di una piccola lateralizzazione che probabilmente, visto l’attuale contesto risk-on, sarà rotta dal prezzo al rialzo.
Passiamo ora all’iShares Global Consumer Staples ETF (dal ticker “KXI”), mostrato nella grafica successiva su timeframe settimanale:
La ponderazione geografica dell’ETF è diversa rispetto a quella osservata per il Global Consumer Discretionary: in questo caso, come mostra la mappa successiva, figurano basse esposizioni su Messico e Belgio ma non sulla Cina e sull’Italia.
Per quanto riguarda le prime 10 società:
• Sette di esse sono statunitensi (PG, PEP, COST, WMT, KO, PM, MDLZ)
• Una di esse svizzera (NESN)
• Una britannica (ULVR)
• Una francese (OR)
Analisi tecnica del prezzo:
• L’ETF, nell’ultimo bear market (05.01.2022/13.10.2022), ha realizzato una performance negativa di -19.3 punti percentuali.
• Molto importante la resistenza a 64.8$, che ha agito da tale il 21 aprile 2022 e il 1° maggio del 2023:
• Volendo entrare ancora più nel dettaglio, è possibile osservare un testa e spalle di inversione di tendenza, diverso da quello dell’MSCI world precedente per un motivo: un falso breakout.
L’ETF è dunque rialzista o ribassista? Osservando la grafica precedente e la prossima, che mostra la formazione di un triangolo ascendente, è possibile affermare come il prezzo fornisca input rialzisti:
Prestazione del prezzo da inizio anno: +2%
3. I DIVERSI INDICI DI FORZA TRA SETTORI GLOBALI E BENCHMARK
Chi esprime maggior forza tra i tre ETF commentati? È possibile scoprirlo costruendo indici di forza tra essi. Partiamo da quello tra MSCI World Consumer Discretionary (al numeratore) vs MSCI World (al denominatore):
• “URTH” ha mostrato maggior forza dal 5 febbraio del 2021 al 24 maggio del 2022. Da quel giorno in poi il quadro tecnico ha visto un cambiamento: formazione di un triangolo ascendente con il breakout rialzista avvenuto il 15 giugno, un mese fa circa. Ad oggi, maggior forza di “RXI”:
MSCI World Consumer Staples vs MSCI World:
• Situazione contraria rispetto a quella precedente. Maggior forza dei beni di prima necessità globali dal 19 novembre del 2021 al 18 gennaio 2023: il trend è stato accompagnato da un supporto dinamico rialzista. Il 18 gennaio stesso si è materializzato un breakout ribassista del supporto dinamico: come da manuale, il prezzo a re-testato la stessa struttura il 26 aprile 2023, diventata resistenza dinamica, e ha dato conferma del trend ribassista di breve periodo.
Analizziamo infine il rapporto tra RXI e KXI:
• Maggior forza dei consumer staples nel bear market 19.11.2021-28.12.2022. La formazione di un testa e spalle ha dato il via alla possibilità di un inversione di tendenza, materializzatasi qualche settimana fa con il breakout rialzista della neckline dell’omonima figura tecnica.
I tre indici di forza hanno dunque palesato una maggior forza dell’MSCI World Consumer Discretionary.
4. I DIVERSI RISCHI DEI DUE ETF SETTORIALI
Vi chiederete:
“Quale dei due ETF presenta un rischio maggiore?”
A tal proposito è necessario osservare i loro Beta, che forniscono una misura della loro volatilità rispetto all’S&P500:
I consumi discrezionali hanno un beta superiore ad 1 (1.06), mentre quelli di prima necessità inferiore (0.61). Questo significa che “RXI”, nell’arco di tempo considerato (3 anni), ha registrato dei movimenti di mercato poco più aggressivi rispetto all’S&P500, al contrario invece di “KXI”. Per fare un esempio numerico:
• Immaginiamo che un giorno X l’S&P500 registri una prestazione positiva del +1.5%: osservati i beta dei due ETF, RXI registrerà una prestazione dell’1.59% mentre KXI una del 0.91%. (Calcoli ottenuti dal prodotto tra l’ipotetica performance del benchmark e il beta degli ETF)
Maggiore sarà la volatilità di un titolo e maggiori saranno i potenziali guadagni o…le potenziali perdite. Questo significa che quanto più aumenterà la volatilità, tanto più aumenterà l’esposizione al rischio. Questo è il motivo per il quale il mercato delle Crypto, estremamente volatile, è sempre stato considerato il mercato “più pericoloso”.
Vi chiederete il motivo delle due diverse volatilità:
• Il settore dei beni discrezionali, ciclico, tende ad essere fortemente influenzato dall’andamento del ciclo economico; in condizioni economiche favorevoli le società tenderanno a registrare utili in aumento, al contrario in rallentamento o contrazione.
Considerando un arco temporale di medio periodo, gli investitori tenderanno ad acquistare le azioni di quelle società capaci di generare forti utili; basiamoci sul contesto attuale: una settimana si parla di recessione, nell’altra di espansione, nell’altra di soft landing e nell’altra ancora di una potenziale bolla: tutti scenari nei quali le società cicliche registrerebbero guadagni diversi.
Proprio da questo aspetto deriva l’elevata volatilità del settore.
• Il settore dei beni di prima necessità, al contrario, è definito “non ciclico” in quanto gli utili delle società appartenenti non sono influenzati dal ciclo economico: quelle aziende saranno capaci di generare dei guadagni anche in condizioni economiche avverse.
Essendo dunque “anticicliche”, tenderanno a registrare utili costanti nel tempo o, se preferite, utili “poco volatili”
5. RXI/KXI COME INDICE DELLE ASPETTATIVE SULL’INTENSITA’ ECONOMICA GLOBALE
È possibile utilizzare l’indice di forza tra beni discrezionali e beni di prima necessità come indice di sentiment sulle aspettative di crescita o decrescita economica globale? Si!
• Ad aspettative di crescita gli investitori concentreranno i loro acquisti sui beni discrezionali mentre ad aspettative di decrescita sui beni di prima necessità; nel primo caso, RXI sovraperformerà KXI (con l’indice rialzista), mentre nel secondo accadrà il contrario (con l’indice ribassista)
Questa idea è supportata da alcune correlazioni interessanti tra lo stesso indice e:
• Il petrolio, il cui prezzo è fortemente legato alla domanda globale che tende ad aumentare ad una crescita dell’attività economica:
Ricordate:
• Ad un aumento dell’intensità economica, aumenterà la domanda di petrolio da parte delle industrie essendo esso una delle principali fonti di energia
• Il rame, un metallo largamente utilizzato in campo industriale (nei settori elettronici, automobilistici, manifatturieri e in diversi altri) per le sue proprietà chimiche e fisiche:
• Il rapporto Copper/Gold, largamente utilizzato dagli operatori come indice di sentiment economico globale:
• Il PMI manifatturiero globale, uno tra i dati macroeconomici leading più legato al ciclo economico e che spesso funge da suo anticipatore:
L’analisi termina qui. KXI e RXI non sono gli unici indici settoriali globali: se desiderate un’analisi sugli altri indici (o per eventuali dubbi sull’analisi stessa, rilasciate un commento).
Alla prossima!
L'INFLAZIONE AMERICANA SORPRENDE!Condivido gli ultimi aggiornamenti relativi ai dati inflazionistici americani usciti ieri pomeriggio alle 14:30.
Le aspettative erano le seguenti:
Previsioni ribassiste per l'inflazione headline e core.
Dati che hanno sorpreso i mercati, con letture inferiori alle previsioni.
CPI headline 3% contro 4% precedente e CPI core 4,8% contro 5.3% precedente.
Dalla lettura del report ufficiale, possiamo notare come la componente energetica sia la principale causa di questa fase di deflazione.
Reazione dei mercati da manuale, il dollaro scende e i diversi indici azionari tirano un sospiro di sollievo.
L'inflazione e il dollaro sono strettamente correlati in maniera positiva, ovvero all'aumentare dell'inflazione aumenta il prezzo del dollaro.
Nel prossimo grafico mostrerò quanto detto in precedenza.
Ebbene si, dal 2000 ad oggi, ad ogni picco dell'inflazione corrisponde un picco per l'indice del dollaro.
I rendimenti sono scesi bruscamente dopo l'uscita dei dati, iniziando a scontare il prossimo aumento di 25 punti base come ultimo dell'anno (pivot point).
Su base settimanale il decennale americano sta perdendo il 6.3%.
Scenario che sta aiutando l'oro a recuperare terreno, tornando in zona 1960 dollari l'oncia.
Vorrei concludere questo piccolo articolo con un grafico personale sulle proiezioni sull'inflazione americana (solo a scopo didattico).
Come si può vedere dal grafico, le proiezioni effettuate ad aprile sono state rispettate ed ora ci troviamo in un punto molto interessante.
Tramite il calcolo dell'effetto base, l'inflazione nei prossimi mesi dovrebbe segnare piccoli rimbalzi a rialzo.
Buon trading a tutti
Mattia
Quinto ciclo del mercato rialzista di Bitcoin BTCIl quinto ciclo del mercato rialzista di Bitcoin BTC, Bitcoin è entrato nel quinto ciclo dell'aumento a lungo termine del mercato rialzista e si è formata la direzione generale della tendenza generale.Solo continuando a salire, nessuno può competere con questa tendenza del mercato rialzista Solo seguendo la tendenza possiamo ottenere il risultato che i trader vogliono.
Importanza del settore immobiliare per l'economia e per l'S&P500L’immobiliare è uno dei settori che più impatta sull’economia di un paese. L’obiettivo di questa analisi è proprio quello di capirne i motivi, grazie all’utilizzo della macroeconomia e dei relativi grafici correlati.
I protagonisti dell’analisi:
• Settore immobiliare
• Prodotto interno lordo
• Politica monetaria
• Mutui dei consumatori
• Reddito dei lavoratori
• Vendite di nuove abitazioni
• Prezzo delle abitazioni
• Vendite al dettaglio
• Produzione industriale
• Tasso di disoccupazione
• Utili delle società dell’S&P500
• S&P500
Buona lettura!
1. L’IMPORTANZA DEL SETTORE IMMOBILIARE NELL’ECONOMIA DI UN PAESE
Definirei il mercato immobiliare come un “meccanismo”. La stessa definizione potrebbe risultarvi piuttosto contorta, eppure è così!
Il titolo del paragrafo menziona la parola “economia”; ebbene, in diverse delle ultime analisi ho rimarcato che il dato macroeconomico capace di misurare la sua intensità è il prodotto interno lordo. Ricordiamo la sua formula, utilizzando il metodo della spesa:
PIL = C (consumi) + I (investimenti) + G (spesa pubblica) + (EXPORT-IMPORT)
Se è vero che il mercato immobiliare ricopre una grande importanza, sicuramente impatterà su alcune delle variabili del PIL stesso. In particolare:
• Sui consumi
• Sugli investimenti
Immaginiamo ora di vivere in un contesto economico in cui un gran numero di consumatori inizi ad acquistare immobili; ad esempio:
• Immobili residenziali (quelli destinati ad utilizo abitativo come appartamenti, condomini e ville)
• Immobili commerciali (quelli destinati per scopi appunto commerciali come supermercati, negozi di abbigliamento, uffici, ristoranti)
Acquistare un immobile equivale ad un consumo (C) o ad un investimento (I)? Direi…ad un investimento, infatti:
• Un immobile può avere la capacità di aumentare il suo valore nel corso di tempo (ed essere successivamente rivenduto)
• Può essere utilizzato come fonte di reddito (attraverso gli affitti)
• Può essere utilizzato per scopi produttivi (parleremmo in questo caso di “immobili industriali”)
Quanti più consumatori acquisteranno immobili, tanto più andrà ad incrementare la variabile “investimenti” della formula di calcolo del PIL.
Il tipo di “meccanismo” al quale mi riferivo precedentemente appare piuttosto complesso. Il motivo risiede nella fitta interconnessione tra settore immobiliare stesso e settori “affiliati”.
Quali sono i materiali che occorrono per la realizzazione di un immobile? Ecco alcuni di essi:
• Cemento (probabilmente uno tra i materiali più utilizzati)
• Mattoni (utilizzati principalmente per le pareti)
• Acciaio (capace di garantire resistenza e stabilità)
• Legno (travi e solai)
I vari partecipanti alla costruzione saranno dunque rappresentati dalle imprese laterizie, cementifere, siderurgiche e del legno; da non dimenticare le società edili che hanno la funzione di realizzare la struttura.
Successivamente, prenderanno parte al progetto le imprese di pavimentazione (installazioni di piastrelle) e quelle di montaggio di infissi. Non dimentichiamo gli elettricisti, gli idraulici e gli imbianchini.
Ricordiamo altre figure professionali come ingegneri edili e architetti e le società di traslochi che si occuperanno di trasportare mobili e oggetti personali.
Insomma… un immobile ha la capacità di coinvolgere diversi attori (ne ho menzionato solo alcuni, giusto per rendere l’idea).
Passiamo ora alla variabile consumi, con particolare riferimento ai residenziali:
• I consumatori inizieranno ad acquistare beni durevoli e non durevoli come elettrodomestici (lavatrici, frigoriferi), apparecchiature elettroniche (televisori, computer, impianti stereo), utensili domestici (padelle, posate e pentole), decorazioni (come quadri e lampade) e prodotti per la pulizia (detergenti)
Anche nel caso della variabile C le imprese coinvolte nelle vendite saranno tra le più svariate.
Un modo alternativo per scoprire i diversi settori coinvolti è quello di prendere in considerazione un ETF che replichi il movimento di società attive nella costruzione di abitazioni e controllare l’allocazione settoriale dello stesso. Un esempio è rappresentato dall’esposizione dell’iShares US Home Construction ETF, come mostra la grafica successiva:
Concludiamo affermando che il debito contratto da uno o più individui per l’acquisto di un immobile è reddito per le imprese (e i lavoratori) convolte.
2. MACROECONOMIA: POLITICA MONETARIA, MUTUI, VENDITE E PREZZI DELLE CASE
Da adesso in poi focalizzeremo l’attenzione sul residenziale, sui grafici e…sul catalizzatore dell’intensità economica. Esso è rappresentato dalla banca centrale e dai suoi tassi di interesse.
Lo scopo della politica monetaria è quello di mantenere stabile un sistema economico, evitando dei crolli o degli eccessivi surriscaldamenti. Volendo essere ancora più precisi, l’obiettivo è la stabilità dei prezzi intorno al 2%.
Vi chiederete il senso di menzionare la politica monetaria: ebbene, essa è probabilmente il principale catalizzatore del mercato immobiliare. Perché?
• Gli individui acquistano degli immobili attraverso un debito o, se preferite, accedendo ad un mutuo
La figura successiva mostra una media degli interessi a tasso fisso sui mutui a scadenza 30 anni:
Gli interessi da pagare sui mutui sono influenzati proprio da una banca centrale. Questo è dimostrato dalla correlazione esistente tra mutui e tassi di interesse di riferimento:
Una delle frasi più comuni dell’ultimo anno è stata la seguente:
“La banca centrale aumenterà i tassi di interesse; questa azione renderà più costoso il denaro”
Qual è il significato di questa frase?
• Il costo del denaro altro non è che l’interesse da pagare per prendere in prestito una determinata somma di denaro stesso
Dunque, perché la politica monetaria è il principale catalizzatore del settore immobiliare?
• La logica vuole che i consumatori saranno più incentivati ad acquistare un immobile a bassi tassi di interesse e, dunque, a mutui poco onerosi. Ad un inasprimento della politica monetaria accadrà il contrario: mutui molto onerosi disincentiveranno gli acquisti.
Esisterà dunque una correlazione inversa tra il prezzo (o l’interesse) dei mutui e il dato macroeconomico sulla vendita di nuove case? Osserviamolo nella figura successiva:
Ipotesi confermata!
• Allo scendere del prezzo dei mutui, saliranno le vendite di nuove abitazioni
È stato dunque chiarito l’aspetto per il quale la politica monetaria impatta fortemente sul mercato immobiliare e…sul prezzo delle abitazioni! Osserviamo la figura successiva:
La correlazione tra le vendite di nuove abitazioni e l’indice dei prezzi delle case misurato anno/anno è positiva. Questo accade per la legge della domanda e dell’offerta:
• Il prezzo degli edifici residenziali aumenterà al crescere della domanda dei consumatori
3. LA DINAMICA CHE LEGA TASSI DI INTERESSE, DEBITO, REDDITO, ESPANSIONE E CONTRAZIONE ECONOMICA CON IL SETTORE IMMOBILIARE COME PROTAGONISTA
Arriviamo ora al punto probabilmente più importante, quello che lega in maniera forte i tassi di interesse, il debito dei consumatori e il reddito dei lavoratori. Queste tre forze, a loro volta, catalizzeranno l’intensità economica.
3.1 CONTESTO A BASSI TASSI DI INTERESSE
Perché bassi tassi di interesse stimolano l’economia?
• Più essi saranno bassi e più gli individui accederanno a dei mutui. Maggiore sarà la domanda di nuovi edifici e tante più imprese troveranno un impiego
Le imprese, per quanto vi possa sembrare scontato, saranno formate da lavoratori che saranno…consumatori. Essi, grazie ad un mutuo, avranno a disposizione un’occupazione che genererà una paga: quest’ultima rappresenterà un reddito, che sarà a sua volta speso dal consumatore in beni, servizi e investimenti. A questo punto, la spesa del “muratore” o “carpentiere” rappresenterà un reddito per un’altra attività generica.
Possiamo quindi affermare che:
• Un mercato immobiliare, per le sue interconnessioni, è capace di stimolare l’occupazione e la spesa dei consumatori in beni, servizi e investimenti
Questo andrà ulteriormente a rafforzare le variabili C e I del prodotto interno lordo!
E basandoci sui consumi, non è un caso che la vendita di nuove abitazioni e le vendite al dettaglio mostrino una correlazione positiva!
All’aumentare delle vendite al dettaglio corrisponderà un aumento della produzione industriale . Da qui la correlazione positiva tra i due dati macroeconomici, osservabile nella grafica successiva:
Ricordate:
• Un incremento o decremento delle vendite al dettaglio è da legare alla domanda dei consumatori; maggiori saranno le retail sales e maggiore sarà la propensione delle imprese ad incrementare la produzione per soddisfare la domanda stessa!
Maggiore sarà la produzione industriale e più forte sarà la forza dell’economia!
La produzione industriale stimola il mercato del lavoro:
• Maggiore sarà la produzione e maggiori saranno i posti di lavoro creati
A una maggior occupazione corrisponderà maggior reddito per i consumatori e, per questo motivo…maggiori consumi e investimenti! Avete visto che incredibile ciclo?
3.2 CONTESTO AD ALTI TASSI DI INTERESSE
Ad una politica monetaria restrittiva accadrà l’esatto contrario.
• Minori accessi ai mutui e dunque meno vendite di edifici e meno imprese con un impiego
Ciò si materializzerà in minor reddito (e quindi in minori consumi e investimenti) per i lavoratori a causa di aumento del tasso di disoccupazione.
Per questo motivo:
• Vendite al dettaglio, produzione industriale e PIL in calo
4. DAL MERCATO IMMOBILIARE ALL’S&P500
È stato chiarito come la forza o la debolezza del settore immobiliare è capace di creare ricchezza o povertà.
Basandoci su questo concetto, quale altro dato macroeconomico sarà impattato? La fiducia dei consumatori!
Osserviamo l’immagine successiva:
Preso in considerazione un arco di tempo piuttosto ampio, la correlazione tra vendite di nuove abitazioni e fiducia dei consumatori è positiva:
• L’aumentare della ricchezza prodotta dal settore immobiliare catalizzerà il sentiment dei consumatori
Più essi saranno fiduciosi e più impatteranno in positivo il prodotto interno lordo:
Al crescere del PIL e dei consumi cos’altro aumenterà?
Osserviamo la grafica successiva:
Aumenteranno gli utili delle società dell’S&P500, fortemente legati al ciclo economico! Questo è mostrato nella grafica successiva, dove i rettangoli di color verde rappresentano periodi di slancio economico, mentre quelli di color rosso periodi di rallentamento.
Per concludere l’analisi ecco l’ultima grafica:
Al crescere degli utili dell’S&P500, aumenterà il prezzo delle azioni!
È stato dimostrato come il mercato immobiliare rappresenti uno dei pilastri di un’economia.
Per qualsiasi domanda commentate pure. Buon weekend!
Analisi dei Mercati, Forex, Petrolio e Oro
Ciao,
ogni settimana sviluppo un report basato sulle posizioni che gli Istituzionali hanno ancora aperte a mercato. Rilevo i dati, che poi studio, direttamente dalla Commodity Futures Trading Commission del Chicago Mercantile Exchange.
Condivido volentieri in modo del tutto gratuito i miei lavori ed i miei studi per poter crescere consapevolmente insieme con i miei amici ed insieme a tutti coloro che come me amano il trading.
REPORT N.68
Sabato 30 Giugno 2023
(COT DEL 27 GIUGNO 2023)
ANALISI DEI MERCATI , FOREX, PETROLIO E ORO
Ciao,
siamo arrivati alla fine di un mese scoppiettante.
Rimane ancora indiscutibilmente una forza relativa di Euro superiore a quella del Dollaro ma la cosa che si nota di più questa settimana è un recupero di tutte le altre monete che tengo a freno il Dollaro Americano permettendo ad Euro di riposare dopo la grande lotta che ha portato avanti da solo sin ora contro l’ Usd. In altre parole Euro sembra momentaneamente aver finito il suo sprint e voler rimanere in attesa delle prossime mosse della Fed ma viene questa volta sostenuto dal resto del mercato dalla Sterlina al Dollaro Australiano che prova l’ allungo dall’ ultima posizione, con esclusione del Jpy che continua ad essere venduto. Ovviamente mi sto riferendo agli incrementi di valore e non hai valori assoluti che per quanto riguardano tutti gli strumenti, dollaro compreso, continuano a restare sotto la linea dello zero ad eccezione di Euro e Sterlina. Generalmente nel passato quando il trend è diventato stabilmente long per Euro, si è sempre verificato che tutti gli strumenti piano piano passassero sopra la linea dello zero ed il Dollaro sotto. Questa volta si fa molto fatica a raggiungere questa condizione quindi possibili lotte e cambi di direzione di breve/medio periodo sono ancora altamente probabili.
Nel Weekly Euro rimane indiscutibilmente Long ma compresso sotto la ribassista del 31 Maggio 2021 che lo ha trattenuto già due volte, ma anche stabilmente sopra al supporto in area 1.0830 che ormai tante e tante volte abbiamo visto anche durante la settimana e che rappresenta il vero punto di rottura del candelone long settimanale del 12 giugno scorso. Con riferimento a quest’ ultima candela, che chiamerò CS (candela segnale), possiamo dire che le ultime due candele settimanali non sono altro che due candele di riposo e compressione inside del 50% superiore della candela segnale del 12 giugno.
Sempre nel settimanale sembrerebbe anche che Euro stia preparando un terzo attacco (che sappiamo essere spesso quello definitivo) alla media a 200 che se venisse rotta equivarrebbe anche a rompere al rialzo la ribassista del 2021 con equivocabile ripresa long del trend a lungo periodo per la coppia Euro/Usd.
Ricapitolando al momento, pur propendendo per una impostazione Long si rimane, come abbiamo visto con il Cot, in una fase di riposo e di allerta che nel daily si evidenzia ancor di più in una fascia di compressione tra gli 1.0830 e 1.0937 circa, 100 pips di compressione molto importanti che daranno una prima indicazione di tendenza alla rottura superiore o inferiore di questa fascia di confronto tra domanda ed offerta.
Di seguito trovate il grafico Weekly con indicazione di tutto quello che ho detto sopra ed il grafico Daily con ancora più indicazioni, livelli ed aree da monitorare per la prossima settimana.
Euro Weekly :
Euro Daily :
Che dire degli indici se non che come abbiamo detto più e più volte sono tutti long e la cosa è ancora di più confermata dalle chiusure mensili di giugno eccezione fatta per il Dax che rimane Long Lateral. Come sempre se riuscirò (perché sono ancora in modalità “viaggiatore” cercheremo di seguirli meglio durante la settimana.
Con riferimento al petrolio che avevamo visto settimana scorsa ha confermato la tenuta del supporto dei 67 dollari al barile (che avrebbe innescato uno scivolone del petrolio ancora più in basso) facendo diventare questa area di Demand molto importante, ma in tutti i casi rimane ancora molto incerta la situazione schiacciato tra i 73 ed i 67 dollari al barile con un mensile che chiude questa settimana ancora con impostazione short di lungo periodo. Uu ampio trading range la cui rottura con chiusura daily sopra o sotto darebbe una primo segnale direzionale che poi andrà confermato da una chiusura settimanale che ne sigilli la bonta.
Di seguito il grafico Weekly
Ora velocemente vorrei dare uno sguardo all’ oro perché questa settimana è stato molto interessante con la tenuta del supporto Daily e Wekly a 1.900 circa che lo ha trattenuto sopra la regressione lineare settimanale.
Nel Daily però, e nell’ analisi volumetrica della candela di ieri qualcosa non mi convince e questo rimbalzo non mi da molta fiducia.
Rimangono infatti ben visibile le due grosse strutture distributive, la prima sopra i 1990 e la seconda sopra i 1950 circa.
Quello che servirebbe ora per un suo ritorno long è una fase di accumulazione nella zona attuale che gli dia la forza di rimettersi sopra i 1950. Fintanto che non ritrova la forza di rimettersi sopra questa area rimane impostato short anche se ritengo altamente possibile che torni almeno a testare dal basso proprio GLI 1950 per verificare la volontà e la determinazione dei venditori che si sono posizionati poco più sopra che saranno richiamati a difendere le loro posizioni short.
Di seguito il grafico Daily dell’ oro
N.B. Vi ricordo infine che il prossimo martedì 4 Luglio le borse americane rimarranno chiuse per il giorno dell’ indipendenza
Ciao Emi 😊
Il presente Cot Report ha il solo scopo di condivisione gratuita di analisi e studi meramente didattici/informativi basati sull’elaborazione di una serie di dati, notizie, ricerche ed analisi dei mercati finanziari. Tutte le informazioni pubblicate non devono essere considerate un servizio di consulenza o una sollecitazione al pubblico risparmio o la promozione di alcuna forma di investimento o raccomandazioni né personalizzate né generiche. L’ autore non avrà alcuna responsabilità per le eventuali perdite subite dal lettore per aver utilizzato i dati contenuti nelle informazioni ricevute e/o per aver fatto affidamento sulle previsioni fornite. Qualsiasi eventuale decisione operativa presa dal lettore di questo report in base alle informazioni e strategie pubblicate qui è da considerarsi assunta in piena autonomia decisionale e a proprio esclusivo rischio e pericolo.
Aggiornamento portafoglio - Giugno 2023Condivido l'aggiornamento di giugno del mio portafoglio di lungo termine in ETF avviato ad aprile 2023. Preciso che ho un profilo di rischio medio alto e che sono tatticamente sovraesposto sui bond rispetto alla mia asset allocation standard.
In principio Azioni 50%, Bond 47%, Oro 3%.
Nel mese di giugno ho investito in Bond una quota pari a circa l'1% del portafoglio a scopo di ribalanciamento.
La performance di giugno è stata +2.2% grazie al contributo del mercato azionario, principalmente americano, e dei mercati emergenti. Questi ultimi bene sia in versione equity che bond .
- L'azionario globale ( SWDA - peso 49% ) guadagna il +3.8% spinto soprattutto dall'S&P500 pur considerando l'effetto valutario che ha giocato contro nel mese.
- L'azionario mercati emergenti ( EIMI - peso 2% ) guadagna il +2.7% . India e Brasile hanno guidato la performance mentre il mercato cinese poco mosso.
- bond governativi investment grade ( SEGA - peso 18% ) -0.2% . Non sono state di aiuto le notizie di un prolungamento delle politiche monetarie restrittive. Su questo ETF ho investito nel mese una quota pari a circa 1% per scopi di ribilanciamento.
- bond corporate high yield ( EHYA - peso 15% ) guadagna un +0.3% , ancora un po' al di sotto del rendimento atteso.
- bond mercati emergenti ( EMBE - peso 9% ) guadagna il +1.8% . Considerando lo stacco di cedola il total return mensile è stato +2.2% . L'ETF prevede copertura valutaria .
- bond corporate a breve scadenza ( SUSE - peso 5% ) flat .
- Gold ( PPFB - peso 3% ) perde il -5.1% . L'effetto valutario amplifica la performance negativa dell'oro.
La performance complessiva dall'investimento avviato ad aprile 2023 è +3.1%
DISCLAIMER: Le analisi contenute in questo articolo sono proposte a scopo puramente informativo e non rappresentano alcuna raccomandazione diretta al lettore. Il trading può mettere a rischio il vostro capitale di cui siete i soli responsabili
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CapitalRock
📈Price action trader
💰Investitore di lungo termine con focus sul mercato azionario americano
Analisi dei Mercati e nuovo Studio sul Gas !Ciao,
ogni settimana sviluppo un report basato sulle posizioni che gli Istituzionali hanno ancora aperte a mercato. Rilevo i dati, che poi studio, direttamente dalla Commodity Futures Trading Commission del Chicago Mercantile Exchange.
Condivido volentieri in modo del tutto gratuito i miei lavori ed i miei studi per poter crescere consapevolmente insieme con i miei amici ed insieme a tutti coloro che come me amano il trading.
REPORT N.67
Sabato 24 Giugno 2023
(COT DEL 20 GIUGNO 2023)
ANALISI DEI MERCATI E NUOVO STUDIO SUL GAS !
Ciao,
questa settimana avevo preparato una versione beta di un nuovo cot, il cot del Gas.
E’ la prima volta che mi avvicino ad analizzare il Cot di un energetico per cui i risultati andranno presi con le dovute cautele ed infatti proprio questa mattina mentre scrivevo il report ricontrollando i passaggi numerici ed i risultati ci è stato qualcosa che non mi ha sufficientemente convinto per cui ho deciso di non pubblicarlo perché ho necessità di fare ancora altri studi più particolareggiati che mi diano conferme maggiori.
A grandi linee però posso perlomeno affermare che, da un paio di settimane a questa parte, il Cot del Gas ha subito un discreto aumento che è conforme e coincide con l’ analisi grafica del Futures che sto studiando.
Ho deciso comunque di analizzare e proporre il grafico del Gas perché è bellissimo ed è una ottima occasione per vedere qualcosa di molto tecnico, didattico ed istruttivo.
Graficamente nel grafico Weekly che vedete sopra, la scorsa settimana, si è formato un bellismo 1,2 e 3 sullo stesso livello che indica una grande, grande forza e volonta da parte degli operatori di rompere la fascia di resistenza a 2.683 ed anche, in questo caso, di andare ad attaccare la media mobile a 20 periodi per romperla e raggiungere il trigger point vero che a mio avviso è quello che vi ho segnalato con una banda arancione a quota 3 $. Questo, a mio avviso, è il Target Price di riferimento per questo movimento settimanale (ovviamente non è detto che ora ci arrivi in un solo fiato…). L’ entrata ottimale viene fatta su un time frame più piccolo rispetto a quello di riferiemento in modo di anticipare la rottura del livello una volta che si è capita l’ intenzione di andare a fare il terzo tentativo (non importa quale siano i time frame di riferimento che in questo caso sono settimanali e daily ma sarebbero anche potuti essere orari e a 5 mininuti, era uguale).
Questo tipo di conformazione rialzista di ritracciamento a me piace moltissimo e spesso viene a verificarsi dopo un grande e ripido movimento unidirezionale, che in questo caso era short (generato da quell’ enorme “Testa e Spalle” - potente figura di inversione dell’ analisi tecnica- che vedete sopra). Alla terza volta infatti che il prezzo torna su uno stesso livello le probabilità di romperlo diventa molto alta mentre generalmente la seconda volta difficilmente si passa (per questo tutti noi conosciamo i doppi minimi e massimi come figure di inversione e non di break-out). Per questi motivi possiamo anche identificare il terzo tentativo come una figura di continuazione che ha una alta probabilità di rottura del livello con probabile sviluppo di volatilità ed aumento dei volumi. Il livello rotto diventerà in seguito un livello di resistenza/supporto (in questo caso di supporto) molto importante che molto molto probabilmente il mercato tornerà a ritestare per verifcarne e comprovarne la solidità e la tenuta.
Passando ora ad Euro, ricordate cosa abbiamo ipotizzato nello scorso report del 17 giugno? Dopo il grande movimento e spinta rialzista a cui avevamo assistito ci sarebbe molto probabilmente stato un movimento di ritracciamento che avrebbe dato vita ad una nuova probabile e necessaria struttura accumulativa necessaria al proseguo del movimento. Durante la settimana ed in particolare nella giornata di giovedì e poi di ieri avevamo individuato insieme l’ inizio del ritracciamento, che aspettavamo, con il riassorbimento dei massimi weekly precedenti e con l’ inizio del secondo movimento o gamba (chiamatelo come volete) settimanale che avevamo ipotizzato fosse proprio short.
Attualmente abbiamo una fascia di supporto (o demand zone) che nel daily è identificabile in area 1.0850. Nel grafico daily che vedete qui di seguito ho evidenziato anche tutte le possibili zone/aree aggiornate con i relativi livelli di prezzo (anche alla luce delle indicazioni derivanti dal cot che vedremo dopo) che potrebbero essere toccate o lambite da questa fase, che per me al momento, è di accumulazione al meno di non avere chiari segnali che mi facciano pensare al contario. Oltre al Cot al momento ricevo conferme anche dalla media dei volumi di scambio giornaliera che non è alta, cosa che invece caratterizza le fasi distributive vere, tipiche delle inversione di trend.
Graficamente come avete visto dobbiamo andare per gradi in quanto al momento la fascia degli 1.0850 potrebbe anche essere sufficiente ma dubbi sulla sua tenuta settimanale mi arrivano dall’ analisi del Cot che invece al contrario di come ipotizzavo settimana scorsa potrebbe (non è detto) dare un'altra spinterella in quelle zone più in basso segnalate a grafico per dare la possibilità agli istituzionali di riposizionarsi bene.
Il Cot Normalizzato è quasi sceso ai minimi del 14 marzo scorso che segnarono anche i minimi di swing relativi di quel periodo. L’ indicatore del Cot di Euro scassa la media a 21 a ribasso ma quello del Dollaro invece nonostante il movimento rialzista del cot del dollaro si piega a ribasso insieme ad Euro. Questo perché l’ Indicatore a differenza del semplice cot, prende in considerazione anche tutte le forze di mercato dei cot delle altre valute dando una indicazione di forza di mercato media.
Come si nota dal grafico delle forze relative, Sterlina ha fatto un movimento anomalo raggiungendo e superando euro a seguito dell’ incremento di 0.50 punti di tassi di interesse di molto sopra alle aspettative dei 0.25 previsti.
Anche il dollaro pero nel grafico delle forze relative prende parecchia forza si rimette praticamente sopra a tutte le altre ma ancora sotto ad Euro e Sterlina.
Come vedete l’ analisi del Cot e gli elementi che ci arrivano al momento confermano la fase molto particolare che probabilmente si manifesterà sul grafico di Euro con oscillazioni anche abbastanza alte in linea con quanto abbiamo visto sopra. Al momento quindi olte a quanto esposto non rilevo altri elementi preoccupanti che facciano pensare a cambi di scenario anche se la situazione andrà monitorata molto molto da vicino. Diciamo che non si è accesa una luce arancione ma sicuramente di attenzione si.
Questa settimana non posso esimarmi dal fare una analisi veloce degli indici che poi come sempre cercheremo di vedere più da vicino giorno per giorno durante la settimana.
Sp e Nasdaq sul settimanale rimangono Long ! Dopo l’ importante rottura di massimi per sp a 4330 e il test imortante del Nasdaq a 15.275, dopo una incredibile salita di 8 settimane consecutive, queste non possono che non essere intrepretate come semplici candele settimanali di riposo e niente di più. Ovviamente nel daily ed intraday i movimenti short potranno essere anche importanti ma rimane il trend long di fondo inalterato, confermato anche da un vix che permane stabilmente basso ad indicazione di un sentiment tranquillo dei mercati che sicuramente non è tipico di momenti di panico che poi danno vita a “sciaquoni e sell off pesanti”.
Stessa cosa per il Dow che rispetto ai fratelli rimane in fascia di compressione ed in linea con l’ ipotesi che avevamo visto insieme settimana scorsa e che trovate ancora, nel grafico qui sotto, indicata con le candele ombra che avevamo disegnato la scorsa settimana e che la candela di questa settimana sta inziando a riempiere con precisione.
Discorso leggermente diverso per il Dax che chiude la settimana rompendo la rialzista Weekly e con una Engulfing settimanale che se da una parte potrebbe essere letta come “finalmente se reso conto che l’ ecnomia europea a cui fa firerimento fa schifo e quindi do’ corre questo?”, dall’ altra ha graficamente fatto una grande corsa e nuovi massimi assoluti che inevitabilmente richiedono un attimo di riposo. Certo rimane li sopra anche un doppio massimo…, non mi stuperei di una apertura settimanale in gap down ed almeno il ritest degli 15.625 che se non dovesse tenere, con chiusure daily e poi weekly al di sotto di questa fascia, potrebbe far cambiare nettamente lo scenario.
Di seguito trovate i grafici di tutti e quattro gli strumenti con aree e livelli
Ciao Emi 😊
Il presente Cot Report ha il solo scopo di condivisione gratuita di analisi e studi meramente didattici/informativi basati sull’elaborazione di una serie di dati, notizie, ricerche ed analisi dei mercati finanziari. Tutte le informazioni pubblicate non devono essere considerate un servizio di consulenza o una sollecitazione al pubblico risparmio o la promozione di alcuna forma di investimento o raccomandazioni né personalizzate né generiche. L’ autore non avrà alcuna responsabilità per le eventuali perdite subite dal lettore per aver utilizzato i dati contenuti nelle informazioni ricevute e/o per aver fatto affidamento sulle previsioni fornite. Qualsiasi eventuale decisione operativa presa dal lettore di questo report in base alle informazioni e strategie pubblicate qui è da considerarsi assunta in piena autonomia decisionale e a proprio esclusivo rischio e pericolo.
L'IMPORTANZA DELL'IFO NEGLI INVESTIMENTI E NEL CICLO ECONOMICOL’obiettivo dell’analisi è presentare il dato macroeconomico sulla fiducia delle imprese tedesche, trattando i motivi per i quali esso può essere utilizzato per inquadrare la fase del ciclo economico e in ottica di investimento in azioni e obbligazioni.
I protagonisti dell’analisi:
• Indice IFO sulle aspettative future
• Produzione industriale tedesca
• PIL tedesco
• Indice di forza DAX / titoli di stato tedeschi
• Fiducia dei consumatori
• Tasso di inflazione
• Tassi di interesse
Buona lettura!
1. INDICI IFO SULLA FIDUCIA DELLE IMPRESE
Gli indici IFO sulla fiducia delle imprese, elaborati dall’IFO Institute e comunicati a livello mensile, sono delle indagini condotte su circa 7000 imprese tedesche appartenenti ai settori manifatturiero, delle costruzioni, della vendita all’ingrosso e della vendita al dettaglio.
Gli stessi sono costruiti attraverso dei sondaggi posti ad ogni impresa riguardanti le condizioni commerciali attuali e sulle aspettative future (con un arco temporale di sei mesi).
Il dato macroeconomico è stato finora trattato in forma “plurale”; ebbene, esistono tre indici di fiducia:
• L’IFO sulle condizioni attuali
• L’IFO sulle aspettative future
• L’IFO Business Climate Index (che è la risultante della media tra i due indici di fiducia precedenti)
Le risposte possibili per i quesiti riguardanti le condizioni attuali sono:
• Buone
• Soddisfacenti
• Deboli
Quelle per le aspettative future:
• Più favorevoli
• Invariate
• Meno favorevoli
Osserviamo il valore dei tre dati macroeconomici comunicati lunedì 26 giugno:
I tre indici hanno mostrato un rallentamento. In particolare, l’indice sulle aspettative ha registrato un valore di 83.6 punti dal precedente 88.3 e sotto le aspettative di 88. Quest’ultimo, dei tre, è probabilmente il più importante; tra poco scopriremo i motivi.
2. L’IFO SULLE ASPETTATIVE FUTURE: UN OTTIMO LEADING INDICATOR
Il dato macroeconomico calcolato sulle aspettative future è probabilmente il più importante da osservare in quanto le decisioni aziendali sono basate sulle aspettative stesse. Quali decisioni?
• Ad aspettative future più favorevoli le aziende, probabilmente, aumenteranno i volumi di produzione e investiranno più capitali in nuovi macchinari
• Ad aspettative future meno favorevoli, accadrà il contrario
Tutto si basa su un importante fattore: la domanda dei consumatori. Infatti:
• Ad un aumento di essa le imprese saranno più incentivate ad aumentare la produzione e investire nuovi capitali per espandere la capacità produttiva stessa
Da quest’ultimo concetto deriva una correlazione fondamentale da osservare: quella tra il dato leading e la produzione industriale a/a:
Utilizzando una piccola lente di ingrandimento, è possibile scoprire delle cose interessanti:
L’IFO, molto spesso, palesa la sua funzione di “leading indicator” anticipando la produzione industriale stessa.
Dunque:
• L’IFO sulle aspettative future tende ad anticipare i futuri corsi economici
Quest’ultimo punto è confermato dalla sua funzione anticipatrice sul PIL tedesco, misurato anno/anno:
3. L’IFO IN OTTICA INVESTIMENTO
Il dato macroeconomico “leading” è utile ai fini dell’investimento in azioni e obbligazioni.
Quando la scelta dovrebbe ricadere sulle azioni e quando sulle obbligazioni?
Per provare a capirlo è utile costruire un indice di forza tra il DAX e un ETF obbligazionario “tedesco” a scadenze miste, con ticker “IS0L”, e successivamente correlarlo al dato macroeconomico stesso. Osserviamo la figura seguente:
La correlazione tra l’indice di forza e l’IFO sulle aspettative future è positiva. Questo significa che:
• Ad aspettative future più favorevoli gli investitori preferiranno le società del DAX
• Ad aspettative meno favorevoli i titoli di stato tedeschi
Perché il mercato azionario, come mostra la grafica successiva, tende a registrare ottime performance ad un miglioramento delle aspettative economiche?
Ciò accade perché al crescere delle stesse aspettative migliora il sentiment dei consumatori. Questo è ben mostrato nella grafica successiva (correlazione positiva IFO-Fiducia dei consumatori).
Più i consumatori sono fiduciosi e più tenderanno ad acquistare articoli e prodotti, facendo di fatto aumentare i volumi di vendita delle società e dunque…gli utili! Non è un caso che il prezzo del DAX sia fortemente correlato positivamente al dato macroeconomico!
Le obbligazioni, al contrario, rappresentano un asset class diversa, con rischi diversi.
Partiamo dal concetto secondo il quale una crescita economica trascina un aumento del tasso di inflazione al consumo:
Perché la correlazione tra i due dati macroeconomici non si presenta positiva, bensì mista?
L’inflazione è lagging nel contesto del ciclo economico! Essa palesa dei rialzi in un’espansione (la famosa “FASE 4”) e dei ribassi a rallentamento economico inoltrato.
Poniamoci una domanda:
“L’IFO tende ad anticipare il tasso di inflazione tedesco?”
La figura successiva è chiara!
Torniamo ora alle obbligazioni. Perché è stato citato il tasso di inflazione?
• Il tasso di inflazione rappresenta un rischio per le obbligazioni: esso, infatti, erode il valore cedolare reale dei bond stessi
Per questo motivo, come mostra la figura successiva, la correlazione tra ETF obbligazionario tedesco e tasso di inflazione è negativo!
Per concludere, osserviamo nuovamente la grafica precedente:
• Ad un miglioramento delle aspettative economiche future, gli investitori acquisteranno azioni della società, capaci di generare utili maggiori; le obbligazioni registreranno performance negative, colpite nello stesso contesto da un aumento del tasso di inflazione
• Ad un peggioramento delle stesse aspettative gli utili societari tenderanno a contrarsi a causa del calo della fiducia dei consumatori: per questo motivo le società registreranno dei ribassi. Al diminuire della domanda, tuttavia, corrisponderà un tasso di inflazione al ribasso e, per i motivi citati precedentemente, un interesse maggiore verso i bond
C’è da considerare un ulteriore aspetto. Un altro rischio presentato dalle obbligazioni è quello “tassi di interesse”:
All’aumentare dei tassi di interesse di una banca centrale aumenteranno i rendimenti offerti dalle obbligazioni:
Più il rendimento di un’obbligazione sarà alto, tanto più il bond stesso sarà competitivo. Questo significa che:
• In un processo di rialzo dei tassi di interesse, gli investitori tenderanno a vendere le obbligazioni di vecchia emissione per acquistare quelle più competitive: per questo motivo, la correlazione inversa tra ETF obbligazionario e tassi della BCE osservata precedentemente
Quindi:
• Detenere un bond in portafoglio durante un processo di rialzo dei tassi di interesse potrebbe risultare poco saggio
Per la scelta di azioni o obbligazioni attenzione all’andamento del ciclo economico, al tasso di inflazione e..ai tassi di interesse.
A presto!