Dowtheory
L'indice che alle condizioni attuali è da vendereAl contrario del Dow che da analisi rimane ancora rialzista, qui non c'è niente che lasci pensare ad una possibile ripresa.
La regressione lineare è passata in rosso che indica una tendenza ribassista, il punto pivot è stato superato. Inoltre l'ultimo movimento rialzista non è riuscito non solo a superare i massimi precedenti ma neanche a raggiungerli.
Da questo momento andrò in cerca di trigger per posizioni ribassiste.
XRAY-RIPARTENZA AL RIALZO DOPO IL MOVIMENTO DI CORREZZIONEbull trend a partile da marzo dell' anno scorso, nell' ultimo periodo abbiamo assistito a una correzzione giunta nei pressi del livello 0.33 di fibinacci da qui è seguito un rimbalzo del prezzo.
troviamo un awesom oscillattor che conferma la spinta rialzista e un Average directional index a livello 26.77 testimone dlla forza del trend, DI+ che sta tagliando il DI- testimone del fetto che questo trend è rialzista.
passando poi al grafico orario notiamo un marcato taglio della gmma di lungo periodo, da parte di quelli di breve.
7. Didattica: teoria di Dow e conferma degli indiciUno dei principi della teoria di Dow, ritenuto tra i più importanti, fa riferimento all'idea che gli andamenti degli indici dei titoli industriali e dei trasporti si debbano confermare in modo reciproco.
In base a tali considerazioni, quando l’indice Dow Jones Industrial inizia una presunta fase espansiva, essa verrà ritenuta valida soltanto se si realizza in corrispondenza di una concomitante fase espansiva dell'indice Dow Jones Transportation. Infatti un movimento di un indice non confermato potrebbe condurre a conclusioni false e fuorvianti.
La logica del principio è ispirata dalla constatazione che, se il mercato azionario costituisce un barometro delle condizioni dell’economia, allora, durante un mercato toro, i prezzi crescenti devono interessare sia le società che producono merci, sia le società che le trasportano. Nella borsa americana la storia ha dimostrato la validità di questo principio.
Al di là di queste considerazioni, valide per il mercato azionario americano, questo principio va interpretato nel senso più generale di analizzare sempre l'andamento dell'indice di borsa correlandolo a quello di altri indicatori di settore o relativi ad altre borse. Questo al fine di verificare significative interdipendenze dei movimenti tramite discrepanze e concordanze.
6. Didattica: teoria di Dow e relazione prezzo volumeNella teoria di Dow i volumi di contrattazione assumono un ruolo di conferma dello "stato di salute" della tendenza primaria in corso. In generale la situazione considerata normale è quella in cui il volume degli scambi si espande durante un bull market e si contrae durante un bear market (volume concordante).
Quando questo non avviene (volume discordante), viene generato un possibile segnale di allarme poiché indicazione anticipatoria di una potenziale futura inversione di tendenza. Questo principio deve però essere utilizzato solamente come indicazione aggiuntiva all'interno di un’analisi completa e dettagliata del ciclo di mercato.
Come già ribadito nel capitolo precedente, la probabilità di inversione di una tendenza primaria è maggiore se il mercato è già stato preceduto da una fase di accumulazione o distribuzione, possibilmente caratterizzate da volumi di contrattazione in consistente aumento.
5. Didattica: teoria di Dow e individuazione dei trendUn trend primario al rialzo (mercato toro o bull market) è caratterizzato da minimi e massimi secondari con valori crescenti rispetto ai precedenti estremi relativi; viceversa, un trend primario al ribasso (mercato orso o bear market) è caratterizzato da livelli di massimi e minimi secondari delle quotazioni in progressivo declino.
In un mercato orso il primo segnale di una possibile inversione di tendenza sarà fornito dal fallimento del mercato nel generare un nuovo minimo più basso di quello precedente (punti 3 nel grafico, subito dopo i trend primari ribassisti indicati nei riquadri rossi alla base). Anche se questo fattore indica una minore forza del mercato nel proseguire il suo trend, ciò non risulta comunque sufficiente per determinare un'inversione di tendenza. Soltanto se il rialzo che segue porta i prezzi al di sopra del massimo precedentemente raggiunto (punti 2 nel grafico, sempre subito dopo i trend primari ribassisti), viene allora confermata la nuova tendenza toro del mercato.
In un mercato toro invece il primo segnale di una possibile inversione di tendenza sarà fornito dal fallimento del mercato nel generare un nuovo massimo più alto di quello precedente (punto 3 nel grafico, subito dopo il trend primario rialzista indicato nel riquadro verde alla base). Anche se questo fattore indica una minore forza del mercato nel proseguire il suo trend, ciò non risulta comunque sufficiente per determinare un'inversione di tendenza. Soltanto se il ribasso che segue porta i prezzi al di sotto del minimo precedentemente raggiunto (punto 2 nel grafico, sempre subito dopo il trend primario rialzista), viene allora confermata la nuova tendenza orso del mercato.
Prima di identificare l'inizio di una nuova tendenza è importante controllare che siano state realizzate le fasi del trend di mercato precedente previste dalla teoria di Dow. La probabilità di inversione di una tendenza primaria è infatti maggiore se il mercato è già stato preceduto da una fase di accumulazione o distribuzione, possibilmente caratterizzata da volumi di contrattazione in consistente aumento (vedere capitolo successivo).
L’importanza di saper distinguere tra un semplice movimento secondario e il primo stadio di una nuova tendenza primaria è naturalmente evidente ai fini operativi. Pur essendo la parte della teoria più difficile da decifrare, è senza dubbio la chiave di volta per una corretta interpretazione dei mercati.
4. Didattica: teoria di Dow e fasi di mercato (II)Le sei fasi di mercato della teoria di Dow individuano nella loro essenza due movimenti primari i quali, il primo rialzista e il secondo ribassista, costituiscono un ciclo di mercato completo. Dato che i movimenti non avvengono mai in linea retta, spesso avviene che le fasi di espansione, così come le fasi di flessione, siano durante il loro svolgimento intervallate da temporanei movimenti laterali, definiti come fasi di “riaccumulazione” o di “redistribuzione”.
Si tratta di situazioni di congestione nelle quali i prezzi tendono a muoversi (oscillare) in un delimitato spazio orizzontale (sideways trend) e dove si realizzano prese di beneficio da parte di alcuni soggetti che avevano operato subito nella prima fase del movimento di mercato.
Questa impostazione generale del ciclo di un mercato azionario è stata via via arricchita dagli analisti tecnici discepoli di Dow, con la formalizzazione di veri e propri modelli di evoluzione grafica (pattern) riferibili ai diversi momenti cruciali che caratterizzano lo stato di un mercato. In sostanza sono state codificate configurazioni tipiche per ogni fase; tali modelli grafici saranno illustrati successivamente in apposite sezioni.
3. Didattica: teoria di Dow e fasi di mercato (I)La teoria di Dow distingue ogni ciclo completo di mercato in sei fasi caratteristiche:
a) accumulazione: quando la maggioranza degli investitori è ancora convinta di essere in un mercato al ribasso, le cosiddette “mani forti” (gli investitori professionali e gli insider) iniziano ad acquistare a prezzi decisamente convenienti, nella consapevolezza che la fase ribassista risulta ormai in esaurimento. Gli acquisti, essendo molto consistenti in termini di controvalore, vengono fatti gradualmente, in modo da non muovere il listino al fine di non destare attenzione. Si forma così una serie di movimenti laterali, detta anche base o bottom;
b) convinzione: in questa seconda fase si diffonde nell’ambiente finanziario la convinzione che un nuovo mercato toro (rialzista) abbia ormai avuto inizio. Le quotazioni salgono e comincia a serpeggiare l’ottimismo;
c) speculazione: è l’ultima fase del rialzo. L’ottimismo è ormai alle stelle e si assiste ad una rapidissima crescita delle quotazioni. Entrano sul mercato anche le cosiddette “mani deboli”, tipicamente i piccoli risparmiatori, i quali immancabilmente decidono di comprare quando i prezzi sono vicini ai loro massimi, incoraggiati anche dall’enfasi che i mezzi di comunicazione pongono nel descrivere il boom borsistico in corso;
d) distribuzione: gli operatori dominanti nel mercato comprendono che il mercato toro è giunto ormai alla fine e cominciano ad alleggerire le proprie posizioni lunghe (cioè al rialzo). Questa fase avviene non istantaneamente ma nell’arco di un certo periodo, in modo da dare la possibilità alle mani forti di uscire dal mercato. La fase espansiva risulta, di conseguenza, indebolita e si crea un movimento laterale simile a quello formatosi precedentemente ai minimi di mercato, detto tetto o top;
e) panico: si manifesta all’improvviso un brusco declino dei prezzi. Dal momento che tutti si accorgono che il mercato non ha più nulla da dare gli operatori vendono al meglio (cioè al prezzo al quale il mercato risulta disposto in quel momento a comprare) per salvarsi dal ribasso generale;
f) frustrazione: questa è l’ultima fase del mercato orso, in cui gli ultimi soggetti rimasti con i titoli in mano li vendono a prezzi minimi assoluti. Normalmente si tratta proprio di quei piccoli risparmiatori che avevano acquistato sui massimi, durante la fase di speculazione. L’indebolimento di quest’ultima fase di flessione coincide con un nuovo processo di accumulazione.
2. Didattica: teoria di Dow e movimenti di mercatoLe origini storiche dell’analisi tecnica vengono normalmente fatte risalire agli studi dell’americano Charles H. Dow (1851-1902), fondatore e pubblicista del quotidiano The Wall Street Journal, nonché ideatore, con Edward Jones, dell'omonimo famoso indice generale del mercato azionario nordamericano.
Secondo la teoria di Dow nel mercato azionario agiscono contemporaneamente tre tipi di movimento:
a) Movimento primario (major trend): è la tendenza principale, per la quale un mercato viene definito toro (bullish o rialzista) oppure orso (bearish o ribassista). Dura in genere da diversi mesi ad alcuni anni. Quando la tendenza primaria è al rialzo i prezzi salgono per un lungo periodo di tempo, intervallati da reazioni secondarie;
b) Movimenti secondari (intermediate trend): si tratta di movimenti favorevoli oppure opposti alla tendenza principale di un mercato che, nel lungo periodo, si trova o in fase rialzista o in fase ribassista. I movimenti in questione durano normalmente da diverse settimane ad alcuni mesi e, in caso di opposizione, possono ritracciare da un terzo a due terzi del progresso o regresso acquisito con il movimento primario. Spesso il ritracciamento più frequente è del 50%;
c) Movimenti terziari o minori (minor trend): sono rialzi o ribassi di mercato che durano soltanto per un periodo limitato di tempo, da diversi giorni ad alcune settimane. Essi non sono in grado di influenzare i movimenti primari o secondari e risulta, normalmente, molto complicato prevederli in quanto si ripetono in modo pressoché casuale; presentano, inoltre, una maggiore possibilità di essere manipolati in una qualche misura.