Trade Long sul Dollaro (DXY, DX)In questo grafico ho riportato un setup long sul Dollar Index (DXY). Infatti il dollaro è in una zona di accumulazione come possiamo notare dalla divergenza che si è creata tra il prezzo e l'indicatore di accumulazione e distribuzione. Vi ricordo inoltre la presenza di una tendenza stagionale rialzista per le prime settimane dell'anno su questa valuta.
DXY
S&P500 NASDAQ100 DAX30 Index _ Cerando il rimbalzo interessante Cercando un rimbalzo ....
Analizzando nello specifico i tre indici principali, vi mostro come gli indicatori utilizzati, creati da una Combo basata sul Trading System di Ichimoku Kinko Hyo, in modo più innovativo
possano farci notare subito ad occhio nudo la situazione attuale.
La Media bicolore definita Kijun Trend, ha iniziato a puntare in tutti e tre gli Index di riferimento verso il basso. Il cambio di colore da Blu a Rosso indica ovviamente il cambio direzionale degli stessi.
Potrebbe, quindi, crearsi la condizione favorevole per una operatività di tipo Short di medio periodo, sul rimbalzo dai minimi di questi giorni, mantenendo come bussola principale il Dollar Index
Partiamo proprio dal Dollaro, qualora trova stabilità sopra l'area attuale di supporto a 103,559, consolidandosi ed iniziando ad accumulare in modo crescente, portandosi pian piano sopra i 105.60
confermerebbe l'indebolimento degli Indici.
Nel frattempo che questo accada ...
Andiamo a vedere nello specifico le tre situazioni apparentemente simili, ma allo stesso tempo differenti nelle tempistiche e nell'assetto degli Indici:
Parto dall'S&P500:
Vorrei vedere un rimbalzo in area 3.900-3950, qualora il prezzo non si va a posizionare sopra quest'area, quasi sicuramente potrebbe essere occasione di vendita
con uno Stop decisamente ravvicinato e ben definito in area 4.030
Nasdaq100:
Ahimè, essendo rimasto sempre un passo indietro rispetto agli altri , perdendosi anche una buona fetta del Santa Rally degli scorsi giorni, il prezzo è già precipitato nell'immediato
direzionandosi velocemente verso i minimi annuali.
Per attuare la mia strategia dovremmo valutare in un rimbalzo di circa 500 punti, portando il prezzo in area che va dai 11.400 a quota 11.550. (Che potrebbe anche non essere impossibile)
Varrebbe in questo caso lo stesso discorso dell'S&P cercando la vendita il più in alto possibile, ma mai portando sopra la media.
Viceversa, lascerei stare.
Dax30:
Qui, Ragazzi, a livello di struttura siamo ancora in gioco, mano nella mano con l'euro-dollaro che ha spinto molto, il trend è partito prima e di conseguenza ancora strutturalmente forte.
Ma noi dobbiamo seguire anche le bussole e regolarci di conseguenza, per questo entra in gioco il Dxy che ci deve fare un po da guida.
Resta il fatto che gli indicatori parlano chiaro, non dovrebbe esserci scampo neanche qua, e forse c'è più probabilità di riuscita nel Trade, poiché ci serve una spinta, un rimbalzo fino ad area 14.100/14.180.
Il supporto che mantiene vivo il trend, è situato in area 13.700. Quindi è un bel tira e molla, addirittura da sfruttare anche qualche trade a rialzo fino al top di precedentemente indicato,
per poi innescare l'ordine di vendita. Stop in area 14.474
Detto questo, le mie sono solo idee, basate su studi effettuati e ancora da arricchire e approfondire sempre di più, sono nuovo sulla piattaforma,
faccio tutto per passione a questo fantastico mondo che ci coinvolge tutti!
Se vi piacciono le mie analisi mi farebbe piacere un like e magari arricchire gli argomenti
iscrivendovi alla pagina, stimolandomi ad essere più frequente.
Un Saluto a tutti !
La evening star sul mensile DXYLa candela del mese di Novembre ha fatto -5,11%. Per trovare una performance simile bisogna tornare al 2010, non è un caso che anche in quel periodo, si manifestarono vari pattern(tra cui anche un'altra evening star) su resistenze importanti, disegnate da strutture annuali molto antiche. Solitamente questo pattern è un'inversione abbastanza lunga dato che qui siamo nel mensile, dovesse venire invalidata(perché può succedere, i pattern rappresentano le intenzioni, non sono una regola), sarebbe un segnale fortissimo per la ricerca di un altro livello in cui andare a stampare massimi relativi a questo rialzo dell'indice.
Tra una settimana si capirà meglio, anche se il mercato qui sta anticipando le sue intenzioni, i rialzi dei tassi d'interesse da parte della FED sono stati molto aggressivi, ci sta tutto un ritracciamento o addirittura un'inversione per cercare un livello su cui appoggiarsi, ne ho scritto qualcuno, calcolato su strutture d prezzo mensili(in nero) e annuali(in verde).
Possibili colpetti di coda del dollaro a cavallo di queste ultime settimane, dovesse fare come ho scritto, cioè invalidare il pattern, sarebbe un segnale fortissimo.
EURO DOLLARO E INDICE DEL DOLLARO, CAPIAMOEra da più di un mese che l'indice del dollaro non tornava sull'ultimo minimo (105.340) che vale a dire quindi che l'euro non torna da un mese sull'ultimo massimo (livello 1.04800 circa). Ci sarà una rottura al rialzo di questo massimo e quindi un proseguimento da parte dei buyers o sarà solo una resistenza dove il prezzo rimbalzerà e inizierà la sua discesa? Vedremo
Gli economisti di Credit Suisse rimangono rialzisti sul dollaro L'indice del dollaro USA vedrà una spinta finale più forte verso il massimo di 121,02 del 2001 – CS
Gli economisti rimangono rialzisti sul dollaro USA e vedono spazio per una spinta finale al rialzo potenzialmente più avanti nel quarto trimestre.
Il rally dell'USD è visto esagerato nel breve termine
“L'ultimo passaggio a un nuovo massimo del ciclo per il DXY non è stato confermato dallo slancio settimanale, suggerendo un trend stancante. Sebbene manteniamo le nostre prospettive rialziste di base e di lunga durata, riteniamo che l'inizio del quarto trimestre possa assistere a una fase di consolidamento, prima di una spinta finale potenzialmente più forte dell'USD per un movimento a 118,37 nel DXY, potenzialmente il massimo di 121,02 del 2001".
"Un buon supporto è visto da 109,29 a 107,68, che è un gruppo di livelli che include la media a 55 giorni, il ritracciamento del 23,6% dell'intero trend rialzista 2021/2022 e il minimo di settembre, che cerchiamo idealmente di dimostrare un solido pavimento. Se la debolezza dovesse estendersi (non il nostro caso base), ci aspetteremmo un forte supporto successivo a 105,01/104,64".
Cosa osservare sul Dollar Index, per anticipare i mercati USDAttualmente stiamo osservando il Dollar Index (DXY) per anticipare la ripresa del dollaro , per operare su UsdJpy, UsdCad e AudUsd.
Come spiega la Teoria di Dow, un mercato in trend configura sempre prese di profitto ridotte, entro il 33%, entro massimo il 50% , partendo dal segmento di trend di origine. Attualmente le prese di profitto sul Dollar Index, come si può vedere nel grafico mensile, sono pari al 33%. Pertanto il contesto strategico suggerisce una continuazione, della tendenza primaria rialzista.
Valuteremo a fine settimana la chiusura, per anticipare la potenziale ripresa per la prossima settimana.
SE L'AZIONARIO RIMBALZASSE? DELLE BUONE SCELTE: ORO ED ETF "XME"IL DOLLARO COME BENE RIFUGIO E L’INDICE DI FORZA SPX/DXY
Dall’inizio del 2022, ogni qualvolta si sono registrati dei ribassi sul benchmark di riferimento S&P500 (nell’immagine seguente evidenziati da dei rettangoli di color rosso), le incertezze (o paure) degli investitori sono aumentate, con relativo incremento del VIX che, negli stessi momenti, si è correlato inversamente all’S&P500 stesso. Nell’immagine possiamo osservare la forte correlazione inversa tra i due.
Chi si poteva comportare da bene rifugio? Sicuramente un asset correlato positivamente all’indice di volatilità, che andava dunque ad apprezzarsi all’aumentare delle incertezze. Quest’ultimo è stato il dollaro americano:
La sua forte correlazione diretta con l’indice di volatilità è testimoniata dal coefficiente di correlazione stesso che si attesta negli ultimi 20 giorni a valori di +0.91 (correlazione diretta quasi perfetta).
Il suo ottimo comportamento da bene rifugio è ben evidenziato dalla grafica che segue, dove vado a correlare la stessa currency con l’S&P500:
Ogni qualvolta il riferimento azionario ha registrato dei ribassi (all’interno delle zone evidenziate dai rettangoli di color rosso) il dollaro si è apprezzato; viceversa, all’interno delle zone evidenziate dai rettangoli di color azzurro (corrispondenti ai ritracciamenti dell’S&P all’interno del bear market) possiamo osservare come il dollaro abbia registrato prestazioni più deboli (perché veniva meno la forza derivata dalla sua qualità di safe heaven). Da quest’ultimo piccolo ragionamento, cosa ne deriva? Una correlazione inversa tra questi ultimi due!
Per concludere il paragrafo, possiamo creare un indice di forza tra S&P500 e US Dollar (SPX/DXY):
• Quanto più l’indice di forza registra dei ribassi, tanto più il dollaro sovraperforma l’SPX (etf del benchmark)
• Quanto più l’indice di forza registra dei rialzi, tanto più SPX sovraperforma il US Dollar
Come potrà mai essere il coefficiente di correlazione tra l’indice di forza e il VIX? In territorio negativo, come mostra l’immagine. Negli ultimi 20 giorni, essa si attesta addirittura a -0.96 (ancora più forte della correlazione positiva tra US Dollar e VIX che, come abbiamo visto precedentemente, si attesta a +0.91).
Com’è da leggere questa informazione?
• Se il dollaro registra delle sedute di contrattazioni migliori dell’S&P500 (con l’indice di rischio che registra allo stesso tempo dei ribassi) siamo in clima di risk off; viceversa, di risk on!
Questo significa che l’indice di forza SPX/DXY può essere considerato un ottimo indicatore risk on/risk off per il contesto di mercato che viviamo da inizio anno. A conferma di ciò arriva la sua correlazione diretta con un altro indicatore di rischio che utilizzo sempre, quello tra il settore azionario dei beni ciclici rispetto a quello dei beni difensivi (o di prima necessità):
Ci tengo a ricordare un concetto fondamentale: l’indice di forza tra XLY (beni ciclici)/ XLP (beni di prima necessità) costituisce un ottimo indicatore di rischio perché:
• Quando gli investitori concentrano i loro acquisti maggiormente su aziende cicliche (ossia tutte quelle che sono fortemente influenzate dai cicli economici, come il settore automobilistico) rispetto a quelle difensive (ossia tutte quelle che non sono influenzate dai cicli economici come, ad esempio, Procter & Gamble), l’indice di forza tende ad apprezzarsi segnalando il “risk on nei mercati”
• Quando gli investitori concentrano maggiormente i loro acquisti su aziende difensive rispetto a quelle cicliche, l’indice di forza tende a deprezzarsi segnalando il “risk off nei mercati”
SE L’AZIONARIO AMERICANO RIMBALZASSE FORTEMENTE, QUALI POTREBBE ALCUNI TRA I MIGLIORI ASSET? ORO ED ETF “XME” METALS & MINING
Il 3 e il 4 ottobre abbiamo assistito a due forti sedute di rimbalzo dell’azionario americano. La domanda che molti si porranno è:
“Se il rimbalzo continuasse per qualche tempo, quali potrebbero essere gli asset migliori?”
Facciamo dunque un’ipotesi:
Ipotizziamo che l’S&P500 rimbalzi di 15 punti percentuali e vada a rivisitare la struttura di prezzo dei 4150$ evidenziata nella grafica da un rettangolo di color grigio.
Bisogna chiedersi a questo punto che comportamento dovrebbe mostrare l’indice di rischio SPX/DXY se le stesse condizioni di mercato mostrate nel paragrafo 1 dovessero persistere:
• Vista la correlazione inversa tra S&P500 e VIX, se il benchmark dovesse apprezzarsi, il VIX dovrebbe deprezzarsi
• Vista la correlazione diretta tra dollaro americano e VIX e quella inversa tra S&P500 e lo stesso dollaro, se il benchmark dovesse apprezzarsi e il VIX deprezzarsi, allora la currency dovrebbe a sua volta “svalutarsi”
Da questo ne conviene che:
• Se le condizioni di mercato persistessero e l’S&P500 rimbalzasse di 15 punti percentuali, allora l’indice di forza SPX/DXY dovrebbe sicuramente apprezzarsi
Avendo capito che gli antagonisti del risk-on sono il dollaro e il VIX (con i loro relativi apprezzamenti), nasce dunque la necessità di ricercare un asset che si muova in controtendenza rispetto ad essi che è rappresentato, in questa analisi, dall’oro!
Infatti:
• Esso, dal mese di maggio, è correlato in maniera fortemente inversa al dollaro (coefficiente di correlazione negli ultimi 20 giorni pari a -0.82)
• Esso, da inizi agosto 2022, è correlato inversamente all’indice di volatilità; il coefficiente di correlazione presenta un valore di -0.73 per i 20 giorni precedenti
Dopo queste due grafiche vien da chiedersi: quale può essere la correlazione tra oro e indice di rischio SPX/DXY?
Da inizi maggio 2022 la correlazione appare diretta, con l’indice di correlazione che ad oggi segna un +0.78, simboleggiando una correlazione forte.
Prima ho ipotizzato che nell’eventualità in cui il benchmark rimbalzasse oltre di 15 punti percentuali, l’indice SPX/DXY dovrebbe muoversi al rialzo.
Chiediamoci: che prestazioni ha dimostrato l’oro da inizi maggio ad oggi ogni qualvolta lo stesso indice di forza si è apprezzato?
Sono state buone prestazioni. Osservate i rettangoli di color rosso:
• Dal 18 maggio al 7 giugno ha realizzato una performance del +2.04%
• Dal 14 luglio al 15 agosto un +5.04%
• Dal 26 settembre al momento della scrittura dell’analisi (4 ottobre, ore 18:40) un +6.3%
Spero di essere stato chiaro sul fatto che se le condizioni di mercato dovessero persistere, l’oro potrebbe essere tra i migliori asset. Ma…non solo! Una delle correlazioni che sto osservando attentamente da qualche tempo è quella esistente tra lo stesso metallo prezioso e l’ETF SPDR S&P METALS & MINING.
Esso presenta ticker “XME” e fornisce esposizione al segmento “metalli ed estrazione mineraria” che comprende le seguenti sotto industrie:
• Alluminio
• Carbone e combustibili di consumo
• Rame
• Metalli diversificati ed estrazione mineraria
• Oro
• Metalli preziosi e minerali
• Argento e acciaio
Le prime 5 partecipazioni nel paniere sono:
• Peabody Energy Corp: 4.63%
• Consol Energy Inc: 4.26%
• Hecla Mining Corp: 4.23%
• Newmont Corp: 4.16%
• Royal Gold Inc: 4.13%
Che correlazione esiste tra esso e l’oro?
Fortemente positiva. Il coefficiente di correlazione a 20 periodi si attesta a valori di +0.91. La grafica mostra come ad un apprezzamento dell’oro corrisponda il rafforzarsi di XME (idem se si tratta del deprezzarsi dello stesso metallo prezioso e dello stesso indebolirsi dell’etf metals & mining).
Quali potranno dunque essere le prestazioni di XME all’interno delle fasi rialziste dell’indice di forza SPX/DXY?
• Dal 18 maggio al 7 giugno ha realizzato una performance del +13.4%
• Dal 14 luglio al 15 agosto si è apprezzato di 22.8 punti percentuali
• Dal 26 settembre al momento della scrittura dell’articolo (4 ottobre ore 19:45) un +14.2%
Perché queste forti prestazioni? Per la grande correlazione diretta tra lo stesso ETF e SPX/DXY:
Si pensi che, ad oggi, la forte correlazione positiva tra i due si attesta al +0.94, ben superiore a quella che aveva mostrato l’oro, di +0.78.
Spero di non avervi ubriacato troppo con queste correlazioni, purtroppo sono appassionato.
Se l'azionario rimbalzasse del 15%? i migliori asset: oro e..etf metals & mining
Matteo Farci
indice USD: un ulteriore calo potrebbe rivedere 109,35Analisi dei prezzi dell'indice USD: un ulteriore calo potrebbe rivedere 109,35
•DXY aggrava le perdite in un contesto di ampia propensione al rischio.
•Un ritracciamento più profondo potrebbe vedere rivisitato il minimo settimanale a 109,35.
DXY si aggiunge all'aspro inizio settimana e martedì mette alla prova il quartiere delle 111.00.
Nel contesto attuale appare probabile la prosecuzione della flessione correttiva e con il prossimo target al minimo settimanale a 109,35 (20 settembre). La perdita di quest'ultimo potrebbe testare nuovamente il supporto provvisorio alla SMA a 55 giorni a 108,61.
Le prospettive di ulteriori guadagni del dollaro dovrebbero rimanere invariate fintanto che l'indice viene scambiato al di sopra della linea di supporto a 7 mesi vicino a 107,20.
Nel lungo periodo, DXY dovrebbe mantenere la sua posizione costruttiva mentre si trova al di sopra della SMA a 200 giorni a 102,60.
i mercati iniziano la settimana con ottimismo daily report basi 3 ottobre 2022, 22:38
Di cosa devi prenderti cura martedì 4 ottobre:
Il biglietto verde ha ripreso il suo declino all'inizio della settimana, terminando lunedì con perdite su tutta la linea FX. La coppia EUR/USD è stata in grado di registrare un modesto anticipo e si è attestata intorno a 0,9820, con la valuta condivisa tra le peggiori rispetto al dollaro USA. I PMI S&P Global Manufacturing rivisti al ribasso hanno pesato sull'EUR.
I mercati finanziari sono stati scambiati con ottimismo, nonostante i persistenti timori di recessione. Le turbolenze politiche e finanziarie nel Regno Unito continuano a innescare reazioni volatili del mercato e ad aprire la strada. Il governo del Regno Unito ha proposto un potenziale taglio delle tasse di un'aliquota del 45% sul reddito, ma il ministro delle finanze britannico Kwasi Kwarteng in seguito ha affermato che stavano abbandonando l'idea. L'annuncio ha sostenuto GBP/USD, che ha chiuso la giornata vicino a un massimo intraday di 1,1333. A seguito delle notizie del Regno Unito, gli indici europei sono tornati alle prime perdite e si sono stabilizzati in verde.
Il biglietto verde ha cercato di avanzare in vista dell'apertura statunitense, ma i dati locali tiepidi lo hanno riportato sul percorso ribassista. L'ISM Manufacturing PMI si è contratto a 50,9 a settembre, mantenendo a malapena il territorio di espansione.
Wall Street si è ripresa da dove erano rimasti gli indici europei e ha registrato un sostanziale aumento, minando ulteriormente la domanda per l'USD. I rendimenti dei Treasury USA sono scesi, con il rendimento del Treasury decennale in calo di circa 15 pb.
La coppia AUD/USD ha riguadagnato la soglia di 0,6500 in vista della decisione di politica monetaria della Reserve Bank of Australia. USD/CAD si attesta vicino al suo minimo intraday intorno a 1,3630.
Infine, il dollaro ha registrato avanzamenti irregolari rispetto ai suoi rivali rifugio, con USD/CHF ora scambiato a 0,9930 e USD/JPY a 144,75.
L'oro è salito alle stelle e flirta con $ 1.700 l'oncia troy, mentre anche i prezzi del greggio sono aumentati. Il WTI è attualmente scambiato a circa $ 83,50 al barile.
I rendimenti dei titoli di Stato sono stati nettamente inferiori, ma si sono spostati dai minimi intraday prima della chiusura.
Il consolidamento di 4 mesi di Dogecoin è destinato ad allontanare gli investitori a meno che DOGE non rivendichi questo livello
MERCATO CRYPTO: Perchè segue il NASDAQ ?" Confermiamo dunque il forte posizionamento su titoli quality con maggior diversificazione internazionale e una struttura finanziaria solida con protezione dall`inflazione. Sui finanziari la nostra idea è di privilegiare quei titoli meno esposti al costo del rischio, che beneficiano del rialzo dei tassi, di trend strutturali, ottimo posizionamento competitivo e solida dotazione di capitale. Sulle industriali, manteniamo un approccio selettivo privilegiando titoli che abbiano dato prova di avere "pricing power" anche in contesti di mercato recessivi o che abbiano catalyst specifici. L`idea della settimana: Banca Mediolanum "
Questo è un Weekly Review fornito da Banca Mediolanum che mi ha fatto molto riflettere:
il suggerimento dato dalla banca è quindi in sostanza quello di dare un occhio di riguardo alle società "meno esposte al costo del rischio" e con un certo "pricing power".
Il tasso di interesse, come ben saprete, è un timone per l'economia di un paese e spesso un ancora per le finanze delle imprese. Lo stesso per quanto riguarda caratteristiche intrinseche alle politiche aziendali quali il pricing power ed altri economici.
Senza entrare troppo nella retorica, non possiamo certo dire che le recenti flessioni in negativo del mercato azionario siano state ingiustificate dalle aspettative sui fondamentali del mercato. In poche parole, c'è un motivo se i prezzi flettono.
Ma le crypto? Come mai i loro rendimenti sono così negativi?
Statisticamente, BTC presenta un indice di correlazione positivo ed alto con il NASDAQ ed allo stesso tempo uno altrettanto alto ma negativo con il DXY. Queste però non sono ragioni fondamentali ma piuttosto conseguenze tecniche.
La domanda che vorremo porre al pubblico di crypto trader ed investitori, secondo voi come mai il mercato decentralizzato sta subendo questa flessione se le finanze delle imprese che compongono quel mercato sono sconnesse all'andamento dei tassi di interesse? Può riguardare la crisi energetica che impatta direttamente sui centri di Mining?
La finanza decentralizzata forse non è così tanto sconnesso con quella tradizionale? Il circuito bancario e istituzionale segue semplicemente le logiche di investimento tipiche del mercato azionario per investire nel cryptovalutario?
Questa volta, aspettiamo una vostra opinione nei commenti qui sotto.
USOIL,DXY e USDCADCondivido con voi una piccola analisi riguardo gli ultimi movimenti del petrolio e del dollaro e come questi influenzano il movimento di USD/CAD.
Il prezzo del greggio torna a salire, dopo il deprezzamento di circa il 20% registrato negli ultimi due mesi a causa delle preoccupazioni di un possibile calo della domanda.
A spingere le quotazioni a rialzo in questi giorni è l'idea della Arabia Saudita di tagliare la produzione da parte dell'OPEC+ per sostenere i prezzi.
Con l'Arabia Saudita che si è dimostrata pronta a difendere i prezzi del greggio, gli analisti vedono dei possibili scenari di un recupero di forza del petrolio, causato da prese di posizoni long sull'oro nero.
Nello scenario globale quello delle scorte di petrolio è solo uno dei problemi che intacca la crisi energetica.
In gioco c'è anche l'accordo sul nucleare tra Stati Uniti e Iran.
Intanto l'Europa si ritrova a fronteggiare prezzi del gas mai visti finora, con il TTF ad Amsterdam che ha aperto la seduta in rialzo a 290 euro al megawattora, per poi ritracciare scendendo a 270 euro.
Nel grafico ho messo in correlazione il dollaro canadese con il petrolio.
Come possiamo notare la correlazione è diretta.
Perchè il dollaro canadese e il dollaro sono correlati?
Il Canada è il sesto produttore mondiale di petrolio ed è uno dei principali fornitori di oro nero per gli Stati Uniti.
Per l’economia del Canada, il greggio costituisce un elemento chiave che apporta circa il 10% delle entrate nel Paese.
Al tempo stesso è cardine dell’export canadese e la sua quotazione ha un impatto importante sulla bilancia commerciale canadese.
Prendendo in considerazione anche il dollaro, quello che possiamo notare è interessante.
In questo grafico è rappresentata la correlazione tra indice del dollaro, dollaro e USDCAD.
Da Aprile 2022 la correlazione tra USDCAD e USD è tornata ad essere forte, infatti nell'ultimo periodo abbiamo visto un dollaro forte nei confronti delle altre valute e questo ha comportato un rialzo di USD/CAD.
Al contrario l'asset USD/CAD si muove in maniera contraria rispetto l'indice del dollaro Canadese.
Per confermare la correlazione tra dollaro e USD/CAD da aprile 2022 utilizzo il coefficente di correlazione.
Nell'ultimo periodo la correlazione ha raggiunto livelli vicini a 1, ovvero una correlazione quasi perfetta.
Per ulteriori confluenze ho creato un indicatore di forza, semplicemente dividendo DXY per CXY.
Il risulato mostra quale valuta ha performato meglio e questo, messo a grafico con il coefficente di correlazione, ci sottolinea la forte correlazione.
Infine ho creato lo stesso indicatore di forza ma tra USOIL e il DOLLARO.
Quello che possiamo notare è la correlazione opposta che c'è tra USOIL/DXY e USDCAD.
Pare chiaro come il dollaro sta performando in maniera positiva in queste settimane sia contro il petrolio sia contro il dollaro canadese; In vista del prossimo incontro della FED sta già scontando un possibile rialzo di 75 punti base?
Questo ovviamente noi non possiamo saperlo, quello che possiamo fare è valutare delle possibili entrate sui potenziali movimenti futuri del dollaro, preparando dei setup in vista di un'ulteriore fase rialzista del dollaro o al contrario ad una fase di deprezzamento.
USD, EUR, GBP: trova le differenze🙄🤔😁Buongiorno a tutti,
riprendendo l'analisi pubblicata la settimana scorsa (link alle idee correlate in fondo) sull'Indice del dollaro americano, condivido sopra il grafico giornaliero portando in evidenza il movimento XY iniziato il 14 Luglio che rappresenta l'ombra dell'ultima candela mensile nel riquadro, cioe' la parte finale del movimento all'interno del canale di accelerazione.
Di seguito riporto i grafici H1 di DXY, EURUSD e GBPUSD invitandovi a osservare attentamente gli elementi strutturali comuni ai tre grafici e a trovare le differenze.
FATEVI DOMANDE E SIATE CURIOSI! LAVORATE SU VOI STESSI! INVESTITE TEMPO, NON DENARO!
Spero che il mio lavoro possa aiutarvi a trovare una logica, una narrativa, a fare delle ipotesi, senza pero' creare false aspettative. Illudersi di poter prevedere quale sara' la prossima mossa basandoci sui movimenti e' pura speculazione. Ci tengo a dirlo perche' la storia raccontata dai grafici e' in continuo divenire e puo' cambiare da un momento all'altro. Il punto di partenza di quest'analisi e' la ricerca dell'equilibrio fra sistemi economici rappresentati dalle oscillazioni delle rispettive valute e nel lungo periodo le cose cambiano notevolmente rispetto al breve.
Mancherebbe solo il grafico EURGBP per vedere quale sia la "fascia di stabilita'" fra questi due sistemi🙄...chi ha voglia di farlo?😅
Se avete dubbi o domande non esitate a scrivere nei commenti qui sotto. Condividere contenuti per me e' come una terapia. Una specie di seduta dallo psicologo. Credo di essermi fuso il cervello a causa dell'eccessiva analisi dei grafici. Non vendo nulla! Lo faccio perche' e' la mia passione! Se vi piacciono i miei contenuti mettete un like e iscrivetevi al canale.
Un abbraccio,
Cozzamara
Non sono un analista ne un trader professionista. Sono semplicemente un appassionato che condivide le sue idee e le sue riflessioni che potrebbero benissimo essere sbagliate. Nulla di cio' che dico dev'essere inteso come sollecitazione a fare Trading. Se pensate che guadagnare con il Trading sia facile lasciate perdere perche' l'80% delle persone che ci provano perdono i loro soldi.
XAU/USD, semplice ritracciamento?Buongiorno,
Vi lascio una piccola analisi riguardo all'andamento dell'oro di queste settimane.
Oro che dal massimo annuale ha perso oltre il 18%.
Mi collego all'ultima analisi pubblicata diverse settimane fa.
Settimane caratterizzate da un oro molto forte e volatile, la scorsa settimana ha registrato un movimento di oltre 630 pips, da 1711 circa a 1768.
Mercati che hanno agevolato di un dollaro più debole dopo le dichiarazioni della FED.
La FED ha annunciato di abbandonare la forward guidance, linea guida che avrebbe portato la banca centrale ad essere più aggressiva con i rialzi dei tassi d'interesse, questo ha portato una liquidazione delle posizioni sull'indice Americano.
Questa settimana verranno rilasciati i dati del Non Farm Payroll, attenzione alle volatilità che si potrebbero generare.
Continua la correlazione inversa con il dollaro americano da Aprile 2022, grafico da utilizzare come possibile confluenza per analizzare i movimenti di questo trimestre del Gold .
Un altro grafico che dobbiamo monitorare per l'andamento di XAU è quello del DJP , bloomberg commodity index.
Questo grafico l'ho commentato diverse volte nelle live sui diversi social.
In 4 settimane il DJP ha registrato perdite oltre il 15%, ma nell'ultimo periodo abbiamo visto una fase di ritracciamento importante che ha risollevato anche l'oro.
Correlazione diretta da febbraio 2022, anche se in realtà seguiamo correlazioni che hanno un ritorno superiore allo 0,50, ovvero correlazioni molto forti.
Infatti possiamo notare che quando la correlazione si trova sopra 0,50 (linea rossa) il movimento dei due asset è pressochè simile.
Altro grafico da monitorare è quello dell'inflazione a 5 e 10 anni.
Correlazioni molto interessanti con i tassi di pareggio.
Il tasso di inflazione di pareggio rappresenta una misura dell'inflazione attesa derivata dai titoli a scadenza costante del Tesoro a 5 anni e 10.
L'ultimo valore implica ciò che i partecipanti al mercato si aspettano che l'inflazione sia nei prossimi 5-10 anni, in media.
Segnale anticipatorio rispetto all'andamento dell'oro, vediamo come i due grafici mostravano già evidence rialziste mentre l'oro segnava ulteriori minimi a ribasso.
Infine l'ultimo grafico che condivido in questa piccola analisi è il posizionamento dei money manager all'interno del COT REPORT.
Da diverse settimane i money manager stanno puntando a ribasso, ma abbiamo notato una divergenza con la price action.
All'interno dell'analisi del COT abbiamo visto una rottura a ribasso di un livello importante, mentre nell'oro non vi è stata nessuna rottura.
Cosa farà il GOLD nelle prossime settimane?
La recessione tecnica sembrerebbe raggiunta in America dopo le due letture consecutive negative del Prodotto interno Lordo, nonostante questo il mercato del lavoro sta segnalando ancora una certa forza.
Attenzione a tenere in considerazione che i dati del lavoro sono in ritardo con le condizioni economiche attuali.
Concludo analizzando la situazione del Natural gas Europeo, da seguire attentamente il futures TTF1 che dopo le ultime notizie riguardo la diminuzione del flusso di gas da parte della Russia ha registrato quotazioni ai massimi annuali.
L'Europa avrà problemi di approvvigionamento questo inverno?
Oro in un fase cruciale? Volatilità, dollaro e obbligazionarioEccoci qua con una piccola analisi riguardo la situazione attuale che stiamo vivendo sui mercati.
Fase cruciale per l'oro?
Nel grafico soprastante ho evidenziato l'andamento del futures dell'oro (GC1) con il posizionamento dei Managed Money estrapolati dal cot report.
Come mostrato nel grafico ci troviamo davanti a due scenari molto interessanti per le prossime settimane.
Dollaro che dopo un rally rialzista durato più di 1 mese e mezzo sta mostrando i primi segni di una potenziale reazione ad un livello generatosi nel 2016.
Fase di ritracciamento, con conseguente presa di liquidità, in vista dei prossimi rialzi dei tassi d'interesse?
Il dollaro la scorsa settimana ha perso un punto e mezzo percentuale, iniziando la settimana attuale sulla scia negativa, toccando -1,2% nelle contrattazioni di martedì in sessione Americana.
Vix, indice della volatilità, che rimane in territorio di estrema incertezza.
Area ottimale ancora lontana.
Mercati obbligazionari che stanno dando piccoli segnali.
Rendimenti a 2, 5, 10 e 30 anni che stanno perdendo terreno, dopo aver raggiunto i massimi annuali.
Acquisto di obbligazioni nel lungo termine?
Rimaniamo connessi per non perderci delle buone occasioni di Trading.
M&A_FOREX
DXY a 95 entro giugnoL'idea si basa su diversi fattori economici e finanziari. Sembrerebbe su chart mensile che il dollaro nei prossimi anni è destinato ai massimi storici, mettendo in grave difficoltà l'economia statunitense e non solo. Il fattore fondamentale che potrebbe portare dxy sulla soglia della media a 200 giorni è il rialzo dei tassi non sostenibile. Difatti per il mese prossimo è previsto un altro rialzo della Fed che metterebbe in grave difficoltà gli Stati debitori. A questo giro potrebbero dare ai debitori ancora un pó di tempo, a discapito dell'inflazione galoppante dei prezzi.
LA CORRELAZIONE TRA MERCATO OBBLIGAZIONARIO E MATERIE PRIMEBuongiorno ragazzi. Dopo aver analizzato le correlazioni del mercato obbligazionario con quello azionario e con il dollaro americano, oggi analizzeremo quello con le materie prime.
Come riferimento obbligazionario utilizzerò il rendimento del titolo di Stato a 10 anni, per quanto riguarda le materie prime l’ETN Bloomberg Commodity Index (DJP), che contiene all’interno del suo paniere, in diverse percentuali, tutte le commodities. Le prime 4 partecipazioni sono date dall’oro (14.08%), natural gas (8.47%), greggio WTI (8.42%) e greggio brent (7.35%)
Per poter spiegare la correlazione esistente tra le due asset classes mi servirò del dollaro americano in quanto, come capirete, rivestirà un ruolo importante (se non fondamentale).
Come ho specificato all’inizio del paragrafo, avevo già parlato della correlazione esistente tra obbligazioni e dollaro; vi consiglio di leggere l’analisi al link:
LA CORRELAZIONE INVERSA TRA OBBLIGAZIONI E COMMODITIES SU TIMEFRAME SETTIMANALE
Inizialmente condividerò un grafico settimanale in cui andrò a correlare il rendimento del decennale americano con il DJP, utilizzando il coefficiente di correlazione impostato a 20 periodi, in maniera da avere una panoramica generale:
Dal 2006 ai giorni nostri la correlazione si è mantenuta per la maggior parte dell’arco temporale in territorio positivo. Ciò significa che ogni qualvolta le obbligazioni sono state vendute (con il relativo rialzo dei rispettivi rendimenti visto il rapporto inverso obbligazione/rendimento), le materie prime sono state invece acquistate. Cosa ne conviene da questa osservazione? Queste due correlazioni:
• Correlazione diretta tra rendimenti del decennale americano e materie prime
• Correlazione indiretta tra titoli di stato americani a 10 anni e materie prime
Ora scenderemo più nei dettagli andando a condividere dei grafici giornalieri e aggiungendo all’interno dell’analisi il ruolo del dollaro americano, condividendo il suo indice DXY.
LA CORRELAZIONE “MISTA” TRA OBBLIGAZIONI E COMMODITIES SU TIMEFRAME GIORNALIERO
PERIODO GIUGNO 2006-GIUGNO 2007
Tra giugno 2006 e giugno 2007 i rendimenti a 10 anni hanno perlopiù lateralizzato, seguiti dal DJP. Possiamo quindi affermare che la correlazione tra essi si è mantenuta diretta. Abbiamo invece assistito ad una svendita di dollaro americano.
PERIODO GIUGNO 2007-LUGLIO 2008
Giungiamo alla prima metà della crisi immobiliare scoppiata negli Stati Uniti intorno alla fine del 2007. Vediamo come il rendimento del decennale americano abbia nello stesso arco temporale creato un trend ribassista; il motivo è da ricercare nel ruolo di bene rifugio degli stessi titoli di Stato a quella scadenza: gli investitori, in climi di risk-off dei mercati (in quanto si trattava di recessione), ricercano dei rendimenti stabili e sicuri, e i titoli di Stato USA a 10 anni ricoprono quel ruolo: tale funzione deriva dalla stabilità del Paese stesso che gli emette: un alto rating (più un rating è alto e più un Paese è credibile nell’onorare le obbligazioni assunte) rassicura gli investitori sul fatto che lo Stato riesca sicuramente a restituire il prestito (acquistare un’obbligazione equivale a prestare dei soldi ad un Paese) con un interesse riconosciuto; questi acquisti di obbligazioni sono per questo motivo considerati sicuri e affidabili, e si sono riflessi sui rendimenti relativi che, come abbiamo osservato, hanno creato un trend ribassista.
Lo stesso discorso fatto finora non è replicabile per quanto riguarda il dollaro: esso non riesce ad assumere il suo ruolo di bene rifugio e questo si riflette sull’indice delle commodities, che si muovono in maniera inversa rispetto ai rendimenti (e, di conseguenza, in maniera diretta rispetto ai titoli di stato).
Perché accade ciò? Le materie prime all’interno del DJP sono commerciate in dollari USA. Questo significa che la loro richiesta tende ad aumentare quando il dollaro si indebolisce mentre tende a diminuire quando la stessa valuta si rafforza.
Facciamo un piccolo esempio: immaginiamo voglia comprare un barile di petrolio il cui prezzo è 100$. La mia valuta di riferimento è l’euro; immaginiamo un EUR/USD a 1.22; il cambio valutario indica il fatto che 1€ vale 1.22$.
Andrò a pagare il mio barile di petrolio 81,96€ (100$/1,22$).
Immaginiamo ora che il dollaro si rafforzi, immaginando un cambio EUR/USD a 0.85 (come negli anni 2000);
Questo significa che 1€ andrebbe a valere 0.85$. A questo punto andrei a pagare lo stesso barile non più 81.96€, bensì 117.64€.
Applicate ora questo piccolo ragionamento fatto al DJP:
• Più il prezzo diventa conveniente (con un dollaro in fase di indebolimento), più è probabile che l’indice delle materie prime salga
• Meno il prezzo diventa conveniente (con un dollaro in fase di rafforzamento), più è probabile la discesa dell’indice
Questo è il motivo per il quale obbligazioni e materie prime hanno avuto lo stesso trend: quest’ultime sono fortemente dipendenti dalla forza o dalla debolezza della valuta con la quale sono scambiate: è quindi necessario utilizzare nella correlazione che stiamo analizzando il dollaro americano.
PERIODO LUGLIO 2008-MARZO 2009
Troviamo un cambio di correlazione a partire da luglio 2008: i titoli di stato a 10 anni continuano a comportarsi da beni rifugio e ad essere di conseguenza acquistati, e lo stesso ruolo viene assunto dal dollaro. A questo punto si ha il cambio di rotta da parte dell’indice DJP: dai massimi a 74$ di giugno 2008, l’indice perde oltre il 50% del suo valore, correlandosi in maniera indiretta con i titoli di Stato; uno dei motivi del loro crollo è dovuto anche alla stessa recessione: in un contesto economico di questo tipo, esse tendono a performare male; il motivo è da ricercare nella domanda dei consumatori e nella loro predisposizione a spendere: essendo in recessione, il “consumer spending” cala, e con esso anche la richiesta di materie prime e il loro prezzo, a causa della legge della domanda e dell’offerta; infatti:
MINOR DOMANDA = DIMINUZIONE DEL PREZZO
PERIODO GENNAIO 2009-DICEMBRE 2009
In tutto l’arco dell’anno solare 2009, i rendimenti del decennale salgono come conseguenza delle vendite sui titoli di stato e lo stesso dollaro si correla in maniera diretta con questi ultimi: l’effetto sulle materie prime è da manuale: una svalutazione della moneta rende più conveniente l’acquisto delle materie prime da parte degli investitori e il DJP, come conseguenza diretta, si tiene in trend rialzista per tutto l’arco di tempo analizzato.
PERIODO DICEMBRE 2009-GIUGNO 2010
Verso la fine della crisi immobiliare assistiamo ad una “parità” dei titoli di stato, un rafforzamento del dollaro e un conseguente indebolimento del DJP.
PERIODO GIUGNO 2010-APRILE 2011
Da giugno 2010 ad aprile 2011 i rendimenti dei titoli di stato non prendono un vero e proprio trend; ciò non è vero per gli altri due asset: il dollaro americano disegna un trend ribassista mentre il DJP uno rialzista.
PERIODO APRILE 2011-AGOSTO 2013
Osserviamo come, da aprile 2011 ad agosto 2013, gli investitori abbiano spostato i loro capitali su titoli di stato e dollaro, andando a farli apprezzare. Il rafforzamento del dollaro ha poi pesato sull’indice delle materie prime, che in due anni e due mesi perde il 40% circa del suo valore.
PERIODO AGOSTO 2013-GENNAIO 2015
Nei due anni successivi la musica non cambia, infatti assistiamo agli stessi trend da parte di tutte le tre asset classes osservate nel biennio precedente 2011-2013.
PERIODO GENNAIO 2015-DICEMBRE 2016
Biennio 2015-2016 caratterizzato da una lateralizzazione da parte dei titoli di stato e da parte del dollaro USA; le materie prime continuano la loro caduta, portandosi ad un prezzo di 24$ circa.
PERIODO DICEMBRE 2016-APRILE 2018
Tra tutti i periodi analizzati finora, questo è l’unico in cui le materie prime e i titoli di stato lateralizzano. La debolezza della valuta mondiale non riesce a rinvigorire il DJP.
PERIODO APRILE 2018-CROLLO COVID 19
Il biennio 2018-2019 è stato caratterizzato da un acquisto di titoli di stato con corrispondente diminuzione del relativo rendimento e da un rafforzamento del dollaro americano, con conseguente deprezzamento da parte delle materie prime.
PERIODO CROLLO COVID19-GIORNI NOSTRI
Dai crolli dei mercati azionari di marzo 2020 abbiamo assistito ad una generalizzata vendita di titoli di stato, un non-definito trend da parte del dollaro ed un’esplosione da parte del DJP.
LE DIFFERENZE TRA IL BREVE E IL LUNGO PERIODO
L’aver analizzato la correlazione tra materie prime e titoli di stato a livello giornaliero e a livello settimanale ha messo in luce un argomento che vorrei chiarire:
- Abbiamo assistito ad una correlazione inversa a livello settimanale
- Abbiamo assistito ad una correlazione “mista” a livello giornaliero
Che insegnamento dobbiamo trarne? Una correlazione può risultare “diversa” a seconda del timeframe in cui viene analizzata; abbiamo infatti scoperto come essa si mantenga piuttosto indiretta (e diretta se si fa riferimento ai rendimenti ma non ai titoli di stato) se studiata a livello settimanale, ma assume un atteggiamento “controverso” se si fa riferimento al timeframe giornaliero; riferendoci a quest’ultimo riusciamo infatti a trovare degli archi temporali in cui la correlazione indiretta non si palesa (giugno 2006-giugno 2007, giugno 2007-luglio 2008, dicembre 2009-giugno 2010 ed infine gennaio 2015-dicembre 2016).
Per studiare una correlazione è quindi necessario scegliere un determinato timeframe, in quanto essa può risultare diversa a seconda che ci si riferisca al breve o al lungo periodo.
LA CORRELAZIONE TRA MATERIE PRIME, TITOLI DI STATO E INFLAZIONE
Il consumer price index gioca un ruolo fondamentale in questa correlazione. Qual è il motivo? Riflettiamo assieme:
Ho già specificato diverse volte l’influenza che ha l’inflazione nelle obbligazioni (titoli di stato): se essa sale, è meno conveniente per gli investitori detenerle, per il fatto che il rendimento che loro otterrebbero da tale investimento sarebbe totalmente eroso dal CPI stesso. Quello che dobbiamo aspettarci quindi è una correlazione inversa tra inflazione e titoli di stato: più l’inflazione sale, più i titoli vengono venduti e viceversa.
Per quanto riguarda le commodities, esse vanno a performare bene in territori inflattivi; perché? Perché esse sono le maggiori responsabili del dato oggettivo: più il loro prezzo sale, maggiori saranno le pressioni inflazionistiche.
Basandoci su tutto quello esplicitato in questo paragrafo, cosa possiamo aspettarci?
- In fasi di recessioni, i livelli di inflazione calano poiché la domanda di beni da parte di industrie, privati e cittadini diminuiscono dal momento che lo stesso “consumer spending” cala in maniera diretta e di conseguenza, dal momento che il mondo delle commodities è dominato dalla legge della domanda e dell’offerta, minore è la domanda, minore sarà il prezzo. Per quanto riguarda le obbligazioni, il concetto si capovolge: il calo dei prezzi al consumo le rende più appetibili in quanto il rendimento non sarebbe più eroso dal CPI; la conseguenza diretta è un loro acquisto; da non dimenticare anche il ruolo del decennale americano come bene rifugio, che tende ad apprezzarsi in momenti di risk-off.
- In fasi di riprese ed espansioni economiche tutto si ribalta: l’inflazione vede degli aumenti a causa dell’aumento della domanda di beni, e da qui l’aumento di prezzo delle materie prime. Le obbligazioni diventano invece poco attraenti per i motivi spiegati poc’anzi.
Questo è possibile osservarlo a livello grafico?
RECESSIONE 2007-2009
RIPRESA ED ESPANSIONE ECONOMICA 2009-2011
RECESSIONE COVID-19
RIPRESA ED ESPANSIONE ECONOMICA 2020-2021
L’analisi termina qua. Essa è generalizzata a tutte le materie prime dal momento che ho correlato le obbligazioni ad un indice di esse. Prossimamente scriverò delle analisi che si incentreranno sulla correlazione tra le stesse obbligazioni e materie prime specifiche.
Grazie per l’attenzione, Matteo Farci.
DOLLAR INDEX è iniziata nuova correzione?---WEEKLY---
Merita sicuramente un commento quell'engulfing bearish stupendo chiuso la scorsa settimana.
Al momento siamo nei pressi del ritracciamento 0.50 Fibonacci del movimento ribassista iniziato nel marzo 2020.
Dal un punto di vista dei livelli ci troviamo in un range di resistenze molto importanti, inoltre il mercato già sta scontando da parecchio l'innalzamento dei tassi da parte della FED, di conseguenza una correzione è fisiologica.
In seguito, tutto dipenderà anche da come si muoveranno le altre banche centrali: la BOE già si è mossa, la BCE no, ma ha promesso di farlo al più presto, le altre più importanti ancora stanno temporeggiando, ma quanto durerà?
Operatività: un primo obiettivo logico della correzione potrebbe essere un ritorno verso la EMA 50 weekly che passa intorno ai 94.05.
Disclaimer: tutte le analisi esposte attraverso questo profilo non rappresentano consigli finanziari, ma la mia personale visione basata sulle strategie operative di trading che utilizzo.
Se vi piace il mio metodo di analisi, lasciate un like, grazie.
A presto
DXY | L'ultimo traguardo da scalare📍Ciao trader, Dollar Index (DXY) in un arco di tempo giornaliero, questa analisi è stata preparata in un arco di tempo giornaliero ma è stata pubblicata per una visione migliore in un arco di tempo di 2 giorni.
Nel conteggio delle ondate effettuato nei tempi più alti, si forma un trend trainante e da questo trend restano le ondate 4 e 5.
L'onda 4 era originariamente intesa come un piatto, ma l'onda c, che abbiamo identificato nel conteggio ora, non sembrava un leader e abbiamo ipotizzato che fosse un triplo zigzag.
Quindi il conteggio è cambiato in triangolo e da questo triangolo le onde a, b e c sono complete e ora siamo all'interno dell'onda d.
Dall'onda d, l'onda a continua a formarsi.
L'onda a forma le sue onde 1 e 2, ma ciò che è in dubbio è l'onda 3.
Non si può dire che l'ondata 3 sia finita o ancora in corso.
Tuttavia, in base al canale relativo a questa onda e all'ultima resistenza al fondo di questo canale, l'onda 3 probabilmente continuerà e interrompendo l'intervallo, si determina che la fine dell'onda 3 va dall'onda 3 alla forma dell'onda 5 e fino a circa 97000 a 98000 Questa tendenza al rialzo continuerà
Tuttavia, se il fondo del canale arancione è rotto, considererò iniziata la 4a ondata.
🙏Se hai un'idea che mi aiuta a fornire un'analisi migliore, sarò felice di scriverti nei commenti🙏
❤️Per favore, supporta questa idea con un like e un commento!❤️
DXYIl dollaro torna a spingere ò è ancora in fase di ritracciamento?
Osservando il TF M possiamo vedere una candela molto significativa, infatti quella che si è formata nel mese di Dicembre lascia poco spazio all'interpretazione, hammer ribassista e la candela che si sta venendo a formare in questo mese di Gennaio sembra voler confermare l'andamento.
Scendo al TF W e ci conferma quanto detto con una bearishengulfing nella settimana del 20 Dicembre seguita da 3 settimane decisamente al ribasso.
TF D possiamo vedere che dopo aver rotto al ribasso un livello importante che per giorni ha fatto da supporto l' indice andato a retestare e a rimbalzare su un area di liquidità molto importante.
TF H4 sembra che dopo la rottura del livello psicologico di 95.5 voglia andare a retestarlo o per lo meno avvicinarsi per poi riprendere a scendere, inserisco a grafico lo strumento di Fibonacci e scalo in H1, il livello che penso il mercato voglia andare a retestare prima di riprendere a scendere è perfettamente in mezzo tra lo 0.5 e il 0.618 ed è li che mi aspetterò una reazione.
Questa è la mia personale visione di quello che potrebbe succedere, fatemi sapere cosa ne pensate voi.
Buon Weekend