DMDR – Dow Market Divergence Ratio (DJI/DJT)📊 DMDR – Dow Market Divergence Ratio (DJI/DJT)
Timeframe: 1W
Data: 6 Ottobre 2025
Analista: Illyrian_Trader
Struttura: Analisi Strutturale – Price Structure
1️⃣ Direzione Primaria
Il DMDR mantiene una direzione rialzista primaria dal Q3 2023, indicando una forza relativa crescente dei settori industriali rispetto ai trasporti.
Questo è un segnale classico di fase matura di ciclo economico, in cui la componente produttiva sovraperforma quella logistica.
La sequenza di Higher Highs e Higher Lows conferma una struttura coerente, ma con momentum in rallentamento dopo il massimo locale a 3.04.
2️⃣ Struttura Geometrica
Il ratio si muove in un canale ascendente regolare, delimitato da una trendline inferiore di lungo periodo (base strutturale) e una superiore che contiene i massimi ciclici.
Le zone di equilibrio a 2.80 e 2.50 restano i pivot tecnici di riferimento.
La Ichimoku Cloud agisce da supporto dinamico attorno a 2.85–2.90, confermando la fase di retest strutturale post breakout.
3️⃣ Nodi Strutturali
3.00–3.05: resistenza ciclica principale (massimo del ciclo industriale).
2.80: pivot strategico, ex-resistenza divenuta supporto chiave.
2.50: livello cardine del canale medio-lungo, equilibrio del rapporto economico.
Questi nodi definiscono la mappa decisionale del DMDR e le soglie tra fasi di espansione e contrazione macro.
4️⃣ Dinamica Interna
La struttura mostra oscillazioni regolari con armonia ciclica di circa 20–24 settimane.
Il pattern proiettato indica un possibile massimo ciclico secondario tra Q1 e Q2 2026 in area 3.20–3.25, seguito da una fase di inversione correttiva.
Il rapporto prezzo-tempo rimane coerente con una fase di maturazione del ciclo e possibile divergenza intermarket in formazione.
5️⃣Confluenze
Canale + Ichimoku: doppio sostegno rialzista coerente.
Zona 2.80: confluenza tra supporto dinamico, pivot statico e nodo ciclico.
6️⃣ Sintesi Strutturale
Il DMDR si trova in una fase di consolidamento ciclico avanzato, all’interno di un trend primario ancora rialzista.
Il comportamento del ratio riflette la latenza del ciclo economico USA: gli Industrial mantengono la forza, ma la componente dei Trasporti non conferma pienamente. Un’inversione sotto 2.80 rappresenterebbe l’attivazione della divergenza di Dow e l’inizio di una fase di transizione macroeconomica.
📈 Scenario Logico
Primario: prosecuzione nel canale verso 3.20–3.25 → massimo ciclico entro H1 2026.
Alternativo: rottura sotto 2.80 → target 2.50 → divergenza strutturale e conferma di inversione.
Canale parallelo
Wall Street ignora i dati deboli: ottimismo o illusione? ANALISI MACROECONOMICA
La settimana appena trascorsa è stata densa di segnali contrastanti sui due lati dell’Atlantico. Negli Stati Uniti, il clima sui mercati è apparso quasi paradossale: da un lato i dati sul lavoro hanno mostrato un inatteso calo di occupazione nel settore privato a settembre l’ADP ha registrato una perdita di 32.000 posti e lo shutdown del governo federale ha congelato l’uscita di altri dati importanti, alimentando l’incertezza.
Dall’altro, Wall Street ha continuato a macinare record, sostenuta dalla convinzione crescente che la Federal Reserve sarà costretta a tagliare i tassi prima del previsto. I rendimenti dei Treasury sono scesi sensibilmente e il dollaro si è indebolito, segnale che il mercato sta scommettendo su una Fed più morbida nei prossimi mesi.
Questa dinamica, però, non è priva di rischi. Se la debolezza del mercato del lavoro dovesse proseguire mentre l’inflazione rimane ostinata, lo scenario di “stagflazione” tornerebbe a essere più di un’ipotesi teorica. Per ora gli investitori sembrano guardare al bicchiere mezzo pieno, privilegiando la narrativa dei tagli dei tassi e la solidità di alcuni risultati aziendali. Ma la sensazione è che basti un dato macro deludente in più per rimettere in discussione questo equilibrio.
In Europa, il quadro è apparso più stabile. La Banca Centrale Europea ha lasciato i tassi invariati al 2% e Christine Lagarde ha ribadito che ogni decisione sarà presa riunione per riunione. I dati macro dell’eurozona, sorprendentemente, continuano a mostrare una tenuta migliore del previsto, con l’inflazione vicina al 2% e una domanda interna che, pur moderata, non collassa.
L’euro ne ha approfittato, rafforzandosi leggermente contro il dollaro anche per via dell’incertezza politica americana.
Il Regno Unito ha vissuto una settimana positiva sui mercati: il FTSE 100 ha toccato nuovi massimi grazie soprattutto al comparto farmaceutico, mentre la Bank of England ha confermato la sua fiducia nel rientro dell’inflazione verso il target del 2% e nella stabilità dei tassi per il prossimo futuro.
Nel complesso, questi ultimi sette giorni hanno raccontato una storia di mercati che, almeno per ora, preferiscono guardare oltre i dati deludenti e puntare sulla prospettiva di politiche monetarie più accomodanti, pur sapendo che la realtà economica potrebbe presentare il conto nelle prossime settimane.
Per quanto riguarda le notizie più importanti della settimana, le uniche di certa rilevanza riguardano Martedi 7 Ottobre in cui ci sarà il discorso da parte della Presidente della BCE Lagarde, mentre per quanto riguarda Mercoledi 8 Ottobre verranno rilasciati i verbali di riunione della FOMC e che quindi potrebbe portare volatilità sui mercati soprattutto per quanto riguarda il dollaro americano.
Giovedi 9 Ottobre avremo invece il discorso del presidente della FED Powell e il rilascio del dato sulle richieste iniziali di sussidi di disoccupazione per quanto riguarda gli Stati Uniti. Venerdi 10 Ottobre avremo il rilascio del dato più atteso del mese, ovvero le buste paga del settore non agricolo (NFP) che porterà importante volatilità sui mercati, oltre al rilascio del dato sui tassi di disoccupazione sempre riguardo agli Stati Uniti.
ANALISI TECNICA
Per quanto riguarda l’analisi tecnica, questa settimana andremo ad analizzare GBPUSD.
Particolarmente interessante notare come il prezzo abbia perfettamente reagito a 1.37000 ed abbia avuto un ritorno dei venditori che ha portato il prezzo all’attuale 1.34800.
Cosa ci si può aspettare nei giorni successivi?
Possiamo vedere come 1.35000 abbia provocato due rigetti e quindi la non accettazione al di sopra di questo prezzo, facendo pensare che gli operatori abbiano volontà di proseguire la discesa. Inoltre il prezzo si trova proprio in corrispondenza del POC, zona in cui c’è stato il più ampio scambio di volumi.
Con il nostro pattern ABCDE potremmo potenzialmente trovarci dinanzi ad una tale ipotesi di discesa del prezzo, che potrebbe raggiungere nuovamente 1.32500. Zona che nel caso in cui il prezzo dovesse arrivare sarà particolarmente interessante da monitorare, anche per via del fatto che ci siano dei doppi minimi creati e che possa far pensare alla volontà di voler andare a pescare degli ordini al di sotto di quella zona.
Vedremo cosa succederà nei prossimi giorni anche in virtù del fatto che avremo gli NFP che sicuramente faranno da catalizzatore di determinati movimenti. Data l’elevata volatilità sarà importante gestire il rischio delle proprie operazioni.
Ricordiamo che tradare CFD può comportare il rischio della perdita di denaro sui mercati. Inoltre questa si tratta di una semplice analisi informativa che non si tratta di alcun consiglio finanziario.
Il materiale fornito in questo contesto non è stato redatto secondo i requisiti legali destinati a promuovere l’indipendenza della ricerca in materia di investimenti e, pertanto, è considerato una comunicazione di marketing. Non è soggetto a divieti di negoziazione prima della divulgazione della ricerca d’investimento, ma non cercheremo di trarne vantaggio prima di fornirlo ai nostri clienti.
Pepperstone non garantisce che le informazioni qui fornite siano accurate, aggiornate o complete e pertanto non dovrebbero essere considerate come tali. Queste informazioni, provenienti da terzi o meno, non devono essere interpretate come una raccomandazione, un’offerta di acquisto o vendita, o una sollecitazione all’acquisto o vendita di alcun titolo, prodotto finanziario o strumento, né come invito a partecipare a una specifica strategia di trading. Non tengono conto della situazione finanziaria o degli obiettivi d’investimento dei lettori. Consigliamo a chiunque legga questo contenuto di cercare una consulenza personale. La riproduzione o la ridistribuzione di queste informazioni non è consentita senza l’approvazione di Pepperstone.
Risk-on globale: occasione d’oro o illusione di breve?Wall Street ha accolto con entusiasmo l’ultima decisione della Federal Reserve: un taglio dei tassi di interesse di 25 punti base. Anche se il percorso futuro della politica monetaria rimane avvolto da incertezza, i futures hanno reagito positivamente, spingendo in alto gli indici americani.
L’S&P 500 ha guadagnato lo 0,5%, mentre il Nasdaq 100 ancora una volta protagonista ha segnato un progresso dello 0,7%.
La decisione della Fed ha portato il tasso dei fondi della FED in un range compreso tra il 4% e il 4,25%. Non è stato un taglio clamoroso, ma è stato sufficiente per riaccendere l’appetito per il rischio e rinnovare la fiducia degli investitori. Sullo sfondo, resta la prospettiva di ulteriori due riduzioni entro la fine dell’anno, anche se con la prudenza tipica di un contesto economico fragile.
Mentre a New York si festeggia, altri mercati hanno reagito in modo più cauto. Il petrolio ha registrato un calo, riflettendo i timori legati alla domanda globale, mentre i titoli di Stato neozelandesi hanno beneficiato di flussi positivi in ingresso, segnale che parte degli investitori continua a cercare porti sicuri in questa fase di transizione.
In Asia, il comparto tecnologico ha trovato nuova linfa: i produttori cinesi di semiconduttori hanno visto un forte rialzo, confermando come l’intero settore tech stia beneficiando di questa fase di risk-on.
Il momento più atteso è stato, come sempre, la conferenza di Jerome Powell. Il presidente della Federal Reserve ha ammesso che il mercato del lavoro americano mostra chiari segnali di debolezza. Per la prima volta da molto tempo, ha evitato di definirlo “molto solido”.
Al contrario, ha parlato di rallentamento della domanda e di un ritmo di creazione di posti di lavoro insufficiente a garantire stabilità all’occupazione.
Powell ha dovuto affrontare anche pressioni politiche non indifferenti. Donald Trump, da tempo favorevole a un approccio più aggressivo, ha spinto per tagli più consistenti. Ma la Fed ha voluto riaffermare la propria indipendenza: nessun regalo alla politica, nessuna scorciatoia. Powell ha ribadito la necessità di un approccio cauto, ricordando che il rischio inflazione resta sul tavolo e che eventuali dazi o shock esterni potrebbero alimentarlo ulteriormente.
Questo atteggiamento prudente ha avuto un effetto interessante: i rendimenti dei Treasury sono risaliti, segnalando che i mercati obbligazionari non si aspettano un ciclo di tagli rapidi e senza freni.
Nonostante i toni cauti, gli indici hanno scelto di guardare al bicchiere mezzo pieno. È stato premiato ancora una volta il settore tecnologico, con il Nasdaq 100 (NAS100 su Pepperstone) che ha toccato nuovi massimi storici. Con un guadagno annuo del +16,29%, l’indice americano si conferma il migliore performer tra i principali listini mondiali. La spinta è arrivata dai grandi investimenti in conto capitale e dai risultati brillanti delle big tech, che continuano a trainare l’intero comparto.
Dal punto di vista tecnico, l’indice aveva inizialmente toccato un’area di supporto a 24.234 punti. Da lì è partito un rimbalzo deciso, che ha proiettato i prezzi oltre quota 24.600. Un movimento che dimostra ancora una volta come gli investitori abbiano scelto di credere nel risk-on, preferendo puntare su settori ciclici e innovativi, piuttosto che nascondersi dietro la prudenza.
La Fed, però, ha lanciato un messaggio chiaro: l’euforia non deve trasformarsi in illusione. Powell ha sottolineato che la traiettoria dei tassi sarà guidata dai dati, non dalle pressioni esterne.
Un modo per raffreddare i mercati e ricordare a tutti che la banca centrale non ha alcuna intenzione di intraprendere un percorso di allentamento aggressivo.
In sintesi, la strategia di Powell ha pagato: mantenere la calma, evitare allarmismi e, allo stesso tempo, rassicurare i mercati che la Fed è pronta ad agire se le condizioni economiche lo richiederanno. La partita resta aperta, e i prossimi dati macro saranno decisivi per capire se i tagli continueranno al ritmo attuale o se la banca centrale preferirà mettere in pausa il ciclo.
Per ora, Wall Street ha scelto di festeggiare. L’equity corre, il dollaro ritrova forza e il settore tecnologico guida ancora una volta la carica. Ma dietro l’euforia, resta la consapevolezza che i prossimi mesi saranno un test cruciale per la credibilità della Fed e per l’equilibrio di un mercato del lavoro che, dopo anni di resilienza, inizia a mostrare le prime vere crepe
Il materiale fornito in questo contesto non è stato redatto secondo i requisiti legali destinati a promuovere l’indipendenza della ricerca in materia di investimenti e, pertanto, è considerato una comunicazione di marketing. Non è soggetto a divieti di negoziazione prima della divulgazione della ricerca d’investimento, ma non cercheremo di trarne vantaggio prima di fornirlo ai nostri clienti.
Pepperstone non garantisce che le informazioni qui fornite siano accurate, aggiornate o complete e pertanto non dovrebbero essere considerate come tali. Queste informazioni, provenienti da terzi o meno, non devono essere interpretate come una raccomandazione, un’offerta di acquisto o vendita, o una sollecitazione all’acquisto o vendita di alcun titolo, prodotto finanziario o strumento, né come invito a partecipare a una specifica strategia di trading. Non tengono conto della situazione finanziaria o degli obiettivi d’investimento dei lettori. Consigliamo a chiunque legga questo contenuto di cercare una consulenza personale. La riproduzione o la ridistribuzione di queste informazioni non è consentita senza l’approvazione di Pepperstone.
Rally o correzione in vista: cosa ci dicono i metalli preziosi?ANALISI MACROECONOMICA:
L’oro (XAUUSD su Pepperstone) continua la sua corsa senza rallentare. Dopo aver testato i supporti a 3.650 dollari, il metallo giallo si è rapidamente riportato verso i massimi storici in area 3.736 dollari.
Un movimento che conferma l’appeal dell’oro come bene rifugio in questa fase di mercato. Le motivazioni dietro a questo rally sono molteplici: da un lato i timori che l’inflazione possa restare più alta del previsto, dall’altro la ricerca di protezione da parte degli investitori in un contesto azionario che comincia a mostrare segnali di stanchezza.
A questo si aggiunge il fattore Cina: Pechino ha introdotto nuove misure per facilitare l’ingresso di oro nel Paese, garantendo così un flusso costante di domanda che contribuisce a sostenere i prezzi. Non a caso anche gli altri metalli stanno beneficiando di questo slancio: l’argento, ad esempio, ha registrato un +2,35% nella seduta odierna.
Per ora non emergono segnali tecnici o macroeconomici in grado di incrinare la solidità di questo trend.
Gli operatori guardano con attenzione alle prossime dichiarazioni dei membri della Federal Reserve, considerate cruciali per comprendere meglio il percorso futuro dei tassi di interesse. In Europa l’attenzione si concentrerà sulla stima flash del sentiment dei consumatori e sui PMI preliminari, indicatori utili per valutare la solidità della ripresa nel terzo trimestre. Negli Stati Uniti invece focus sui dati di produzione e sulle vendite immobiliari, variabili che potrebbero dare indicazioni chiare sulla salute dell’economia.
L’azionario europeo appare fragile: esclusa la Spagna, che mostra maggiore resilienza, gli altri listini del Vecchio Continente continuano a soffrire. Diversa la situazione oltreoceano: negli USA i mercati hanno smentito la storica debolezza stagionale di settembre, ma l’avvicinamento ai massimi storici aumenta il rischio di prese di profitto.
Sul fronte valutario il dollaro americano si rafforza a 97,70, segnale di un clima incerto e di una preferenza per la valuta rifugio. Interessante la divergenza tra le valute oceaniche: i grandi speculatori continuano a puntare sull’AUD mentre abbandonano l’NZD.
Il rally dell’oro non è solo una reazione momentanea ma riflette una crescente diffidenza verso gli asset più rischiosi e un ritorno a strumenti percepiti come sicuri. Se la Fed adotterà un approccio più cauto sui tassi, l’oro potrebbe trovare ulteriori motivi per consolidarsi sopra i massimi storici.
Da un punto di vista del calendario economico, questa settimana sarà particolarmente interessante in quanto avremo diverse news che porteranno volatilità sui mercati. A partire dalla giornata odierna avremo l’Indice dei direttori degli acquisti del settore manifatturiero e del settore terziario degli Stati Uniti e inoltre è previsto un discorso del presidente Donald Trump.
Nella giornata di domani Mercoledi 24 Settembre, avremo un dato che riguarda la Germania, ovvero l’indice IFO che riguarda la fiducia delle aziende tedesche; mentre nel pomeriggio avremo il dato sulla vendita delle nuove abitazioni negli Stati Uniti. Giornata di particolare interesse sarà Giovedi 25 in cui avremo in mattinata la decisione sul tasso di interesse della Svizzera seguito dalla conferenza della BNS.
Nel pomeriggio avremo volatilità sui mercati in quanto ci sarà il PIL degli Stati Uniti, dato previsto stabile mentre sono previste in aumento le richieste dei sussidi di disoccupazione. Per concludere, Venerdi 26 avremo in mattinata il discorso della Presidente della BCE Lagarde e nel pomeriggio dato USA sugli Indici prezzi di spesa principali.
ANALISI TECNICA:
Per quanto riguarda l’analisi tecnica, questo inizio di settimana andiamo ad analizzare l’argento (XAGUSD su Pepperstone) che come l’oro, sta continuando ad avere nuovi massimi storici. Possiamo notare come il prezzo sia passato da 41$ a 44$.
Al momento ci troviamo in un punto in cui questo asset non ha mai toccato tali prezzi, quindi sarà molto importante attendere e vedere quello che il prezzo può fornirci per poter effettuare un’entrata.
Motivo per cui sarà importante ricevere conferme anche in base alla nostra strategia.
Nel caso in cui il prezzo dovesse scendere, potremmo vedere una possibile ripresa della rottura a 43$, che corrisponde anche alla banda centrale del VWAP Ancorato.
Inoltre con il Fixed Range Volume Profile, possiamo vedere come la zona in corrispondenza della banda media, sia con bassi volumi e quindi zona che potrebbe fungere da calamita.
In questi momenti, è molto importante calcolare il rischio dei propri trade.
Inoltre è importante ricordare che tradare CFD può comportare la perdita di denaro sui mercati.
Questa si tratta di un’analisi puramente informativa e non fornisce alcun consiglio finanziario.
Il materiale fornito in questo contesto non è stato redatto secondo i requisiti legali destinati a promuovere l’indipendenza della ricerca in materia di investimenti e, pertanto, è considerato una comunicazione di marketing. Non è soggetto a divieti di negoziazione prima della divulgazione della ricerca d’investimento, ma non cercheremo di trarne vantaggio prima di fornirlo ai nostri clienti.
Pepperstone non garantisce che le informazioni qui fornite siano accurate, aggiornate o complete e pertanto non dovrebbero essere considerate come tali. Queste informazioni, provenienti da terzi o meno, non devono essere interpretate come una raccomandazione, un’offerta di acquisto o vendita, o una sollecitazione all’acquisto o vendita di alcun titolo, prodotto finanziario o strumento, né come invito a partecipare a una specifica strategia di trading. Non tengono conto della situazione finanziaria o degli obiettivi d’investimento dei lettori. Consigliamo a chiunque legga questo contenuto di cercare una consulenza personale. La riproduzione o la ridistribuzione di queste informazioni non è consentita senza l’approvazione di Pepperstone.
Stellantis: rottura del canale, occhio alla shooting star!Stellantis MIL:STLAM
Il settore automotive si trova nuovamente ad affrontare una sfida globale per la sopravvivenza, complice la crescente pressione competitiva proveniente dalla Cina. In questo contesto, Stellantis potrebbe rappresentare un’opportunità interessante come trade di breve/medio periodo, più che come investimento da “buy and hold”.
L’arrivo del nuovo CEO Filosa e l’evoluzione della strategia commerciale — con il lancio di modelli chiave soprattutto per i brand Ram, Jeep e Dodge nel mercato americano — dovrebbero favorire un recupero delle quote di mercato (oggi al 7% contro il 12% di cinque anni fa) e una progressiva crescita della redditività. Le valutazioni fondamentali restano quindi incoraggianti (rating accumulate, target price a 9,5 €), con potenziali effetti positivi già dal quarto trimestre.
📉 Analisi tecnica
Il titolo ha disegnato da maggio 2025 un canale ribassista ben definito, che ha condotto i prezzi a ritestare l’area dei minimi precedenti in zona 7,48 €. Nelle ultime sedute si è assistito ad una rottura al rialzo del canale, segnale potenzialmente positivo per una fase di recupero.
La giornata di venerdì, tuttavia, ha evidenziato un comportamento incerto: dopo un massimo intraday a 8,81 € (+5% circa), il titolo ha chiuso con un guadagno limitato (+0,56%), disegnando una candela shooting star sui minimi di seduta.
👉 Livelli chiave da monitorare
Supporto forte: 7,60 €
POC: area 8,30 circa
Resistenza cruciale: 8,65 € (chiusura giornaliera sopra questo livello darebbe conferma del cambio di trend di breve termine).
Se i prezzi dovessero violare al ribasso i minimi di venerdì, si aprirebbe spazio per ulteriori discese di breve. Viceversa, un consolidamento sopra 8,65 € aumenterebbe le probabilità di una prosecuzione del recupero verso target più ambiziosi.
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LYFT Contributo tecnico in risposta a un utenteBuon venerdì 19 Settembre 2025 e bentornati sul canale con un video di analisi tecnica che parte da un grafico a candele settimanali, per poi passare a quelle giornaliere, sul titolo Lyft.
Con la speranza di aver fatto cosa gradita e utile da un punto di vista formativo e tecnico, auguro all'intera Community di Trading View un buon week end
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Russell 2000 nuovo protagonista di Wall Street?Negli ultimi giorni, i riflettori dei mercati finanziari si sono spostati in modo sorprendente. Per la prima volta da tempo, non è stata l’inflazione a catalizzare l’attenzione, bensì il mercato del lavoro.
Un segnale importante: gli investitori, solitamente ossessionati dai dati sui prezzi al consumo, hanno guardato oltre l’ultimo dato sull’IPC. Sebbene l’inflazione abbia registrato un lieve aumento su base annua, in linea con le aspettative, non ha generato particolare preoccupazione. Il messaggio che ne deriva è chiaro: l’inflazione, almeno per ora, appare sotto controllo.
Il vero campanello d’allarme arriva invece dalle richieste settimanali di sussidi di disoccupazione, aumentate di 27.000 unità fino a quota 263.000. Non si tratta solo di un incremento numerico: è il livello più alto dal lontano ottobre 2021. In un contesto in cui la Federal Reserve monitora con attenzione ogni segnale di raffreddamento dell’economia, questo dato non può essere sottovalutato.
A complicare il quadro ci sono le incertezze legate alla qualità stessa delle rilevazioni sull’inflazione. Il Bureau of Labor Statistics (BLS) ha infatti ammesso difficoltà crescenti nel reperire dati completi e affidabili, tanto da ricorrere con maggiore frequenza a sistemi di imputazione statistica. In altre parole, una parte dei numeri diffusi potrebbe basarsi su stime e interpolazioni più che su dati concreti. Un dettaglio che contribuisce a rendere il quadro complessivo più opaco.
Nonostante ciò, il punto centrale rimane la salute del mercato del lavoro. È proprio questo il tema che la FED non potrà più ignorare. Gli ultimi sviluppi aprono la strada a un possibile taglio dei tassi di interesse di 25 punti base già nella prossima riunione di settembre. Non si parla ancora di interventi più drastici, come tagli da 50 punti base, che al momento sarebbero difficili da giustificare. Ma cresce la convinzione che la banca centrale americana possa effettuare complessivamente tre riduzioni dei tassi nel corso del 2025, per un totale di 75 punti base.
I mercati finanziari hanno reagito con entusiasmo a questa prospettiva. I rendimenti obbligazionari sono scesi ulteriormente, liberando spazio per il mercato azionario che ha aggiornato ancora una volta i propri massimi storici. In particolare, ne hanno beneficiato le società più sensibili ai costi di finanziamento: piccole e medie imprese, spesso più esposte a prestiti variabili.
Non sorprende quindi che il Russell 2000 (US2000 su Pepperstone) si stia imponendo come il vero protagonista di questa fase, con un rialzo dell’8,18% da inizio agosto, contro il +2,82% del Nasdaq e il +3,59% dell’S&P 500.
Tecnicamente, l’indice delle small cap si muove in un canale ascendente ben definito. La trendline di supporto, tracciata dai minimi di inizio agosto, è stata rispettata più volte, confermando la solidità della struttura rialzista. Resta ora da capire quale sarà l’orientamento ufficiale della FED dopo la riunione di metà settembre, elemento cruciale per determinare i futuri costi di finanziamento delle imprese.
Allargando lo sguardo all’Europa, la situazione è decisamente meno rosea. Dal Regno Unito sono arrivati dati macroeconomici deludenti: il PIL e la produzione industriale hanno sorpreso negativamente, con quest’ultima scesa dell’1,3% su base mensile, rispetto a un precedente +0,5%.
È la fotografia di una congiuntura fragile, caratterizzata da crescita anemica e inflazione ancora elevata. Uno scenario che riporta alla mente la temuta parola “stagflazione” e mette la Bank of England in una posizione scomoda, con margini di manovra sempre più stretti.
Per quanto riguarda la view a lungo termine, è prematuro parlare di allarme rosso per il mercato del lavoro americano.
La FED ha spesso dichiarato di poter tollerare livelli di disoccupazione più elevati senza perdere di vista il proprio obiettivo di stabilità. Per questo, credo che il percorso di tagli sarà graduale, step by step, e non orientato a “riparare” danni immediati, ma piuttosto a riportare i tassi verso il cosiddetto livello neutrale. La FED vorrà mantenere qualche cartuccia di emergenza da sparare in caso di peggioramento della congiuntura.
Intanto, i mercati celebrano e l’euforia è palpabile e gli indici azionari corrono a rialzo. Ma proprio per questo, bisogna rimanere sempre cauti. Troppo entusiasmo rischia di accecare e rendere vulnerabili agli inevitabili contraccolpi.
Ricordiamo tutti le previsioni stagionali che dipingevano settembre come un mese nero per le Borse: al momento, la realtà ha smentito queste attese. Sui mercati non esistono certezze, solo probabilità in continua evoluzione. E per questo l’unica strategia vincente resta la capacità di osservare e adattarsi, senza lasciarsi trascinare né dall’euforia né dal panico collettivo.
Questa si tratta di una semplice analisi informativa che non fornisce alcun consiglio finanziario. Inoltre è importante ricordare che tradare CFD può comportare la perdita di denaro
Negli ultimi giorni, i riflettori dei mercati finanziari si sono spostati in modo sorprendente. Per la prima volta da tempo, non è stata l’inflazione a catalizzare l’attenzione, bensì il mercato del lavoro.
Un segnale importante: gli investitori, solitamente ossessionati dai dati sui prezzi al consumo, hanno guardato oltre l’ultimo dato sull’IPC. Sebbene l’inflazione abbia registrato un lieve aumento su base annua, in linea con le aspettative, non ha generato particolare preoccupazione. Il messaggio che ne deriva è chiaro: l’inflazione, almeno per ora, appare sotto controllo.
Il vero campanello d’allarme arriva invece dalle richieste settimanali di sussidi di disoccupazione, aumentate di 27.000 unità fino a quota 263.000. Non si tratta solo di un incremento numerico: è il livello più alto dal lontano ottobre 2021. In un contesto in cui la Federal Reserve monitora con attenzione ogni segnale di raffreddamento dell’economia, questo dato non può essere sottovalutato.
A complicare il quadro ci sono le incertezze legate alla qualità stessa delle rilevazioni sull’inflazione. Il Bureau of Labor Statistics (BLS) ha infatti ammesso difficoltà crescenti nel reperire dati completi e affidabili, tanto da ricorrere con maggiore frequenza a sistemi di imputazione statistica. In altre parole, una parte dei numeri diffusi potrebbe basarsi su stime e interpolazioni più che su dati concreti. Un dettaglio che contribuisce a rendere il quadro complessivo più opaco.
Nonostante ciò, il punto centrale rimane la salute del mercato del lavoro. È proprio questo il tema che la FED non potrà più ignorare. Gli ultimi sviluppi aprono la strada a un possibile taglio dei tassi di interesse di 25 punti base già nella prossima riunione di settembre. Non si parla ancora di interventi più drastici, come tagli da 50 punti base, che al momento sarebbero difficili da giustificare. Ma cresce la convinzione che la banca centrale americana possa effettuare complessivamente tre riduzioni dei tassi nel corso del 2025, per un totale di 75 punti base.
I mercati finanziari hanno reagito con entusiasmo a questa prospettiva.
I rendimenti obbligazionari sono scesi ulteriormente, liberando spazio per il mercato azionario che ha aggiornato ancora una volta i propri massimi storici. In particolare, ne hanno beneficiato le società più sensibili ai costi di finanziamento: piccole e medie imprese, spesso più esposte a prestiti variabili.
Non sorprende quindi che il Russell 2000 (US2000 su Pepperstone) si stia imponendo come il vero protagonista di questa fase, con un rialzo dell’8,18% da inizio agosto, contro il +2,82% del Nasdaq e il +3,59% dell’S&P 500.
Tecnicamente, l’indice delle small cap si muove in un canale ascendente ben definito. La trendline di supporto, tracciata dai minimi di inizio agosto, è stata rispettata più volte, confermando la solidità della struttura rialzista. Resta ora da capire quale sarà l’orientamento ufficiale della FED dopo la riunione di metà settembre, elemento cruciale per determinare i futuri costi di finanziamento delle imprese.
Allargando lo sguardo all’Europa, la situazione è decisamente meno rosea. Dal Regno Unito sono arrivati dati macroeconomici deludenti: il PIL e la produzione industriale hanno sorpreso negativamente, con quest’ultima scesa dell’1,3% su base mensile, rispetto a un precedente +0,5%.
È la fotografia di una congiuntura fragile, caratterizzata da crescita anemica e inflazione ancora elevata. Uno scenario che riporta alla mente la temuta parola “stagflazione” e mette la Bank of England in una posizione scomoda, con margini di manovra sempre più stretti.
Per quanto riguarda la view a lungo termine, è prematuro parlare di allarme rosso per il mercato del lavoro americano. La FED ha spesso dichiarato di poter tollerare livelli di disoccupazione più elevati senza perdere di vista il proprio obiettivo di stabilità. Per questo, credo che il percorso di tagli sarà graduale, step by step, e non orientato a “riparare” danni immediati, ma piuttosto a riportare i tassi verso il cosiddetto livello neutrale.
La FED vorrà mantenere qualche cartuccia di emergenza da sparare in caso di peggioramento della congiuntura.
Intanto, i mercati celebrano e l’euforia è palpabile e gli indici azionari corrono a rialzo. Ma proprio per questo, bisogna rimanere sempre cauti. Troppo entusiasmo rischia di accecare e rendere vulnerabili agli inevitabili contraccolpi. Ricordiamo tutti le previsioni stagionali che dipingevano settembre come un mese nero per le Borse: al momento, la realtà ha smentito queste attese.
Sui mercati non esistono certezze, solo probabilità in continua evoluzione. E per questo l’unica strategia vincente resta la capacità di osservare e adattarsi, senza lasciarsi trascinare né dall’euforia né dal panico collettivo.
Questa si tratta di una semplice analisi informativa che non fornisce alcun consiglio finanziario. Inoltre è importante ricordare che tradare CFD può comportare la perdita di denaro
Il materiale fornito in questo contesto non è stato redatto secondo i requisiti legali destinati a promuovere l’indipendenza della ricerca in materia di investimenti e, pertanto, è considerato una comunicazione di marketing. Non è soggetto a divieti di negoziazione prima della divulgazione della ricerca d’investimento, ma non cercheremo di trarne vantaggio prima di fornirlo ai nostri clienti.
Pepperstone non garantisce che le informazioni qui fornite siano accurate, aggiornate o complete e pertanto non dovrebbero essere considerate come tali. Queste informazioni, provenienti da terzi o meno, non devono essere interpretate come una raccomandazione, un’offerta di acquisto o vendita, o una sollecitazione all’acquisto o vendita di alcun titolo, prodotto finanziario o strumento, né come invito a partecipare a una specifica strategia di trading. Non tengono conto della situazione finanziaria o degli obiettivi d’investimento dei lettori. Consigliamo a chiunque legga questo contenuto di cercare una consulenza personale. La riproduzione o la ridistribuzione di queste informazioni non è consentita senza l’approvazione di Pepperstone.
ERG Siamo arrivati al target del nostro cuneo discendente!Buon giovedi 28 Agosto 2025 e bentornati sul canale con Erg.
Dopo un'attesa di un paio di mesi su un titolo a beta/volatilità molto bassa, ci siamo tolti una bella soddisfazione e siamo finalmente arrivati al target prefissato.
Andiamo a fare un de-briefing dell'operazione e a ripercorrerne gli step più importanti.
Grazie a tutti per l'attenzione e vi auguro una buona giornata
Mercati divisi: sterlina sostenuta o fragilità in vista?In questo articolo andremo ad analizzare la situazione attuale della sterlina dopo i dati sull’inflazione. Nel mese di luglio i prezzi al consumo nel Regno Unito hanno evidenziato una crescita mensile dello 0,1% dopo il +0,3% di giugno.
Su base annua, l’inflazione è salita al 3,8%, oltre la passata lettura pari a +3,6% e oltre le previsioni degli analisti pari al 3,7%, mentre il Cpi core (che esclude le componenti più volatili come alimentari ed energia) ha registrato anche in questo caso una piccola accelerazione superiore alle aspettative, dal 3,7% al 3,8%. L’inflazione dei servizi, un indicatore chiave monitorato dalla BoE, è salita dal 4,7% al 5%, oltre le stime degli economisti pari a +4,8%.
Come ha reagito la sterlina?
La sterlina si è rafforzata questa mattina dopo il dato sull’inflazione nel Regno Unito di luglio superiore alle aspettative. La Bank of England (BoE) ha segnalato nell’ultima riunione una crescente preoccupazione per l’inflazione, prevedendo un picco del 4% a settembre. Andando ad analizzare i dati, un rialzo dell’inflazione è stata messa in conto dalla BoE già da diverso tempo così come le aspettative per un ritorno verso il 2% nel corso di quarto trimestre di quest’anno.
La sterlina è andata a rialzo in mattinata, con l’inflazione dei servizi nel Regno Unito di luglio balzata al 5% su base annua dal 4,7%, al di sopra delle aspettative del mercato del 4,8%. In apparenza, questo sembra supportare la posizione della Banca d’Inghilterra, che raccomanda molta cautela riguardo a ulteriori tagli dei tassi. Tuttavia, da parte di alcuni economisti britannici viene osservato come l’aumento dell’inflazione dei servizi è stato in gran parte trainata dalle tariffe aeree, una componente che preoccupa meno la Banca d’Inghilterra in termini di pressione inflazionistica complessiva.
La Banca d’Inghilterra è maggiormente preoccupata per l’inflazione dei prodotti alimentari, che non è cambiata molto nel comunicato odierno”.
Secondo le previsioni degli economist, un taglio dei tassi a novembre diventa più incerto, sebbene rimanga il loro scenario di base.
Come si muoverà la BoE?
Le mosse future della BoE restano in primo piano. Dopo il complicato voto del meeting dello scorso 7 agosto, gli operatori hanno ridotto le loro scommesse su futuri tagli dei tassi. Alcuni funzionari britannici hanno, infatti, messo in guardia dal rischio di effetti di secondo impatto su salari e prezzi, mentre i consumatori cercano di recuperare il potere d’acquisto perso. Alcuni economisti affermano che è la BoE che deve affrontare la sfida più grande tra le principali banche centrali, essendo molto preoccupata per la fragilità delle dinamiche di mercato del Regno Unito. Da un lato, il governatore Andrew Bailey e il suo team temono che un ritardo nell’abbassamento dei tassi possa frenare la crescita economica; dall’altro, rimangono cauti riguardo alle pressioni inflazionistiche, dato che l’inflazione nel Regno Unito è ancora lontana dall’essere sotto controllo.
Come si sta muovendo GBPUSD?
Andando a dare uno sguardo al grafico di GBPUSD, possiamo andare a notare come il prezzo abbia perfettamente reagito alla zona di 1.34350, dopo che il prezzo ha continuato a seguire un canale ribassista partito da 1.35800.
Nel caso in cui il prezzo vada a rompere e accetti sopra gli 1.35000, potremmo vedere una prosecuzione a rialzo da parte degli operatori.
Altrimenti potremmo anche tenere in considerazione che il prezzo possa andare a prendere la seconda zona di interesse, prima di ripartire a rialzo.
La seconda zona di interesse, ci viene confermata anche dal Fixed Volume Profile, in cui possiamo notare come ci sia una zona di totale vuoto volumetrico che potrebbe fungere da calamita.
Motivo per cui sarà molto importante vedere il prezzo nei prossimi giorni, quale tipo di setup può darci ed ovviamente dobbiamo avere le giuste conferme prima di effettuare qualsiasi tipo di operazione. Ricordiamo che tradare CFD può comportare la perdita di denaro, perdita di denaro che può essere data anche dalla volatilità del mercato. Come sappiamo la sterlina è una valuta decisamente volatile.
Questa si tratta di una semplice analisi e non si tratta di alcun consiglio finanziario.
Il materiale fornito in questo contesto non è stato redatto secondo i requisiti legali destinati a promuovere l’indipendenza della ricerca in materia di investimenti e, pertanto, è considerato una comunicazione di marketing. Non è soggetto a divieti di negoziazione prima della divulgazione della ricerca d’investimento, ma non cercheremo di trarne vantaggio prima di fornirlo ai nostri clienti.
Pepperstone non garantisce che le informazioni qui fornite siano accurate, aggiornate o complete e pertanto non dovrebbero essere considerate come tali. Queste informazioni, provenienti da terzi o meno, non devono essere interpretate come una raccomandazione, un’offerta di acquisto o vendita, o una sollecitazione all’acquisto o vendita di alcun titolo, prodotto finanziario o strumento, né come invito a partecipare a una specifica strategia di trading. Non tengono conto della situazione finanziaria o degli obiettivi d’investimento dei lettori. Consigliamo a chiunque legga questo contenuto di cercare una consulenza personale. La riproduzione o la ridistribuzione di queste informazioni non è consentita senza l’approvazione di Pepperstone.
Putin, Trump e Zelenskiy: una svolta sulla guerra in Ucraina? ANALISI MACROECONOMICA
Negli ultimi giorni, la politica internazionale è tornata a occupare il centro della scena, riportando con forza l’attenzione sul conflitto tra Russia e Ucraina. L’incontro in Alaska tra Vladimir Putin e Donald Trump aveva inizialmente alimentato timori concreti: a Washington sembrava prendere forma l’idea che Kiev potesse essere spinta a cedere parte dei territori già occupati dai russi, pur di arrivare a un accordo di pace. Una prospettiva che avrebbe segnato un cambio radicale nella linea occidentale.
Eppure, nelle ultime ore lo scenario è apparso meno cupo. Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy si è recato a Washington insieme a una delegazione di alleati europei, trovando un’accoglienza ben più favorevole rispetto al passato.
La strategia adottata sembra chiara: mostrare gratitudine per il sostegno militare ed economico ricevuto dagli Stati Uniti e, al tempo stesso, puntare su un approccio più conciliante per provare ad ammorbidire le posizioni di Trump.
Non ci sono ancora decisioni definitive, né sulle eventuali concessioni territoriali né sulla forma che potrebbe assumere un accordo di sicurezza, ma emerge un dato importante: Washington appare più disposta a garantire la protezione di Kiev, pur chiedendo agli alleati europei di farsi carico di una quota maggiore dell’onere economico e militare.
Sul fronte macroeconomico, l’attenzione si sposta invece sul Regno Unito. Domani usciranno i nuovi dati sull’inflazione e le attese parlano di un ulteriore rialzo al 3,7% annuo, in accelerazione rispetto al 3,6% registrato a luglio. A rendere più complicato il quadro c’è la posizione della Bank of England: a differenza della Federal Reserve americana, la banca centrale britannica non bilancia il contenimento dei prezzi con l’obiettivo della piena occupazione.
Questo significa che, nonostante il mercato del lavoro stia mostrando segni evidenti di fragilità, con una perdita di 165.000 posti nell’ultimo report, la BoE continua a mantenere un atteggiamento restrittivo. I tassi d’interesse restano elevati e i rendimenti dei Gilt sono ormai oltre i 40 punti base, quasi il doppio della loro media storica. Una condizione che rischia di aggravare ulteriormente la già complessa congiuntura economica del Paese.
Nel mercato valutario, dopo alcuni giorni di debolezza, il dollaro sembra essersi stabilizzato. Pur rimanendo in calo di oltre l’1% medio da inizio agosto contro le principali valute, il biglietto verde ha mostrato segnali di recupero. L’euro e la sterlina, dal canto loro, stanno prendendo fiato dopo i recenti massimi. Per la sterlina, il cosiddetto “cable” ha testato il supporto in area 1,3475, mostrando l’intenzione di riprendere il trend rialzista. Tuttavia, solo la rottura di quota 1,3525 potrebbe dare lo slancio necessario per tornare verso i massimi a 1,36. L’euro, invece, resta ingabbiato in un range laterale tra 1,1640 e 1,1725: da un lato fatica a rompere al rialzo, dall’altro non sembra intenzionato a intaccare la struttura positiva di medio periodo. Vedremo se questa settimana avremo un quadro decisamente più chiaro.
Spostandosi sugli indici, gli operatori hanno iniziato a tirare il fiato. In Europa e negli Stati Uniti prevalgono prese di profitto. Il DAX tedesco continua a muoversi sotto la resistenza dei 24.500 punti, senza riuscire ad attaccare i massimi a 24.600. I livelli di supporto restano stabili a 24.300 e 24.100. Negli Stati Uniti, il Nasdaq ha perso slancio, scivolando sotto i livelli di volume chiave a 23.900 punti: una configurazione che disegna una possibile flag ribassista, con supporti individuati a 23.700.
Una chiusura settimanale in rosso appare probabile, complice la necessità fisiologica di consolidare dopo il lungo rally iniziato ad aprile e anche per esigenze di aggiustamento sul mercato delle opzioni.
Infine, sul fronte delle materie prime, i riflettori restano soprattutto sull’energia. I metalli proseguono la loro fase di consolidamento con l’Oro che staziona sui 3340$, senza particolari movimenti. Il petrolio WTI, invece, continua a oscillare nell’area di supporto tra 61,20 e 61,50 dollari, senza riuscire per ora a superare i massimi a 63,45. Una fase di stallo che riflette in parte le incertezze della domanda globale e in parte la cautela degli investitori, in attesa di segnali più chiari.
ANALISI TECNICA
Per quanto riguarda l’analisi tecnica, continuiamo ad analizzare l’indice tecnologico americano, ovvero Nasdaq (NAS100 su Pepperstone). Possiamo notare che su un timeframe di 4 ore, vi è la formazione di un canale che ha portato il prezzo a toccare i 23650.
Cosa possiamo aspettarci nei prossimi giorni?
Possiamo notare come il prezzo sia rientrato nella banda alta del VWAP, quindi potremmo anche aspettarci che il prezzo possa raggiungere la banda centrale dei volumi. Ovviamente questa è una supposizione e non un consiglio finanziario. Sicuramente un’area di particolare interesse potrebbe essere i 23500, zona in cui è avvenuto l’ultimo movimento a rialzo, movimento ben supportato dai volumi d’acquisto.
Vedendo inoltre il Fixed Range Volume Profile, possiamo notare come il POC sia situato proprio nella zona in cui è avvenuto l’ultimo movimento rialzista. Ricordiamo che il POC indica la zona in cui è avvenuto il più alto scambio di volumi.
Questa si tratta di una semplice analisi tecnica che non fornisce alcun consiglio finanziario. Ogni trader deve effettuare le proprie ricerche e calcolare il proprio rischio di perdita. Ricordiamo che fare trading con CFD può comportare la perdita di denaro.
Il materiale fornito in questo contesto non è stato redatto secondo i requisiti legali destinati a promuovere l’indipendenza della ricerca in materia di investimenti e, pertanto, è considerato una comunicazione di marketing. Non è soggetto a divieti di negoziazione prima della divulgazione della ricerca d’investimento, ma non cercheremo di trarne vantaggio prima di fornirlo ai nostri clienti.
Pepperstone non garantisce che le informazioni qui fornite siano accurate, aggiornate o complete e pertanto non dovrebbero essere considerate come tali. Queste informazioni, provenienti da terzi o meno, non devono essere interpretate come una raccomandazione, un’offerta di acquisto o vendita, o una sollecitazione all’acquisto o vendita di alcun titolo, prodotto finanziario o strumento, né come invito a partecipare a una specifica strategia di trading. Non tengono conto della situazione finanziaria o degli obiettivi d’investimento dei lettori. Consigliamo a chiunque legga questo contenuto di cercare una consulenza personale. La riproduzione o la ridistribuzione di queste informazioni non è consentita senza l’approvazione di Pepperstone.
BTC ed ETH: il rally che sta facendo sognare il mercato cryptoNegli ultimi giorni il mercato delle criptovalute sta vivendo una fase di euforia.
Bitcoin ha infranto un nuovo record storico sopra i 124.000 dollari, mentre Ethereum viaggia veloce verso i suoi massimi, superando i 4.700 dollari. Sicuramente un doppio rally che sta catturando l’attenzione non solo degli investitori retail, ma anche dei grandi capitali istituzionali.
Andiamo a vedere più nel dettaglio i motivi di questo rialzo e cercare di andare a capire quanto potrebbe durare questo rally.
BTC è tornato a dominare la scena grazie a una combinazione di fattori favorevoli: quali sono i punti chiave?
Supporto politico negli USA
L’amministrazione Trump ha adottato una linea pro-crypto, annunciando la creazione di una “riserva strategica” di Bitcoin e aprendo alla possibilità di includere BTC nei piani pensionistici 401(k). Una mossa che legittima ancora di più l’asset digitale.
ETF in piena espansione
I nuovi ETF spot su Bitcoin stanno attirando miliardi di dollari, rendendo l’accesso a BTC semplice e regolamentato, proprio come avviene per le azioni.
Domanda reale sul mercato spot
I dati mostrano un forte aumento di acquisti diretti di Bitcoin, segnale di fiducia concreta e non solo speculativa.
Effetto post-halving
Dopo il dimezzamento delle ricompense ai miner nel 2024, la storia ha spesso premiato BTC con mesi di crescita. Alcuni analisti parlano di possibili target tra 125.000 e 131.000 dollari entro fine 2025.
Supporto dai mercati tradizionali
Con S&P 500 e Nasdaq in crescita, l’appetito per il rischio aumenta e spinge anche il settore crypto.
Ethereum: quali sono i punti chiave di questo rialzo?
Se Bitcoin è il re indiscusso, Ethereum è il motore della finanza decentralizzata.
E negli ultimi mesi ha iniziato una rincorsa impressionante:
Effetto scia di Bitcoin
Dopo il boom di Bitcoin, molti investitori stanno spostando capitali su ETH, ancora lontano dal suo potenziale massimo.
Upgrade tecnologico Pectra
L’aggiornamento di maggio ha reso Ethereum più veloce ed economico, migliorando l’esperienza per sviluppatori e utenti e potrebbe ridurre anche le fee derivanti dalle transazioni.
Regole chiare per le stablecoin
La recente legge statunitense “Genius Act” ha regolamentato in modo chiaro le stablecoin. Essendo Ethereum la casa di quasi metà del mercato stablecoin, la notizia ha un impatto diretto sulla sua crescita.
Accumulo aziendale
Sempre più aziende stanno seguendo l’esempio di MicroStrategy con Bitcoin, accumulando ETH come riserva strategica.
Previsioni ottimistiche
Standard Chartered vede ETH a 7.500 dollari entro fine anno e potenzialmente fino a 25.000 dollari entro il 2028.
Il filo conduttore del rally
Dietro la crescita di entrambe le criptovalute c’è una miscela di: Politiche pro-crypto e chiarezza normativa.
Flussi istituzionali massicci.
Le grandi banche ormai sono in accumulo da diverso tempo, chiaro segnale della prospettiva di lettura che hanno su questi asset.
Forte domanda reale , non solo speculativa.
Acquisti spot decisamente superiori ai derivati.
Sicuramente anche il Contesto macro favorevole con borse in rialzo, sta favorendo questo momento di salita.
Innovazione tecnologica , soprattutto lato Ethereum, come precedentemente citato.
Cosa possiamo aspettarci nei prossimi mesi?
Bitcoin sembra avviato a consolidare il suo ruolo di oro digitale, mentre Ethereum si afferma sempre di più come infrastruttura base della finanza decentralizzata.Se le condizioni attuali continueranno, nuovi record potrebbero arrivare già entro fine 2025.
Ma attenzione: i mercati crypto sono volatili per natura, e un rally di questa portata non sarà privo di correzioni lungo il percorso. Motivo per cui tocca prestare particolare attenzione a non esporsi troppo con i propri capitali e valutare sempre il rischio di perdita di denaro.
Il rally di Bitcoin ed Ethereum non è frutto del caso, ma il risultato di una rara combinazione di politica favorevole, adozione crescente e fiducia istituzionale.
Gli occhi del mercato restano puntati su questi due giganti, pronti a scrivere un nuovo capitolo della storia delle criptovalute.
Il materiale fornito in questo contesto non è stato redatto secondo i requisiti legali destinati a promuovere l’indipendenza della ricerca in materia di investimenti e, pertanto, è considerato una comunicazione di marketing. Non è soggetto a divieti di negoziazione prima della divulgazione della ricerca d’investimento, ma non cercheremo di trarne vantaggio prima di fornirlo ai nostri clienti.
Pepperstone non garantisce che le informazioni qui fornite siano accurate, aggiornate o complete e pertanto non dovrebbero essere considerate come tali. Queste informazioni, provenienti da terzi o meno, non devono essere interpretate come una raccomandazione, un’offerta di acquisto o vendita, o una sollecitazione all’acquisto o vendita di alcun titolo, prodotto finanziario o strumento, né come invito a partecipare a una specifica strategia di trading. Non tengono conto della situazione finanziaria o degli obiettivi d’investimento dei lettori. Consigliamo a chiunque legga questo contenuto di cercare una consulenza personale. La riproduzione o la ridistribuzione di queste informazioni non è consentita senza l’approvazione di Pepperstone.
XLY Consumer Discrenary: i piaceri della vitaIl settore Consumer Discretionary (o beni di consumo ciclici) include aziende che producono beni e servizi non essenziali, come automobili, abbigliamento, intrattenimento, viaggi e ristorazione. Queste società dipendono fortemente dalla spesa discrezionale dei consumatori, che tende a aumentare durante periodi di crescita economica e a diminuire durante recessioni o periodi di alta inflazione. Il settore è ciclico e sensibile ai tassi di interesse, alla fiducia dei consumatori e alle condizioni macroeconomiche.
Queste aziende dominano il settore grazie a brand forti e innovazione. Ad esempio, Amazon e Tesla rappresentano oltre il 40% di XLY, rendendo il settore sensibile alle loro performance. Altre partecipazionei sono Toyota, Alibaba (per esposizione globale) e Royal Caribbean (per crociere).
Livelli di supporto e di resistenza
Supporti: canale ascendente che inizia a risentire di alcuni livelli di resistenza. Finchè i prezzi rimarranno dentro il canale io starei dentro per seguire l'evoluzione.
Resistenza: il primo possibile target e anche resistenza è il massimo dei Dicembre 2024 che dista a poco più del 7% dai prezzi attuali.
Uso sempre le charts di Capital.com per le mie analisi. Sono intuitive, lineari e super precise. Se fate trading, ve le consiglio davvero!
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Risk Disclaimer
Le informazioni fornite hanno solo scopo informativo e non devono essere considerate come consulenza finanziaria. Si prega di fare le proprie ricerche prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.
Powell frena o cede alle pressioni politiche? Nella giornata di Mercoledi abbiamo avuto il dato molto atteso sui tassi di interesse americani, dato che ha suscitato non poche dichiarazioni da parte di Trump nei confronti della presidente della FED Powell.
Un riassunto potrebbe essere che Trump preme per un taglio ma la Fed è molto cauta.
Negli ultimi giorni, il dibattito sui tassi d'interesse negli Stati Uniti si è riacceso con forza, complice anche un’uscita a effetto di Donald Trump. L’ex presidente ha dichiarato di aver sentito dire che la Federal Reserve taglierà i tassi già a settembre, accusando ancora una volta Jerome Powell di essere in ritardo. A suo parere I tassi sono troppo alti e stanno provocando danni economici alla gente.
Ma a fronte di questa pressione politica, la risposta ufficiale della Fed è stata decisamente più cauta. Dopo la riunione del FOMC (Federal Open Market Committee), la banca centrale ha confermato i tassi nel range 4,25% - 4,50%, lasciandoli invariati.
Il comunicato è apparso più prudente rispetto alle volte precedenti: è stata rimossa la frase secondo cui “l’incertezza è diminuita”, segnale chiaro che la Fed mantiene un approccio attendista e data-dependent.
Il voto all’interno del FOMC non è stato unanime: due membri, tra cui Bowman e Waller, hanno espresso la preferenza per un taglio immediato di 25 punti base. Un elemento che mostra come la Fed sia tutt’altro che compatta internamente su come gestire la fase attuale. Powell, in conferenza stampa, ha sottolineato che nessuna decisione è stata ancora presa per settembre, e che l’indicatore chiave da monitorare rimane il tasso di disoccupazione.
L’impatto dei dazi – citati anche come fonte d’inflazione temporanea viene considerato al momento limitato.
Nonostante il messaggio prudente, i mercati continuano a scommettere su almeno un taglio entro il 2025. Le aspettative si basano su un rallentamento economico in corso e su un'inflazione che, pur rimanendo elevata, sta mostrando segnali di raffreddamento.Intanto, la Fed si avvicina a una postura più neutrale: la crescita economica nella prima metà dell’anno si è moderata, il mercato del lavoro è ancora forte ma meno teso, e la banca centrale continua a ridurre il bilancio.
Sebbene Trump spinga per un taglio imminente e parte del mercato lo speri, la Fed si prende tempo. Settembre resta una data chiave, ma ogni decisione sarà presa solo alla luce dei prossimi dati su inflazione e occupazione.
Nella giornata di Venerdi invece ci sarà il rilascio dei dati dei Non Farm Payroll, dato molto atteso lato Stati Uniti. Dopo mesi di segnali contrastanti, un numero debole potrebbe rafforzare l’idea che la Fed sia vicina a tagliare i tassi, magari già in autunno. Al contrario, se i nuovi posti fossero sopra le attese, potremmo vedere una reazione prudente: la banca centrale potrebbe decidere di aspettare ancora.
Sicuramente bisogna prestare attenzione anche ai salari, difatti se crescono troppo, l’inflazione torna a preoccupare. Insomma, ogni dettaglio conterà. E i mercati dollaro in primis sono pronti a muoversi e a dare le prime risposte.
Sarà particolarmente interessante tenere d’occhio l’andamento del dollaro nella giornata in cui verrà rilasciato il dato sugli NFP, motivo per cui abbiamo un occhio di riguardo nei confronti di EURUSD.
Andando a vedere il grafico da un timeframe Daily, possiamo notare come ci sia stato un forte ribasso negli ultimi giorni, passando da 1.1785 ad un prezzo attuale di 1.1415.
Con l’uscita del dato potremmo aspettarci diverse ipotesi di movimento, motivo per cui tocca prestare estrema cautela, anche in vista della volatilità elevata.
Il prezzo potrebbe andare a prendere la prima zona di demand ( zona 1 ) per poi tornare a rialzo
Il prezzo potrebbe andare a prendere la zona 2 , zona in corrispondenza della banda più bassa del VWAP
Terza ipotesi non da escludere, è che il prezzo possa tornare in zone di potenziale short ( zona 3 )
Con gli NFP tocca tenere aperto qualsiasi scenario, in quanto sarà prevista estrema volatilità, motivo per cui è importante tener presente il rischio di perdita di denaro, specialmente se si tradano prodotti CFD. Questa si tratta di una semplice analisi formativa e non è alcun consiglio finanziario.
Il materiale fornito in questo contesto non è stato redatto secondo i requisiti legali destinati a promuovere l’indipendenza della ricerca in materia di investimenti e, pertanto, è considerato una comunicazione di marketing. Non è soggetto a divieti di negoziazione prima della divulgazione della ricerca d’investimento, ma non cercheremo di trarne vantaggio prima di fornirlo ai nostri clienti.
Pepperstone non garantisce che le informazioni qui fornite siano accurate, aggiornate o complete e pertanto non dovrebbero essere considerate come tali. Queste informazioni, provenienti da terzi o meno, non devono essere interpretate come una raccomandazione, un’offerta di acquisto o vendita, o una sollecitazione all’acquisto o vendita di alcun titolo, prodotto finanziario o strumento, né come invito a partecipare a una specifica strategia di trading. Non tengono conto della situazione finanziaria o degli obiettivi d’investimento dei lettori. Consigliamo a chiunque legga questo contenuto di cercare una consulenza personale. La riproduzione o la ridistribuzione di queste informazioni non è consentita senza l’approvazione di Pepperstone.
L'importanza della mediana in un canale. L'esempio di PalantirBuon giovedì 31 Luglio e bentornati sul canale con un approfondimento tecnico un po' diverso dal solito. Oggi andremo infatti a parlare dell'importanza della mediana di un canale, portando l'esempio di Palantir Tecnologies, su grafico a candele giornaliere.
Sperando che il contributo sia di vostro interesse vi auguro una buona giornata
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Qualora il contenuto fosse di vostro interesse vi inviterei a iscrivervi al canale, azione totalmente gratuita per voi, ma che mi permetterebbe di far crescere in maniera rilevante la community che mi segue, continuando a darmi una forte motivazione ad andare avanti nella creazione di questi contenuti gratuiti, e spero educativi.
PLTR Continua la corsa nel canale rialzistaBuon sabato a tutti i trader, andiamo ad esaminare PLTR e la sua forza. Da quanto emerge dalle recenti notizie e analisi, Palantir Technologies (PLTR) ha effettivamente continuato la sua corsa nel canale rialzista per gran parte del 2025. Il titolo ha registrato un aumento significativo, arrivando a raddoppiare il suo valore nella prima metà dell'anno e toccando un massimo storico di $153.99 il 17 luglio 2025, per poi chiudere il 25 luglio a $158.80.
Diversi elementi hanno contribuito a questa forte performance:
Boom dell'IA: Palantir ha beneficiato enormemente del crescente interesse e degli investimenti nel settore dell'Intelligenza Artificiale, in particolare con il lancio della sua Artificial Intelligence Platform (AIP).
Contratti Governativi: L'azienda continua a ottenere importanti contratti dal governo degli Stati Uniti, inclusi accordi significativi con l'ICE e il Dipartimento della Difesa. L'amministrazione Trump (che ha iniziato il suo secondo mandato) sembra essere favorevole a Palantir, contribuendo a un aumento del 201% del prezzo delle azioni tra novembre 2024 e luglio 2025.
Crescita dei Ricavi: Palantir ha mostrato una forte crescita dei ricavi, con un tasso del 39% nel Q1 2025 e previsioni di crescita solide per l'anno fiscale 2025.
Margini di Profitto: L'azienda vanta margini di profitto lordo impressionanti, vicini all'80%.
Copertura Analisti Positiva: Alcune importanti case d'analisi, come Piper Sandler, hanno avviato la copertura su Palantir con un rating "Overweight" e un price target rialzista di $170, definendola un "modello di crescita+margini unico nel suo genere".
Valutazione e Rischi
Nonostante la forte crescita, è fondamentale considerare la valutazione estremamente elevata di Palantir. Il titolo è scambiato a multipli molto alti rispetto ai suoi ricavi e utili, rendendolo uno dei titoli più costosi dell'S&P 500. Alcuni analisti avvertono che il prezzo attuale incorpora già molti anni di crescita futura, e un rallentamento della crescita o una performance inferiore alle aspettative potrebbero portare a una correzione significativa. Ad esempio, The Motley Fool suggerisce che il prezzo potrebbe scendere dell'81% a circa $30 per azione se le sue performance si allineassero alla media storica.
Prossimi Eventi
Gli occhi sono puntati sulla pubblicazione dei risultati del Q2 2025, prevista per il 4 agosto. Questo evento potrebbe rappresentare un catalizzatore per il titolo, a seconda che le aspettative di crescita dei ricavi e degli utili vengano soddisfatte o meno.
Con questo è tutto, un grande saluto e un abbraccio.
Grazie ciao da Mauro
Vi cito le mie tre regole che coltivo costantemente:
Pazienza, disciplina ed avere sempre un piano.
AUDUSD riuscirà a colmare i massimi del 2024?AUD/USD si trova in una fase di consolidamento dei guadagni vicino ai massimi dell'anno, sostenuto da un migliorato sentiment di rischio e dati economici australiani robusti, mentre il Dollaro USA è sotto pressione. I livelli tecnici indicano un bias rialzista, ma è fondamentale monitorare i livelli di supporto e resistenza per capire la prossima direzione.
Il trend attuale potrebbe avere come obiettivo il raggiungimento delle zone di vuoto volumetrico di Ottobre – Novembre 2024 appena sotto al prezzo di 0,69.
Analisi Tecnica
• Tendenza Attuale: Il Dollaro Australiano ha raggiunto un massimo di 11 mesi superando il livello di resistenza chiave di 0.6600.
• Bias Rialzista Persistente: L'analisi del grafico giornaliero suggerisce un bias rialzista persistente, con la coppia che si muove all'interno di un canale ascendente. Ha mantenuto il suo uptrend sopra la media mobile a 50 giorni (50-DMA in Rossa).
• Momentum Rafforzato: L'Indice di Forza Relativa (RSI) a 14 giorni è posizionato sopra il livello 50, indicando un bias rialzista attivo segnalando che lo slancio dei prezzi a breve termine si sta rafforzando.
• Resistenza Testata: Il prezzo ha testato una resistenza di trendline superiore vicino a 0.66197, dove i venditori hanno limitato il rally. Una spinta rinnovata sopra questa trendline di resistenza vicino a 0.6620 darebbe ulteriore slancio agli acquirenti.
Analisi Wyckoff
Wyckoff: questa è la fase di accumulazione, caratterizzata da un Selling Climax (SC), dove i venditori capitolano, e un Automatic Rally (AR), in cui i compratori assorbono l'offerta in eccesso. L'aumento dei volumi in questa fase suggerisce che i grandi operatori stanno iniziando ad accumulare posizioni
Se il prezzo inizia a rompere le resistenze del range (es. 0,66-0,67) con un aumento dei volumi e candele rialziste più ampie, siamo nella fase di transizione verso il markup.
Questa fase mostra la dominanza della domanda, con avanzamenti di prezzo su volumi crescenti e ritracciamenti su volumi decrescenti, confermando la forza del trend rialzista emergente.
Volume Profile a 200 giorni
I prezzi si trovano sopra la value area a 200 giorni dinamica suggerendo una zona bullish sopra 0,6520.
Situazione Macroeconomica
Il contesto macroeconomico attuale è favorevole all'AUD, sostenuto da diversi fattori chiave:
• Sentimento di Rischio "Risk-On": L'allentamento delle tensioni commerciali globali, grazie a nuovi accordi tra Stati Uniti e Giappone, le speranze di un accordo imminente con l'Eurozona e la ripresa dei colloqui con la Cina, stanno stimolando l'appetito degli investitori per gli asset più rischiosi. Questo clima di fiducia tende a indebolire il Dollaro Statunitense, visto come valuta rifugio.
• Supporto per il Dollaro Australiano (AUD):
◦ La Cina è il principale partner commerciale dell'Australia, e le notizie sui colloqui USA-Cina per estendere le scadenze tariffarie offrono un sostegno significativo all'AUD.
◦ Il miglioramento del sentiment di rischio e i robusti dati PMI australiani hanno spinto l'AUD/USD al rialzo. In particolare, il PMI composito dell'Australia è aumentato a 53,6 a luglio, il livello più alto da aprile 2022, segnalando una crescita più rapida nel settore dei servizi e una rinnovata espansione nella produzione manifatturiera.
◦ Anche l'aumento dei prezzi del minerale di ferro contribuisce al rally dell'AUD.
◦ I commenti della governatrice della RBA, Michelle Bullock, che ha ribadito la necessità di un approccio cauto sui tassi d'interesse, indicando che i rischi inflazionistici sono sotto controllo senza deteriorare il mercato del lavoro, hanno gettato dubbi su un taglio dei tassi ad agosto e fornito ulteriore supporto all'Aussie.
• Debolezza del Dollaro Statunitense (USD): L'Indice del Dollaro Statunitense (DXY) continua a perdere terreno. Il sentiment positivo del mercato mantiene l'USD sulla difensiva.
• Prospettive Future: la lotta tra AUD e USD sarà influenzata dalle politiche delle banche centrali. Se la RBA mantiene tassi elevati mentre la Federal Reserve (Fed) rallenta i tagli dei tassi, ciò potrebbe portare a nuovi minimi storici per AUD/USD. Una potenziale "Guerra Commerciale" globale, se l'ex presidente Trump dovesse tornare alla Casa Bianca, potrebbe alimentare pressioni inflazionistiche, e l'economia australiana potrebbe beneficiare da nuove interazioni commerciali con la Cina, dato il rapporto personale di Trump con il paese.
• AUD come "Commodity Currency": L'AUD è classificato come valuta legata alle materie prime ("commodity currency") grazie alle significative esportazioni australiane di metalli preziosi, petrolio e prodotti agricoli. Queste valute tendono a rafforzarsi nei mercati "risk-on" a causa dell'aumentata domanda di materie prime. La coppia AUD/USD correla anche con i prezzi dell'oro, considerato un bene rifugio contro l'inflazione
Grafico con il broker Pepperstone
Pepperstone non garantisce che le informazioni qui fornite siano accurate, aggiornate o complete e pertanto non dovrebbero essere considerate come tali. Queste informazioni, provenienti da terzi o meno, non devono essere interpretate come una raccomandazione, un’offerta di acquisto o vendita, o una sollecitazione all’acquisto o vendita di alcun titolo, prodotto finanziario o strumento, né come invito a partecipare a una specifica strategia di trading. Non tengono conto della situazione finanziaria o degli obiettivi d’investimento dei lettori. Consigliamo a chiunque legga questo contenuto di cercare una consulenza personale. La riproduzione o la ridistribuzione di queste informazioni non è consentita senza l’approvazione di Pepperstone.
Il supporto cede, il portafoglio pure: e lo stop loss ti salva!📉 FILA BSE:MIL : Perché lo Stop Loss va sempre inserito
Classico esempio che dimostra quanto sia fondamentale impostare sempre uno stop loss una volta avviato un trade.
🔍 Cos'è lo Stop Loss?
Per alcuni sarà superfluo ricordarlo, ma è sempre bene ribadire: lo stop loss è un ordine che consente di vendere automaticamente un titolo al raggiungimento di un prezzo prefissato, limitando così le perdite nel caso in cui il mercato si muova contro la propria posizione.
📊 Il caso di oggi: FILA
Il titolo, da novembre 2024, ha costruito una solida fascia di supporto in area 9,25 - 9,40 euro, testata più volte e sempre in grado di contenere le discese. Un supporto così longevo e reattivo diventa spesso un punto chiave per la validità di un'operazione long.
Tuttavia, nella giornata odierna FILA ha rotto con forza questo livello, registrando un brusco calo a 8,75 euro (-11% al momento in cui scrivo) accompagnato da volumi altissimi per il titolo.
❗ Stop Loss e gestione del rischio
Uno stop loss impostato a 9,20 euro avrebbe permesso di uscire con una perdita più contenuta, evitando l’ulteriore discesa innescata dalla rottura del supporto.
📉 Scenario attuale e prospettive
In ottica di medio periodo, ampliando il grafico su timeframe weekly, la rottura del canale ascendente suggerisce come obiettivo naturale l’area dei minimi a 6,90 euro.
Cosa fare ora?
Come da prassi: mai comprare mentre il coltello cade. Attendiamo un riassestamento dei prezzi su timeframe daily, osservando con attenzione l’eventuale formazione di un pattern di inversione che possa offrirci un nuovo segnale operativo.
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ARGENTO: Ha davvero chiuso la fase di accumulo?ANALISI MACROECONOMICA:
Per quanto riguarda l’analisi macroeconomica, la notizia che tiene banco al momento è che secondo fonti diplomatiche riportate dalle maggiori testate giornalistiche, il presidente Trump starebbe puntando a un dazio minimo del 15-20% su tutti i beni importati dall’Unione Europea, nel quadro della sua strategia commerciale aggressiva.
Inoltre, Trump rifiuta di abbassare i dazi settoriali del 25% sulle auto europee, un punto critico nei negoziati. Un funzionario dell’amministrazione ha inoltre affermato che si sta valutando l’introduzione di un dazio reciproco superiore al 10%, anche in caso di accordo commerciale, evidenziando la volontà della Casa Bianca di perseguire una linea dura sul fronte delle relazioni transatlantiche.
In risposta all’inasprimento della posizione commerciale statunitense, l’Unione Europea si sta preparando a discutere strategie di ritorsione economica, cercando contromisure mirate per proteggere gli interessi comunitari. L’obiettivo è senza dubbio quello di cercare di arrivare ad un accordo che non porti ulteriori conflitti commerciali e che potrebbero avere ritorsioni piuttosto pesanti anche sulle economie di diversi paesi.
Per quanto riguarda l’analisi valute di questa settimana, troviamo USD e AUD che hanno avuto un’eccellente performance, rimangono invece piuttosto neutri EUR, CAD e NZD, deboli GBP e JPY che permane sul fondo della classifica a causa del rischio sempre basso, nulla di nuovo.
Altri dati incoraggianti per USD, molto forte ma con un rientro fisiologico nella giornata di venerdì.
- AUD vede dati pessimi sull’occupazione e dobbiamo ed è molto importante attenzionare che questo dato non si trasformi in uno short su più giornate la prossima settimana.
- NZD invece continua il suo periodo di stress e debolezza cronica.
- EUR rimane in forma anche sui dati positivi USD senza perdere troppo terreno.
- CAD sempre neutro in quanto non ci sono novità sostanziali, però riesce a navigare bene questo periodo di turbolenza con gli States.
- La sterlina continua ad essere debole, ma dopo mesi di rialzo c’ era da aspettarselo, quindi potrebbe essere fisiologico.
Per quanto riguarda il calendario economico che va dal 21 al 25 Luglio, avremo notizie piuttosto importanti il Martedi 22 in quanto avremo il discorso del presidente della Fed Powell e il discorso della Lagarde per quanto riguarda la Banca Centrale Europea. Mercoledi 23 Luglio avremo due news importanti per quanto riguardo il dollaro americano, ovvero la Vendita di abitazioni esistenti e le scorte di petrolio greggio.
Giovedi 24 Luglio sarà piuttosto ricca e volatile come giornata in quanto piena di news che riguardano l’Euro (Tasso di interesse e conferenza stampa della BCE) e notizie che riguardano USD (richieste iniziali dei sussidi di disoccupazione, vendite di nuove abitazioni, indice dei direttori degli acquisti del settore manifatturiero. La settimana si conclude con la news che riguarda la Germania ovvero l’indice IFO sulla fiducia delle aziende in Germania.
Questa si tratta di un’analisi informativa e non rappresenta alcun consiglio finanziario. Ogni trader deve effettuare le proprie ricerche e valutazioni prima di investire denaro, in quanto c’è possibilità di perdere del denaro tradando CFD.
ANALISI TECNICA:
Per quanto riguarda l’analisi tecnica, questa settimana andremo ad analizzare la situazione sull’argento (XAGUSD su Pepperstone).
Andando a vedere su un arco temporale di 4 ore, possiamo notare come il prezzo sia venuto fuori da una fase importante di accumulo, difatti il prezzo è passato da 36.50$ toccando un massimo di 39$ e chiudendo la settimana intorno ai 38$.
Cosa ci si può aspettare per la prossima settimana? Dal VWAP possiamo notare come il prezzo al momento sia al di fuori delle bande volumetriche, quindi ci si potrebbe aspettare che il prezzo torni a rifiatare e rientri all’interno delle bande. Non è detto che questo avvenga, motivo per cui prima di valutare una possibile entrata a mercato, è bene che ci siano le dovute certezze che siano il linea con la strategia che il trader segue.
Per quanto riguarda invece l’RSI (Relative Strenght Index), lo troviamo in una fase neutrale dopo essere stato in fase di ipercomprato.
Durante questa fase sarà particolarmente interessante vedere come gli operatori si muoveranno e saranno decisive anche le questioni macroeconomiche, che riguardano molto da vicino le materie prime quali argento e oro.
Questa si tratta di un’analisi che non ha alcuno scopo di fornire segnali di investimento. Inoltre è bene tener presente che le materie prime sono molto volatili e tradare CFD può comportare la perdita di denaro sui mercati.
Il materiale fornito in questo contesto non è stato redatto secondo i requisiti legali destinati a promuovere l’indipendenza della ricerca in materia di investimenti e, pertanto, è considerato una comunicazione di marketing. Non è soggetto a divieti di negoziazione prima della divulgazione della ricerca d’investimento, ma non cercheremo di trarne vantaggio prima di fornirlo ai nostri clienti.
Pepperstone non garantisce che le informazioni qui fornite siano accurate, aggiornate o complete e pertanto non dovrebbero essere considerate come tali. Queste informazioni, provenienti da terzi o meno, non devono essere interpretate come una raccomandazione, un’offerta di acquisto o vendita, o una sollecitazione all’acquisto o vendita di alcun titolo, prodotto finanziario o strumento, né come invito a partecipare a una specifica strategia di trading. Non tengono conto della situazione finanziaria o degli obiettivi d’investimento dei lettori. Consigliamo a chiunque legga questo contenuto di cercare una consulenza personale. La riproduzione o la ridistribuzione di queste informazioni non è consentita senza l’approvazione di Pepperstone.
Mercati: È il momento di essere prudenti?Per quanto riguarda l’articolo infrasettimanale, andiamo a vedere più da vicino l’attuale situazione sui mercati.
Dopo un inizio di settimana brillante, le borse americane hanno tirato il freno.
Gli investitori si sono mostrati più cauti, rallentando i rialzi del giorno prima, mentre continua a crescere l’incertezza intorno a due temi centrali: la politica monetaria della Federal Reserve e il possibile impatto dei nuovi dazi commerciali statunitensi.
Difatti, l’S&P 500 ha inizialmente toccato un nuovo massimo storico, per poi chiudere in calo dello 0,40%. Anche il Dow Jones ha perso terreno, registrando una discesa più marcata dello 0,99%. A salvarsi è stato il Nasdaq, che ha chiuso in rialzo dello 0,82%, sostenuto soprattutto dai titoli tecnologici, in particolare Nvidia, che ha guadagnato il 4.1% dopo l’allentamento di alcune restrizioni USA sulle esportazioni verso la Cina.
Inflazione sotto i riflettori
Uno dei dati più attesi della settimana era l’aggiornamento sul CPI (Indice dei Prezzi al Consumo) di giugno. Il tasso di inflazione annua è salito al 2,8%, in linea con le previsioni, e rappresenta il livello più alto registrato da febbraio. L’aumento è stato guidato in particolare dai rincari su alimentari, servizi di trasporto e veicoli usati, mentre i costi dell’energia hanno visto un calo più contenuto, con benzina e olio combustibile in discesa e il gas naturale ancora elevato.
Su base mensile, il CPI è aumentato dello 0,3%, il rialzo più marcato degli ultimi cinque mesi. Anche l’inflazione core, che esclude alimentari ed energia, è salita dal 2,8% al 2,9%, ma è rimasta al di sotto delle stime che indicavano un 3%. Il dato mensile core è cresciuto dello 0,2%, anche questo leggermente sotto le attese.
Cosa farà ora la Fed? Quali azioni metterà in atto Powell?
Nonostante i numeri siano tutto sommato in linea con le previsioni, la Federal Reserve si trova in una posizione delicata. Da un lato, l’inflazione sembra ancora sotto controllo, ma dall’altro l’incertezza legata ai dazi commerciali potrebbe far aumentare la pressione sui prezzi nelle prossime settimane. Per ora, i mercati prevedono una Fed prudente, che manterrà i tassi fermi nella prossima riunione del FOMC a fine mese. Tuttavia, gli analisti avvertono che se i dazi dovessero portare a un’accelerazione inflazionistica, non è da escludere un ritorno a una politica monetaria più restrittiva nei prossimi mesi.
Tensioni globali:Capitolo Dazi!
Sul fronte geopolitico, le preoccupazioni non mancano. La Casa Bianca ha confermato che sono in corso negoziati con l’Unione Europea, il Giappone e la Corea del Sud, dopo che questi paesi sono stati colpiti da tariffe molto aggressive. Si teme che l’effetto diretto possa essere un aumento dei prezzi sui beni importati già ad agosto, con potenziali impatti sui consumatori e sull’inflazione globale.
Focus sui titoli bancari e tech
Le trimestrali delle banche hanno mostrato performance contrastanti. JPMorgan e Wells Fargo hanno deluso gli investitori, registrando forti cali dopo la pubblicazione dei risultati del secondo trimestre. Meglio è andata a Citigroup, che ha sovraperformato gli altri istituti.
Come anticipato, Nvidia ha brillato grazie all’allentamento delle restrizioni verso la Cina, un segnale positivo per il settore tech. Il Nasdaq 100 ha infatti chiuso in rialzo dello 0,6%, rafforzato dalla buona performance dei big tecnologici.
Valute: grande performance del dollaro americano
Sul fronte valutario, l’euro/dollaro ha rotto un importante supporto a quota 1,1650, scivolando verso i 1,1580, segnalando debolezza dell’euro nel breve termine. Anche la sterlina ha perso terreno, con il cambio GBP/USD che è sceso sotto 1,3400 e sembra diretto verso l’area compresa tra 1,3150 e 1,3200.
Particolarmente evidente è stato il movimento sul cambio USD/JPY, salito fino a sfiorare quota 149,00, dopo che lo yen ha perso l’1% in una sola giornata. A pesare è il timore che le nuove tariffe USA al 35% sui prodotti giapponesi possano colpire duramente l’export nipponico. Una spinta che potrebbe portare il cambio anche oltre 150,00 nel breve.
In generale, il rafforzamento del dollaro sembra ancora una correzione tecnica all’interno di un trend più ampio e ribassista di medio periodo. Tuttavia, con la Fed sotto osservazione e le tensioni globali in aumento, tutto può cambiare rapidamente.
Questa si tratta di un articolo informativo e non rappresenta alcun segnale finanziario. Ogni trader deve effettuare le proprie ricerche e valutare il rischio di fare trading sui mercati finanziari. Tradare CFD può comportare il rischio di perdita di denaro.
Il materiale fornito in questo contesto non è stato redatto secondo i requisiti legali destinati a promuovere l’indipendenza della ricerca in materia di investimenti e, pertanto, è considerato una comunicazione di marketing. Non è soggetto a divieti di negoziazione prima della divulgazione della ricerca d’investimento, ma non cercheremo di trarne vantaggio prima di fornirlo ai nostri clienti.
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EUR/USD verso un’inversione di tendenza?ANALISI MACROECONOMICA
Negli ultimi sei giorni lo scenario macroeconomico globale è stato segnato da segnali contrastanti tra speranze di ripresa e timori ancora ben presenti, soprattutto sul fronte inflazionistico e geopolitico. Tra Stati Uniti, Europa e Medio Oriente, il mondo continua a muoversi su un equilibrio fragile, dove ogni decisione politica o militare ha effetti a catena sui mercati finanziari, sulle valute e sul costo della vita.
Partiamo dagli Stati Uniti, dove la Federal Reserve ha mantenuto i tassi di interesse invariati, ma con un tono sempre più cauto. L’ultimo dato sul PCE (il parametro preferito dalla Fed per misurare l’inflazione) ha mostrato una crescita al 2,7% annuo – un valore superiore alle attese, segnalando che l’inflazione, pur in calo rispetto ai picchi del 2022, non è ancora del tutto sotto controllo. Questo raffredda le aspettative di un taglio dei tassi nel breve termine, anche se i mercati continuano a sperarci.Nel frattempo gli indici americani, spinti anche da nuovi accordi commerciali con la Cina, hanno raggiunto nuovi massimi storici, guidati dai titoli tecnologici e dal settore AI.
Anche in Europa c’è fermento. L’Unione Europea sta valutando di ridurre i dazi sulle importazioni degli Stati Uniti. Bruxelles sta considerando quindi una riduzione mirata dei dazi su alcuni bene statunitensi come gesto diplomatico verso la nuova amminstazione Trump e soprattutto per evitare ulteriori tensioni commerciali e poter quindi preservare i rapporti transatlantici. Mentre per quanto riguarda l’inflazione nell’Eurozona sta lentamente convergendo verso il target del 2%, ma la crescita resta fiacca, soprattutto in Germania e Italia. L’euro si è rafforzato contro il dollaro, spinto da questa divergenza di politica monetaria.
Nel frattempo, le materie prime hanno avuto movimenti interessanti: il petrolio ha perso terreno negli ultimi giorni, nonostante il contesto geopolitico complesso, mentre metalli come rame e nichel hanno registrato un rimbalzo grazie alla domanda industriale. E qui entra in gioco la questione più delicata del momento: la guerra in Medio Oriente.
Negli ultimi giorni, infatti, si è assistito a una nuova escalation tra Israele e Hezbollah, con bombardamenti reciproci al confine nord tra Israele e Libano. Il rischio che il conflitto si allarghi a una guerra regionale è tornato concreto. Gli Stati Uniti hanno rafforzato la loro presenza navale nel Mediterraneo orientale. L’impatto sui mercati per ora è stato contenuto, ma resta una variabile chiave: se il conflitto dovesse coinvolgere anche altri attori regionali o minacciare le rotte del petrolio nel Golfo Persico, potremmo assistere a una nuova impennata dei prezzi energetici.
In sintesi, il mondo resta in bilico tra dati macro positivi e fattori di rischio latenti. Il clima sui mercati è ancora ottimista, ma lo sguardo è sempre più attento alle tensioni globali e all’eventuale impatto che potrebbero avere su inflazione, crescita e stabilità finanziaria.
Questa si tratta di un’analisi informativa e non rappresenta alcun consiglio finanziario. Ogni investitore deve valutare le proprie entrate sul mercato in base al rischio e deve tener presente che tradare CFD può comportare la perdita di denaro.
ANALISI TECNICA
Per quanto riguarda l’analisi tecnica, questa settimana andremo ad analizzare la situazione su EURUSD. Possiamo notare come ci sia stata una fortissima spinta al rialzo passando dall’apertura settimanale a 1.14000 e chiudendo la settimana con un prezzo massimo raggiunto di 1.17500, a conferma di una certa debolezza da parte del dollaro ed una forza non indifferente da parte dell’euro. Cosa possiamo aspettarci per le prossime settimane? Potremmo assistere ad una possibile discesa?
Al momento non abbiamo alcun tipo di conferma, e valutando anche il VWAP, ovvero la media ponderata dei volumi rispetto al prezzo, se teniamo presente l’ultimo swing di riferimento possiamo notare come il prezzo abbia sostato per parecchio tempo al di sopra dei volumi, per poi chiudere la giornata all’interno dell’ultima banda (rossa).
Se ci fossero le dovute conferme, potremmo valutare un possibile movimento al ribasso verso una qualche tipo di zona di acquisto più sostenibile, quale potrebbe essere la zona in corrispondenza della banda inferiore del VWAP, intorno a 1.16200/1.16300
Inoltre con il Volume Profile, possiamo notare come il POC (Point of Control) ovvero la zona a più scambio di volumi, sia proprio intorno all’area di 1.16200, zona da attenzionare nel caso in cui dovesse il prezzo arrivarci.
Sarà sicuramente importante avere le dovute conferme prima di entrare a mercato, anche in base alla propria strategia. Questa si tratta di una semplice analisi tecnica e che non fornisce alcun consiglio finanziario. Ogni trader deve effettuare le proprie valutazioni prima di effettuare un investimento, dato che il mercato è rischioso causa volatilità e tradare CFD può comportare la perdita di denaro.
Il materiale fornito in questo contesto non è stato redatto secondo i requisiti legali destinati a promuovere l’indipendenza della ricerca in materia di investimenti e, pertanto, è considerato una comunicazione di marketing. Non è soggetto a divieti di negoziazione prima della divulgazione della ricerca d’investimento, ma non cercheremo di trarne vantaggio prima di fornirlo ai nostri clienti.
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Analisi tecnica del weekend – FERRARI (RACE)FERRARI MIL:RACE
Il titolo ha finalmente rotto al rialzo il canale discendente che ne conteneva i prezzi da maggio, con un deciso +4% nella seduta di venerdì. Questa breakout rafforza l’impostazione long, con primo obiettivo i recenti massimi in area 450 euro. Tutte le EMA al momento sono al di sotto dei prezzi, liberando quindi il titolo da eventuali ostacoli temporanei.
Durante la fase correttiva, i prezzi hanno ritracciato fino al 50% di Fibonacci, da cui è partita una decisa inversione al rialzo. Fondamentale anche il superamento dell’area volumetrica POC in zona 410 euro, che conferma la pressione in acquisto.
📊 Indicatori tecnici:
- MACD incrocia al rialzo, segnale positivo.
- RSI a 9 periodi in zona mediana, con ampio spazio per proseguire verso l’ipercomprato.
In caso di breakout sopra i 450 euro, attenzione al gap aperto fino a 480 euro, che potrebbe agire da magnete per i prezzi.
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AirbnbIl prezzo del titolo Airbnb chiude la settimana al di sopra del supporto statico dei 121,50 $ ed effettuando il test sulla vecchia trendline rialzista che transita in area 123 $.
Nel caso di recupero del vecchio canale rialzista il primo obiettivo a rialzo è l'area dei 137 $ e successivamente quella a 151 $.
A ribasso i primi supporti statici sono in area 112,37 $ e 103,74 $.
Sul grafico ci sono due gap in area 127,85 $ e 116,72 $.
Titolo da monitorare nelle prossime sedute.
DISCLAIMER:
Tali informazioni/strumenti non costituiscono in alcun modo sollecitazione al pubblico risparmio o consulenza operativa su strumenti finanziari, devono essere considerate semplice elemento di studio, di approfondimento e di informazione.
Si declina ogni responsabilità per le eventuali conseguenze negative che dovessero scaturire da un'operatività fondata sull'osservanza delle suddette indicazioni.
Operatività INTRADAY su Banco BPMAnalisi multi-time frame (Daily + 15min) con visione contemporanea del trade
Osservando il titolo BANCO BPM ( MIL:BAMI ) su Time frame Daily e 15 minuti, possiamo ottenere una visione completa sia dell’operatività Intraday che del contesto generale.
🔹 Time Frame 15 minuti:
I prezzi, dopo una fase di congestione in una flag avviatasi ieri, hanno rotto il pattern al ribasso, raggiungendo con precisione il target del 100% della proiezione a quota 8,398 euro.
Attualmente siamo in fase di pullback sul lato inferiore del canale: se i prezzi avranno la forza di rientrare nel pattern, potremmo assistere a un movimento verso il lato alto della flag in area 8,88 euro. In caso di breakout al rialzo, il target successivo è a 9,12 euro.
🔹 Time Frame Daily:
Il titolo si muove tra l’EMA 5 (azzurra) e l’EMA 10 (arancione). Una chiusura sotto l’EMA 5 rappresenterebbe un primo segnale di debolezza e mi farebbe chiudere la posizione long.
Sono entrato in acquisto in una zona di debolezza, nella fascia di congestione tra 7,70 e 7,87 euro, area tecnica rilevante dove passa anche la EMA 200, configurando un ingresso ad alto rischio.
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