Analisi EURUSD sulla scia dei daziLa coppia valutaria EUR/USD ha evidenziato una moderata flessione nel corso della scorsa settimana, stabilizzandosi appena al di sotto della soglia tecnica di 1,1700, in ulteriore distanziamento dal massimo pluriennale di 1,1830 registrato agli inizi di luglio.
L’andamento dei mercati finanziari continua a essere influenzato dalle dinamiche politiche statunitensi, in particolare dagli obiettivi strategici delineati dal Presidente Donald Trump. Con il progressivo ridimensionamento delle tensioni geopolitiche, l’attenzione dell’amministrazione statunitense si è nuovamente focalizzata sulle politiche commerciali, in particolare sull’imposizione dei dazi, nonché sull’orientamento prudente adottato dalla Federal Reserve in materia di politica monetaria.
Sin dall’inizio della settimana, l’attenzione degli operatori speculativi si è concentrata sulla scadenza del 9 luglio, data chiave per l’entrata in vigore dei nuovi dazi commerciali. Nel mese di maggio, il Presidente Donald Trump aveva annunciato l’introduzione di misure tariffarie di ritorsione su oltre 180 partner commerciali, accompagnando tale decisione con un periodo di grazia di 90 giorni, finalizzato a favorire la negoziazione di accordi più favorevoli per gli Stati Uniti.
Tuttavia, con l’avvicinarsi della scadenza, i progressi sul fronte negoziale si sono rivelati limitati. Gli Stati Uniti sono riusciti a concludere intese commerciali solo con alcune economie minori, come il Vietnam, mentre non sono stati raggiunti accordi significativi con le principali controparti commerciali, inclusa – prevedibilmente – la Cina.
Il Presidente degli Stati Uniti ha successivamente provveduto all’invio di comunicazioni ufficiali a circa 40 Paesi, notificando l’introduzione di dazi doganali compresi tra il 20% e il 40%, contestualmente all’estensione del periodo di grazia fino al 1° agosto.
In un’ulteriore escalation delle tensioni commerciali, è stata annunciata un’imposta del 50% sulle importazioni dal Brasile, motivata da presunte pratiche commerciali scorrette e da accuse politicamente motivate nei confronti dell’ex Presidente Jair Bolsonaro.
Contestualmente, l’amministrazione ha imposto un dazio del 50% su tutte le importazioni di rame e una tariffa del 35% sui beni provenienti dal Canada. Infine, in un’intervista rilasciata alla NBC lo scorso venerdì, il Presidente ha anticipato che i restanti partner commerciali potrebbero essere soggetti a dazi compresi tra il 15% e il 20%.
Il Presidente degli Stati Uniti ha rinnovato le sue critiche nei confronti del Presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, intensificando la pressione affinché l’istituto centrale adotti una politica monetaria più accomodante. In particolare, Trump ha ribadito la propria convinzione che il tasso di riferimento della Fed sia attualmente superiore di almeno 300 punti base rispetto a un livello ritenuto adeguato per sostenere la crescita economica.
Attraverso un post pubblicato su Truth Social, Trump ha accusato Powell di mantenere i tassi “artificialmente elevati” e di ignorare l’assenza di pressioni inflazionistiche, arrivando a definirlo nuovamente “Too Late” e a chiederne pubblicamente le dimissioni. Il Presidente ha inoltre espresso l’intenzione di nominare un successore più allineato alla sua visione, qualora Powell decidesse di lasciare l’incarico.
Tra i nomi circolati come potenziali sostituti figurano il Segretario al Tesoro Scott Bessent, il Direttore del National Economic Council Kevin Hassett, la Vicepresidente della Fed Michelle Bowman e il Governatore Christopher Waller.
Le dichiarazioni di Trump hanno alimentato un clima di incertezza sui mercati finanziari, contribuendo a un temporaneo rafforzamento del dollaro statunitense (USD), sostenuto dal suo ruolo di valuta rifugio. Tuttavia, i timori legati alla stabilità della governance economica e alle prospettive macroeconomiche degli Stati Uniti hanno limitato l’ampiezza di tale apprezzamento.
Nel corso della settimana, l’attenzione degli operatori si è concentrata sulla pubblicazione dei verbali della riunione di giugno del Federal Open Market Committee (FOMC). Dai documenti è emersa una sostanziale coesione tra i funzionari della Federal Reserve e il Presidente Jerome Powell, con una valutazione condivisa secondo cui, sebbene l’incertezza legata alle politiche commerciali si sia parzialmente attenuata, essa permane su livelli elevati.
La maggioranza dei membri del Comitato ha ritenuto probabile e appropriata una riduzione del tasso sui federal funds entro la fine dell’anno, mentre una minoranza ha espresso preferenza per il mantenimento dell’attuale orientamento monetario nel corso del 2025.
Parallelamente, i dati macroeconomici provenienti dall’Eurozona hanno fornito segnali contrastanti. L’indice Sentix Investor Confidence relativo al mese di luglio ha registrato un miglioramento, attestandosi a 4,5 punti rispetto al valore negativo di -0,2 di giugno. Tuttavia, le vendite al dettaglio hanno subito una contrazione dello 0,7% su base mensile a maggio, peggiorando rispetto al precedente calo dello 0,3%. In Germania, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IAPC) è stato confermato al 2% su base annua per il mese di luglio.
Nonostante la pubblicazione di tali dati, l’euro (EUR) non ha mostrato reazioni significative, in quanto il sentiment di mercato continua a rappresentare il principale driver delle dinamiche valutarie.
Appuntamenti sul calendario economico di questa settimana
Nel corso dei prossimi giorni, l’attenzione degli operatori sarà rivolta a una serie di dati macroeconomici di rilievo provenienti dagli Stati Uniti. In particolare, martedì è attesa la pubblicazione dell’Indice dei Prezzi al Consumo (CPI) relativo al mese di giugno, seguita giovedì dai dati sulle vendite al dettaglio, anch’essi riferiti allo stesso periodo. A completare il quadro settimanale, venerdì verrà diffusa la stima preliminare dell’indice di fiducia dei consumatori dell’Università del Michigan per il mese di luglio.
Sul fronte europeo, il calendario macroeconomico si presenta più contenuto. In evidenza, la Germania pubblicherà l’indagine ZEW di luglio sul sentiment economico, mentre a livello di area euro è attesa la lettura finale dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IAPC) di giugno.
Nel frattempo, diversi esponenti della Federal Reserve interverranno pubblicamente nel corso della settimana. Tuttavia, non sono attese indicazioni di rilievo, con le dichiarazioni che dovrebbero risultare coerenti con l’attuale orientamento attendista espresso dal Presidente Jerome Powell.
ANALISI TECNICA SUL CROSS
WEEKLY CHART
L’analisi tecnica su base settimanale della coppia EUR/USD evidenzia l’avvio di una fase correttiva, successiva a condizioni di ipercomprato. Gli indicatori tecnici si sono progressivamente allontanati dai massimi recenti, orientandosi al ribasso, pur mantenendosi ancora in prossimità di livelli estremi. Questo comportamento suggerisce un raffreddamento del momentum rialzista, senza tuttavia indicare un completo disimpegno da parte dei compratori.
La media mobile semplice (SMA) a 20 periodi conserva una pendenza marcatamente positiva, posizionandosi ben al di sopra delle SMA a 100 e 200 periodi, che risultano in fase di convergenza, confermando la persistenza di un bias strutturalmente rialzista.
Dal punto di vista dei livelli tecnici, il cambio EUR/USD si mantiene al di sopra del ritracciamento di Fibonacci del 23,6% del rally compreso tra maggio e luglio, situato in area 1,1650, che rappresenta il primo supporto dinamico di rilievo. Un’eventuale estensione della correzione troverebbe un supporto più significativo in prossimità del ritracciamento del 38,2%, localizzato attorno a 1,1540.
L'indicatore Ichimoku ci rappresenta un chiaro trend al rialzo con la Tenkan e la Kijun Sen distanti entrambe dal prezzo. Per adesso la Tenkan Sen sta fungendo da supporto dinamico e quindi è auspicabile un ulteriore rimbalzo sulla stessa prima di un'ulteriore spinta al rialzo.
La Chiku Span non ha alcun ostacolo al rialzo e la Kumo ha una perfetta fisonomia rialzista.
DAILY CHART
Le letture tecniche su base giornaliera confermano un’impostazione coerente con il quadro settimanale. La coppia EUR/USD sta attirando nuovamente l’interesse degli acquirenti per il secondo giorno consecutivo, trovando supporto dinamico in prossimità della media mobile semplice (EMA) a 21 periodi (linea viola), lievemente inclinata al rialzo e situata appena al di sopra del ritracciamento di Fibonacci del 38,2% del movimento 19 giugno - 01 luglio (rettangolo verde).
Parallelamente, la EMA a 100 (linea gialla) periodi mostra una pendenza decisamente positiva, posizionandosi a oltre 400 pip al di sotto dei livelli correnti, rafforzando la struttura tecnica di medio termine. Gli indicatori di momentum, pur muovendosi in territorio positivo, evidenziano un’inclinazione ribassista, segnalando un aumento della pressione in vendita, ma senza fornire ancora segnali chiari di un’estensione della fase correttiva.
Sul fronte delle resistenze, la coppia incontra un primo ostacolo tecnico in area 1,1720, mentre una barriera più significativa si colloca in prossimità di 1,1770. Un superamento deciso di quest’ultima soglia potrebbe rappresentare un segnale di esaurimento della correzione e aprire la strada a un nuovo impulso rialzista, con target potenziale oltre il massimo annuale a 1,1830.
Da notare come il prezzo ha corretto la sua proiezione al rialzo al livello 1,27% dell'inversione di FIbonacci calcolata sull'impulso 21 aprile - 27 marzo.
Ichimoku ci descrive un possibile rimbalzo sulla Kijun Sen prima di una forte ripartenza in ascesa, zona di confluenza con il ritracciamento di Fibonacci 0,618%.
I volumi sulla time-line ci suggeriscono una rinnovata ripresa e questo rafforza la continua la propensione al rialzo.
Tariffs
Il Declino del Dollaro. Analisi macroeconomica e tecnica EUR/USDIl ruolo del disavanzo commerciale e il debito pubblico nella svalutazione del DXY (dollaro americano).
Il disavanzo commerciale degli Stati Uniti non è una novità, tuttavia, durante la seconda amministrazione Trump, questo fenomeno non è stato compensato dai flussi finanziari a favore dei titoli di Stato americani, come accadeva abitualmente. I titoli di Stato sono sotto pressione: nonostante il sell-off delle azioni, non si è verificato un acquisto massivo, bensì una vendita che ha portato a un rialzo dei rendimenti.
I flussi finanziari non compensano il disavanzo commerciale, causando la perdita di valore del dollaro sul mercato Forex. Comprendere se questo processo proseguirà è essenziale per interpretare gli eventi futuri. Il dollaro sta perdendo il suo status di bene rifugio nei periodi di stress finanziario, pur mantenendo la caratteristica di valuta di riserva globale.
Trump desidera un dollaro più debole per riequilibrare la bilancia commerciale. L'elevato rendimento dei titoli di Stato a 10 anni ha spinto Trump a ridurre la sua pressione sui dazi. I mercati hanno colto il punto debole di Trump: quest'anno gli Stati Uniti dovranno rifinanziare 9 miliardi di debito pubblico, e Trump non può permettersi un'ulteriore svalutazione dei titoli di Stato, poiché rifinanziare il debito con rendimenti troppo alti sarebbe insostenibile.
In questo contesto sicuramente gioca un gioco fondamentale la Cina, detentrice storica del di debito pubblico americano, che nell’ultimo periodo ha disinvestito in riserve di Treasury americani reinvestendo in oro. L'oro, insieme al franco svizzero, rappresenta, quindi, il bene rifugio del momento. L'oro ha ancora ampio margine di crescita se lo scenario attuale (rallentamento della globalizzazione, aumento dell'inflazione, Paesi che si allontanano dal dollaro per altri investimenti) continuerà. Il prossimo decennio potrebbe essere diverso, con una maggiore influenza della geopolitica sui mercati finanziari rispetto alle tradizionali politiche monetarie.
Il rafforzamento dell’euro rispetto al dollaro è vantaggioso o svantaggioso? Questo rende più probabile un ulteriore taglio dei tassi, consentendo di pagare meno le materie prime e di importare meno inflazione o addirittura disinflazione.
ANALISI MACRO SETTIMANALE - EUR/USD.
La coppia EUR/USD ha registrato una lieve pressione di vendita per la seconda settimana consecutiva, ma venerdì si è attestata intorno a 1,1350, invariata rispetto all'apertura. Gli investitori rimangono cauti nei confronti del dollaro statunitense (USD), data la politica tariffaria della Casa Bianca sull'economia locale.
I dati degli Stati Uniti pubblicati recentemente hanno mostrato un rallentamento dell'economia nel primo trimestre dell'anno, anche a causa delle preoccupazioni legate alla guerra commerciale. Al contrario, i dati macroeconomici dell'Unione Europea (UE) sono stati moderatamente positivi.
Con l'avvicinarsi della fine della settimana, l'attenzione degli investitori si sposta sugli sviluppi del commercio globale e sul prossimo annuncio di politica monetaria della Federal Reserve (Fed).
Dati europei e Banca centrale europea
L'Unione Europea ha pubblicato l'indicatore del sentiment economico di aprile, che è sceso a 93,6 rispetto al 95,00 di marzo. Inoltre, l'Unione ha pubblicato la stima preliminare del Prodotto Interno Lordo (PIL) del primo trimestre, indicando una crescita economica dell'1,2% su base annua e dello 0,4% nel trimestre, superando le aspettative dell'1,0% e dello 0,2%. Infine, l'indice armonizzato dei prezzi al consumo (IAPC) è aumentato più del previsto ad aprile, secondo le stime preliminari, del 2,2% su base annua rispetto al 2,1% previsto.
Nel frattempo, la Germania ha pubblicato i dati sulle vendite al dettaglio di marzo, registrando un calo su base mensile dello 0,2%, migliore rispetto al -0,4% previsto dagli operatori di mercato. Il PIL tedesco del primo trimestre ha mostrato una crescita economica dello 0,2% nel trimestre, in linea con le stime preliminari. Questo dato ha rispecchiato le aspettative, migliorando rispetto al -0,2% registrato nel quarto trimestre del 2024. L'inflazione nel Paese, misurata dall'indice IAPC, è aumentata del 2,2% su base annua, in calo rispetto al precedente 2,3% ma superiore al 2,1% previsto.
I dati dell'Unione Europea hanno lasciato aperta la possibilità di ulteriori tagli dei tassi di interesse. I funzionari della Banca Centrale Europea (BCE) hanno comunicato messaggi accomodanti, sostenendo la possibilità di un ulteriore taglio dei tassi di 25 punti base (bps) in occasione della riunione di giugno.
Tra gli altri, il responsabile delle politiche della BCE, Olli Rehn, ha dichiarato lunedì che la banca centrale potrebbe abbassare i tassi di interesse al di sotto del livello neutrale per sostenere l'economia, alla luce dei rischi al ribasso presenti. Ha auspicato anche tagli più ampi dei tassi di interesse. Philip Lane, membro della BCE, ha affermato che non si impegnerà in alcun modo in anticipo e che le previsioni di crescita subiranno solo una moderata riduzione.
La situazione economica attuale e le tensioni commerciali fanno prevedere ulteriori tagli.
L'economia statunitense si contrae, l'occupazione crolla prima del meeting della Fed
I recenti dati economici degli Stati Uniti hanno limitato i progressi del dollaro nonostante una diminuzione delle tensioni commerciali globali. La fiducia dei consumatori, misurata dalla Banca Centrale, è scesa a 86 ad aprile, il livello più basso da ottobre 2021. La stima preliminare del Prodotto Interno Lordo (PIL) statunitense per il primo trimestre ha inoltre deluso le aspettative, poiché l'economia si è contratta a un ritmo annualizzato dello 0,3%, rispetto all'espansione prevista dello 0,4%, in netto calo rispetto al precedente 2,4%.
L'indice ISM dei responsabili degli acquisti (PMI) del settore manifatturiero di aprile ha registrato 48,7, in calo rispetto al 49 di marzo, ma migliore del previsto 48. L'inflazione negli Stati Uniti, misurata dalla variazione dell'indice dei prezzi della spesa per consumi personali (PCE), è scesa leggermente al 2,3% su base annua a marzo, dal 2,5% di febbraio, deludendo le aspettative del 2,2%. L'indice dei prezzi PCE core su base annua è aumentato del 2,6%, in calo rispetto al 3% di febbraio, in linea con le stime degli analisti.
I dati relativi all'occupazione sono stati modesti, nonostante il rapporto di aprile sulle buste paga non agricole (NFP) abbia portato una sorpresa positiva prima della chiusura settimanale. All'inizio della settimana, gli Stati Uniti hanno pubblicato il rapporto ADP Employment Change di aprile, che ha mostrato che il settore privato ha creato solo 62.000 nuovi posti di lavoro, un dato significativamente inferiore alle 108.000 previste e alle precedenti 147.000. Il numero di posti vacanti nel Paese nell'ultimo giorno lavorativo di marzo si è attestato a 7,19 milioni, come riportato dal Job Openings and Labor Turnover Survey (JOLTS), in calo rispetto ai precedenti 7,48 milioni di febbraio e al di sotto delle aspettative di mercato di 7,5 milioni.
Infine, le richieste iniziali di sussidio di disoccupazione per la settimana conclusasi il 26 aprile sono aumentate di 241.000, un dato peggiore delle 224.000 previste e del dato settimanale precedente di 223.000. Venerdì, il dato NFP ha evidenziato che il Paese ha creato 177.000 nuovi posti di lavoro ad aprile, superando le 130.000 previste, ma non distanti dalle 185.000 di marzo. Il tasso di disoccupazione si è mantenuto stabile al 4,2%, come previsto, mentre l'inflazione salariale annua, misurata dalla variazione della retribuzione oraria media, si è attestata al 3,8%, leggermente al di sotto del 3,9% previsto.
Sviluppi della bagarre commerciale tra Trump e la Cina .
Le tensioni commerciali globali persistono, influenzando l'umore del mercato. I titoli dei giornali sono stati per lo più scoraggianti per tutta la prima metà della settimana, poiché le notizie provenienti dalla Cina indicavano che non erano in corso negoziati. Con il passare dei giorni, il tira e molla tra Washington e Pechino è continuato, con entrambe le parti in attesa che la controparte facesse il primo passo, cosa che non è ancora avvenuta.
Tuttavia, i commenti del presidente Trump riguardanti i negoziati in corso con altre importanti controparti commerciali hanno portato un certo sollievo ai mercati finanziari. Giovedì, il presidente degli Stati Uniti Trump ha evidenziato progressi nei colloqui con alcuni paesi asiatici, tra cui India e Giappone. Per quanto concerne la Cina, Trump ha affermato che ci sono "ottime" possibilità di raggiungere un accordo, aggiungendo tuttavia che qualsiasi accordo con Pechino deve essere alle condizioni statunitensi. Nel frattempo, un'agenzia di stampa sostenuta da Pechino ha riferito che i funzionari statunitensi hanno contattato le loro controparti cinesi per avviare colloqui.
Infine, il consigliere commerciale della Casa Bianca, Peter Navarro, ha minimizzato i dati, affermando: "Devo dire solo una cosa sulle notizie di oggi: è la migliore stampa negativa che abbia mai visto in vita mia", aggiungendo al contempo di apprezzare "la situazione attuale".
L'umore è migliorato in vista della chiusura settimanale grazie all'ottimismo legato ad una possibilità di accordo tra America e Cina.
ANALISI TECNICA
Weekly chart – trend neutrale rialzista
L’indicatore RSI si trova in una zona di ipercomprato al livello 66,91 e il prezzo rimane molto distante dalla Kumo che comunque assume una posizione neutrale, ad indicare il movimento laterale sul medio termine. Nonostante questo, il prezzo si tiene a debita distanza sia dalla Kijun che dalla Tenkan Sen con la Chikou Span che si trova sopra la linea di prezzo e non sembra aver alcun ostacolo al rialzo. A supporto del trend al rialzo ci sono anche i volumi che nell’ultima settimana si sono ridotti rispetto alla settimana precedente ad indicare che le due settimane al ribasso non hanno molta spinta sul piano volumetrico. Se osserviamo la price action vediamo come l’ultimo movimento al rialzo è stato seguito da una correzione tecnica rimbalzata sul livello 0,38 di Fibonacci. Nel caso dovesse proseguire un movimento analogo, attualmente ci troviamo allo stesso livello della successiva gamba rialzista costituita dai movimenti al rialzo che vanno dalla settimana del 24 marzo fino a quella del 14 aprile.
Daily chart – trend rialzista
Il trend in questo caso è decisamente rialzista con una price action molto distante dalla Kumo ma che in questo caso assume un assetto rialzista con la Chikou Span che anche in questo caso, così come nel grafico settimanale si pone sopra la linea di prezzo senza ostacolo. Ovviamente ci troviamo attualmente in una fase di ritracciamento tecnico che ha portato il prezzo, a partire dalla giornata del 23 aprile sotto la Tenkan Sen, attualmente equidistante da quest’ultima e le Kijun Sen. Sicuramente non è da escludere che il prezzo, prima di continuare la sua ascesa, possa utilizzare la Kijun Sen come supporto. Attualmente è una posizione di attesa, nella zona di ritracciamento di Fibonacci poco sotto il livello 0,38 e non troppo distante dal Pivot Point al livello 1.123.
Dazi Cina-USA: Impatto sul Forex
Salve, sono il trader professionista Andrea Russo e oggi voglio parlarvi di un tema caldo che sta scuotendo i mercati globali: l’introduzione dei nuovi dazi da parte della Cina verso gli Stati Uniti e l’impatto che questa notizia sta avendo sul mercato Forex.
Un Nuovo Capitolo nella Guerra Commerciale USA-Cina
Da settimane, il mondo degli investimenti ha tenuto sotto osservazione l'evolversi delle tensioni tra due delle più grandi economie mondiali: Stati Uniti e Cina. Dopo mesi di trattative, la Cina ha deciso di implementare nuovi dazi sui prodotti statunitensi, intensificando la guerra commerciale iniziata già qualche anno fa. La notizia ha avuto un effetto immediato sui mercati globali e, come sempre, il Forex è uno dei mercati più sensibili a questi sviluppi geopolitici.
L'Impatto Diretto sulle Coppie Valutarie USD
Il dollaro statunitense (USD) ha subito un forte contraccolpo dopo l'annuncio. I dazi, infatti, possono ridurre le esportazioni statunitensi verso la Cina, influenzando negativamente la bilancia commerciale USA e alimentando l'incertezza tra gli investitori. Il risultato immediato? Un indebolimento del dollaro contro diverse valute.
Le coppie di valute più colpite sono state:
EUR/USD: L’euro ha guadagnato terreno, salendo a livelli non visti da settimane. L’incertezza economica derivante dai dazi ha spinto gli investitori a rifugiarsi in valute ritenute più sicure, come l’euro.
GBP/USD: La sterlina britannica ha seguito una traiettoria simile, guadagnando contro il dollaro. Nonostante la Brexit resti un tema caldo, la debolezza del dollaro ha dato un respiro alla valuta britannica.
USD/JPY: Il yen giapponese, tradizionalmente considerato un bene rifugio, ha beneficiato dell’incertezza, con un apprezzamento contro il dollaro. Un flusso di capitali verso il Giappone è stato il risultato diretto del cambiamento nella percezione del rischio.
Effetti sull’RMB Cinese
Anche la valuta cinese, il renminbi (RMB), ha subito delle fluttuazioni significative. Se da un lato la Cina sta cercando di limitare l’effetto dei dazi sul proprio mercato interno, dall'altro lato la risposta dei mercati è stata di cautela. In particolare, gli investitori si stanno preparando a una possibile svalutazione controllata del renminbi, con l’intenzione di mantenere la competitività delle esportazioni cinesi, che potrebbero risentire dei dazi più elevati.
Il Ruolo delle Banche Centrali
Un altro fattore che non può essere ignorato in questo contesto è l’approccio delle banche centrali. La Federal Reserve (Fed) degli Stati Uniti potrebbe decidere di rivedere le proprie politiche monetarie per contrastare gli effetti negativi dei dazi sul dollaro. Potremmo vedere un allentamento della politica monetaria o addirittura una riduzione dei tassi di interesse, a meno che la Fed non voglia contenere l’inflazione crescente causata dai dazi.
Dall’altra parte, la People’s Bank of China (PBoC) potrebbe essere costretta ad adottare misure per sostenere l’economia cinese. La possibilità di un intervento sulla valuta potrebbe avere effetti notevoli non solo sul Forex, ma anche su altre asset class come le materie prime e i mercati azionari.
Come Sfruttare questa Situazione nel Trading Forex
Gli sviluppi legati alla guerra commerciale tra USA e Cina sono una benedizione per i trader Forex, a condizione che siano in grado di monitorare attentamente le notizie e reagire tempestivamente. Ecco alcune strategie da considerare:
Operazioni di tipo “Breakout”: La notizia dei dazi ha innescato movimenti significativi, e i trader esperti possono cercare di entrare in operazioni “breakout” sulle coppie di valute più volatili. Ciò significa cercare di entrare in acquisto o vendita quando una coppia valutarie supera determinati livelli di supporto o resistenza.
Strategie basate sul rischio: Le incertezze derivanti dalla guerra commerciale possono spingere i trader a essere più selettivi nelle operazioni. Strategie basate su una gestione attenta del rischio, come il risk-reward ratio e lo stop-loss, sono essenziali per navigare in acque turbolente.
Monitorare le dichiarazioni delle banche centrali: Ogni segnale proveniente dalla Fed o dalla PBoC è cruciale. I trader dovrebbero prepararsi a reagire rapidamente a qualsiasi cambiamento nelle politiche monetarie, poiché possono influire immediatamente sul valore delle valute coinvolte.
Riflessioni Finali
La decisione della Cina di imporre nuovi dazi agli Stati Uniti segna una nuova fase della guerra commerciale tra le due potenze economiche. In un mercato Forex già volatile, questa mossa aggiunge ulteriore incertezza, con l’USD che potrebbe affrontare un periodo di debolezza mentre altre valute emergenti, come il renminbi, potrebbero subire effetti contrastanti.
Buon trading a tutti.
Andrea Russo