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SoftBank vende Fortress: accordo vicino con il fondo sovrano di Adu Dhabi

SoftBank e il fondo sovrano Mubadala di Abu Dhabi sono vicini a un accordo per la vendita da parte del conglomerato giapponese del gestore patrimoniale Fortress Invesment Group per 3 miliardi di dollari. Dopo mesi di colloqui sembra che questa sia la volta buona per mettere nero su bianco un affare che farebbe di Mubadala uno dei maggiori investitori di credito al mondo. Fortress infatti gestisce un patrimonio di quasi 50 miliardi di dollari. Secondo alcune indiscrezioni, l'accordo potrebbe essere annunciato alla fine del mese in corso, anche se non si escludono ritocchi alla cifra finale.

SoftBank: cosa rappresenta l'affare Fortress 

La proprietà di Fortress è stata acquisita da Softbank nel 2017 con un investimento da 3,3 miliardi di dollari. L'obiettivo era di trasferire all'azienda l'esperienza necessaria nella raccolta dei fondi privati nell'ambito di un processo di riorganizzazione del business. Il carico di debiti sul colosso tecnologico giapponese però ha spinto l'azienda a prendere in considerazione la scorsa estate di cedere il braccio di gestione patrimoniale. Da allora sono cominciate le discussioni tra Softbank e Mubadala. Il direttore finanziario della società nipponica, Yoshimitsu Goto, ha cercato di forzare la vendita proprio per i noti problemi debitori, ma i dialoghi si sono trascinati a seguito di parecchie resistenze.

Dal canto suo Mubadala, che gestisce quasi 300 miliardi di dollari di asset, già possiede una quota di minoranza in Fortress e questa operazione potrebbe essere un'opportunità per rafforzare il suo ruolo negli investimenti di credito. Il fondo sovrano al riguardo sta diventando sempre più influente nel capitale privato dopo aver concluso partnership con grandi società di private equity come Apollo Global Management, Ares e KKR. Tra l'altro, l'aumento dei prezzi del petrolio in questo ultimo anno e mezzo gli ha fornito grandi risorse di liquidità da investire.

SoftBank: domani la trimestrale, ma gli investitori guardano all'IPO di Arm

L'operazione Fortress si intreccia con la situazione a livello di bilancio di SoftBank che domani pubblicherà i conti del trimestre. L'azienda è reduce da tre forti perdite trimestrali consecutive e quella di domani potrebbe essere la quarta. Gli investitori sperano almeno in un pareggio, ma le partecipazioni societarie continuano a imbarcare acqua e non è facile quantificare a quanto ammonti il danno.

Per capire lo stato di salute dell'azienda, SoftBank utilizza principalmente la metrica che rapporta il debito al valore corrente delle sue partecipazioni (LTV). L'obiettivo è quello di mantenere un LTV al di sotto del 25%, detenendo una liquidità sufficiente per coprire almeno due anni di rimborsi delle obbligazioni. Tuttavia, la società è fortemente indebitata e quindi risulta estremamente vulnerabile a qualsiasi aumento dei tassi d'interesse. Ciò significa che lo stato di salute finanziaria di SoftBank risulta precario e potrebbe emergere ancora una volta nella trimestrale di domani.

Gli investitori però sono concentrati soprattutto su un altro aspetto chiave della storia futura dell'azienda, ovvero l'IPO di Arm. Il mese scorso SoftBank ha presentato in via confidenziale il progetto di quotazione a Wall Street alle autorità di regolamentazione. La società con sede a Tokyo punta a raccogliere tra gli 8 e i 10 miliardi di dollari entro la fine dell'anno, il che fornirebbe un'iniezione di liquidità estremamente importante dopo che le partecipazioni del gruppo hanno perso valore. Tuttavia, vi sono delle incertezze legate al settore in cui opera Arm. Le prospettive su alcuni chip rimangono nebulose, con i dirigenti del ramo che avvertono del continuo crollo della domanda di PC e smartphone.