Dollaro USA in caduta libera, perché gli investitori vendono?
I giorni in cui il dollaro USA dettava legge sui mercati valutari sembrano assai lontani dopo quanto accaduo nelle ultime settimane. Il biglietto verde è in caduta libera contro tutte le principali valute. Ieri ha registrato il suo più grande crollo in oltre due anni, dopo che il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha portato al 145% i dazi sulla Cina. Oggi le vendite sulla valuta americana sono continuate dopo la risposta di Pechino, che ha innalzato le tariffe sui prodotti di importazione USA al 125%. L'EUR/USD è salito fino a 1,1473, massimo da febbraio 2022. L'USD/CHF è crollato fino a 0,8113, livello che non vedeva dall'inizio del 2015 quando l'allora presidente della Banca nazionale svizzera, Thomas Jordan, fece collassare i mercati valutari rimuovendo il peg a 1,20 dell'EUR/CHF.
Anche i trader in opzioni sono diventati ribassisti nei confronti del dollaro USA per la prima volta in cinque anni. Gli investitori non solo stanno perdendo fiducia verso la moneta americana, ma lo stanno facendo al ritmo più veloce mai registrato. Lo conferma un'analisi Z-score, indicatore che misura fino a che punto i prezzi attuali si discostano dalle norme storiche. I risultati indicano che la velocità e l'entità del passaggio verso un posizionamento ribassista del dollaro è la più estrema mai vista.
L'allontanamento dal biglietto verde è considerato come l'effetto della guerra commerciale "insensata" tra le due più grandi superpotenze del mondo, che rischia di far precipitare gli Stati Uniti in recessione, con il dollaro che smarrisce la sua tradizionale funzione di bene rifugio e riserva di valore. "La fiducia nel dollaro è minacciata", ha detto Christopher Wong, strategist dei cambi presso Oversea-Chinese Banking Corp. "Crescono i dubbi sullo status del biglietto verde come valuta di riserva a causa di fattori quali l'affievolirsi dell'eccezionalismo degli Stati Uniti e l'aumento del debito americano".
Dollaro USA: quali prospettive?
La confusione che regna sovrana in questo momento a livello economico e geopolitico rende le prospettive per il biglietto verde alquanto nebulose. Stati uniti e Cina non danno il minimo cenno di voler interrompere il botta e risposta, in una guerra commerciale senza esclusioni di colpi. Tuttavia, il Ministero delle finanze cinese ha comunicato che si fermerà qui con i dazi perché "le merci americane non sono più commerciabili in Cina con le attuali tariffe". Quindi, "se gli Stati Uniti aumenteranno ulteriormente le tariffe sulle esportazioni cinesi, la Cina ignorerà tali misure", ha aggiunto. Dopo l'ebbrezza per la pausa di 90 giorni decisa da Trump sui dazi verso decine di altri Paesi, gli investitori si domandano cosa accadrà dopo la scadenza di questo periodo.
Lo scenario descritto lascia pensare che la pressione nei confronti del dollaro USA si prolungherà ancora. "A meno che non si pensi che una risoluzione sia imminente, è probabile che il mercato rimanga sull'attuale percorso di un'uscita dal dollaro", ha detto Rodrigo Catril, strategist della National Australia Bank a Sydney. "È probabile che la narrativa dell'uscita dagli asset statunitensi e della vendita del dollaro persista finché le tensioni commerciali rimarranno elevate".