L’ipotesi che l’AI potrebbe uccidere Bitcoin è vera?
Ultimamente circola un’ipotesi fantasiosa secondo cui l’intelligenza artificiale (AI) potrebbe avere il potenziale per uccidere Bitcoin.
Si tratta di un’ipotesi puramente speculativa, ovvero non basata su prove concrete ma solo su supposizioni, che circola probabilmente proprio grazie all’hype che si è formato ultimamente sull’AI.
L’ipotesi dello scontro tra AI e Bitcoin
Questa ipotesi si basa sul concetto che AI e Bitcoin (o criptovalute) potrebbero entrare in contrasto.
Ovviamente non si tratta di farsi concorrenza tra di loro, dato che sono due tecnologie completamente diverse che fanno cose differenti, ma di possibili interferenze della prima sulla seconda.
In particolare uno degli aspetti di possibile scontro è quello dell’anonimato, dato che in effetti l’intelligenza artificiale può aiutare a tracciare transazioni anonime sulle blockchain pubbliche come quella di Bitcoin.
Un altro è quello legato alla possibile concorrenza della classica moneta fiat nei confronti di Bitcoin, una volta ridotta sensibilmente l’utilità dell’anonimato.
Infine, c’è quello legato alla possibilità che l’IA possa consentire la creazione di sistemi di pagamento centralizzati più efficienti di quelli attuali, in grado di fare concorrenza a Bitcoin.
Ebbene, tutti e tre questi possibili contrasti in realtà potrebbero avere solo un impatto minimo sul successo di Bitcoin, dato che la maggior parte del suo utilizzo non è influenzato da questi aspetti.
Crypto e Bitcoin: la riduzione dell’anonimato con l’AI
In effetti è assolutamente possibile che l’AI possa consentire di rendere molto più facile tracciare le transazioni on-chain, sebbene queste siano anonime.
A dire il vero ciò potrebbe persino aiutare la diffusione di Bitcoin, piuttosto che invece ostacolarla, perchè lo renderebbe sempre più conforme o vicino alle leggi dei vari Paesi.
Ad esempio, se si vanno a controllare i volumi di scambio, in modo da poter parlare di cose concrete e non solo di supposizioni meramente ipotetiche, si nota subito che la stragrande maggioranza dei volumi di scambi crypto avviene su piattaforme centralizzate (gli exchange) che richiedono KYC (ovvero verifica dell’identità).
In altre parole, la stragrande maggioranza degli scambi in BTC e criptovalute non avviene in modo anonimo, anche se non viene registrata sulla blockchain pubblica.
Inoltre, anche quando i token vengono fatti uscire da una piattaforma con KYC, con transazioni anonime on-chain, già al giorno d’oggi è abbastanza facile tracciarle, senza nemmeno aver bisogno di ricorrere all’intelligenza artificiale.
Pertanto l’AI potrebbe realmente ridurre l’anonimato delle transazioni on-chian, ma questo più shce sfavorire Bitcoin potrebbe addirittura favorirlo. Anche perchè i grossi investitori istituzionali, che muovono cifre immense, ovviamente non lo fanno in anonimato, e non lo faranno mai.
La concorrenza della valuta fiat
Invece, l’idea che le valute fiat possano fare concorrenza a Bitcoin è completamente sbagliata.
Infatti, Bitcoin non è usato come mezzo di scambio, quindi non è usato in concorrenza con le valute fiat.
Inoltre le valute fiat sono inflattive, perché le banche centrali che le emettono e ne gestiscono la politica monetaria hanno l’obbligo di inflazionarle.
Bitcoin fa l’esatto opposto, ovvero tende a diventare deflattivo con il passare dei decenni, tanto che come moneta di scambio sarà sempre meno usato, perché molto meno utile delle valute fiat da questo punto di vista. Sarà invece sempre più usato, primariamente sui mercati finanziari, come forma di copertura contro eventuali politiche monetarie eccessivamente espansive delle banche centrali.
Non va dimenticato che è piuttosto comune che le banche centrali ogni tanto optino per politiche monetarie eccessivamente espansive, e la valuta fiat da loro emessa non può in alcun modo essere utilizzata come alternativa a Bitcoin da questo punto di vista. Anzi, quelle stesse politiche monetarie eccessivamente espansive che aiutano il valore di BTC a crescere, allo stesso tempo finiscono per ridurre il valore reale della valuta fiat, che quindi in tali contesti si comporta in maniera esattamente opposta a Bitcoin.
Il miglioramento dei sistemi di pagamento
Proprio perché Bitcoin non è una buona moneta transazionale, il miglioramento dei sistemi di pagamento in fiat non influirà negativamente sul suo utilizzo sui mercati finanziari come copertura contro le politiche monetarie eccessivamente espansive delle banche centrali.
Anzi, a dire il vero ciò potrebbe persino aiutarne gli scambi, espandendo il panorama delle piattaforme che consentono di scambiare Bitcoin in fiat, e viceversa.
Anche se al posto delle valute fiat si prendono in considerazione le possibili concorrenti crypto di Bitcoin, ormai al giorno d’oggi ve ne sono già a centinaia, se non a migliaia, e nessuna sembra nemmeno lontanamente in grado di fungere da migliore copertura contro le politiche monetarie eccessivamente espansive delle banche centrali.
L’AI aiuterà Bitcoin
Alla luce di tutto ciò, l’ipotesi secondo cui l’intelligenza artificiale potrebbe avere il potenziale per uccidere Bitcoin ad oggi sembra solo una pura fantasia, priva di alcuna concretezza.
Anzi, da un’analisi più puntuale ed approfondita emerge chiaramente che l’utilizzo dell’AI potrebbe persino aiutare a rendere Bitcoin maggiormente accetto all’interno del sistema finanziario tradizionale, ovvero ancora di più di quanto non lo sia già ora.
Il fatto che non venga utilizzato come moneta per i pagamenti è ormai praticamente irrilevante, perchè ha trovato un altro utilizzo, molto importante e sempre più diffuso, in cui come unico vero concorrente ha l’oro, o meglio i derivati finanziari dell’oro.
L’AI potrebbe aiutare Bitcoin a diventare sempre più accetto sui mercati finanziari, fino ad arrivare forse ad essere accettato quasi come l’oro.
Non farà però mai concorrenza all’oro, perchè mentre quest’ultimo rimane, e probabilmente rimarrà sempre, un asset risk-off, Bitcoin è, e probabilmente rimarrà sempre, un asset risk-on, ovvero con maggiore volatilità e maggiori rischi per gli investitori, ma anche maggiori potenziali guadagni.