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Michael Saylor avverte su OP_RETURN: oltre 80 byte riaccendono lo scontro

6 minuti di lettura

Michael Saylor torna a battere sul tema dell’ossificazione di Bitcoin e alza il livello di allerta: cambiare il protocollo non è un dettaglio, ma una potenziale minaccia per l’intero ecosistema. La sua linea è netta: meno modifiche, più stabilità. Le sue osservazioni sono state riportate da testate di settore e analisti di protocollo ed entrano nel dibattito più ampio che parte dal whitepaper di Bitcoin.

Secondo i dati raccolti da operatori di nodi e report di monitoraggio on-chain, l’impiego di payload aggiuntivi oltre gli 80 byte ha mostrato, in test di laboratorio e in configurazioni permissive, un aumento misurabile del carico di mempool e del traffico tra peer. A titolo esemplificativo, 50 byte aggiuntivi per transazione su 100.000 transazioni generano circa 5 MB di dati in più; su scala giornaliera e mensile questo può tradursi in centinaia di megabyte o diversi gigabyte addizionali a seconda del tasso di utilizzo. Gli analisti di settore osservano che tali aumenti, pur non impattando il consenso, possono incrementare i costi operativi dei nodi e la barriera all’ingresso per nuovi partecipanti.

Il dibattito è riemerso attorno a proposte relative all’uso di OP_RETURN. Al centro vi è l’idea di aumentare la quantità di dati trasportati nelle transazioni “dati portanti”, con ricadute su nodi, decentralizzazione e costi operativi.

Saylor, Executive Chairman di Strategy – azienda che detiene una delle maggiori tesorerie di Bitcoin, invita a una postura conservativa. Il messaggio è chiaro e divisivo: la “mancanza di una feature” può essere essa stessa una feature. In questo contesto, la priorità è preservare la coerenza del protocollo nel tempo, evitando cambiamenti che creino precedenti difficili da gestire.

Cosa è successo: il nodo del dibattito su OP_RETURN

La discussione, emersa di recente in ambienti tecnici (mailing list degli sviluppatori e thread su GitHub), ruota attorno alla soglia di dati ammessi tramite OP_RETURN nelle policy di inoltro dei nodi. Va detto che non si tratta di regole di consenso, ma di impostazioni predefinite che impattano la propagazione delle transazioni.

  • Contesto tecnico: l’attuale limite di policy per OP_RETURN è di 80 byte (Bitcoin Developer Guide e GitHub Bitcoin Core).
  • Proposta in esame: esplorare un aumento del dato trasportabile (attualmente non esiste un valore definitivo consolidato pubblicamente).
  • Punto sensibile: più dati nei blocchi possono aumentare oneri di storage, banda e tempi di sincronizzazione.

La posta in gioco non è solo tecnica. Un cambiamento che appare “di secondo o terzo ordine” può avere effetti a catena su governance, incentivi e percezione di sicurezza. Detto ciò, l’equilibrio tra flessibilità e stabilità resta delicato e dipende anche dall’adozione delle policy da parte degli operatori.

Perché Saylor parla di minaccia: la logica dell’ossificazione

Per Saylor, ogni modifica al protocollo va scrutinata come potenziale rischio. Il timore è l’“effetto porta scorrevole”: piccoli aggiustamenti oggi potrebbero generare pressioni maggiori domani.

Due sono le idee chiave: da un lato, più cambiamenti significano più superfici per errori; dall’altro, un attacco coordinato potrebbe consistere nel finanziare infiniti tentativi di “migliorie” fino a forzare un passo falso. In altre parole: “valore” e fiducia nascono anche dalla prevedibilità. In effetti, la continuità nelle regole è vista come un baluardo contro derive che, nel lungo periodo, potrebbero minare la neutralità del sistema.

Le dichiarazioni evidenziano una posizione che, pur criticata in certi ambienti, sottolinea l’importanza di mantenere inalterato il protocollo base di Bitcoin.

OP_RETURN in breve: cos’è e quali effetti tecnici

OP_RETURN è un’operazione che consente di allegare una piccola quantità di dati a una transazione, rendendo l’output provably unspendable. Non cambia le regole di consenso, ma rientra nelle regole di policy dei nodi, che decidono cosa inoltrare o accettare di default.

Limite attuale di policy: 80 byte. Un eventuale aumento non toccherebbe il consenso, ma potrebbe impattare operativamente. Tra gli effetti attesi: più dati in mempool e blocchi, maggiore dimensione della storia da conservare e un possibile aumento delle fee per competere con lo spazio extra dati. Eppure, chi spinge per l’allargamento ritiene che il mercato delle fee possa bilanciare i comportamenti opportunistici.

Impatto tecnico sintetico

  • Storage: crescita più rapida della blockchain e dei file indice.
  • Banda: più traffico tra nodi e tempi di sincronizzazione più lunghi per i nuovi partecipanti.
  • Abusi: rischio di spam o inscriptions che sfruttano il data-carrier a scapito delle transazioni finanziarie pure.
  • Policy vs consenso: la variazione interessa la relay policy e non obbliga l’intera rete, ma può creare divergenze operative.

Le altre voci: obiezioni e contro-argomentazioni

Una parte della community ricorda che le impostazioni su OP_RETURN sono scelte di policy, dunque modulabili e reversibili. Secondo questa lettura, il mercato delle fee filtra gli abusi e incentiva un uso efficiente dello spazio.

Dall’altro lato, i sostenitori dell’ossificazione temono il precedente: normalizzare l’aggiunta di dati non finanziari potrebbe spostare Bitcoin da registro monetario essenziale a “trasporto generico” di payload, con ripercussioni sulla decentralizzazione nel lungo periodo. In questo contesto, l’attenzione si concentra sul mantenere basso il costo di operare un nodo.

Cosa significa per gli investitori

Per chi detiene BTC, il messaggio è pragmatico: più stabilità nelle regole, meno incertezza regolativa e tecnica. L’assenza di nuove funzioni può preservare la sicurezza e la prevedibilità delle fee, elementi chiave per la fiducia a lungo termine.

Il rovescio della medaglia è un ritmo d’innovazione più lento a livello di base, con una spinta crescente verso soluzioni di secondo livello e strumenti off-chain. Tuttavia, la stratificazione tecnologica è già parte dell’architettura di Bitcoin e permette di sperimentare senza toccare il nucleo del protocollo.

Stato della proposta e prossimi passi

Attualmente, al momento della pubblicazione (19 settembre 2025), non risulta alcuna modifica a livello di consenso né alcun merge in Bitcoin Core. Le discussioni proseguono in mailing list e repository pubblici. Eventuali cambiamenti di policy richiederanno un’ampia convergenza tra mantenitori, operatori di nodi e infrastrutture. Detto ciò, il processo resta graduale e scandito da revisioni aperte, proprio per misurare l’impatto prima di adottare scelte operative.

FAQ rapida

Che cosa si intende per “ossificazione”? Si tratta della scelta di minimizzare i cambiamenti al protocollo di base per preservare stabilità e sicurezza. In altre parole, ridurre al minimo le superfici di rischio nel tempo.

OP_RETURN riguarda il consenso? No: si tratta di una regola di policy dei nodi (relay/accettazione) e non di una regola di consenso. Questo implica che le impostazioni possono variare senza frammentare le regole fondamentali.

Esiste un numero ufficiale per l’aumento proposto? Al momento non esistono valori consolidati: alcune idee circolano, ma nessun parametro definitivo è stato pubblicamente adottato. La fase è esplorativa e il confronto resta aperto.

Come si protegge Bitcoin da rischi non necessari? Attraverso revisioni pubbliche, test approfonditi, interventi minimi e misurabili e l’adozione di bugfix e compatibilità, mentre i cambi strutturali sono considerati solo in presenza di una chiara necessità supportata da evidenze robuste. In effetti, il principio guida è evitare modifiche non indispensabili.