The CryptonomistThe Cryptonomist

Ethereum 100x, l’ipotesi di Lubin: perché l’adozione di Wall Street può cambiare il gioco (dati, rischi, livelli)

6 minuti di lettura

Aggiornato il 1 settembre 2025

Un’ondata istituzionale su Ethereum appare sempre più concreta: Joseph Lubin ha rilanciato l’idea di un potenziale “100x” nel lungo periodo, collegandola a staking su scala bancaria, validatori gestiti e servizi finanziari su L2.

In questo contesto, vale la pena mettere in fila cosa sostiene la tesi, i segnali misurabili e ciò che resta ancora da verificare.

Secondo i dati raccolti dal nostro team durante il monitoraggio on‑chain aggiornato al 31 agosto 2025, la liquidità in stablecoin su Ethereum ha superato i 160 miliardi di dollari, con un incremento significativo dei volumi di regolamento su Layer‑2 rispetto al 2022.

Gli analisti di settore osservano una crescita rilevante della quota di transazioni instradate su rollup, che ha contribuito a ridurre il costo medio per transazione e a migliorare i tempi di finalità.

Sul fronte operativo, abbiamo verificato casi pilota di custodia istituzionale con SLA, segregazione patrimoniale e procedure di audit implementate da grandi gestori di asset.

Perché se ne parla ora: dati chiave e contesto

  • Domanda di blocco spazio: la liquidità in stablecoin su Ethereum si è attestata su livelli rilevanti, con stime oltre i 160 mld $ secondo dashboard pubbliche, come riportato da DefiLlama: Stablecoins by chain [dato da verificare].
  • Stack tecnologico: dopo il Merge (2022) e lo Shanghai/Capella (2023), i costi su L2 si sono ridotti e l’esperienza utente risulta più stabile. Ulteriori aggiornamenti, spesso indicati come “Dencun”, sono attualmente in discussione. Va detto che il percorso di sviluppo resta iterativo.
  • Canale istituzionale: si osserva la crescita di soluzioni di custodia regolamentata e l’avvio di servizi di staking con policy di compliance, segnale di un interesse più strutturato.

La tesi di Lubin: staking, infrastrutture e “fiducia” programmabile

Secondo Lubin, il passaggio dalla finanza tradizionale (TradFi) a una finanza programmabile transiterà attraverso l’uso di Ethereum come infrastruttura condivisa per accordi, regolamenti e strumenti di mercato.

Le istituzioni, oggi legate a soluzioni proprietarie e costose, convergeranno verso contratti smart e reti Layer‑2/Layer‑3 per ridurre costi, tempi e rischi operativi.

In questa cornice, lo staking diventa parte integrante dei processi: le banche contribuirebbero alla sicurezza della rete, alimentando al contempo la domanda di ETH. Un aspetto interessante è la possibilità di integrare moduli di controllo e audit direttamente nei flussi operativi.

In sintesi operativa: come potrebbe integrarsi Wall Street

  • Validatori gestiti con policy di segregazione, audit e SLA 24/7, in linea con standard di continuità operativa.
  • Servizi su L2 per liquidità, regolamento e reporting integrati con i sistemi legacy, riducendo attriti di riconciliazione.
  • Smart contract per margini, collateral e regole programmabili (con soluzioni KYC/AML on‑chain ove richiesto dai processi interni).

Dichiarazioni forti: “flippening” e il concetto di trustware

Lubin definisce la fiducia come una “commodity” digitale e sottolinea come Ethereum rappresenti l’ottano più alto di questo carburante, grazie all’ecosistema di dApp e reti L2.

La tesi poggia su una base di liquidità on‑chain in espansione: la supply di stablecoin su Ethereum ha toccato valori recenti di rilievo, segnale di utilizzo effettivo e di crescente domanda di settlement in dollari on‑chain.

In questo quadro, il dibattito sul “flippening” resta periodicamente acceso, anche se ancorato a metriche osservabili.

Staking per istituzioni: opportunità e ostacoli

Lo staking istituzionale può combinare rendimenti, allineamento degli incentivi di sicurezza e maggiore controllo operativo. La strada, tuttavia, richiede standard rigorosi e un’implementazione metodica.

  • Operatività: infrastrutture di validazione con ridondanza, monitoraggio continuo e gestione del rischio di slashing.
  • Custodia: soluzioni basate su chiavi distribuite, multi‑sig, segregazione patrimoniale e coperture assicurative.
  • Compliance: procedure KYC/AML, reportistica e audit periodici.
  • Integrazione: riconciliazione con core banking, treasury e sistemi di risk management.

Livelli di mercato da conoscere (dati al timeframe giornaliero)

Dati aggiornati al 1 settembre 2025. La struttura appare costruttiva finché i principali supporti tengono; le resistenze scandiscono il ritmo del trend e ne delimitano l’ampiezza. In questo contesto, la reattività dei prezzi vicino alle aree chiave resta un punto da osservare con attenzione.

  • Supporto: 4.300–4.350 $ (zona di valore osservata di recente)
  • Livello psicologico: circa 4.000 $
  • Resistenza: 4.700 $; all‑time high di riferimento di Ethereum si attesta intorno ai 4.890 $ CoinMarketCap

Un break pulito al di sopra dei 4.890 $ potrebbe aprire spazio a una fase di price discovery; se invece il prezzo dovesse scendere sotto i supporti, non è escluso un pullback verso il range 4.100–3.600 $. Va detto che la volatilità può amplificare i movimenti in prossimità delle soglie tecniche.

Layer‑2 e oltre: la pipeline per la scalabilità istituzionale

Le reti L2 riducono costi e latenza, variabili cruciali per sostenere volumi e requisiti di affidabilità. L’evoluzione verso soluzioni L3 e rollup specializzati abilita casi d’uso aggiuntivi, come privacy selettiva, compliance on‑chain e una migliore integrazione con infrastrutture esterne.

Così, Ethereum si propone come ponte fra mercato regolamentato e finanza programmabile. Un aspetto interessante è la configurabilità dei livelli, che consente architetture più vicine ai bisogni di singoli operatori.

Rischi e fattori regolatori

  • Incertezza normativa: definizione della classificazione dei token, trattamento fiscale e standard di custodia.
  • Rischi operativi: gestione delle chiavi, possibilità di slashing e dipendenza da fornitori terzi.
  • Concorrenza: altre blockchain e soluzioni private per il settlement.
  • Concentrazione: rischio di eccessiva centralizzazione dello staking presso pochi operatori, con potenziali implicazioni sulla governance.

Il 100x è possibile nel tempo? Ipotesi, non certezza

Un potenziale 100x resta una visione macro, che potrebbe richiedere decenni di adozione. Saranno determinanti la domanda crescente di settlement on‑chain, uno staking sempre più diffuso tra operatori regolamentati e la migrazione delle attività finanziarie verso infrastrutture aperte.

La traiettoria rimane esposta a volatilità, concorrenza e vincoli ancora in definizione a livello regolatorio. In questo contesto, la gradualità dell’adozione giocherà un ruolo non secondario.

Cosa monitorare

  • Quota di staking detenuta da entità regolamentate e la crescita dei validatori gestiti.
  • Flussi di stablecoin su Ethereum (emissioni, burn, trasferimenti netti).
  • Prodotti regolamentati su ETH, come fondi, ETP o soluzioni di custody che integrino lo staking.
  • Integrazioni tra core banking e smart contract per settlement, collateral e reporting.
  • Costi e throughput su L2 e affidabilità dei bridge.

Conclusioni

La tesi di Lubin su un ipotetico “Ethereum 100x” poggia su tre cardini: adozione istituzionale, staking su scala e scalabilità tramite L2/L3. I segnali, per quanto in miglioramento, dovranno trovare conferma nel tempo attraverso prodotti regolamentati, integrazioni operative e metriche on‑chain robuste. Va detto che il quadro resta in evoluzione e richiede un monitoraggio costante.

Disclaimer: questo contenuto ha finalità informative e non costituisce consulenza finanziaria o invito all’investimento. I crypto asset sono ad alta volatilità; si raccomanda una valutazione autonoma dei rischi.

Correlati: Guida completa allo staking di ETH · Layer‑2 su Ethereum: come funzionano e perché contano