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La Banca Mondiale vede la crescita globale più lenta al di fuori della recessione dal 2008

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Global economic growth

Le prospettive economiche globali hanno preso una piega cupa dopo che la Banca Mondiale ha rivisto bruscamente al ribasso le sue previsioni di crescita globale nel 2025 al 2,3%, una riduzione significativa rispetto alle sue precedenti proiezioni.

La banca ha detto che questa sarebbe la crescita globale più lenta al di fuori di un anno di recessione dal 2008.

La banca ha dichiarato che l’aumento dei dazi e le relative incertezze peseranno sulle aspettative di crescita per tutte le economie.

L’ultimo rapporto Global Economic Prospects della Banca Mondiale dipinge un quadro crudo, rivelando che l’economia globale ha perso l’occasione di un “atterraggio morbido”, un rallentamento graduale che domi l’inflazione senza indurre forti dolori.

Invece, il capo economista della Banca Mondiale Indermit Gill ha avvertito che l’economia mondiale sta “ancora una volta andando incontro a turbolenze”, con il potenziale di “gravi danni agli standard di vita” senza una rapida correzione di rotta.

Il contagio tariffario e l’incertezza globale

La banca ha abbassato le previsioni di crescita per il 70% di tutte le economie rispetto ai livelli previsti sei mesi fa, prima che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump tornasse in carica.

Il fattore principale alla base di queste prospettive cupe è il sostanziale aumento delle barriere commerciali, che fa implicitamente riferimento alle politiche commerciali erratiche e aggressive degli Stati Uniti.

L’imposizione di nuove tariffe, tra cui una tassa del 10% sulle importazioni da quasi tutti i paesi, ha fatto aumentare i costi negli Stati Uniti e ha innescato misure di ritorsione da parte di altre nazioni.

L’imprevedibile introduzione dei dazi ha creato un’atmosfera di incertezza pervasiva, scoraggiando gli investimenti delle imprese e frenando il commercio globale.

La Banca Mondiale prevede una crescita del commercio globale di appena l’1,8% nel 2025, un forte calo rispetto al 3,4% del 2024 e un netto contrasto con la media del 5,9% registrata negli anni 2000.

La crescita degli Stati Uniti subisce un duro colpo

La più grande economia del mondo, gli Stati Uniti, non è immune alle ricadute delle proprie politiche commerciali.

La Banca Mondiale ha drasticamente tagliato le sue previsioni di crescita degli Stati Uniti per il 2025 all’1,4%, un calo significativo rispetto alla crescita del 2,8% registrata nel 2024.

Questo segna un notevole declassamento rispetto alla crescita del 2,3% degli Stati Uniti inizialmente prevista per il 2025 solo sei mesi fa.

Si prevede che l’aumento delle barriere commerciali, l'”incertezza record” e l’impennata della volatilità dei mercati finanziari peseranno pesantemente sui consumi privati, sul commercio e sugli investimenti negli Stati Uniti.

Crescita più bassa degli ultimi decenni e ombre recessive

La Banca Mondiale prevede inoltre che la crescita globale nel decennio sarà del 2,5%, il ritmo più lento di qualsiasi decennio dagli anni ’60.

Sebbene la Banca Mondiale non abbia previsto una recessione globale, non ha del tutto scartato la possibilità.

Il rapporto evidenzia che se le restrizioni commerciali dovessero intensificarsi ulteriormente o se l’incertezza politica persistesse, la crescita potrebbe essere ancora più bassa.

Il rischio di una recessione globale, tuttavia, è attualmente stimato a meno del 10%.

Ciononostante, i crescenti venti contrari dell’economia e il significativo rallentamento degli scambi suscitano preoccupazioni circa una maggiore vulnerabilità agli shock futuri, aumentando il rischio di fondo di recessioni economiche localizzate o addirittura più ampie.

Sacche di resilienza: i paesi che registrano una buona crescita

Nonostante il quadro generale desolante, si prevede che alcune economie registreranno ancora una crescita relativamente forte.

Si prevede che l’India sarà ancora una volta la principale economia in più rapida crescita al mondo, con un’espansione prevista del 6,3% nel 2025, anche se si tratta di una leggera moderazione rispetto al 6,5% del 2024 e al 6,7% precedentemente previsto per il 2025.

Le previsioni di crescita della Cina sono rimaste invariate al 4,5%, in quanto si aspetta che l’aumento della spesa pubblica compensi l’indebolimento delle esportazioni statunitensi.

Gli altri mercati emergenti e le economie in via di sviluppo dovrebbero crescere in media del 3,8% nel 2025, in calo rispetto al 4,1% delle previsioni di gennaio.

Tuttavia, il rapporto avverte che i paesi poveri soffriranno di più, con il loro PIL pro capite entro il 2027 che dovrebbe essere del 6% inferiore ai livelli pre-pandemia.

La banca ha previsto che ci vorranno 2 decenni prima che questi paesi recuperino le perdite del 2020.