La banca centrale del Brasile affronta la decisione più dura sui tassi di interesse in un contesto di dati contrastanti

La Banca Centrale del Brasile si trova ad affrontare un momento critico questo mercoledì, mentre il suo Comitato di Politica Monetaria (Copom) si prepara ad annunciare la sua decisione sul tasso Selic.
In un rapporto della piattaforma di media locali Infomoney, l’economista di XP Tiago Sbardelotto ha descritto l’imminente decisione – se mantenere o aumentare il tasso di interesse di riferimento – come una delle più complesse degli ultimi anni, tra segnali contrastanti dai recenti dati economici.
Da un lato, l’inflazione a breve termine è diminuita, aiutata da una produzione manifatturiera più forte del previsto e da un tasso di cambio più stabile.
D’altro canto, gli indicatori economici più ampi rimangono contrastati.
L’attività economica continua a mostrare resilienza, in particolare nel mercato del lavoro, nel commercio al dettaglio e nei servizi.
Tuttavia, le aspettative di inflazione rimangono al di sopra dell’obiettivo ufficiale, suggerendo che le pressioni inflazionistiche a lungo termine devono ancora essere completamente contenute.
I dati inviano segnali contrastanti
Dall’ultima riunione del Copom, i responsabili politici hanno segnalato che le future decisioni sui tassi sarebbero state fortemente guidate dai dati economici in arrivo.
Tuttavia, l’economista di XP Sbardelotto ha osservato che gli indicatori recenti non hanno offerto una direzione chiara.
Il flusso di indicatori non consente una visione molto conclusiva su quale dovrebbe essere la risposta della Banca Centrale, ha detto al programma Morning Call di XP.
La Banca centrale rimane concentrata sull’affrontare le aspettative di inflazione persistentemente elevate.
Sebbene l’apprezzamento del real, da R$6 a R$5,50, abbia contribuito ad allentare la pressione inflazionistica a breve termine, le proiezioni indicano ancora un aumento dell’inflazione complessiva al 4,8% quest’anno e al 3,6% nel 2026.
Entrambi superano l’obiettivo di inflazione della Banca centrale, lasciando poco spazio per ridurre i tassi di interesse.
Incertezza nella messaggistica delle banche centrali
L’assenza di chiarimenti da parte della leadership della Banca centrale aggrava la situazione.
Il presidente Gabriel Galípolo e altre autorità non hanno fornito una chiara indicazione del percorso futuro di Copom.
A causa della vaghezza nella comunicazione, gli analisti e i mercati stanno speculando se il comitato manterrà il tasso di interesse al 14,75% o lo aumenterà di 25 punti base.
Sbardelotto ritiene che, dati gli impatti ritardati della politica monetaria e l’attuale flusso di dati economici, mantenere il tasso Selic al 14,75% sia la linea d’azione più prudente.
Tuttavia, non ha escluso la prospettiva di un piccolo rialzo, sottolineando che una tale mossa sarebbe comunque compatibile con l’obiettivo generale di Copom di combattere l’inflazione.
Tariffe per rimanere alte fino al 2026
Indipendentemente dal fatto che la Banca Centrale mantenga o aumenti i tassi questa settimana, l’economista di XP ritiene che il ciclo di inasprimento si stia avvicinando alla fine.
Da questo punto in poi, l’analista non prevede ulteriori aumenti dei tassi.
Il margine di manovra per i tagli dei tassi rimarrà limitato fino a quando le aspettative di inflazione non si allineeranno all’obiettivo statutario e il consolidamento fiscale non si allargherà.
Per Sbardelotto, questo suggerisce che un allentamento monetario è fuori discussione fino alla seconda metà del 2026.