L’inflazione in Turchia scende al 49,4% a settembre, ma i tagli dei tassi potrebbero essere rinviati

Secondo i dati pubblicati da TurkStat, il tasso di inflazione annuale della Turchia è sceso al 49,4% a settembre 2024, rispetto al 52% di agosto.
Si tratta di un calo significativo, ma comunque superiore alle aspettative degli economisti, che avevano previsto un calo al 48,3%.
Nonostante questo calo, l’indicatore di inflazione preferito dalla banca centrale, ovvero l’inflazione mensile, è salito al 2,97%, superando tutte le proiezioni e complicando ulteriormente le prospettive per le decisioni di politica monetaria.
Gli ultimi dati hanno suscitato preoccupazione tra gli investitori, molti dei quali ora mettono in dubbio la probabilità di tagli dei tassi di interesse previsti nel quarto trimestre.
L’indicatore dell’inflazione della banca centrale è aumentato a settembre
L’inflazione mensile è aumentata notevolmente a settembre: il parametro chiave della banca centrale è aumentato del 2,97%.
Si tratta di un dato superiore al 2,47% registrato ad agosto e ben al di sopra della più alta previsione contenuta in un sondaggio di Bloomberg.
I prezzi dell’istruzione hanno avuto un ruolo cruciale in questa impennata dell’inflazione, aumentando del 14,2% in un solo mese.
Questo aumento è stato determinato dall’aumento delle tasse universitarie e dei biglietti degli scuolabus, due settori evidenziati dal Comitato di politica monetaria (MPC) nei verbali di settembre come problematici per l’inflazione.
Gli economisti, tra cui Hande Sekerci di Is Portfoy, hanno sottolineato che l’inflazione nei prezzi dell’istruzione, degli alloggi, dell’abbigliamento e dei ristoranti è stata molto più alta del previsto.
Sekerci ha avvertito che l’inflazione nei servizi resta “rigida”, rendendo difficile frenare il continuo aumento dei prezzi.
Goldman Sachs rivede le previsioni sul taglio dei tassi
Prima dell’ultimo rapporto sull’inflazione, Goldman Sachs Group Inc. era tra gli istituti finanziari che prevedevano un taglio dei tassi a novembre.
Tuttavia, l’inflazione più forte del previsto ha messo in dubbio queste proiezioni.
Per sei mesi, la banca centrale turca ha mantenuto invariato il tasso di interesse di riferimento, ma a settembre ha ammorbidito la sua posizione, portando alcuni analisti a ritenere che i tagli fossero imminenti.
Sekerci e altri hanno suggerito che il ciclo di tagli dei tassi potrebbe ora essere posticipato al 2025, a seconda che l’inflazione mostri un miglioramento duraturo.
La lira turca ha inizialmente invertito le perdite rispetto al dollaro statunitense dopo la pubblicazione dei dati sull’inflazione, attestandosi a 34,2051 alle 10:13 ora di Istanbul.
Nonostante questa stabilizzazione, la lira resta sottoposta a una pressione significativa, poiché l’inflazione continua a influenzare le aspettative sui prezzi delle famiglie e delle imprese.
Tali aspettative sono rimaste ben al di sopra delle proiezioni della banca centrale, complicando ulteriormente la lotta all’inflazione.
Tassi di interesse reali positivi per la prima volta in tre anni
Uno sviluppo positivo per la banca centrale turca è che i tassi di interesse reali sono tornati positivi per la prima volta in tre anni.
Con l’inflazione scesa al di sotto del tasso di interesse chiave del 50% della banca centrale, i costi di indebitamento del Paese sono ora superiori a zero, se adeguati all’inflazione.
Questo sviluppo è significativo in quanto segna un raro momento in cui i tassi adeguati all’inflazione favoriscono la banca centrale.
Tufan Comert, stratega dei mercati emergenti presso BBVA a Londra, ha avvertito che le prospettive restano difficili.
Anche se l’inflazione media fosse del 2% nei prossimi tre mesi, si prevede che a fine anno raggiungerà comunque il 44%.
Secondo Comert, ciò significa che le aspettative per i tagli dei tassi potrebbero essere posticipate al 2025.
Ulteriore rinvio dei tagli dei tassi poiché persistono i rischi di inflazione
Il Comitato per la politica monetaria dovrà procedere con cautela nell’affrontare il panorama dell’inflazione in Turchia.
Con un’inflazione ancora lontana dai livelli obiettivo e pressioni sui prezzi di base ancora elevate, sembra sempre più improbabile che la banca centrale proceda con tagli dei tassi nel breve termine.
Più tardi oggi il governatore Fatih Karahan si rivolgerà ai legislatori del parlamento turco, dove dovrebbe fornire ulteriori approfondimenti sull’orientamento politico della banca centrale.
I recenti dati sull’inflazione saranno probabilmente in cima all’agenda, con molti osservatori ansiosi di vedere come la banca centrale intende affrontare le persistenti pressioni inflazionistiche.
Prospettive di inflazione in Turchia
Il tasso di inflazione in Turchia continua a rappresentare una delle principali preoccupazioni sia per i decisori politici che per gli investitori.
Sebbene il dato annuale sia sceso al di sotto del 50%, le pressioni inflazionistiche di fondo, in particolare nel settore dei servizi, continuano a minacciare la stabilità dei prezzi.
La banca centrale dovrà restare vigile nei suoi sforzi per combattere l’inflazione, anche se è sotto pressione per abbassare i costi di prestito per stimolare la crescita.
Per ora, la prospettiva di un taglio dei tassi di interesse nel quarto trimestre sembra sempre più improbabile, con alcuni esperti che posticipano la scadenza per l’allentamento monetario al 2025.
Molto dipenderà dall’evoluzione dell’inflazione nei prossimi mesi, con particolare attenzione all’impatto su settori chiave come istruzione, edilizia e servizi.