L’economia australiana rimane lenta mentre la spesa dei consumatori diminuisce

L’economia australiana ha mostrato segnali di debolezza persistente nel secondo trimestre del 2024, con un prodotto interno lordo (PIL) in crescita solo dello 0,2% rispetto al trimestre precedente.
Questo tasso di crescita ha soddisfatto le aspettative degli economisti, ma non è stato sufficiente a invertire il rallentamento registrato negli ultimi mesi.
La crescita annua ha rallentato all’1%, segnando il ritmo annuale più debole dalla recessione dei primi anni Novanta, escludendo gli impatti della pandemia di Covid-19.
Ciò conferma la tendenza all’indebolimento delle performance economiche, già evidente nel corso del 2024.
La modesta crescita trimestrale è stata trainata in larga parte dalla spesa pubblica, aumentata dell’1,4%, in particolare nei servizi sanitari.
Tuttavia, ciò non è stato sufficiente a compensare le più ampie sfide economiche che consumatori e imprese si trovano ad affrontare.
La lenta traiettoria di crescita suggerisce che le condizioni economiche dell’Australia restano fragili, con i consumatori che frenano la spesa a causa degli elevati costi di prestito e delle persistenti pressioni inflazionistiche.
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La crescita del PIL rallenta all’1% annuo
La crescita annuale del PIL australiano è scesa all’1% nel secondo trimestre, in calo rispetto alla stima rivista al rialzo dell’1,3% del primo trimestre.
Questo rallentamento riflette un quadro più ampio di debole performance economica, determinato da alti tassi di interesse e da una crescita lenta della produttività.
L’attuale ritmo di espansione economica è notevolmente inferiore alla media decennale del 2,4%, il che evidenzia le sfide attuali che l’economia australiana deve affrontare.
La Reserve Bank of Australia (RBA) ha mantenuto una politica monetaria restrittiva per combattere l’inflazione, con il tasso di interesse di riferimento attualmente al 4,35%, il più alto degli ultimi 12 anni.
Nonostante questi sforzi, l’inflazione si è dimostrata più “rigida” rispetto ad altri paesi, come gli Stati Uniti, complicando il compito della RBA.
La governatrice Michele Bullock ha affermato che è troppo presto per prendere in considerazione un allentamento della politica monetaria, un sentimento condiviso dal suo vice, Andrew Hauser.
Calo della spesa e della produttività delle famiglie
Il comportamento dei consumatori è stato un fattore significativo nel rallentamento economico dell’Australia. La spesa delle famiglie è scesa dello 0,2% nel secondo trimestre, il che ha sottratto 0,1 punti percentuali alla crescita del PIL.
Il calo è stato particolarmente pronunciato nei servizi di trasporto, compresa la riduzione dei viaggi aerei, che hanno registrato il loro primo calo da settembre 2021.
Il tasso di risparmio delle famiglie è rimasto allo 0,6%, in netto calo rispetto al picco del 24,1% di giugno 2020, a dimostrazione della riduzione del margine finanziario a disposizione delle famiglie australiane.
Anche la crescita della produttività è stata motivo di preoccupazione, con il PIL per ora lavorata in ulteriore calo nel secondo trimestre.
Questa tendenza in atto pone una sfida per i decisori politici, poiché la crescita della produttività è essenziale per migliorare gli standard di vita e consentire aumenti salariali sostenibili.
Andrew Canobi, direttore del settore a reddito fisso presso Franklin Templeton, ha osservato che la “scarsa produttività” e il “malessere dovuto agli alti costi” dell’Australia probabilmente si tradurranno in tassi di interesse elevati e duraturi.
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La spesa pubblica aumenta
La spesa pubblica è stata un punto luminoso nel rapporto sul PIL, contribuendo per 0,3 punti percentuali alla crescita del PIL. Questo aumento è stato guidato dagli investimenti nei servizi sanitari e in altri programmi pubblici.
Tuttavia, nonostante questa spinta, la crescita economica complessiva è rimasta debole. L’aumento della spesa pubblica non è stato sufficiente a controbilanciare i cali in altri settori, in particolare la spesa dei consumatori.
Guardando al futuro, gli economisti prevedono che la RBA potrebbe iniziare a tagliare i tassi di interesse a febbraio 2025, anche se si prevede che l’allentamento sarà modesto.
Al contrario, altre banche centrali, tra cui la Federal Reserve, la Banca Centrale Europea, quelle della Nuova Zelanda e del Regno Unito, sono già sulla buona strada per allentare la politica monetaria.
James McIntyre di Bloomberg Economics prevede che la crescita continuerà a essere lenta, con un PIL pro capite destinato a contrarsi ulteriormente nella seconda metà del 2024.
I dati economici mostrano segnali contrastanti
I dati di mercoledì hanno fornito un quadro contrastante dell’economia australiana.
Mentre le esportazioni di servizi sono aumentate del 5,6%, trainate dall’aumento della spesa per servizi di viaggio legati all’istruzione, il PIL pro capite è diminuito per il sesto trimestre consecutivo, con un calo dello 0,4%.
Il reddito disponibile lordo è aumentato dello 0,9%, superando l’aumento dello 0,7% della spesa nominale delle famiglie. Tuttavia, i maggiori guadagni delle famiglie sono stati parzialmente compensati dall’aumento delle imposte sul reddito e delle rate del mutuo.
Il tesoriere Jim Chalmers ha descritto i dati sulla crescita come “davvero deboli”, attribuendoli alle incertezze economiche globali, ai tassi di interesse più elevati e all’inflazione persistente ma in moderazione.
Le prospettive restano incerte: si prevede che la ripresa economica sarà graduale e dipenderà dalle condizioni economiche nazionali e internazionali.