Masi - Vendemmia 2025, fiducia per una "grande annata"
E' un quadro climatico complesso a emergere dalle note - rese pubbliche oggi - del Gruppo Tecnico di Masi Agricola, produttore di vini noto soprattutto per il suo amarone. Dopo le alte temperature di giugno, luglio ha portato con sé temporali e grandinate localizzate in alcune zone del Nord Est. Tuttavia, "gli effetti sulla qualità complessiva delle uve sono rimasti contenuti grazie a un’attenta gestione agronomica", si legge nella nota stampa di Masi. Lasciando intravedere potenzialmente una "grande annata".
"Anche nel 2025 registriamo anomalie da cambiamento climatico: condizioni sempre più imprevedibili che mettono alla prova i vigneti, anche se per fortuna quest’anno mediamente non hanno inciso negativamente nei nostri areali - ha detto Sandro Boscaini, presidente della società - Ma è proprio in queste situazioni che i territori storici, come la Valpolicella Classica, dimostrano tutto il loro valore, grazie alla sinergia tra suolo, vitigni autoctoni e pratiche tradizionali".
Calendario e geografia
A livello generale, il calendario vendemmiale prevede qualche giorno di ritardo rispetto al 2024, mentre la produzione appare nel complesso più stabile e "qualità e quantità delle uve risultano positive", si legge nel comunicato.
In Valpolicella Classica si guarda con "ponderato ottimismo" sia all’imminente raccolta in bassa collina, sia a quella che seguirà nei cru di alta collina. Invece, la maturazione zuccherina e fenolica appare in "condizioni ottimali" in molti vigneti del Nord Italia.
Al contempo, segnali "particolarmente positivi" arrivano dalle vigne di Canevel a Valdobbiadene, dove "l’equilibrio tra acidità e zuccheri lascia prevedere uno spumante di raffinata eleganza, come già verificato nelle tenute Casa Re nell’Oltrepò Pavese e dalle prime raccolte di vermentino in Val d’Orcia". Masi Agricola è dunque ottimista: "Dal Trentino all’Oltrepò, fino alle colline del Prosecco, si respira una stagione di grande equilibrio".
Boscaini: "Più coesione tra i produttori"
Secondo Boscaini, il "mercato rimane fragile e selettivo a causa di incertezze geopolitiche, dazi penalizzanti, normative restrittive e politiche sul consumo di alcol che rischiano di compromettere il valore culturale ed economico del vino. In questo contesto complesso, disporre di un prodotto eccellente non è più sufficiente. Occorre trasformare questa eccellenza in valore concreto attraverso una visione strategica chiara, una coesione forte tra produttori e una comunicazione efficace che sappia raccontare e difendere il patrimonio unico del nostro vino. Solo così potremo superare le sfide attuali e garantire un futuro sostenibile al settore".