USA: primi indizi sul mercato del lavoro con il report di ADPLe quotazioni dei principali indici di Borsa a livello globale hanno registrato una seduta complessivamente caratterizzata dai rialzi. Il membro del Consiglio direttivo della BCE Isabel Schnabel ha affermato che l’istituto può escludere ulteriori rialzi dei tassi visto il “notevole” calo dell’inflazione. Le affermazioni hanno segnato una svolta dovish da parte di Schnabel. Il membro della BCE solo un mese fa aveva insistito sul fatto che i rialzi dei tassi dovessero rimanere un’opzione perché “l’ultimo miglio” della lotta all’inflazione poteva essere il più difficile. Ieri ha detto di aver cambiato idea dopo tre letture consecutive dell’inflazione favorevoli. “L’ultimo dato sull’inflazione ha reso piuttosto improbabile un ulteriore aumento dei tassi”, ha evidenziato, ma ha anticipato che “ci sarà un aumento dell’inflazione” e “c’è bisogno di più tempo”. “Rimaniamo dipendenti dai dati. Questa è la cosa principale”, ha sottolineato Schnabel. Intanto, dal sondaggio BCE sulle aspettative d’inflazione dei consumatori è emerso che a ottobre sono rimaste invariate rispetto a settembre. Il tasso medio di inflazione percepito nei 12 mesi precedenti è sceso al 7,8%, dall’8% di settembre. Le aspettative medie per l’inflazione nei 12 mesi successivi sono rimaste invariate al 4% e quelle per l’inflazione a 3 anni sono rimaste stabili al 2,5%. Lato dati macro, il PMI dei servizi dell’Eurozona (novembre, finale) si è attestato a 48,7 punti dai 48,2 punti della lettura preliminare (precedente a 47,8). L’indice composito è passato da 46,5 a 47,6 punti. Guardando agli USA, l’ISM dei servizi si è attestato a 52,7 punti, superando le attese a 52 e il dato precedente a 51,8 punti.
Idee operative US30
Powell: taglio dei tassi prematuroLe quotazioni dei principali indici di Borsa a livello globale hanno registrato una seduta caratterizzata dai rialzi venerdì. Il presidente della Fed, Jerome Powell, ha respinto le crescenti aspettative di tagli dei tassi di interesse nella prima metà del prossimo anno, affermando che il FOMC si muoverà con cautela, ma manterrà la possibilità di aumentare nuovamente i tassi. Il numero uno della Fed ha indicato che i funzionari prevedono di mantenere i tassi d’interesse invariati nella riunione in agenda il 12-13 dicembre, in modo da avere più tempo per valutare l’economia. Gli ultimi dati macro avevano alimentato tra gli operatori l’attesa che la Fed potesse iniziare a tagliare i tassi già a marzo. “Il FOMC è fortemente impegnato a ridurre l’inflazione al 2% nel tempo e a mantenere la politica restrittiva fino a quando non siamo sicuri che l’inflazione sia su un sentiero verso quell’obiettivo”, ha evidenziato Powell, sottolineando che la politica è ora “ben entrata in territorio restrittivo” e che “gli effetti completi dell’inasprimento probabilmente non si sono ancora fatti sentire”. Riguardo al mercato del lavoro, Powell l’ha descritto come “molto forte”, anche se con il recente rallentamento “l’economia sta tornando a un equilibrio migliore tra la domanda e l’offerta di lavoratori”. Questa settimana il focus degli investitori sarà rivolto proprio ai dati del mercato del lavoro degli Stati Uniti relativi a novembre. Il mercato si aspetta una crescita delle buste paga non agricole di 200mila unità, un tasso di disoccupazione stabile al 3,9%, mentre il salario medio orario è visto al 4% in calo dal 4,1%.
BCE: dai verbali board in linea per ulteriori rialzi dei tassi Le quotazioni dei principali indici di Borsa a livello globale hanno registrato una seduta caratterizzata dai rialzi, orfane di Wall Street, chiusa per festività. L’attenzione degli operatori è stata rivolta ai verbali della BCE. Dai verbali è emerso che i membri del Consiglio direttivo si sono trovati d’accordo a lasciare la porta aperta a un ulteriore rialzo dei tassi, atteggiamento confermato dalle recenti affermazioni di alcuni membri hawkish e dalla stessa Lagarde, che ha di recente sottolineato che non è ancora il momento di cantare vittoria sulla lotta all’inflazione. Dai verbali emerge il timore che l’istituto diventi troppo condiscendente nei confronti di un’inflazione che, anche se in calo, rimane ancora al di sopra del target del 2%. Lato dati macro, le letture flash di novembre degli indici PMI dell’Eurozona sono risultate in recupero e superiori alle attese. Il PMI manifatturiero è passato da 43,1 a 43,8 punti, la lettura sui servizi da 48,1 a 48,2, mentre il composito da 46,5 a 47,1 punti. Il dato flash del PMI manifatturiero della Germania è passato da 40,8 a 42,3 punti, mentre quello sui servizi a 48,7 punti dai 48,2 precedenti. Il PMI composito ha raggiunto i 47,1 punti dai 45,9. Anche se in miglioramento, gli indici rimangono ancora sotto la soglia di 50, che separa la contrazione dall’espansione. Oggi per la Germania si attendono gli indici IFO, che forniranno ulteriori indicazioni sullo stato di salute attuale e sulle prospettive dell’economia. Focus inoltre sui PMI USA, attesi in calo a novembre.
BCE: dopo parole di Lagarde, rumors su inizio taglio tassiLe quotazioni dei principali indici di Borsa a livello globale hanno registrato una seduta caratterizzata da segni misti. Le attenzioni dei trader e degli investitori sono state rivolte alle parole del presidente della BCE, Christine Lagarde, che ha parlato in occasione di un evento organizzato dal Financial Times. La BCE non è destinata a tagliare i tassi di interesse per la “coppia successiva di trimestri”, ha segnalato Lagarde, avvertendo anche di una potenziale ripresa dell’inflazione e indicando anche come il livello di tassi al 4% potrebbe essere quello ottimale per garantire che la crescita di questa rimanga sotto controllo. Le dichiarazioni di Lagarde farebbero pensare che l’istituto possa valutare di tagliare i tassi nella primavera del 2024. “Nel caso in cui si dovessero presentare grandi shock, rivedremmo la nostra posizione, a seconda della natura degli shock”, ha detto Lagarde, evidenziando la determinazione della BCE a vigilare attentamente sulla dinamica dei prezzi. Questa settimana l’attenzione dei trader e degli investitori sarà rivolta proprio ai dati dell’inflazione dell’Eurozona e degli Stati Uniti relativi a ottobre. Gli operatori si aspettano che la lettura dell’indice dei prezzi al consumo dell’Eurozona si attesti al 2,9%, in calo dal 4,3% precedente, mentre la lettura core al 4,2% rispetto al 4,5% precedente. Negli Stati Uniti il dato è atteso al 3,7% a/a, mentre il dato core è stimato al 4,1% in linea con la precedente lettura. Segnaliamo infine che Fitch ha confermato il rating dell’Italia a “BBB” con outlook stabile.
USA: mercato del lavoro rallenta. Oggi focus sugli indici PMILe quotazioni dei principali indici di Borsa a livello globale hanno registrato una seduta caratterizzata dai rialzi venerdì. A ottobre è emerso un rallentamento nella creazione di posti di lavoro negli Stati Uniti: le buste paga non agricole sono aumentate di 150.000 unità, rispetto alle attese a 180.000 unità. Il tasso di disoccupazione è salito al 3,9%, contro le stime al 3,8%, mentre il salario orario medio si è attestato al 4,1% a/a (attese al 4%, precedente al 4,3%). I dati hanno favorito le recenti argomentazioni dei membri dovish della Fed, che spingevano per uno stop del ciclo di rialzi dei tassi. Dopo la pubblicazione dei dati sono calate le probabilità che la Banca centrale possa effettuare un rialzo dei tassi nel meeting di dicembre, con il CME FedWatch Tool che ora stima al 90% una nuova pausa. Oggi al vaglio degli operatori ci saranno gli indici PMI dei servizi e composito per le principali economie del Vecchio Continente. Gli analisti si aspettano dati in calo e ancora al di sotto della soglia di 50, livello che determina la contrazione o l’espansione dell’attività. Archiviate le riunioni delle Banche centrali, la scorsa settimana sono arrivate nuove indicazioni lato BCE: il membro del Comitato esecutivo Isabel Schnabel ha affermato che potrebbe essere necessario un altro aumento dei tassi. “Dopo un lungo periodo di inflazione elevata, le aspettative di inflazione sono fragili e rinnovati shock dal lato dell’offerta possono destabilizzarle, minacciando la stabilità dei prezzi a medio termine”, ha spiegato.
Wall Street al test dei dati del mercato del lavoro degli USALe quotazioni dei principali indici di Borsa a livello globale hanno registrato una seduta caratterizzata dai rialzi. Oggi l’attenzione dei trader e degli investitori sarà rivolta ai dati del mercato del lavoro degli Stati Uniti di ottobre. Il mercato si aspetta il dato sulle buste paga del settore non-agricolo (Non Farm Payrolls) a +180.000 unità, rispetto alle 336.000 unità aggiunte a settembre. Il tasso di disoccupazione è atteso al 3,8% in linea con la misurazione precedente, mentre quella sul salario orario medio è attesa al 4% anno su anno, in calo dal 4,2% di settembre. Ricordiamo che mercoledì la lettura sulla variazione mensile dell’occupazione nel settore privato non-agricolo elaborata da ADP ha deluso le attese, attestandosi a +113mila unità, al di sotto delle stime a 150mila unità (+89mila unità a settembre). I dati saranno particolarmente monitorati dagli operatori, in quando forniranno una fotografia dello stato di salute dell’economia degli Stati Uniti, due giorni dopo che la Federal Reserve ha deciso di lasciare i tassi di interesse stabili al range 5,25%-5,5% per la seconda volta consecutiva. Rimanendo in tema di Banche centrali, ieri - come da attese – la Bank of England ha mantenuto i tassi di interesse stabili al 5,25%, per la seconda volta consecutiva. Tuttavia, il governatore Andrew Bailey ha affermato che la politica monetaria probabilmente dovrà rimanere restrittiva per un “lungo periodo di tempo”. Con la pausa decisa a settembre il Monetary Policy Committee della BoE ha interrotto un ciclo di 14 aumenti consecutivi del costo del denaro iniziato a dicembre 2021.
Eurozona: inflazione e PIL del terzo trimestre sotto la lenteLe quotazioni dei principali indici di Borsa a livello globale hanno registrato una seduta caratterizzata dai rialzi. Oggi gli operatori monitoreranno i dati dell’inflazione dell’Eurozona di ottobre, che il mercato aspetta al 3,1% in calo dal 4,3% di settembre. La misurazione core è invece attesa al 4,2% in flessione dal 4,5%. Ieri l’inflazione in Germania ha registrato un calo al 3,8% a/a a ottobre, rispetto al 4,5% di settembre (attese al 4%). La prima lettura del PIL del Paese del 3° trimestre 2023 ha evidenziato un calo dello 0,1% su base sequenziale, rispetto alle attese a -0,2%. La lettura del 2° trimestre è stata rivista dallo 0% a +0,1%. Su base annuale il dato ha mostrato una flessione dello 0,3%, rispetto al -0,7% atteso, al di sotto dello 0% del trimestre precedente (rivisto da -0,2%). Lato BCE, Boris Vujcic, membro del Consiglio direttivo, ha di recente affermato che “per ora abbiamo concluso la fase dei rialzi dei tassi di interesse”. “In questo momento vediamo l’inflazione scendere, ci troviamo in un processo di disinflazione”, ha spiegato. Il componente dell’Eurotower ha inoltre detto di essere fiducioso circa la possibilità che l’inflazione raggiunga l’obiettivo del 2% entro il 2025. Peter Kazimir, membro del Consiglio direttivo, ha respinto le aspettative degli investitori riguardo a tagli dei tassi nella prima metà del prossimo anno, definendo queste ipotesi “completamente fuori luogo”. Kazimir ha affermato che l’inflazione rimane elevata e non sarà possibile dire che i rialzi siano terminati almeno fino a marzo. Un ulteriore stretta “potrebbe arrivare, se i dati macro in arrivo ci obbligheranno a decidere in tal senso”, ha precisato.
Borse: settimana della Fed, occhi sul mercato del lavoro USALe quotazioni dei principali indici di Borsa a livello globale hanno registrato una seduta complessivamente caratterizzata dai ribassi. Oggi inizia una settimana calda per quanto riguarda l’appuntamento con le Banche centrali e i dati macroeconomici. L’attenzione dei trader e degli investitori sarà rivolta alla riunione di politica monetaria della Federal Reserve, alla conseguente conferenza stampa del governatore Jerome Powell (1° novembre) e ai dati del mercato del lavoro degli Stati Uniti di ottobre (3 novembre). Per quanto riguarda la Fed, il mercato si aspetta che la Banca centrale USA lasci i tassi di interesse al range attuale, visti i recenti segnali di raffreddamento dell’inflazione. Venerdì il deflatore PCE core degli Stati Uniti, la misura preferita dalla Fed per monitorare il trend dell’inflazione, si è attestato al 3,7% a settembre in linea con le attese e in flessione rispetto al dato precedente rivisto al ribasso dal 3,9% a 3,8%. L’ultima volta in cui il FOMC ha deciso per un aumento del costo del denaro è stata alla fine di luglio scorso, con l’undicesima stretta monetaria dagli inizi del 2022, che ha portato i tassi al range compreso tra il 5,25% e il 5,5%. Per quanto riguarda la giornata odierna, gli operatori monitoreranno i dati dell’inflazione della Germania, che il mercato stima al 4% anno su anno a ottobre, rispetto al 4,5% registrato a settembre. Segnaliamo infine che DBRS ha confermato il rating “BBB high” per l’Italia con outlook stabile. E’ quanto si legge in una nota, nella quale si spiega che i “fondamentali economici dell’Italia restano resilienti” e il PNRR sostiene la crescita.
Siamo in Guerra ma guardiamo lontano...Durante periodi con notizie macro è sempre molto difficile fare proiezioni lungo termine.
Si dovrebbe operare preferibilmente con operazioni più veloci o calcolare bene il rischio per beneficiare di grossi movimenti di mercato. Tu come vedi la proiezione degli indici?
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la mia visione lungo termine per DJ30DJ30 credo stia completando il pattern d'inversione per dare inizio ufficialmente al movimento rialzista. credo in una salita lenta ma costante, che rispetti i livelli importanti di supporti e resistenze. Con pandemia e guerra, storicamente dopo un iniziale crollo ha sempre anticipato la ripresa dell economia, e credo anche questa volta ci siamo.
Borse: occhi su inflazione Eurozona e Beige Book della FedLe quotazioni dei principali indici di Borsa a livello globale hanno registrato una seduta caratterizzata dalla debolezza. Gli operatori stanno valutando il rischio di una possibile escalation del conflitto in Israele. Oggi la Giordania ospiterà un vertice ad Amman con il presidente degli Stati Uniti e il leader egizianio per discutere le ripercussioni della guerra a Gaza nella regione e trovare una soluzione politica. Lato Banche centrali, il governatore della BCE, Christine Lagarde, ha riferito ai ministri delle finanze dell’area euro che l’Eurotower sta monitorando il possibile impatto sull’inflazione del trend dei prezzi del petrolio in seguito allo scoppio del conflitto in Israele. Oggi l’attenzione degli investitori sarà nuovamente focalizzata sulla numero uno dell’istituto di Francoforte, che terrà un discorso alle 11:00. Alla stessa ora saranno pubblicati i dati dell’inflazione dell’Eurozona di settembre. Il mercato si aspetta letture stabili: CPI al 4,3% e dato core al 4,5%. Per quanto riguarda i dati macro degli Stati Uniti, sia la produzione industriale che le vendite al dettaglio hanno battuto le attese. La prima è aumentata dello 0,3% m/m a settembre (attese a +0%) rispetto al -0,1% di agosto. Le vendite al dettaglio sono salite dello 0,7% m/m, meno del +0,8% di agosto, ma sopra alle stime (+0,3%). Il timore è che la tenuta dell’economia porti la Federal Reserve a un nuovo rialzo del costo del denaro entro fine anno. Su questo fronte saranno quindi attentamente monitorate le parole del presidente Jerome Powell, che domani terrà un discorso all’Economic Club di New York.
Inflazione USA stabile ma sopra le atteseLe quotazioni dei principali indici di Borsa a livello globale hanno registrato una seduta caratterizzata dalla debolezza. I verbali della BCE hanno confermato che i tassi resteranno alti ancora a lungo per non correre il rischio che l’inflazione rimanga eccessivamente alta per troppo tempo. La decisione di aumentare i tassi dello 0,25% nel meeting di settembre è stata vista come un segnale di forte determinazione a riportare tempestivamente l’inflazione all’obiettivo del 2% e una pausa avrebbe potuto far ipotizzare che il ciclo di aumenti fosse giunto al termine. È stato inoltre osservato che l’assenza di un rialzo avrebbe potuto creare l’impressione che la BCE fosse più preoccupata per l’economia e la potenziale recessione che per l’inflazione troppo elevata. La politica monetaria resterà restrittiva per il tempo necessario e le future decisioni saranno basate sui dati economici, inflazione di fondo e trasmissione della politica monetaria. Su questo fronte oggi sarà atteso il discorso di Lagarde, in agenda alle 15:00. Ieri il membro Mario Centeno ha affermato che la BCE è arrivata al picco dei tassi, ribadendo che rimane data- dependent in attesa della prossima riunione. Per Centeno, alle condizioni attuali e senza ulteriori shock, l’attuale livello dei tassi sta dando un contributo molto significativo al ritorno dell’inflazione al 2% nel medio termine. Per quanto riguarda l’inflazione USA, a settembre il dato CPI si è attestato allo 0,4% m/m sopra le stime dello 0,3%. Su base annuale la lettura è stata leggermente superiore alle attese, attestandosi al 3,7% rispetto alle stime al 3,6%.
Wall Street: attesa per i verbali della Federal ReserveLe quotazioni dei principali indici di Borsa a livello globale hanno registrato una seduta caratterizzata dai rialzi. Oggi l’attenzione degli investitori sarà rivolta ai verbali dell’ultima riunione della Fed. Intanto, la probabilità che la Fed alzi i tassi nel prossimo meeting continua a scendere. Dal CME FedWatch Tool emerge che i mercati stanno prezzando tassi invariati nella prossima riunione, con una probabilità di circa l’86%. Raphael Bostic, presidente della Fed di Atlanta, ha affermato che l’inflazione è “migliorata notevolmente” e che, sebbene rimanga “ancora molto da fare”, non è necessario aumentare i tassi di interesse. Lato BCE, il membro Francois Villeroy de Galhau ha affermato che l’istituto di Francoforte rimane vigile sui prezzi del petrolio alla luce della guerra in Israele, pur riconoscendo un chiara tendenza al ribasso dell’inflazione. “Nella nostra previsione, l’inflazione dovrebbe assestarsi intorno al 2% entro il 2025 e al momento non vediamo alcun motivo per modificare questa stima”, ha detto Villeroy, ribadendo inoltre che al momento non c’è motivo di riprendere il ciclo restrittivo e che la BCE dovrebbe mantenere i tassi a un livello stabile per tutto il tempo necessario. Più falco Robert Holzmann, il quale ha dichiarato che la BCE potrebbe effettuare uno o due ulteriori aumenti dei tassi in presenza di “ulteriori shock” per l’economia. Infine, il FMI ha ridotto le stime sul PIL dell’Eurozona allo 0,7% nel 2023 e all’1,2% nel 2024. Per la Germania è prevista una recessione quest’anno (-0,5%) e un modesto rimbalzo dello 0,9% nel 2024. Per l’Italia il PIL dovrebbe crescere solo dello 0,7% nel 2023 e 2024.
Wall Street al test dei dati del mercato del lavoro degli USALe quotazioni dei principali indici di Borsa a livello globale hanno registrato una seduta caratterizzata dalla debolezza. Oggi sarà una giornata importante per quanto riguarda i dati macroeconomici. Trader e investitori avranno gli occhi puntati sui dati del mercato del lavoro degli Stati Uniti di settembre, in agenda alle 14:30 ora italiana. Focus quindi sulle buste paga del settore non agricolo, tasso di disoccupazione e salario medio orario. Il mercato si aspetta una crescita delle buste paga di 163mila unità, mentre il tasso di disoccupazione è atteso in calo dal 3,8% al 3,7% anno su anno. Il salario medio orario è visto stabile al 4,3% a/a. Dal report sull’occupazione elaborato da ADP è emersa una brusca frenata del mercato del lavoro: a settembre i nuovi impieghi sono stati soltanto 89mila, il valore più contenuto dall’inizio del 2021. Le attese degli analisti erano pari a 160mila unità, mentre il dato di agosto è stato rivisto da 177 a 180mila unità. L’eventuale conferma del rallentamento del mercato del lavoro USA con i dati che usciranno oggi potrebbe contribuire a frenare la spesa dei consumatori, la crescita dei salari e di conseguenza le spinte inflazionistiche. In questo scenario potrebbero diminuire le probabilità di un altro aumento dei tassi da parte della Fed entro la fine dell’anno, nonostante le recenti affermazioni da falco di alcuni componenti della Banca centrale USA. Lato BCE, il membro del Consiglio direttivo Peter Kazimir ha detto che il rialzo dei tassi effettuato il mese scorso è stato probabilmente l’ultimo, ma la BCE non potrà esserne certa fino a quando non vedrà i dati disponibili alle riunioni di dicembre e marzo.
BCE, Lagarde: economia europea debole anche nel terzo trimestreLe quotazioni dei principali indici di Borsa a livello globale hanno registrato una seduta caratterizzata da segni misti. Torna a preoccupare il settore immobiliare cinese con la vicenda Evergrande. Il colosso ha infatti annunciato che non potrà emettere nuove obbligazioni a causa di un’indagine in corso su una delle sue controllate, Hengda Real Estate Group. Il focus degli operatori è stato rivolto anche alle parole di Christine Lagarde alla Commissione Affari economici e monetari del Parlamento UE. Lagarde ha affermato che “l’economia dell’area euro ha prevalentemente ristagnato nella prima metà del 2023 e gli ultimi indicatori mostrano ulteriori indebolimenti nel terzo trimestre”. Per quanto riguarda l’inflazione, Lagarde ha evidenziato come il calo sia proseguito, rispetto al picco segnato a ottobre. Lagarde ha ribadito che i tassi hanno raggiunto livelli che, se mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, contribuiranno in modo sostanziale al tempestivo ritorno dell’inflazione all’obiettivo. La BCE continuerà “a seguire un approccio dipendente dai dati, basando le decisioni sulla valutazione delle prospettive di inflazione alla luce dei dati economici e finanziari in arrivo, della dinamica dell’inflazione sottostante e della forza della trasmissione della politica monetaria”. Lato dati macro, a settembre l’indice IFO della Germania sulla fiducia delle aziende è risultato migliore delle attese, a 85,7 punti, ma in calo rispetto agli 85,8 punti di agosto. La misurazione sulle aspettative di business invece è risultata pari a 82,9 punti, in linea con le attese e in leggero aumento rispetto ad agosto.
Tassi invariati anche per BoE e BoJLe quotazioni dei principali indici di Borsa a livello globale hanno registrato una seduta caratterizzata dalle vendite. Ieri la Bank of England, guidata dal governatore Andrew Bailey, ha confermato i tassi principali di riferimento al 5,25%. È la prima volta dal 2021 che la BoE lascia il costo del denaro invariato, dopo 14 rialzi consecutivi. Dopo la pubblicazione dei dati sull’inflazione nel Paese, i mercati avevano iniziato ad aspettarsi un nulla di fatto da parte della Banca centrale inglese. Sulla base delle proiezioni di politica monetaria, ora l’inflazione misurata dall’indice dei prezzi al consumo (CPI) dovrebbe raggiungere il target del 2% entro il secondo trimestre del 2025. Anche la Bank of Japan ha mantenuto la politica monetaria ultra espansiva invariata, rispettando le previsioni, a fronte dell’incertezza ancora esistente sull’andamento dell’inflazione. Lato BCE sono arrivate nuove indicazioni dai membri del Consiglio direttivo. Ieri Joachim Nagel ha espresso dubbi sulla previsione del picco dei tassi di interesse nell’Eurozona. Il membro dell’Eurotower ha affermato che l’inflazione rimane ancora troppo alta e le previsioni mostrano solo una lenta diminuzione verso l’obiettivo del 2%. Il costo del denaro dovrà rimanere sufficientemente alto per un tempo sufficientemente lungo, ha detto, ma tutto dipenderà dai dati. Fronte dati macro, le nuove richieste settimanali di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti sono state pari a 201mila unità, rispetto alle 225mila stimate e al dato precedente rivisto da 220mila a 221mila.
Federal Reserve: tassi invariati, ma la stretta non è terminataLe quotazioni dei principali indici di Borsa a livello globale hanno registrato una seduta caratterizzata da segni misti. L’attenzione degli operatori è stata rivolta alla riunione della Federal Reserve e sulla successiva conferenza stampa del presidente Jerome Powell. La Banca centrale USA ha deciso di mantenere i tassi d’interesse al range compreso tra il 5,25% e il 5,5%. La decisione, unanime, è stata in linea con le attese del mercato. La stretta però non è terminata: per fine anno, diversi governatori si aspettano che il costo del denaro salga al range 5,5-5,75%, mentre solo alcuni credono che resteranno fermi al livello attuale. Powell ha affermato che mentre le pressioni sui prezzi hanno mostrato alcuni incoraggianti segni di allentamento, il processo per riportare l’inflazione all’obiettivo del 2% è tutt’altro che finito. L’aspettativa del mercato è che il livello dei tassi resti elevato ancora per buona parte del 2024. Rimanendo in tema di Banche centrali, oggi è attesa la riunione di politica monetaria della Bank of England. Ieri il dato dell’inflazione nel Regno Unito ha evidenziato un leggero rallentamento ad agosto, fatto che potrebbe aver alleviato le pressioni sulla BoE in vista del meeting odierno. Molti analisti si aspettano tassi invariati anche da parte della BoE. L’indice dei prezzi al consumo ha registrato un incremento mensile dello 0,3%, rispetto al +0,7% atteso e al -0,4% di luglio. Su base annua, la misurazione è risultata pari al 6,7%, rispetto alle attese al 7% e al 6,8% di luglio. Il dato core ha invece mostrato un incremento tendenziale del 6,2%, contro il 6,9% di luglio e il 6,8% stimato.
Borse europee al test dell’inflazione, dato core atteso al 5,3%Le quotazioni dei principali indici di Borsa a livello globale hanno registrato una seduta caratterizzata da segni misti. Mentre gli operatori dei mercati finanziari attendono la decisione del FOMC, il braccio di politica monetaria della Federal Reserve, sui tassi di interesse, oggi l’attenzione sarà rivolta ai dati dell’inflazione dell’Eurozona di agosto (finali). Il mercato si aspetta che l’indice dei prezzi al consumo nel blocco europeo evidenzi un raffreddamento: il dato CPI è atteso al 5,3% anno su anno, in linea con il dato precedente, mentre la misurazione core - quella al netto di energia e alimentari - è invece attesa in calo dal 5,5% al 5,3% anno su anno. Secondo la vice governatrice della Banca centrale portoghese, Clara Raposo, l’inflazione potrebbe tornare verso l’obiettivo del 2% prima di quanto attualmente previsto, considerando lo stato fragile dell’economia. Martins Kazaks, membro del Consiglio direttivo della BCE, ha invece affermato che la crescita salariale nell’area euro non ha ancora raggiunto il suo apice e non è chiaro quanto velocemente l’inflazione core si raffredderà. Kazaks ha inoltre detto che non è prudente scommettere su un taglio dei tassi nel primo semestre del 2024 ed è troppo presto per escludere un altro rialzo dei tassi. Per quanto riguarda la Fed, gli operatori si aspettano un nulla di fatto nella riunione che prenderà il via oggi. Gli operatori monitoreranno con attenzione le parole del governatore Jerome Powell alla ricerca di qualsiasi segnale che indichi se la Fed propenda per un altro rialzo dei tassi entro la fine dell’anno o se sia necessaria un’ulteriore eventuale pausa.