Peter_Braganti

WisdomTree - Tactical Daily Update - 07.01.2022

BITSTAMP:BTCUSD   Bitcoin
Calma ripristinata sull’azionario, ma l’aumento dei tassi induce prudenza.
Inflazione europea ai massimi da meta’ anni ‘90: a rischio i consumi privati.
Ancora in rialzo, ma senza strappi i rendimenti dei governativi Usa & Eu.
Crisi delle crypto: manca chi ha spesso ha scommesso sul rimbalzo..


Le minute dell’ultimo FOMC (Comitato di politica monetaria) della Federal Reserve, (Banca Centrale Americana) non lasciano spazio all’interpretazione. La tanto attesa svolta restrittiva e’ formalmente annunciata e avra’ luogo in tempi rapidi.

Nel verbale diffuso mercoled’ sera, alle 20.00 ora italiano, quando mancavano 2 ore alla chiusura di Wall Street, si puo’ leggere: "La prospettiva per l'economia, per il mercato del lavoro e per l'inflazione, potrebbero giustificare aumenti dei tassi di interesse in anticipo e a ritmi piu’ rapidi di quanto anticipato recentemente".

In piu’, alcuni membri del FOMC, alias Presidenti delle Fed regionali, ritengono che la Banca Centrale dovrebbe valutare di ridurre la massa di attivi accumulata nella lunga fase di Quantitative Easing, in parallelo all’avvio della stagione di rialzi dei tassi.

A questo cambio di rotta, peraltro auspicato e sintomo di una ritrovata “normalita’”, i marcati hanno reagito male, a cominciare dal Nasdaq che, mercoledi’ 5 gennaio, ha perso oltre il -3,3% in chiusura. Le Borse asiatiche ed europee ieri, 6 gennaio, hanno segnato performance negative, ma senza panico, interrompendo comunque la fase positiva iniziata prima di natale e proseguita sino a mercoledi’ 5.

In Europa il FtseMib italiano ha perso -1,8%, il Ftse100 britannico -0,9%, il Dax40 tedesco -1,3%, il Cac40 parigino -1,7%.

Nuovamente negativa anche Wall Street, ma senza la frana temuta: Dow Jones -0,5%, Nasdaq e S&P500 -0,1%. L’ulteriore aumento dei rendimenti del Tresuries incide negativamente sulla valutazione delle azioni “growth” (ad elevata crescita), favorendo al contrario l’appetibilita’ e la relativa “rivalutazione” delle azioni delle societa’ piu’ esposte alla fase comunque espansiva del ciclo economico, come quelle del comparto energetico e le banche.

Siamo in un contesto di complessa interpretazione: l’allarme sanitario indotto dal boom dei contagi e’ limitato, poiche’ prevale a convinzione che questa nuova ondata sia caratterizzata da sintomi piu’ contenuti e minore letalita’.

L’inflazione e’ esplosa in tutta le parti del globo, ma soprattutto in Europa, dopo quasi vent’anni di sostanziale assenza, e’ un tema complicato e doloroso, poiche’ i salari non tengono minimamente il passo dell’aumento dei prezzi.

Le famiglie finiranno per consumare meno visto che una quota crescente del reddito disponibile viene erosa dalle bollette energetiche e dai servizi. Dipendendo in larga misura dal prezzo del petrolio, e’ difficile prevedere un’inversione di tendenza nel breve termine.


Pensiamo alla Germania: l'inflazione al consumo (CPI) in dicembre ha toccato il livello record di +5,3%: non accadeva dal 1993. Ci si consola pensando che la velocita’ di crescita sembra attenuarsi e che la variazione mensile si sia limitata a +0,3% su basi armonizzate ai parametri UE.

Quella europea, per il 2021, tocca il +5,0% in prima lettura. Insomma, c’e’ poco da stare allegri ed anche la BCE (Banca Centrale Europea) sara’ indotta a qualche misura di “tightening” della sua politica monetaria.

La fase di risveglio dei tassi e’ proseguita anche ieri, 6 gennaio, con qualche riflesso sul mercato valutario. Il rendimento del Treasury decennale Usa a +1,72% aiuta il Dollaro ad apprezzarsi verso le divise asiatiche, come dimostra il cross verso lo yen giapponese a quota 116, al massimi da cinque anni.

Nel frattempo segnaliamo la persistente debolezza delle “crypto”: Bitcoin perde oltr 2% anche oggi, a 41.900 Dollari, quasi -40% dai massimi di ottobre.

I titoli di Stato italiani rendono ogni giorno qualcosa di piu’: quello del BTP decennale ha toccato ieri +1,30% e stamane lo troviamo a +1,28% con lo spread verso l’omologo Bund tedesco a 135 punti base.

Il prezzo del petrolio, complice le rivolte in Kazakhstan ed in Libia, e’ risalito a livelli vicini ai massimi di ottobre: il WTI (Greggio di riferimento Usa) e’ lievemente sopra gli 80 Dollari/barile (ore 13.30 CET).

La mattinata di oggi nell’area Asia-Pacifico e’ stata incoraggiante, grazie al recupero dei titoli tecnologici: l’indice Hang Seng di Hong Kong ha segnato +1,8% trainato da +5% abbondante di Alibaba. Il Piatti il Nikkei giapponese ed il CSI300 di Shanghai e Shenzen +0,2%. Il Kospi coreano ha accelerato sul finale sino a +1,2%.

Andamento incerto per i listini europei, in lieve calo (in media -0,2%, ore 13.30 CET), mentre i futures su Wall Street indicano aperture in cauto rialzo.


Molta attenzione, nel pomeriggio, ai dati sul mercato del lavoro Usa: il consensus stima un aumento di 440.000 posti di lavoro, escludendo l’agricoltura, ma la rilevazione di ADP di mercoledi’ 5, che aveva sospreso con +840 nuovi occupati, lascia spazio a sorprese. La prudenza e’ comunque d’obbligo, visto che l’esplosione della variante Omicron lascera’ il segno sulle rilevazioni di gennaio e febbraio.

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