S&P500 a quota 5.000, Russel in recupero. Wall Street vede “rosa”. Attesa per inflazione USA di gennaio, stima 2,9%, da 3,4% di dicembre. Cryptovalute di nuovo largamente acquistate, grazie all’ok della SEC. Borsa di Tokio allunga ancora coi “tech”: +2,9%, record da 34 anni.
Mentre si avvia alla conclusione la ricca stagione delle trimestrali (4’ trimestre e intero 2023), coi mercati azionari vicini ai massimi, gli operatori attendono i prossimi dati macroeconomici: oggi, 13 febbraio, sara’ la volta dei prezzi al consumo negli Usa a gennaio ma nel corso di questa settimana, sempre negli Stati Uniti, avremo anche i prezzi alla produzione (PPI) e i dati sulle vendite al dettaglio. L’Europa pare comunque scommettere su discesa dell’inflazione e taglio dei tassi. Ieri chiusure per lo piu’ positive, e spesso impattate dalle ampie variazioni di prezzo di azioni che hanno pubblicato i numeri trimestrali: Francoforte +0,61%, Parigi +0,48%, Milano +0,97%, mentre Londra ha perso -0,28%. Francoforte ha goduto del forte rialzo di Siemens Energy, innescato dall’annuncio del buyback da Eur 6 mld e delle attese ottimistiche sul trimestre ottobre-dicembre 2023 del tour opeartor Tui, +5%. Londra ha invece sofferto dei cali delle azioni Astrazeneca e Rolls-Royce, colpite dai “downgrade” degli analisti. Parigi ha visto ottimi rialzi per L'oreal, Axa e Unibail. Wall Street, quasi ferma ieri, sta consolidando i recenti progressi: lo S&P500 ha superato per la 1’ volta quota 5000, ma anche il Nasdaq e’ a una frazione di punto dal record storico.
I 3 principali indici americani (Dow Jones, S&P500 e Nasdaq) hanno chiuso in rialzo 14 delle ultime 15 settimane: intanto si e’ “risvegliato” anche il Russell 2000, indice delle medie capitalizzazione: +1.75% ieri, +4,2% la scorsa settimana.
L'indice S&P500 ha guadagno oltre +5,0% da inizio anno, quando mancano all’appello le relazioni trimestrali di circa ¼ delle Societa’ che compongono l‘indice, tra le quali Coca-Cola, Instagram, Heintz e Doordash.
Come gia’ detto, c’e’ grande attesa per il dato dell’inflazione al consumo (CPI) Usa di gennaio, in uscita oggi, 13 febbraio: il consenso prevede un calo a 2,9% dal 3,4% di novembre, frutto del +0,2% mensile: e’ da marzo 2021 che non si vede un dato sotto il 3%, ed una lettura positiva dell’inflazione potrebbe “spingere” la Banca centrale Usa (Federal reserve-FED) ad un 1’ taglio del costo del denaro.
Il comparto dei Governativi Usa, in attesa dei dati di inflazione e del loro “valore segnaletico” sui tassi di interesse della FED, ha visto ieri prezzi in lieve rialzo e rendimenti in calo: un’inversione di tendenza rispetto alla scorsa settimana, quando il rendimento del Treasury decennale era salito di oltre 15 bps: i recenti forti dati macro Usa fanno pensare che la FED possa restare “falco” ancora per un po’.
Aspettando il dato sull'inflazione Usa, il Dollaro resta forte verso Euro, attorno a 0,92, e verso Sterlina, a 0,79, mentre sul fronte dei Govies europei il differenziale di rendimento tra Btp decennali italiani e Bund tedeschi e’ invariato a 155 punti: il BTP benchmarck italiano rende 3,91% e l’omologo Bund tedesco 2,36%.
Segnali incoraggianti dalla “macro” europea: in Germania l'indice Zew sulle attese degli operatori economici di febbraio pubblicato stamane, e’ salito a 19,9, battendo le attese di 17,5, mentre in Gran Bretagan il tasso di disoccupazione nel 4’ trimestre e' sceso a 3,8%, ben sotto il 4,0% delle attese di consenso. Oggi, 13 febbraio, la giornata parte con la Borsa giapponese molto forte, quasi +3%, ma l’Asia ha poco da raccontarci, visto che le Borse di Cina, Hong Kong, Giappone, Malesia, Singapore, Corea del Sud e Taiwan sono chiuse per festeggiare il Capodanno cinese.
A Tokyo il Nikkei e’ salito +2,89% segnando nuovi massimi da 34 anni, grazie ad robusti acquisti di azioni del tech, corroborati dalla promessa della Banca del Giappone di proseguire nella politica monetaria “iper-espansiva”.
Le Borse europee, dopo un avvio debole, chiudono la mattinata (ore 12.00 CET) in lieve calo, in media -0,3%, nell’attesa del determinante dato sull'inflazione americana a gennaio. Non dimentichiamoci che siamo reduci da 3 settimane consecutive di rialzi. I future su Wall Street anticipano riaperture in frazionale calo, in media -0,3%, dopo il rally degli utimi 3 mesi e mezzo.
Sul mercato valutario, poco da segnalare: il cross Euro/Dollaro conferma il livello 1,076 di ieri, quello Euro/Yen giapponese segna 161,1 (da 161,0), quello Dollaro/Yen 149,6 (da 149,4).
La vera novita’ viene dal comparto delle cryptovalute, in piena fase di riconsiderazione e solido accumulto: l’endorsement fornito dalla SEC (Security Exchange Commission Usa) sta legittimando Bitcoin come “asset class” da possedere in portafoglio: Bitcoin stamane ha superato quota 50.000 Dollari, che non vedeva da dicembre 2021.
Secondo Bernstein nel corso del 2024 i soli asset managers Usa potrebbero fare acquisti netti di Bitcoin per 10 miliardi di US$, mentre la raccolta degli ETF spot recentemente approvati avrebbe superato 1 miliardo di Dollari nell'ultima settimana. Watch-out!!
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