La BCE rinvia a Novembre le decisioni su Pepp/politica monetaria. Wall Stret a nuovi massimi, le trimestrali danno supporto. I prezzi delle commodities sembrano stabilizzarsi, a cominciare dal petrolio. Tensione sui prezzi dei Govies Europei: Spread BTP/BUND > 120 bps.
La BCE (Banca Centrale Europea) ha scelto un atteggiamento attendista nella riunione di ieri, 28 ottobre, e la reazione dei mercati e’ stata contenuta, con performance molto miste sui mercati azionari e notevoli, erratiche oscillazioni, su rendimenti e spread dei “governativi”. In chiusura il Cac40 ha segnato +0,75%, il FtseMib italiano +0,31%: Dax tedesco e Ftse100 britannico appena sotto la parita’.
La BCE ha lasciato invariati i principali tassi di riferimento, e cio’ era nelle aspettative, ma ha previsto un ritmo in lieve rallentamento degli acquisti nell’ambito del programma PEPP (Pandemic Emergency Purchase Program), rispetto a quanto registrato nella prima parte dell’anno.
La Signora Lagarde ha nuovamente sostenuto la convinzione che i fattori che stanno determinando un’inflazione alta e persitente siano comunque di natura transitoria e non richiedano interventi specifici da parte della banca centrale.
Tuttavia, facendo esplicito riferimento a un’inflazione elevata e “più a lungo” del previsto e del desiderato, ha innescato una turbolenza e pressione in vendita che non si vedeva da molto tempo sul mercato dei bond Governativi europei, ovviamente concentrata sui “periferici” dell’Euro zona, ed in particolare sui BTP italiani.
Il risultato e’ stato un allargamento dello spread, arrivato fino a 126 bps, ed un aumento del rendimento oltre il +1,0% per il decennale italiano, poi parzialmente ridimensionatosi sul finale.
Per Wall Street e’ stata chiaramente un’altra seduta di “mood positivo” e nuovi massimi assoluti: S&P500 +0,98%, Nasdaq +1,39%, e Dow Jones +0,68%.
Le trimestrali in corso di pubblicazione, a ieri circa la meta’ delle societa’ quotate, sono molto buone per fatturati e margini, smentendo, almeno nei numeri del trimestre passato, le paure che i colli di bottiglia sull’offerta ed i prezzi alle stelle di molte materie prime, potessero tradursi in minori utili di bilancio.
Bloomberg calcola che nell’80% dei casi siano state superate le attese degli analisti, ma non mancano le “sorprese”: ad esempio Apple e Amazon hanno riportato, a mercato chiuso, dati misti, e su alcuni aspetti, inferiori alle stime di consenso. Ford Ford Motor Co. ha battuto le stime degli analisti ed e’ arrivata a guadagnare quasi il 12%.
Se e’ chiaro quello che da’ forza all’azionario Usa, riesce a sorprendere quanto alcuni dati “di peso”, anche quando negativi, sembrino non lasciare il segno. Quello sul PIL del terzo trimestre e’ uscito molto sotto alle attese: +2,0% su base trimestrale, contro stime di +2,9%, il numero peggiore da 5 trimestri, ma il mercato non gli ha dato importanza, quasi come fosse gia’ stato “metabolizzato”.
Qualche contraccolpo in piu’ si e’ visto sul Dollaro che ieri, 28 ottobre, si e’ velocemente indebolito verso l’Euro, segnando il minimo delle ultime tre settimane a 1,167. Stamattina e’ piuttosto stabile, attorno a 1.165 (ore 13.00 CET).
L’evoluzione restrittiva della politica monetaria resta un potenziale “market mover” molto importante e possiamo immaginare che la prossima settimana l’attenzione sara’ massima per il prossimo FOMC - Federal Open Market Committee della FED (Fanca centrale Usa), previsto il 2 e 3 novembre, con al centro le decisioni in merito al “tapering” (alias riduzione dell’acquisto di bond sul mercato).
Moderatamente positivi i principali listini azionari asiatici alla chiusura di stamattina, 29 ottobre: il CSI300 di Shanghai&Shenzen ha guadagnato +0,92%, il Nikkei +0,25%, nonostate il dato sotto alle attese della produzione industriale di settembre, mentre ad Hong Kong l’Hang Seng ha chiuso a -0,70%, soffrendo ancora del “terremoto” finanziario che interessa il comparto immobiliare.
Nella mattinata ha prevalso il segno rosso per l’azionario europeo, che perde in media il -0,2% (ore 12,15 CET) risentendo della turbolenza che sta interessando il comparto bond/govies e dell’attesa delle trimestrali del “vecchio continente”, la cui pubblicazione si concentra nelle prossime 2 settimane, a che si teme siano piu’ impattate di quelle americane dall’aumeto di prezzo e dalle difficiolta’ di reperimento delle materie prime.
Si accentua la pressione sul debito pubblico italiano, ed il rendimento del BTP decennale sale bruscamente a +1,06%, ampliando di oltre 10 bps a quota 120, lo spread con l’omologo bund tedesco. (ore 13.00 CET).
Il prezzo del petrolio e’ poco mosso, col WTI West Texas Intermediate a 83,0 Dollari/barile, +0,2%, e che contribuire a frenare anche oggi, come nelle ultime 4 giornate, la folle corsa delle “commodities”.
L’indice Bloomberg Commodity segna -0,23% (ore 13.15 CET), complice anche il nuovo ribasso del prezzo del gas naturale, -1,8% stamattina, -10% dai massimi del 5 ottobre.
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