I mercati temono una recessione economica imminente se non addirittura in corso, e che, per combattere l’inflazione troppo alta, ci sara’ una serie ravvicinata di rialzi dei tassi di interesse da parte delle banche Centrali americana ed europea.
In effetti i dati sull’inflazione europea di giugno, ai massimi da oltre 20 anni, “obbligano” le Banche Centrali ad accelerare la svolta restrittiva che, purtroppo, andra’ ad incidere negativamente sulla crescita economica gia’ affievolita.
Tuttavia venerdi’ 1 luglio, prima seduta del 2’ semestre, i listini azionari europei sono risusciti a segnare piccoli progressi, dopo una seduta volatile e incerta: Milano +0,3%, Parigi +0,1%, Francoforte +0,2%. Invariata Londra.
Grazie al recupero sul finale, ha fatto un po’ meglio Wall Street che, alla vigilia dei festeggiamenti del 4 luglio (Independence day) ha segnato buoni progressi: Dow Jones +1,0%, Nasdaq +0,9% e S&P500 +1,1%. Peccato che Wall Street, nel 1’ semestre di quest’anno, abbia registrato la peggior performance dal 1970.
I dati macroeconomici europei stanno peggiorando: l’indagine PMI (Purchasing managers index) condotta intervistando i direttori degli uffici acquisti delle maggiori imprese, e’ sceso a giugno, per il quinto mese consecutivo, a 52,1 da 54,6 di maggio, tornando al livello di agosto 2020. Anche la produzione industriale in Euro-zona, a maggio, e’ in diminuzione per prima volta in due anni.
E’ piuttosto consequenziale che gli analisti si predispongano a rivedere al ribasso le aspettative degli utili delle aziende quotate, risultato naturale di un rallentamento della domanda e della difficolta’ a scaricare sui prezzi finali gli aumenti subiti a monte nei loro acquisti di materie prime e servizi, cha da 7 mesi sono pari o superiori al +30% annuo.
Sul tema sara’ molto interessante la comunicazione e l’interpretazione dei prezzi alla produzione di maggio nell'Eurozona. Nel tardo pomeriggio ricordiamo anche l’intervento di Luis de Guindos, vice-Presidente della Banca Centrale Europea (ECB) all’Euro Finance Summit di Francoforte.
Gli approvvigionamenti energetici, anche nella prospettiva dei maggiori consumi autunnali/invernali, restano un tema scottante, poiche’ per effetto delle sanzioni alla Russia e delle ritorsioni di quest’ultima la quantita’ di petrolio e di gas che arriva in Europa e’ sempre piu’ bassa.
Il Governo tedesco studia misure di salvataggio di Uniper, il più importatore e distributore di gas russo. Il taglio sopra il 50% delle forniture dalla Russia ha obbligato la Società a comprare sul mercato “spot” l’ammanco, sostenendo maggiori costi per circa Eur 1 mld/mese.
Quello tedesco non sara’ l’unico Governo europeo a sobbarcarsi i maggiori oneri di fornitira delle materie prime energetiche, sia per prevenire fallimenti a catena degli operatori privati, che per garantire gli stoccaggi minimi necessari a fronteggiare i consumi della stagione “fredda”.
Anche negli Stati Uniti sta rallentando l’attività manifatturiera e la spesa per consumi. Lo rivela l'indice Pmi manifatturiero, sceso a 52,7 punti a giugno, in calo da 57 di maggio: anche se ancora in area di espansione, e’ al livello più basso da luglio 2020, impattato dal calo della domanda domestica ed estera.
Sul “tono” della congiuntura economica Usa sara’ cruciale la pubblicazione dei dati sull’occupazione, venerdì 8 luglio.
Molto piu’ “misto” il quadro “macro” asitico: l'indice Tankan sulla fiducia delle imprese manifatturiere giapponesi, misurato trimestralmente dalla Banca del Giappone, ha rivelato una brusca frenata a giugno. Nello stesso mese, aiutata da stimoli monetari e fiscali, la produzione manifatturiera cinese è invece risalita oltre le attese.
Da venerdi’, la Banca Centrale Europea, terminato gli acquisti netti di titoli col programma APP (Asset Purchase Program), ha avviato altri acquisti, su volumi relativamente minori, finanziati dal reinvestimenti di titoli scaduti e cedole del portafoglio PEPP (Pandemic Emergency Purchase Program).
Sara’ anche in virtu’ del rinnovato impegno dell’ECB a “controllare” l’allargamento degli spread che quello piu’ osservato tra rendiemento del BTP decennale italiano e Bund tedesco staziona attorno ai 200 bps, col rendimento del BTP a +3,32%.
Piu’ teso il fronte “Corporate europeo” dove una percentuale crescente di obbligazioni societarie offre rendiementi superiori a qualli degli omologhi “governativi“ di pari rating: il mercati del “credito” sembra rapidamente convincersi dello scenario recessivo, con relativa difficolta di finanziamento sul mercato per le societa’.
Il rendiemento del Tresury Note decennale è sui minimi dell’ultimo mese, attorno a +2,9%, noncurante del fatto che i mercati assegnino un’alta probabilita’ ad un rialzo di +0,75% da parte della Federal Reserve nel FOMC (Federal Open Market Commitee) di luglio.
Oggi, 4 luglio, i mercati azionari americani sono chiusi per la festa dell'Indipendenza ma stamani, i maggiori indici asiatici, fatta eccezione per Hong Kong, -0,5%, hanno chiuso positivi: Nikkei giapponese +0,5%, CSI300 di Shanghai&Shenzen +0,7%, Sensex indiano +0,6% e ASX200 australiano +1,1%. Le Borse europee, con scambi ridotti, salgono frazionalmente, in media+0,3%, a fine mattinata (ore 13.30 CET).
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