Le Borse Usa ed Europee cercano stabilita’ dopo i recenti cali. ECB e Federal Reserve confermano aumento tassi nelle prossime riunioni. Fase turbolenta nel mondo crypto, ma le big reggono l’urto. Dollaro Usa inarrestabile, sostenuto da flussi di acquisto sui suoi Govies.
Il gas russo, gia’ ridotto nei flussi in transito dall’Ucraina, non passera’ piu’ dai gasdotti polacchi ma, a parte l’impennata del prezzo del metano sulla piattaforma di riferimento olandese TTF, le Borse europee non sembrano soffrirne, chiudendo negative, ma sopra i minimi, la seduta di ieri, 12 maggio, influenzata anche dalla drammatica crisi di alcune valute digitali.
Aiutati dall’apertura in rilazo di Wall Street, i listini europei hanno contenuto le perdite a meno’ della meta’ di quelle di meta’ mattinata: cali simili per Francoforte (Dax40) e Milano (FtseMib) attorno -0,7%, un po’ peggio Parigi (Cac40) -1,%, e Londra (Ftse100) -1,6%. A New York il Dow Jones ha perso -0,3%, lo S&P500 -0,1%, ed il Nasdaq ha recuperato +0,1%.
Il dato sull'inflazione (CPI) negli Usa, in lieve calo, ma meno delle attese, ha rafforzato il timore che la Banca Centrale Usa (Federal Reserve) possa accelerare ritmo e misura dei rialzi dei tassi. Ieri, 12 maggio, nel discorso per la conferma del Senato Usa al suo ruolo di Chairman FED, Jerome Powell ha detto che ritiene appropriati rialzi da +0,5% nelle 2 riunioni di giugno e luglio.
Powell ha aggiunto che gli eventi geopolitici mondiali continueranno a giocare un ruolo molto importante nell’ottenere i target della Banca centrale, ovvero l’inflazione al 2% assieme ad un mercato del lavoro forte.
Dal canto suo, la Banca Centrale Europea sembra decisa ad uscire dall’immobilismo, ed il suo Presidente Lagarde ha avallato un aumento del costo del denaro il prossimo luglio.
Giustamente considerato tra i maggiori responsabili dell’aumento dell’inflazione, il prezzo del petrolio continua il suo erratico andamento, permanendo su livelli elevati (+45% da inizio anno). A sostenerlo i timori di difficolta’ di approvvigionamento dovuti all’embargo del greggio russo: oggi, 13 maggio. Il WTI segna +0,9% a 107,2 Dollari/barile, -1% nella settimana (ore 12.30 CET).
L’impatto della variante Omicron in Cina e’ all’origine della riduzione di 0,3 milioni di barili/giorno delle stime Opec+ (cartello dei principali esportatori) sulla domanda mondiale di petrolio.
Il calo atteso della domanda, assieme alla maggior offerta da parte dei Paesi “non-Opec” (Usa e Iran in primis) dovrebbe favorire il calo dei prezzi, ma la crisi ucraina pesa sulla reale disponibilta’ di greggio.
Come scrivevamo ieri, la curva dei rendimenti dei governativi Usa è tornata ad appiattirsi (flattening), indicando il timore di un rallentamento della crescita economica nel corso dell’anno: certamente, rendimenti sopra +2% su quasi tutte le scadenze per bond “AAA” denominati in US$ sta attirando capitali domestici ed internazionali verso il debito Usa.
Sul fronte europeo registriamo il ridimensionamento dello spread di rendimenti tra Btp decennali italiani ed omologhi Bund tedeschi, che stamani, 13 maggio, segna 190 bps, ben sotto i 205 bps di inizio settimana. Il BTP decennale rende +2,79%, in forte contrazione da +3,2% di lunedi’ 9.
Anche negli “States” si osserva un calo dei rendimenti: il Treasury 10 anni rende +2,88% (+3,21% a inizio settimana), mentre anche l’inflazione attesa a 10 anni è calata -12 bps in una settimana a +2,63%.
Ieri, 12 maggio, un’altra giornata di grande allarme per il mondo criptovalute: Bitcoin è sceso ai minimi da 17 mesi, fino a 26 mila Dollari, bruciando un terzo della sua capitalizzazione in 7 giornate. Azzerati i progressi 2021, e’ lontanissimo dai 69 mila Dollari, massimi di novembre 2021. Oggi, tuttavia, guadagna +6% a 30.300 (ore 13.00 CET).
Il mercato delle “crypto” e’ afflitto da crash eccellenti ed inaspettati che hanno interessato soggetti minori: il piu’ impressionante e’ quello diTerra-USD (stablecoin algoritmico) che in poche ore ha azzerato il suo valore, invece di restare “peggato” (ancorato) al Dollaro Usa. La Fondazione proprietaria della blockchain e’ alla ricerca di risorse fresche per salvare la situazione.
A complicare la situazione ha contribuito anche la relazione trimestrale di Coinbase, la maggiore piattaforma di scambi di criptovalute negli Usa, largamente sotto alle attese: calo brusco del numero di utenti e commissioni e boom dei costi operativi hanno dato luogo a perdite nette di 430 milioni di Dollari su ricavi di 1,2 miliardi!!
Il Dollaro Usa conferma, di giorno in giorno, la propria valenza di “valuta rifugio”: oggi il cross contro Euro tocca 1,038 (+0,1%), livelli massimi dal 2004. (ore 13.00 CET). Soffre ancora lo Yen giapponese, che perde un altro -0,5% contro Dollaro, a 128,9, vicinissimo ai minimi storici.
Stamattina le borse dell’Asia Pacifico hanno chiuso positive: Nikkei giapponese +2,6% e -2,0% nella settimana, Hang Seng di Hong Kong +2,7%, -3,9% nella settimana, Hang Seng Tech +4,5% e perdita settimanale quasi azzerata. Kospi coreano +2,2%, CSI300 di Shanghai&Shenzen +0,8%.
A fine mattinata, Borse europee in rialzo medio del +1,1%, in parallelo ai futures su Wall Street, attorno a +1%. (ore 13.00 CET).
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