Il dato di inflazione Usa di oggi ispirera’ le future mosse della FED. A dicembre possible variazione mensile zero o negativa del CPI Usa. Per il dato generale stime di 6,5 da 7,1%: occhi aperti sul dato “core”. Il 2023 parte debole, ma c’e’ fondata speranza di miglioramento.
Da Banca centrale Usa (FED) ed EBC (Banca centrale europea) arrivano quotidiane conferme della necessità di alzare ulteriormente i tassi d’interesse per contrastare l’inflazione, ma gli investitori vogliono vedere con ottimismo la prospettiva 2023 e le Borse proseguono il rialzo di inizio 2023.
Chiusure positive ieri: Francoforte (Dax) +1,17%, Parigi (Cac40) +0,80%, Londra (Ftse100) +0,41%. Bene anche Wall Street: Dow Jones +0,7%, S&P500 +1,28%, Nasdaq +1,75%. Gli operatori sperano che il dato sull'inflazione al consumo (CPI) americana, diffuso oggi alle 14.30 CET, sia in forte calo e favorisca un “rilassamento” della politica monetaria restrittiva della FED gia’ alla prossima riunione del 1’ febbraio.
Il dato sull’inflazione americana sara’ il “giro di boa” delle borse: il dato "core", quello che esclude le componenti più volatili quali cibo ed energia, sara’ l’osservato speciale, ed e’ atteso al +5,7%, in calo di -0,2% rispetto a novembre, ma ancora troppo elevato secondo i parametri della Banca centrale, per giustificare un allentamento della “stretta monetaria”.
Il prossimo FOMC (comitato di politica monetaria FED) di inizio febbraio decidera’ un nuovo rialzo, +0,50% o +0,25%, ma comunque sulla traiettoria per salire verso il “tasso target” del 5,0% prefigurato da diversi membri votanti e da raggiungere entro maggio.
Davos 2023: atti preparatori di un Summit che si prospetta “preoccupato”: l’inflazione resta la “bestia nera” degli operatori economici e finanziari.
Il Global Risk Report 2023, un'indagine condotta presso 1.200 esperti di rischi, autorità pubbliche e leader d’impresa preparata da Forum economico mondiale assieme a Marsh McLennan e Zurich Insurance, contiene "la lista, sempre piu’ lunga, delle preoccupazioni delle aziende, sempre piu’ spesso spinte a strategie di "friend-shoring e accumulazione scorte".
Pandemia e guerra portano in cima alla classifica dei rischi globali il caro-vita e le crisi energetiche e alimentari, che potrebbero tradursi in recessione e crisi del debito, inducendo un indebolimento/differimento degli “sforzi per affrontare i rischi di lungo termine ed in particolare quelli legati al cambiamento climatico, alla biodiversità e all'investimento in capitale umano".
A livello politico europeo il 2023 parte con un’iniziativa rilevante: l’Unione europea pensa ad uno strumento di finanziamento per sostenere le imprese nella competizione con quelle americane, avvantaggiate dai sussidi alla Green Technology. Paolo Gentiloni, Commissario europeo per gli affari economico-monetari, riprende e sostiene la proposta originaria del Cancelliere tedesco Scholtz.
Il Bollettino mensile di gennaio dell’ECB conferma che i tassi di interesse devono "ancora aumentare in misura significativa a un ritmo costante... a livelli sufficientemente restrittivi da assicurare un ritorno tempestivo dell'inflazione al 2%, target di medio-termine“.
Il Bollettino dell’ultima riunione di meta’ dicembre conferma che da marzo il portafoglio bond acquistati col programma 'App' (Asset purchase program) "sarà ridotto a un ritmo misurato e prevedibile" pari, in media, a 15 miliardi Euro/mese sino giugno.
Nel periodo tra settembre e metà dicembre 2022, caratterizzato dall’inasprimento della politica monetaria, "i tassi di interesse a più lungo termine sono cresciuti solo lievemente" e "i differenziali sui titoli di Stato si sono ridotti", particolarmente per i decennali italiani (-18 bps vs Bund) e greci (-22 bps).
L'economia dell'area-euro, nel 4’ trimestre 2022 e 1’ del 2023, potrebbe subire una contrazione dovuta a crisi energetica, elevata incertezza, indebolimento dell'attività economica mondiale e condizioni di finanziamento più restrittive, con rischi orientati al ribasso.
Un’eventuale recessione sarebbe relativamente breve e lieve, grazie anche alla buona tenuta dell'occupazione, aumentata +0,3% nel 3’ trimestre, per un nuovo minimo storico del tasso di disoccupazione al 6,5% a ottobre.
L’inflazione cinese a dicembre e’ risalita al +1,8% annuo, in linea con le previsioni, in ascesa dal +1,6% di novembre, riflettendo l’aumento dei prezzi alimentari. Nel 2022 l’inflazione media si e’ fermata al +2,0%, molto piu’ bassa che nel resto del Mondo e sotto le previsioni del Governo di +3,0%. In calo a dicembre i prezzi alla produzione: -0,5% vs novembre, grazie al calo del petrolio: sull’intero 2022, un aumento medio del +4,1%.
Scendono i rendimenti sul mercato obbligazionario: lo spread tra Btp decennali italiani e omologhi Bund si riduce a 186 bps col rendimento del 10 anni italiano +4,09%, -10 bps rispetto alla chiusura precedente.
Il calo dei rendimenti si combina con la speranza di una discesa rapida dell’inflazione, a sua volta favorita dal crollo del prezzo del metano, dimezzato nell’ultimo mese e ieri, -4,2% a 67 Euro/megawattora. Gli swap sull’inflazione a 1 anno implicano un calo a 2,5%: 1 mese fa stimava +4,5%.
Il rafforzamento del prezzo dell’oro prosegue ininterrotto: ieri, 11 gennaio, +0,4% a 1.994 Dollari/oncia, sostenuto dall’indebolimento del Dollaro e dagli acquisti delle banche centrali: quella cinese ha comprato 62 tonnellate negli ultimi 2 mesi 2022.
Andamenti incerti stamane per le Borse asiatiche: a Tokyo, Nikkei225 invariato, +0,01%, come in Cina il Shanghai-Composite, -0,01%, l'Hang Seng di Hong-Kong ha perso -0,30%
Borse europee in rialzo medio +0,6% a fine mattinata: i futures su Wall Street anticipano marginali rialzi, in attesa del dato su inflazione e sussidi di disoccupazione. (ore 13.30 CET)
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