L’importanza del cambio di focus
Spesso, in questa sede, abbiamo evidenziato quanto, spesso, sia il cambio di focus degli operatori a trasformare, ceteris paribus, una giornata di risk-off in una giornata di risk-on.
La seduta di ieri e’ stato un caso di scuola di cambio di focus.
In un contesto in cui i dati macro continuano a dare segnali di rallentamento, la diffusione del virus si estende sempre di piu’ a livello globale, gli operatori si sono concentrati sugli effetti positivi che l’azione concertata delle banche centrali e dei paesi dell’OPEC+ possa portare al trend macro nel medio periodo.
Per un giorno il focus si e’ spostato dal contingente, al prossimo futuro. Il contingente e’ ancora imperniato di notizie negative, di dati macro disastrosi e previsioni di ulteriore contrazione. Al contrario, il medio termine e’ visto piu’ roseo, grazie all’interventismo delle autorita’.
Come scritto nel commento di preapertura di ieri, se il tema del coronavirus e la sua diffusione si limitera’ a soli pochi mesi, i suoi effetti potranno essere negativi nel brevissimo termine ma non impediranno all’economia globale di riprendersi a medio termine grazie all’azione congiunta di governi e banche centrali. Su questa azione congiunta si sta spostando gradatamente il focus del mercato.
A tal proposito, la giornata odierna sara’ una giornata chiave. I ministri delle finanze delle 7 potenze mondiali si uniranno in una teleconferenza alle 13.00 per discutere le misure economiche da adottare. A tale appuntamento partecipera’ anche Cristine Lagarde che ieri ha rilasciato un comunicato fotocopia delle dichiarazioni della FED di domenica sera.
Fed, Boj, Boe e ECB sono gia’ allineate. Nella lista delle banche centrali pro-active non manca poi la RBA che questa mattina ha tagliato i tassi di ulteriori 25 bp portandoli allo 0.5%.

Ma ad agire non sono solo le banche centrali ed i governi. Anche l’OPEC+, che si riunira’ questo fine settimana, potrebbe intervenire con un taglio di 750.000 barili di petrolio al giorno. E’ questo il driver del rimbalzo del prezzo del petrolio che in due sedute ha recuperato buona parte del sell off della scorsa settimana.

Quindi? Tutto finito? Possiamo tornare a comprare bendati come a febbraio?
No.
Nonostante lo S&P500 sia salito del 4.60% nella seduta di ieri, il messaggio che proviene dallo spaccato delle performance settoriali e’ piuttosto prudente.
Escludendo il rimbalzo tecnico dei titoli del settore tech, che erano stati particolarmente penalizzati nel recente sell off, gli acquisti di ieri si sono concentrati sui titoli difensivi, su quelli che maggiormente beneficiano di un taglio dei tassi da parte della FED. In sostanza, il mercato ieri ha comprato i proxi dei bond, non ha comprato la crescita. Quello che ci dice lo spaccato settoriale e’ che la scommessa del mercato al momento e’ limitata ad una FED accomodante non agli effetti positivi di tale espansione monetaria sul ciclo macro. I settori piu’ ciclici quali Industrial, Energy, Consumer Discretionary, Materials sono rimasti indietro rispetto al mercato.

Medesimo messaggio proviene dal mercato dei bond in cui i rendimenti del Treasury, dopo un rimbalzo nella seduta di ieri, sono tornati a scendere e trattano in prossimita’ dei minimi di periodo.

Cauto anche il messaggio che proviene dall’oro. La commodity continua ad essere ben comprata ad indicazione di un atteggiamento ancora piuttosto prudente degli operatori.

In sintesi, a salire ieri, le asset class direttamente beneficiarie delle misure di interventismo attese e annunciate. Il petrolio e le azioni che beneficiano del taglio dei tassi.

Nella seduta odierna sara’ importante seguire l’esito della teleconferenza tra i paesi del G7 perche’ questo e’ il driver che sostiene i mercati.

Interessante, infine, notare come la reazione del mercato azionaria sia stata piu’ forte proprio laddove ci si attende maggiore interventismo mentre e’ stata piu’ pacata nei casi in cui le banche centrali hanno poco spazio di manovra.
E’ il mercato USA quello ad essere rimbalzato maggiormente mentre quello Europeo, nonostante il +4.6% dello S&P500 sta ancora scambiando ai livelli di ieri. Questo non e’ un buon segnale.
Nella seduta odierna potremmo assistere ad un rimbalzo degli indici Europei ma difficilmente andremmo a superare le resistenze in area 3400 di eurostoxx50.

In dati economici, l'Institute for Supply Management ha dichiarato che l'indice di produzione è sceso al 50,1% il mese scorso dal 50,9%.
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