L'oro si ferma dopo il rimbalzo delle ultime sedute d'ieri e si porta a 1.728 usd.
Malgrado la reazione recente la situazione non è positiva, Marzo si è confermato il settimo mese negativo degli ultimi otto con una perdita del -1,6%.
Il primo trimestre 2021 è stato il peggiore da quattro anni con una flessione complessiva del 10% in dollari e del 6,40% in euro. Per trovare di peggio bisogna risalire al -12% del quarto trimestre 2016.
Accelerazione dei piani vaccinazioni, rendimenti in aumento e dollaro forte sono un cocktail micidiale per le prospettive del metallo prezioso, a lungo associato alla categoria dei beni rifugio, quale riserva di valore.
Non per nulla, il metallo giallo ha avuto il suo momento di gloria durante l'apice della pandemia, passando dai minimi di marzo 2020 intorno a 1.500 dollari fino al massimo storico di quasi 2.100 dollari nell'agosto 2020. Da allora è precipitato in ribasso del 20%.
Le statistiche segnalano che gli ETF continuano ad alleggerire le posizioni.
Nell'ultima sessione di negoziazioni del trimestre i fondi specializzati hanno tagliato un equivalente di 116.034 once (troy), portando le vendite nette di quest'anno a 6,91 milioni di once, secondo i dati compilati da Bloomberg.
La quantità di oro totale detenuta dagli ETF è scesa del 6,5% quest'anno a 99,8 milioni di once, il livello più basso dal 26 maggio 2020.
A partire dal mese di agosto, la tendenza è impostata al ribasso e risulta inserita nel canale decrescente evidenziato, il ribasso era stato ampiamente previsto. Il raggiungimento del primo obiettivo posizionato verso la soglia discriminante intorno a 1.676 usd, minimo toccato a metà marzo, ha fatto scattare il rimbalzo in corso.
Si tratta tuttavia di una reazione fisiologica dettata dagli eccessi d'ipervenduto. Segnali di ripartenza del trend rialzista arriverebbero solo con il ritorno stabile sopra 1.800/1.830 usd.
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