Borse ancora su’, scommettono su rapido calo dell’inflazione. Mercato del lavoro americano solido con dinamica salariare piu’ moderata. Primi segnali di stabilizzazione degli indicatori macro europei. Pechino pronta a rimuovere limitazioni Covid e a nuovi stimoli.
Anche la seduta di venerdi’ 6 gennaio, seppur con scambi ridotti, ha contribuito ad archiviare una 1’ settimana dell’anno eccellente per le Borse europee, che provano a guardare ottimisticamente al nuovo anno dopo le difficolta’ del 2022, scommettendo sulla ripartenza dell'azionario.
Indici azionari europei tutti positivi, con chiusre sui massimi: Parigi, +1,47%, Milano +1,40%, Francoforte +1,20%, Londra +0,87%. Le Borse europee hanno chiuso in rialzo 4 sedute su 5: la migliore nella settimana e’ stata Milano, che con +6,2% e’ tornata su valori di fine marzo 2022. Molto forti anche Parigi, +6,0%, Madrid +5,7% e Francoforte, +4,9%: Londra si e’ limitata a +3,3%.
Anche a New York ha prevalso l’ottimismo, e tutti i maggiori listini americani chiudono bene la settimana: Dow Jones +2,13%, S&P500 +2.28% e Nasdaq +2,56%. Nel caso degli Usa l’ottimismo di venerdi’ si deve anche al positivo e inatteso rallentamento della crescita dei salari orari, che contribuisce ad uno scenario d’inflazione in rallentamento.
Sembra che gli investitori globali, in questo inizio d’anno, vogliano aumentare le “scommesse attive” aggiungendo rischi ai portafogli, speranzosi in un’evoluzione meno aggressiva della politica monetaria delle Banche centrali Usa ed europea e in una rapida “uscita” della Cina dalla sua drastica politica “zero-Covid”, che sembrerebbe emergere dalla dichiarazioni di Pechino alla vigilia del Capodanno lunare.
Volgendo lo sguardo ai dati macroeconomici americani, di positivo c’e’ il rallentamento della crescita dei salari a dicembre: +4.6% annuale contro +4,8% di novembre e +4,9% stimato. Intanto la “job creation” resta forte a dicembre negli Stati Uniti, dove i nuovi posti di lavoro sono cresciuti di 223 mila, sopra i 200 mila attesi, sebbene in calo rispetto ai +256 mila di novembre: il tasso di disoccupazione e’ sceso a 3,5%!
La favorevole combinazione di dinamica salariale in calo e “piena occupazione” ha indotto il membro della Federal Reserve (Banca centrale americana) Raphael Bostic a considerare possibile un rialzo di soli 25 bps al prossimo comitato di politica monetaria (FOMC).
E’ risultato invece in calo rispetto al dato precedente e peggiore delle attese l'indice ISM (Institute for the supply management) di dicembre a 49,6, cioe’ sotto la soglia di 50 (delimita contrazione da espansione) e attese di 55.
Spostandoci sulla “macro europea”, e’ incoraggiante il dato sull'economic sentiment della zona-Euro salito a dicembre, per la prima volta dall'inizio della guerra in Ucraina, a 95,8 da 94,0 di novembre.
La produzione industriale tedesca a novembre, è cresciuta leggermente più delle attese, +0,2% rispetto al mese precedente, ribaltando il -0,4% di ottobre, rivisto al ribasso rispetto alla precedente stima di -0,1%, e contro l’aumento del +0,1% previsti dal consenso.
Altrettanto incoraggiante il fatto che il membro dell’ECB (Banca centrale europes Mario Centeno abbia dichiarato nei giorni scorsi che i tassi di interesse si stanno avvicinando al picco riflettendo gli sforzi per ridurre l'inflazione.
La nuova settimana parte con borse asiatiche ben intonate: Tokyo e’ chiusa per la festivita’ delle “persone mature”, cosi’ come Taiwan e Seul. Le borse cinesi salgono Shanghai +0,66%, e Shenzhen +0,62%, su indiscrezioni che vedrebbero il Governo incline ad ammorbidire le restrizioni introdotte a partire dal 2020 sui prestiti ai grandi gruppi immobiliari. Brillante l'Hang Seng di Hong-Kong, +1,92%.
Goldman Sachs ritiene che le azioni cinesi abbiano un margine di apprezzamento del +15% nel 2022, mentre Bloomberg sottolinea che l’indice di riferimento dei mercati emergenti (Msci Emerging Market), dopo essere salito oltre +20% da ottobre, starebbe entrando in una “fase Toro”: non resta che attendere...
Similmente a quelle asiatiche anche le Borse europee sono in discreto rialzo, in media +0,5%, al fine mattinata (ore 13.00 CET), sposando uno scenario in miglioramento che si spera venga confermato dall’atteso discorso di domani, 10 gennaio, del Chairman della Federal Reserve, Jerome Powell: si attendono indicazioni sulle prossime scelte di politica monetaria della banca centrale Usa.
Recentemente i prezzi delle materie prime energetiche sono decisamente ridimensionati, con quello del gas naturale che la scorsa settimana e’ sceso a 64 Euro/megawattora, minimo da ottobre 2021 e dimezzato in meno di un mese: oggi rimbalza +4,4% a 70 Euro (ore 11.00 CET). Nella mattinata odierna, il prezzo del greggio tenta il rimbalzo, con un +3,3% del WTI (West Texas Int.) a 76,3 Dollari/barile.
Sul fronte obbligazionario nessuna novita’ di rilievo: si osserva un lieve miglioramento a 199 bps, -4 dal closing di venerdi’, dello spread di rendimento tra il BTP decennale italiano e l’omologo Bund tedesco, col rendimento del BTP 10 anni a 4,24%.
Il mercato valutario stamane, 9 gennaio, vede l’Euro in recupero sul Dollaro a 1,068 (+0,3%) e sullo yen giapponese a 140,83 yen (+0,2%). (ore 11.30 CET)
I metalli preziosi proseguono senza strappi la fase positiva iniziata a novembre: l’oro sfiora i 1.880 Dollari/oncia (+0,5%) e l’argento 24,07 Dollari/oncia (+0,4%).
I future su Wall Street anticipano riaperture positive, attorno a +0,7% (ore 13.00 CET).
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