World Economic Forum di Davos: Europa verso recessione “dolce”. Lagarde: la riapertura cinese e’ un fattore inflattivo addizionale. K. Georgieva (FMI): crescita globale 2023 a +2,7%, con la Cina a +4,4%. USA: settimana “calda” per trimestrali e dato di inflazione PCE.
I mercato azionari europei hanno messo a segno diffusi recuperi nell’ultima seduta della scorsa settimana, dopo la flessione di giovedi’ 19 dovuta alle dichiarazioni “da falco” (hawkish) del Presidente della Banca centrale europea (ECB) Lagarde.
Le parole della Signora Lagarde hanno, tra l’altro, innescato un movimento di rialzo dei rendimenti dei titoli governativi europei: ad esempio, il BTP decennale e’ tornato a rendere sopra +4% e lo spread tra Btp e Bund decennali e’ a 180 punti base, da 172 della chiusura di venerdi’.
Venerdi’ 20 Milano e’ salita +0,71%, Francoforte +0,79%, Londra +0,30% e Parigi +0,63%. Anche Wall Street, dopo un’apertura incerta, ha svoltato in positivo: Dow Jones +1,0%, S&P500 +1,8% e Nasdaq +2,7%. Tuttavia il bilancio settimanale marca un arresto del rally di inizio 2023, a causa dei cali consecutivi nelle prime 4 sedute.
Non mancano le novita’ nell’universo “tech” quotato: in positivo si rileva il boom di abbonati di Netflix, +7,66 milioni di “paganti netti” globalmente, contro attese di 4,6 milioni, e la reazione dell’azione Alphabet alla notizia che la controllata Google taglierà circa il 6% della sua forza lavoro globale, alias 12.000 posti di lavoro.
Sul fronte europeo si ridimensione il timore di una recessione pesante: dal World Economic Forum di Davos (Svizzera) sono giunte indicazioni abbastanza incoraggianti dal Presidente dell’ECB Christine Lagarde, che vede prospettive migliorate per l'Euro-Zona rispetto a quelle di un mese fa.
Che l'economia europea “stia tenendo” meglio del previsto lo dice anche il consensus degli economisti interpellati dal Financial Times: il calo delle tensioni inflattive assieme al “re-opening” dell'economia cinese, potrebbero aiutare l’”area-Euro” a crescere, seppure di un misero +0,1%, nel 2023. Inflazione ancora alta e misure restrittive dalle Banche centrali incideranno sulla prospettiva di crescita: le parole dei “banchieri centrali” vanno dunque monitorate con attenzione: dopo che il Governatore olandese Knot ha dato come probabile rialzi da 50 punti a febbraio e marzo, anche il collega finlandese Rehn prevede "incrementi significativi" dei tassi in inverno e primavera.
In Italia, secondo l’analisi di Confcommercio, a gennaio 2023 il GDP (prodotto interno lordo) dovrebbe scendere -0,9% rispetto a dicembre, e crescere un magro +0,4% su gennaio 2022: il primo trimestre 2023 potrebbe essere di recessione rispetto al 4’ trimestre 2022, a causa del calo dei consumi personali.
La Banca d’Italia ha rivisto leggermente al rialzo le sue previsioni sul GDP 2023 italiano, ora aggiornate a +0,6%: l’inflazione calerebbe a +6,5% da +8,7% del 2022.
Stamane, 23 gennaio, la Signora Lagarde ha intanto confermato l’impegno dell’ECB nella lotta all'inflazione, ricordando che la riapertura in Cina, spingendo all’insu’ la domanda di materie prime, inclusi petrolio e metalli industriali, potrebbe essere un nuovo fattore inflattivo.
Sempre da Davos: il Direttore del Fondo Monetario Internazionale K. Georgieva ha nuovamente parlato di prospettive economiche meno negative rispetto a quelle di 3 mesi fa: l’Fmi prevede nel 2023 una crescita globale del +2,7% e per l’economia cinese un balzo del +4,4%.
Il Governatore della Banca del Giappone (BoJ) Kuroda ha nuovamente sottolineato che BoJ continuerà l’attuale politica monetaria "super-accomodante" perseguendo l’obbiettivo di inflazione al +2% in modo “sostenibile”.
In Germania, a dicembre, i prezzi alla produzione (PPI) sono scesi su base mensile di -0.4% vs attese di -1,2%: su base annuale +21,6% contro +28,2% di novembre.
Negli Usa, all’ottimismo della scorsa settimana sul calo dell'inflazione, si sono affiancati dati macro che alimentano la paura di una fase recessiva: tra di loro quello calo delle vendite al dettaglio a dicembre, -1,1% su base mensile e quello della produzione industriale, -0,7%. Mercato del lavoro forte: le nuove richieste settimanali dei sussidi di disoccupazione segnano -15 mila a 190.000.
Stamattina, 23 gennaio i mercati asiatici, orfani delle Borse cinesi (domestiche piu’ Hong Kong e Singapore) chiuse per festeggiare il Capodanno lunare, vedono Tokyo (Nikkei) a +1,3%, e Seoul (Kospi) +0,63%.
Mattinata in leggero rialzo (in media +0,2% alle 13.30 CET) per le borse europee e future immobili per Wall Street, che in settimana atttende “trimestrali pesanti” ma soprattutto il dato sul GDP del 4’ trimestre 2022 (giovedì 26), e quello dell’inflazione PCE (Personal consumer expenditures) venerdì 27, fondamentale ispiratore delle scelte sui tassi della FED.
Prezzi del petrolio in lieve recupero, +0,4% a 82 Dollari/barile il WTI (West Texas Intermediate), mentre l’ondata di freddo che interessa l’Europa da qualche giorno sostiene, come venerdi’ scorso, il prezzo del metano europeo sul TTF di Amsterdam attorno 67 Euro/megawattora.
Infine, segnaliamo la nuova “prova di forza” dell’Euro, che supera quota 1,09 contro Dollaro Usa (...era sceso a 0,96 a meta’ ottobre 2022), dando evidentemente credito all’ipotesi di possibile divergenza tra Usa ed Europa nei tempi e misure dei futuri rialzi dei tassi: quasi “arrivati” quelli Usa, ancora suscettibili di ampi rialzi quellli europei.
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