L’Epifania riporta ottimismo sulle Borse europee: Milano e Parigi vicine a +2%. Risveglio delle azioni tech: Nvidia non lontana dai massimi storici. Il tema dell’AI domina al Consumer Electronics Show di Las Vegas. Indici Pmi servizi in ripresa in Europa: buon segnale, ma da confermare.
Superate le lunghe festività natalizie, le Borse europee spingono sull’acceleratore nel giorno dell’Epifania, chiudendo in rialzo la prima seduta della settimana, verso un ritorno alla piena normalità degli scambi. Francoforte +1,56%, più cauta Londra, +0,31%, molto bene Parigi, +2,24% e Milano, +1,91%. I mercati sperano in una politica di dazi più soft dopo l’indiscrezione del Washington Post, secondo cui Donald Trump potrebbe imporre restrizioni commerciali a tutti i Paesi, ma guardando solo a settori critici. Tra questi, figurano la catena di approvvigionamento industriale della difesa (attraverso dazi su acciaio, ferro, alluminio e rame), forniture mediche critiche (siringhe, aghi, flaconi e materiali farmaceutici) e produzione energetica (batterie, minerali delle terre rare e anche pannelli solari). Sebbene la notizia sia stata smentita dal tycoon, che l'ha definita «fake news» confermando che non allenterà la sua politica sui dazi, ciò non ha fermato il rally “della Befana”. A ridare ossigeno ai listini del ci ha pensato infatti Wall Street, con il rally dei titoli tecnologici, in particolare, Nvidia che ha toccato i massimi storici, in previsione di un discorso del CEO, Jensen Huang, al Consumer Electronics Show di Las Vegas. La capitalizzazione di borsa di Nvidia ha raggiunto i 3.660 miliardi di dollari. Si prevede che Huang fornirà maggiori dettagli sui prossimi chip Blackwell AI dell'azienda, mentre qualsiasi commento sulla domanda di AI sarà attentamente monitorato. In generale, stanno tornado in auge tutte le azioni delle società di semiconduttori, specie dopo che la trimestrale del gigante taiwanese Foxconn ha mostrato ricavi record, segno della continua domanda per i chip per l'intelligenza artificiale. Ottima performance del comparto “semi” anche in Europa: a Milano e Parigi ha brillato Stmicroelectronics, assieme a Infineon Technology a Francoforte, e ad Asml e Be Semiconductor ad Amsterdam. Sul fronte macroeconomico, dopo gli indici Pmi servizi dell'Eurozona in aumento, con l'Italia che “accelera”, e quelli sull'inflazione tedesca (+0,4% a dicembre, +2,9% su anno), l'attenzione degli investitori è focalizzata sul dato di oggi, 7 gennaio, riguardante l’inflazione di dicembre dell’Euro-zona, termometro molto sensibile per interpretare le future mosse della Banca centrale sui tassi di interesse. Wall Street ha chiuso contrastata: Dow Jones -0,06%, Nasdaq +1,24%, S&P500 +0,55 %. Questa settimana, resa più corta dala chiusura di giovedì in onore dell'ex presidente Jimmy Carter, gli investitori presteranno attenzione, venerdì 10, al rapporto sull'occupazione, poichè potrebbe influirà sulle decisioni della Federal Reserve sui tassi. Venerdì 3 scorso, Thomas Barkin, presidente della Fed di Richmond, ha dichiarato che «l'outlook di base per il 2025 è positivo», ma «c'è qualche rischio potenziale di inflazione in rialzo...l'inflazione non è ancora tornata all'obiettivo del 2%, ...e c'è altro lavoro da fare». Nella zona euro, l'indice Pmi servizi a dicembre è salito a 51,6 da 49,5 di novembre, e quello composito è salito a 49,6 da 48,3 del mese precedente. Una lettura sopra 50 indica espansione dell'attività economica, uno sotto 50 evidenzia contrazione. Più nel dettaglio, l'Italia è tornata a crescere, PMI a 50,7 da 49,2 di novembre e l'indice Pmi composito, a 49,7 da 47,7 di novembre. In Germania il dato è salito a 51,2 da 49,3 di novembre, toccando il livello più alto in 2 mesi. In Francia è salito a dicembre a 49,3 da 46,9 di novembre, che era stato il livello più basso da 10 mesi, con l'indice composito a 47,5 da 45,9 di novembre. Sul valutario, l'euro guadagna terreno sul dollaro, dopo la debolezza della scorsa settimana (1,0297 venerdì in chiusura), ma resta sotto la soglia di 1,04 (a 1,382) dove era nel corso della giornata. L’euro guadagna terreno anche sullo yen giapponese a 162,50 (da 162,02) mentre il cross dollaro/yen è stabile, a 157,44 (157,34). Torna a salire il petrolio, con il Wti intorno a 74 dollari/barile, mentre il gas naturale europeo scende a 47 euro/megawattora sulla piattaforma Ttf di Amsterdam. Chiusura in calo per lo spread tra BTp e Bund nella prima seduta della settimana: il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark ed il pari scadenza tedesco scende a 113 bps, dai 117 punti della vigilia. In flessione anche il rendimento del BTp benchmark, al 3,57%, dal 3,59% del closing precedente. Oggi, 7 gennaio, avvio incerto per le Borse europee nonostante la chiusura positiva di Wall Street, dove i titoli tecnologici sono tornati a dominare la scena. Bene, invece, le Borse asiatich,e col Nikkei che ha chiuso in progresso di +2,0% trainato da elettronica e semiconduttori. Oltreoceano venerdì 10 sarà assai rilevante il rapporto sul menrcato del lavoro, visto che la Federal Reserve (Banca centrale americana) non ha deciso il “path” 2025: l’obiettivo resta quello di bilanciare i timori per un aumento dell’inflazione e i rischi di nuovi dazi appena Trump inizierà il suo 2’ mandato (20 gennaio). Secondo Lisa Cook, componente del board, «la Fed può procedere con più cautela con i tagli dei tassi d’interesse».
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