Mercati azionari in recupero, aiutano le trimestrali Usa sopra le attese.
Si fa largo la convinzione di un “ammorbidimento” FED nel 2023.
Calano i rendimenti dei Govies, credono nel futuro easing monetario.
Prezzo del gas europeo ancora in calo, potrebbe favorire calo dell’inflazione.
Anche ieri, 25 ottobre, i mercati finanziari europei si sono mossi al rialzo, contagiati dalle brillanti chiusure di Wall Street della vigilia: tra di loro spicca il +1,9% di Parigi, ma anche Milano ha chiuso bene, +1,4%, ai massimi della seduta. Francoforte e’ salita del +0,95%, Londra ha chiuso invariata.
La guerra in Ucraina torna a destare preoccupazioni per una possibile escalation, dopo le accuse bilaterali di preparare la cosiddetta “bomba sporca” di cui incolparsi a vicenda, mentre i mercati guardano alle imminenti scelte delle banche centrali, con la prossima riunione del Consiglio Direttivo dell’ECB (Banca Centrale Europea) prevista per domani, giovedì 27: gli analisti prevedono un rialzo dei tassi di +0,75%.
Negli Stati Uniti trova sempre piu’ consensi l’ipotesi che la Federal Reserve (FED-Banca Centrale Usa), che si riunisce l’1 e 2 novembre, possa rallentare il ritmo e l’entita’ dei prossimi rialzi. Questa ipotesi si basa sul fatto che il quadro macroeconomico sta gia’ peggiorando, penalizzando i consumi e propiziando una discesa spontanea dei prezzi: in parallelo scendono i rendimenti dei Treasury rispetto alla scorsa settimana.
Il dato sulla fiducia dei consumatori americani pubblicato ieri sembra volere confermare questa prospettiva, essendo sceso a 102,5 ad ottobre, contro 107,8 a settembre, risultando molto sotto alle attese, e gettando ombre minacciose sulla shopping season di fine anno.
Altre indicazioni verranno dai dati aggiornati su GPD (prodotto interno lordo) americano, in pubblicazione domani, 27 ottobre, mentre prevalgono le sorprese positive dai dati trimestrali: sinora hanno pubblicato oltre 100 società dello S&P500, superando le attese in oltre la metà dei casi (analisi di Factset e Bloomberg).
Il gradimento della Cina sui mercati finanziari e’ in calo dopo il congresso del Partito unico che ha conferito un 3’ mandato con pieni poteri a Xi-Jinping. Gli investitori internazionali temono interferenze del Governo sulle aziende e piu’ in generale sull’”economia di mercato” e questo si traduce nell’indebolimento dello Yuan, che scambia ai minimi della sua storia di valuta “internazionale”, cioe’ dal 2010.
Il mercato obbligazionario e’ invece “rasserenato” dalla speranza di un ammorbidimento della stretta monetaria della FED e dalla situazione “normalizzata” in Gran Bretagna, dove il nuovo Premier Rishi Sunak ha promesso maggior disciplina sul fronte della politica fiscale e tributaria.
Ieri, nel giorno della fiducia ottenuta dal nuovo Governo italiano alla Camera dei Deputati, si e’ apprezzato il restringimento dello spread BTP-Bund decennali a 220 punti base, rispetto ai 225 della vigilia, assieme al calo del rendimento del decennale italiano sino a 4,35%, dal 4,5% dell’apertura.
Sul fronte macro europeo ha deluso ieri, 25 ottobre, l'indice IFO sulla fiducia delle imprese tedesche, sceso anche ad ottobre, da 84,4 a 84,3 punti, forse sopra le attese degli analisti ma ancora testimone di un “morale” sotto i piedi...
Il mercato valutario sembra deciso a ridimensionare i picchi recenti del Dollaro Usa, e ieri l'Euro ha riavvicinato la parita’ col Dollaro, chiudendo in rialzo a 0,996, +0,9%. La valuta Usa ha perso quota anche verso lo Yen giapponese, col loro cross a 147,8, -0,8%. Recupera quasi totalmente i recenti cali la Sterlina britannica, +1,7% sul Dollaro a 1,147 e +1,0% sull'Euro a quota 0,868.
Il prezzo del metano europeo di ieri, sul TTF di Amsterdam (trading venue di riferimento) e’ sceso sotto i 100 Euro/mwh, complici le riserve strategiche “piene” ed una domanda per riscaldamento ancora minima e sotto le medie stagionali. Anche il petrolio conferma la recente debolezza, col WTI (greggio di riferimento USA) che ieri e’ sceso sotto gli 84 Dollari/barile, -0,3%.
Oggi, 26 ottobre, anche la Borse asiatiche tentano il recupero, dopo i messaggi supportivi giunti dalla Banca Centrale e dal Regolatore del mercato valutario cinesi, che promettono sostegno e stabilita’ ai mercati: Shanghai +0,8%, SZSE di Shenzhen +1,7%, Nikkei-Japan +0,7%, Hong Kong +1,0%, e Kospi-South Korea +0,7%.
Borse europee caute alla riapertura di stamane, nell’attesa delle mosse di domani della Banca Centrale Europea (attese per +75 bps a +1,50%), e dopo la delusione di ieri sera di alcune trimestrali “tech” americane, in particolare Google per il calo dei ricavi pubblicitari e Microsoft che rallenta nel “business cloud”.
A fine mattinata osserviamo listini azionari europei privi di direzione, ma futures su Wall Street che preludono a riaperture in calo medio del -0,9%.
Colpisce l’ulteriore debolezza del Dollaro Usa, con l'Euro tornato sopra la parita’ a 1,003, il cambio US/Yen a 146,8, +0,7%, e quello US/GBP a 1,158, +1,0%, ma anche il recupero delle cryptovalute: Bitcoin +6,9% a 20.620 Dollari ed Ethereum +13,6% a 1.530 Dollari (ore 13.30 CET).
Sengnali di risveglio per i metalli preziosi: il prezzo dell’oro guadagna +1,0% a 1.675 Dollari/oncia e quello dell’argento +1,2% a 19,58 Dollari/oncia (ore 13.30 CET).
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